Amanzia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando il femminile del nome Amanzio, vedi Amanzio (nome).
Amanzia
Nome originale (GRC) Ἀμάντια/Ἀβάντια
(LA) Amantia
Cronologia
Fondazione V secolo a.C.
Territorio e popolazione
Nome abitanti amanzî
Localizzazione
Stato attuale Bandiera dell'Albania Albania
Località Ploç (Sevaster)
Coordinate 40°22′36.84″N 19°41′58.92″E / 40.3769°N 19.6997°E40.3769; 19.6997
Cartografia
Mappa di localizzazione: Albania
Amanzia
Amanzia

Amanzia (in greco antico: Ἀμάντια? o Ἀβάντια; in latino: Amantia) è stata una città sorta al confine tra l'Epiro e l'Illiria nei pressi del villaggio di Ploç, nel comune di Selenizza, nella moderna Albania.

Il sito è tutelato come Monumento culturale ed è ricompreso nell'omonimo parco archeologico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fu fondata intorno al 450 a.C. da Abanti[1] e Locresi mentre la prima menzione scritta è nel Periplo di Scilace del IV secolo a.C., che la cita come città dell'Illiria tra Apollonia e Oricum. Un'altra menzione è nella Tabula Peutingeriana dove viene riportata col nome di Amatria e posizionata a 30 miglia romane a sud di Apollonia.[2]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La città era dotata di una cinta muraria realizzata con grossi massi squadrati e in alcuni punti tagliata nella roccia della quale sono visibili ancora lunghi tratti; nella parte settentrionale le mura presentano un'altezza di oltre tre metri di massi disposti su sei file e una larghezza pari 1,85 metri. Sono presenti anche i resti di una porta.[1]

Oltre ad alcuni ruderi di case sono stati rinvenuti: una costruzione squadrata in calcare (molto probabilmente un sepolcro), una fontana con una grossa tabula iscritta in greco e latino, due capitelli bizantini con la croce su un lato e uno stadio con una capacità di circa 4000 spettatori.[3] Tra i ritrovamenti anche una testa di marmo, ritraente probabilmente Alessandro Magno, ed un'altra calcarea identificata con lo Zeus di Dodona. Sul lato settentrionale delle mura vi è una base con kyma lesbico profilata su tre lati ed appartenente probabilmente ad un'anta.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Pellegrino Claudio Sestieri, Amantia, in Enciclopedia dell'arte antica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1958. URL consultato il 22 marzo 2022.
  2. ^ Doro Levi, Amanzia, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1929. URL consultato il 22 marzo 2022.
  3. ^ (EN) Carole Raddato, Stadium of Amantia, Albania, su worldhistory.org, 11 marzo 2020. URL consultato il 22 marzo 2022.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Archeologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di archeologia