Aristodemo (de' Dottori)

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Aristodemo
Tragedia in cinque atti
AutoreCarlo de' Dottori
Lingua originaleItaliano
Genereteatro classico
Fonti letterariePausania[1]
AmbientazioneItome (Messenia)
Composto nel1657
Pubblicato nel1670
Personaggi
  • Aristodemo, re di Itome
  • Amfia, moglie di Aristodemo e madre di Merope
  • Merope, figlia di Aristodemo
  • Policare, promesso sposo di Aristodemo
  • Nutrice
  • Ofioneo, sacerdote
  • Licisco, parente di Aristodemo, padre di Arena
  • Erasitea, sacerdotessa
  • Tisi
  • Soldato
  • Messo
  • Coro mobile di cittadini messenii
  • Coro stabile di donne messenie
 

Aristodemo è una tragedia in cinque atti scritta da Carlo de' Dottori nel 1657 e pubblicata nel 1670.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Aristodemo, re di Itome, città della Messenia in guerra con Sparta, ha appreso da un oracolo che potrà conseguire e conservare il regno se sarà sacrificata agli dei una vergine del suo sangue. Le possibili vittime sono due: Arena, figlia di Licisco (parente del re), e la stessa figlia del re, Merope. Il sorteggio ha designato come vittima Arena. Tuttavia Licisco, per salvarla, afferma che Arena non è sua figlia, e la fa fuggire. Aristodemo decide allora di sacrificare la propria figlia invece della fuggitiva, sordo agli interventi della regina Amfia, madre di Merope, della nutrice e del promesso sposo Policare, i quali insistono tutti sulle ragioni della vita e sulla legge dell'amore. Merope si prepara alla morte accettandola al pensiero della salvezza della patria e di Policare, l'uomo che ama, e immaginando, con disposizione profondamente religiosa ed eroica, che il suo sacrificio debba avvenire nel corso di un rito alla presenza del popolo ammirato. La madre Amfia e il promesso sposo Policare, per salvarla, affermano che il suo sacrificio sarebbe inutile perché Merope non è più vergine: avrebbe sposato segretamente Policare e sarebbe già incinta. Aristodemo allora entra sacrilegamente nella sala dove è custodita Merope, la trafigge con le proprie mani. Nell'opera la morte di Merope è rievocata dalla nutrice che narra come Aristodemo

«E trafisse la vergine innocente,
Che generata avea. L’anima bella,
Osservando l'inditto
Silenzio, non si dolse.
Con un gemito sol rispose all'empio
Fremer del padre; e i moribondi lumi
In lui rivolti, ed osservato quale
Il sacerdote inaspettato fosse,
Con la tenera man coprissi il volto
Per non vederlo; e giacque.»

Aristodemo addirittura fruga fra le viscere della figlia alla ricerca vana della prova della sua colpa. Alla morte di Merope segue la morte di Policare, lapidato dalla folla istigata dallo stesso Aristodemo. Al tiranno appaiono due ombre: Merope e Arena che si scopre essa stessa figlia di Aristodemo. Scoprendosi parricida due volte, Aristodemo si uccide con la spada con la quale aveva trafitto Merope.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Aristodemo, tragedia di Carlo de' Dottori. All'altezza ser.ma del signor principe Leopoldo di Toscana, In Padoua: appresso Mattio Cadorin, 1657
  • Aristodemo tragedia del sig. conte Carlo de' Dottori. All'illustriss. sig. Elena Cornara Piscopia, In Padoua: per Pietro Maria Frambotto, 1670
  • Teatro italiano o sia Scelta di tragedie per uso della scena tomo terzo ed ultimo. In cui si contengono Il Solimano del Bonarelli, L'Alcippo del Ceba, L'Aristodemo del Dottori, La Cleopatra del cardinal Delfino non più stampata ; a cura di Scipione Maffei, In Verona: presso Jacopo Vallarsi, 1723-1725
  • Aristodemo: tragedia; a cura e con introduzione di Benedetto Croce, Firenze: Le Monnier, 1948
  • Aristodemo; a cura di Luigi Fassò, Riproduzione dell'edizione: Milano; Napoli: R. Ricciardi, 1956. V. 39, pp. 749–851, Classici Ricciardi n. 26, Torino: Giulio Einaudi, 1976

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paus. IV-XIII; nella traduzione in lingua italiana di Antonio Nibby, Roma : Presso Vincenzo Poggioli, 1817, pp. 26-38 (Google libri)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Getto, «L'Aristodemo, capolavoro del barocco». In: Giovanni Getto, Il barocco letterario in Italia: Barocco in prosa e in poesia, La polemica sul barocco, Milano: Pearson Paravia Bruno Mondadadori, 2000, ISBN 8842494968, ISBN 9788842494966 (Google books)
  • Giuseppe Italo Lopriore, Saggio sull'Aristodemo di Carlo de' Dottori: contributo alla storia del teatro tragico del Seicento, Pisa: Arti grafiche Tornar, 1950

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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