Adtributio

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L'adtributio era un istituto del diritto romano mediante il quale uno o più gruppi di individui venivano "attribuiti" al più vicino municipium romano. L'istituto riguardava solitamente gli abitanti di una zona decentrata e periferica, caratterizzata dall'assenza di un centro urbano autoctono; si trattava di gruppi etnici il cui livello di romanizzazione non era sufficiente a fare di loro dei cittadini romani di diritto pieno, anche se meritevoli di uno status superiore a quello di peregrinus: godevano pertanto di diritti inferiori rispetto ai cittadini della comunità su cui gravitavano e parte delle loro terre diventava di proprietà dell'imperatore, il quale poteva gestirli direttamente oppure affidarli agli stessi abitanti della regione, previo versamento di un'imposta (agri vectigales). L'adtributio è attestato dalla Tabula Clesiana[1] per alcune popolazioni alpine (gli Anauni, i Sinduni e i Tulliassi) dell'odierno Trentino[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ CIL V, 5050.
  2. ^ L'adtributio e la Tabula clesiana su "Le Alpi on line. Storia e archeologia della Alpi" (Università di Trento), su alpiantiche.unitn.it. URL consultato il 20-03-2009 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2007).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Glossario - Adtributio, su alpiantiche.unitn.it, Le Alpi on line. URL consultato il 3 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2011).