Herpes oftalmico: differenze tra le versioni

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I soggetti che presentano una inibizione della risposta immunitaria cellulo mediata hanno un maggiore rischio di sviluppo dello zoster e delle sue complicanze.
I soggetti che presentano una inibizione della risposta immunitaria cellulo mediata hanno un maggiore rischio di sviluppo dello zoster e delle sue complicanze.
I soggetti affetti da [[AIDS]] presentano un rischio relativo di zoster di circa 15 volte maggiore rispetto a soggetti immunocompetenti ed in essi le alterazioni visive, spesso correlate ad uno zoster oftalmico, sono una fonte importante di [[morbilità]].<ref name=Kaleem1>{{cite journal |author=Kaleem MA, Ramsahai S, Del Fierro K, ''et al.'' |title=Ocular findings in human immunodeficiency virus patients in Washington, DC |journal=Int Ophthalmol |volume=32 |issue=2 |pages=145–51 |year=2012 |month=April |pmid=22450559 |doi=10.1007/s10792-012-9543-3 |url=}}</ref>
I soggetti affetti da [[AIDS]] presentano un rischio relativo di zoster di circa 15 volte maggiore rispetto a soggetti immunocompetenti ed in essi le alterazioni visive, spesso correlate ad uno zoster oftalmico, sono una fonte importante di [[morbilità]].<ref name=Kaleem1>{{cite journal |author=Kaleem MA, Ramsahai S, Del Fierro K, ''et al.'' |title=Ocular findings in human immunodeficiency virus patients in Washington, DC |journal=Int Ophthalmol |volume=32 |issue=2 |pages=145–51 |year=2012 |month=April |pmid=22450559 |doi=10.1007/s10792-012-9543-3 |url=}}</ref>

===Sesso predominante===
L'herpes zoster oftalmico non presenta un sesso predominante.<br>
In letteratura è comunque riportato uno studio effettuato negli USA su 9152 pazienti che mostra un tasso di infezione da herpes zoster per 1.000 individui/anno più elevato tra le femmine (3,8) rispetto ai maschi (2,6), statisticamente significativo (P<.0001).<ref name=Insinga1>{{cite journal |author=Insinga RP, Itzler RF, Pellissier JM, Saddier P, Nikas AA |title=The incidence of herpes zoster in a United States administrative database |journal=J Gen Intern Med |volume=20 |issue=8 |pages=748–53 |year=2005 |month=August |pmid=16050886 |pmc=1490195 |doi=10.1111/j.1525-1497.2005.0150.x |url=}}</ref>

===Età predominante===
L'incidenza di zoster ed il tasso delle complicazioni ad esso associate aumenta con l'età, con i 2/3 dei casi che si verificano nei soggetti di età superiore ai 50 anni.


==Note==
==Note==

Versione delle 19:11, 4 giu 2012

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Con il termine 'herpes oftalmico ci si riferisce al coinvolgimento oftalmico in corso di una infezione da virus varicella-zoster (VZV), herpes simplex virus (HSV), citomegalovirus (CMV).

Il virus varicella-zoster (VZV) è all'origine di 2 sindromi distinte.
L'infezione primaria prende il nome di varicella, una malattia infettiva, epidemica, febbrile e solitamente benigna. Alla risoluzione della infezione primaria da varicella (varicella), le particelle virali rimangono nel ganglio trigeminale od in altro ganglio sensoriale e restano latenti per anni o decenni.
A seguito del normale processo di invecchiamento, di malattie immunosoppressive, nuovi eventi stressanti o particolari trattamenti medici, la risposta immunitaria del soggetto, virus-specifica e cellulo mediata, può diminuire.

Questa condizione permette una riattivazione del VZV latente e risulta, talora, in una eruzione cutanea localizzata in un unico dermatomero, chiamata herpes zoster (HZ). L' HZ fu descritto originariamente da Ippocrate, e di questa affezione troviamo descrizioni ad opera anche di Plinio il Vecchio, ma la sua relazione con VZV non è stato chiarita fino ai tempi recenti e grazie a moderni saggi immunoistochimici.

I pazienti con herpes zoster che interessa la prima divisione del nervo trigemino (cioè il ramo naso-ciliare) presentano un processo patologico chiamato herpes zoster oftalmico (HZO).
L' herpes zoster oftalmico è, dopo lo zoster toracico, il tipo più frequente e rappresenta il 10-25% di tutti i casi di herpes zoster.[1][2][3]

Le sequele di HZO possono essere particolarmente gravi ed includono l'infiammazione oculare cronica, la perdita della vista ed il dolore cronico debilitante.[4][5][6][7]


Fisiopatologia

Dopo l'infezione primaria il virus varicella-zoster penetra nei gangli spinali, dove rimane latente per anni e decenni.[8]
Probabilmente la penetrazione del virus nelle strutture nervose può derivare da diffusione per contiguità del virus varicella dalla cute alle terminazioni nervose sensoriali e quindi ai gangli. In alternativa, i gangli potrebbero infettarsi per via ematica durante la fase di viremia. In condizioni predisponenti il virus può riattivarsi dal ganglio trigeminale e viaggiare lungo il nervo naso-ciliare corrispondente alla prima divisione (oftalmica) del nervo trigemino. I rami del nervo nasociliare innervano la superficie del globo oculare e la cute periorbitaria fino alla punta del naso. Durante questo tragitto lungo le terminazioni nervose il virus può provocare l'infiammazione perineurale ed intraneurale. L'infiammazione può determinare lesioni oculari e delle strutture circostanti.

Mentre la comparsa del rash cutaneo da zoster coincide con una proliferazione di cellule T VZV-specifiche, la produzione di interferone-alfa si associa alla risoluzione della sintomatologia.

Nei pazienti immunocompetenti, durante la riattivazione dell'infezione, le immunoglobuline G, M e A appaiono rapidamente e raggiungono elevate concentrazioni. Questi paziente hanno anche una risposta cellulo-mediata contro VZV di più lunga durata e migliore.[4][7]

Epidemiologia

L'infezione da VZV è estremamente diffusa. Circa il 90% della popolazione negli USA si infetta nel corso dell'adolescenza, ed all'età di 60 anni la quasi totalità dei soggetti ha avuto un contatto ed infezione sostenuta dal virus.[9]
L'incidenza e la gravità dell'herpes zoster aumentano con l'avanzare dell'età.
Più della metà di tutte le persone in cui si sviluppa l'herpes zoster hanno più di 60 anni.[10]
L'herpes zoster oftalmico (HZO) rappresenta circa il 10-20% dei casi di zoster.[9]
Circa la metà di questi soggetti sviluppa delle complicazioni.
Il rischio di complicanze oftalmiche in pazienti con zoster non sembra correlare con l'età, il sesso, o la gravità del rash.[11]
Il rischio di sviluppare lo zoster aumenta con il decrescere della immunità cellulo mediata, processo quest'ultimo associato al normale invecchiamento.
L'incidenza dell'herpes zoster comincia a salire fortemente nella sesta decade di vita.[12]
Tra gli individui di più di 75 anni di età il tasso di incidenza supera i 10 casi per 1000 individui/anno.

I soggetti che presentano una inibizione della risposta immunitaria cellulo mediata hanno un maggiore rischio di sviluppo dello zoster e delle sue complicanze. I soggetti affetti da AIDS presentano un rischio relativo di zoster di circa 15 volte maggiore rispetto a soggetti immunocompetenti ed in essi le alterazioni visive, spesso correlate ad uno zoster oftalmico, sono una fonte importante di morbilità.[13]

Sesso predominante

L'herpes zoster oftalmico non presenta un sesso predominante.
In letteratura è comunque riportato uno studio effettuato negli USA su 9152 pazienti che mostra un tasso di infezione da herpes zoster per 1.000 individui/anno più elevato tra le femmine (3,8) rispetto ai maschi (2,6), statisticamente significativo (P<.0001).[14]

Età predominante

L'incidenza di zoster ed il tasso delle complicazioni ad esso associate aumenta con l'età, con i 2/3 dei casi che si verificano nei soggetti di età superiore ai 50 anni.

Note

  1. ^ Ang LP, Au Eong KG, Ong SG, Herpes zoster ophthalmicus, in J Pediatr Ophthalmol Strabismus, vol. 38, n. 3, 2001, pp. 174–6.
  2. ^ Cockburn DM, Douglas IS, Herpes zoster opthalmicus, in Clin Exp Optom, vol. 83, n. 2, 2000, pp. 59–64.
  3. ^ Gurwood AS, Savochka J, Sirgany BJ, Herpes zoster ophthalmicus, in Optometry, vol. 73, n. 5, May 2002, pp. 295–302.
  4. ^ a b Ongkosuwito JV, Feron EJ, van Doornik CE, et al., Analysis of immunoregulatory cytokines in ocular fluid samples from patients with uveitis, in Invest. Ophthalmol. Vis. Sci., vol. 39, n. 13, December 1998, pp. 2659–65.
  5. ^ Mochizuki K, Matsushita H, Hiramatsu Y, Yanagida K, Detection of varicella-zoster virus genome in the vitreous humor from two patients with acute retinal necrosis; lacking or having a PstI cleavage site, in Jpn. J. Ophthalmol., vol. 42, n. 3, 1998, pp. 208–12.
  6. ^ Karlin JD, Herpes zoster ophthalmicus: the virus strikes back, in Ann Ophthalmol, vol. 25, n. 6, June 1993, pp. 208–15.>
  7. ^ a b Kumano Y, Manabe J, Hamamoto M, et al., Detection of varicella-zoster virus genome having a PstI site in the ocular sample from a patient with acute retinal necrosis, in Ophthalmic Res., vol. 27, n. 5, 1995, pp. 310–6.
  8. ^ Ritterband DC, Friedberg DN, Virus infections of the eye, in Rev. Med. Virol., vol. 8, n. 4, October 1998, pp. 187–201.
  9. ^ a b Liesegang TJ, Herpes zoster ophthalmicus natural history, risk factors, clinical presentation, and morbidity, in Ophthalmology, vol. 115, 2 Suppl, February 2008, pp. S3–12, DOI:10.1016/j.ophtha.2007.10.009.
  10. ^ Holcomb K, Weinberg JM, A novel vaccine (Zostavax) to prevent herpes zoster and postherpetic neuralgia, in J Drugs Dermatol, vol. 5, n. 9, October 2006, pp. 863–6.
  11. ^ Weinberg JM, Herpes zoster: epidemiology, natural history, and common complications, in J. Am. Acad. Dermatol., vol. 57, 6 Suppl, December 2007, pp. S130–5, DOI:10.1016/j.jaad.2007.08.046.
  12. ^ Straus SE, Ostrove JM, Inchauspé G, et al., NIH conference. Varicella-zoster virus infections. Biology, natural history, treatment, and prevention, in Ann. Intern. Med., vol. 108, n. 2, February 1988, pp. 221–37.
  13. ^ Kaleem MA, Ramsahai S, Del Fierro K, et al., Ocular findings in human immunodeficiency virus patients in Washington, DC, in Int Ophthalmol, vol. 32, n. 2, April 2012, pp. 145–51, DOI:10.1007/s10792-012-9543-3.
  14. ^ Insinga RP, Itzler RF, Pellissier JM, Saddier P, Nikas AA, The incidence of herpes zoster in a United States administrative database, in J Gen Intern Med, vol. 20, n. 8, August 2005, pp. 748–53, DOI:10.1111/j.1525-1497.2005.0150.x.