Amorfù

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Amorfù
Sonia Bergamasco e Ignazio Oliva in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno2003
Durata87 min
Generedrammatico
RegiaEmanuela Piovano
SceneggiaturaEmanuela Piovano, Massimo Felisatti
ProduttoreEmanuela Piovano
FotografiaAlessio Gelsini Torresi
MontaggioPaolo Benassi
MusicheGianluca Podio
Interpreti e personaggi

Amorfù è un film del 2003, diretto da Emanuela Piovano. È stato distribuito nelle sale italiane a partire dal 26 settembre 2003.[1]

Il titolo fa riferimento al film L'Amour fou (1969) di Jacques Rivette che viene citato nel corso della pellicola.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

L'aspirante psichiatra Elena lavora in una comunità per malati mentali e lotta ogni giorno per migliorare la vita dei suoi pazienti. Tra di loro c'è Fausto, un giovane pianista che è stato ricoverato soprattutto a causa di un forte stato di depressione e un conseguente tentativo di suicidio. Elena prende a cuore la sua storia e si promette di riuscire a farlo tornare ad una vita normale. Nell'arco di qualche mese a contatto con lei, Fausto sembra presentare notevoli miglioramenti e la depressione è ormai solo un ricordo; Elena è convinta che sia ormai guarito e, innamorata di lui, riesce ad ottenere dal direttore della comunità il permesso di farlo uscire. Fausto va a vivere in casa di Elena, con quest'ultima che si rivela allo stesso tempo un'affettuosa compagna/madre/dottoressa; per amor suo, Elena rinuncia al suo fidanzato di sempre Carlo. All'inizio Fausto è felice per questa convivenza e si dimostra riconoscente verso di lei per averlo fatto guarire, ma con il passare del tempo matura l'idea di doversene andare da quella casa, a causa dell'eccessiva possessività di Elena.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

  • La sua originalità nel raccontare gli incerti confini tra salute e malattia – e tra il creativo e il distruttivo nella passione d'amore – non è stata capita. Forte contributo attoriale della radiosa S. Bergamasco e dell'intenso I. Oliva. Commento del dizionario Morandini che assegna al film tre stelle su cinque di giudizio.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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