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Sima de los Huesos: differenze tra le versioni

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La ripartizione orizzontale delle ossa fa capire che sia gli orsi intrappolati che il deflusso delle acque, hanno frammentato e disperso i fossili trasportandoli dall'alto verso il basso della voragine, provocando anche rimescolamenti tra le ossa dei carnivori e i resti umani più antichi. Questa ipotesi è suffragata dal fatto che i segni delle unghiate sono ancora visibili alla base del pozzo, come risulta anche da altre voragini dove gli orsi che erano sopravvissuti alla caduta graffiavano le pareti nel tentativo di uscire.<ref name="thesite"/><ref name="biface"/><ref name="stratigraphy">{{cita pubblicazione|titolo=The stratigraphy of the Sima de los Huesos (Atapuerca, Spain) and implications for the origin of the fossil hominin accumulation|url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1040618215001512|doi=10.1016/j.quaint.2015.02.044|autore1=Arantza Aranburu|autore2=Juan Luis Arsuaga|autore3=Nohemi Sala|rivista=Quaternary International|anno=2015|mese=marzo|lingua=en|giorno=26}}</ref>
La ripartizione orizzontale delle ossa fa capire che sia gli orsi intrappolati che il deflusso delle acque, hanno frammentato e disperso i fossili trasportandoli dall'alto verso il basso della voragine, provocando anche rimescolamenti tra le ossa dei carnivori e i resti umani più antichi. Questa ipotesi è suffragata dal fatto che i segni delle unghiate sono ancora visibili alla base del pozzo, come risulta anche da altre voragini dove gli orsi che erano sopravvissuti alla caduta graffiavano le pareti nel tentativo di uscire.<ref name="thesite"/><ref name="biface"/><ref name="stratigraphy">{{cita pubblicazione|titolo=The stratigraphy of the Sima de los Huesos (Atapuerca, Spain) and implications for the origin of the fossil hominin accumulation|url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1040618215001512|doi=10.1016/j.quaint.2015.02.044|autore1=Arantza Aranburu|autore2=Juan Luis Arsuaga|autore3=Nohemi Sala|rivista=Quaternary International|anno=2015|mese=marzo|lingua=en|giorno=26}}</ref>

== Datazione ==
* Prelievi effettuati nel 1997 e nel 2003 sulle [[Speleotema|concrezioni stalagmitiche]] che ricoprivano i resti umani, sono stati datati con il [[metodo di datazione uranio-torio]] in base al loro equilibrio [[isotopi]]co a meno di 350.000 anni.<ref>{{cita pubblicazione|anno=1997|mese=agosto
|rivista=Journal of Human Evolution|titolo=Geology and preliminary dating of the hominid-bearing sedimentary fill of the Sima de los Huesos Chamber, Cueva Mayor of the Sierra de Atapuerca, Burgos, Spain|autore1=J.L. Bischoff|autore2=J.A. Fitzpatrick|autore3=L. León|autore4=Juan Luis Arsuaga|autore5=C. Falgueres|autore6=J.J. Bahain|autore7=T. Bullen|doi=10.1006/jhev.1997.0130|url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0047248497901305|lingua=en|volume=33|pp= 129-154|serie=3}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore1=James L. Bischoff|autore2=Donald D. Shamp|autore3=Arantza Aramburu|autore4=Juan Luis Arsuaga|autore5=Eudald Carbonell
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* Altri prelievi effettuati nel 2007 nelle concrezioni che ricoprono i resti umani, sono state datati con la [[spettrometria di massa]] a ionizzazione termica (TIMS) e con il metodo di datazione uranio-torio; l'età in questo caso è risultata di meno di 530.000 anni, il che non collima con la datazione precedente.<ref>{{cita pubblicazione|anno = 2007|rivista=Journal of Archaeological Science|titolo=High-resolution U-series dates from the Sima de los Huesos hominids yields 600.000 years: implications for the evolution of the early Neanderthal lineage|url = http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0305440306001580|autore1=James Bischoff|autore2=Ross W. Williams|autore3=Robert J. Rosenbauer|autore4=Arantza Aramburu|autore5=Juan Luis Arsuaga|autore6=Nuria Garcíae|autore7=Gloria Cuenca-Bescós|pp= 763-770|mese=maggio
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* Nel 2014 il gruppo di addetti agli scavi ha effettuato una serie di datazioni con la [[risonanza paramagnetica elettronica]], con [[thermally transferred optically stimulated luminescence|TT-OSL]] e con [[pIR-IR]] sullo strato di sedimenti che ricopre i resti umani. I risultati di questi metodi differenti convergono verso il valore di 430.000 anni, con un'incertezza ridotta.<ref name="arsuaga2014"/><ref>{{cita pubblicazione|lingua=en
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Da notare che l'analisi del [[DNA mitocondriale]] di un osso di [[Ursus deningeri|orso di Deninger]] ha permesso di stimare un'età di 409.000 anni in base al [[tasso di mutazione]] ipotizzato per la specie su questo periodo di tempo; il valore indicato ha però un'incertezza di oltre 200.000 anni.<ref name="permafrost">{{cita pubblicazione|url=http://www.pnas.org/content/110/39/15758.full.pdf
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==Note==
==Note==

Versione delle 22:04, 21 mar 2020

Sima de los Huesos
Nel 2016 sono stati ricomposti 17 crani dei 28 individuati nella grotta.[1]
Stato
Comunità autonoma  Castiglia e León
ProvinceProvincia di Burgos
ComuniAtapuerca
Altitudine1.080 m s.l.m.
Coordinate42°21′N 3°30′W
Mappa di localizzazione: Spagna
Sima de los Huesos
Sima de los Huesos

La Sima de los Huesos (che in lingua spagnola significa: "voragine delle ossa") è un abisso o voragine che contiene un deposito paleolitico datato a 430.000 anni fa.[2] La sua ricchezza di fossili lo rende la principale fonte di informazioni per la paleoantropologia di questo periodo in Europa.

La cavità è costituita da una camera posta sul fondo di un pozzo di 14 metri di profondità ed è stata scavata da un antico fiume sotterraneo nella Cueva Mayor della Sierra de Atapuerca in Spagna, un massiccio classificato come Patrimonio dell'umanità.[3][4]

La Sima de los Huesos ha suscitato l'interesse per la Sierra d'Atapuerca dopo la scoperta di una mandibola umana arcaica completa nel 1976.[3] Da allora ha permesso di recuperare una grande quantità di fossili appartenenti ad almeno 28 individui,[5] il che la rende uno dei due più grandi depositi di fossile umani, assieme alla grotta di Rising Star Cave in Sudafrica dove è stato trovato l' Homo naledi.[6] La natura non casuale di questo insieme di ossa potrebbe forse renderla la più antica manifestazione documentata di un atto funebre rituale,[7][8][9] oltre 300.000 anni prima dei siti attestati di Es Skhul e Qafzeh in Israele. I segni di contusioni multiple, alcune letali, su diversi teschi, testimoniano la violenza di alcuni decessi; almeno un individuo risulta essere stato vittima di un assassinio o omicidio rituale.[9][1] Queste persone erano destrimani.[10][11][12] Data la presenza dell'osso ioide nella laringe di questi individui, non è stata rilevata alcuna controindicazione riguardo alla capacità di articolare un linguaggio, anticipando forse l'apparizione del linguaggio nell'evoluzione umana.[13][11][12][14] La statura appare simile a quella dell'Uomo di Neanderthal, mentre la loro ossatura robusta suggerisce un corpo più pesante degli uomini moderni in corrispondenza di una taglia più piccola.[15][16][17][18][19]

Nonostante la loro età, i fossili presentano uno stato di conservazione così eccezionale che ha permesso di estrarre il più antico DNA fossile umano mai analizzato: il mitocondriale nel 2013 e il nucleare nel 2016. Questa informazione è stata utilizzata per ricostruire il probabile albero filogenetico della specie umana recente il cui DNA è già noto: Uomo di Neanderthal, Homo di Denisova e Homo sapiens.[20][21] L'attribuzione iniziale dei fossili all' Homo heidelbergensis[22] è stata ritenuta non valida nel 2014 dal team di Atapuerca.[2] Questi fossili sono ora attribuiti all' Uomo di Neanderthal. Si ritiene che gli individui della Sima de los Huesos siano discendenti stretti dell'antenato comune dei Denisoviani e dei Neanderthal, che si erano installati rispettivamente in Asia e in Europa per circa 400.000 anni, fino all'arrivo dell'Homo sapiens circa 50.000 anni fa.[23][2][20][21]

Gli scavi sono proseguiti ogni estate a partire dal 1984.[3] Pur avanzando al ritmo di pochi centimetri all'anno, promettono ancora molte scoperte.

Scoperta

La mandibola AT-1, primo fossile ufficialmente scoperto nella Sima de los Huesos, oggi esposto al Museo Geominerario di Madrid.

Nel dicembre 1975 uno studente in tesi di laurea, Trino Torres, partecipò a una conferenza sulla conservazione delle grotte di Burgos. Egli parlò dei fossili della Trincea della linea ferroviaria (Trinchera_del_Ferrocarril) con i membri del Gruppo Edelweiss i quali lo invitarono a organizzare una spedizione di ricerca nell'estate successiva. La campagna di studio iniziò nell'agosto 1976 nella Trinchera, dove Torres suddivise i siti denominandoli Gran Dolina e Tres Simas. Il Gruppo Edelweiss lo informò che nella Sima de los Huesos vi era una grande abbondanza di ossa e il gruppo di Torres vi si recò il 12 agosto. Il primo fossile umano scoperto fu una mandibola, classificata come AT-1 (AT è l'abbreviazione ufficiale di Atapuerca Trinchera). La mandibola si trovava al di sotto di uno strato che conteneva ossa di orso di Deninger, antenato dell'orso delle caverne, indicando così che si trattava di un sito molto antico.

Torres comprese immediatamente l'importanza archeologica della cavità; la scoperta della mandibola aveva un'importanza paragonabile a quella della Mandibola di Mauer avvenuta nel 1907 in Germania. Fu allora richiesta l'autorizzazione per ulteriori scavi archeologici nella Cueva Mayor. Il 25 settembre, la scoperta venne menzionata dal giornale locale, il "Diario de Burgos". Il 28 settembre il Gruppo Edelweiss bloccò il collegamento tra la Cueva del Silo e la Cueva Mayor, a poca distanza dalla Sima, per evitare saccheggi. Trino Torres è considerato colui che ha compreso per primo l'importanza archeologica della Sierra di Atapuerca,[24] ma poiché doveva ancora terminare il suo dottorato, il suo direttore del dipartimento Emiliano Aguirre prese in mano l'organizzazione e formò un gruppo di studio sulla Sierra, di cui non faceva parte Torres,[25] e di cui facevano parte Juan Luis Arsuaga, Eudald Carbonell e José María Bermúdez de Castro. Nel 1997 questo gruppo ha ricevuto il Premio Principessa delle Asturie per la Ricerca scientifica e tecnica e il Prix Castilla y León des Sciences Sociales et Humanités. Torres non fu invitato, ma venne citato da Aguirre nel suo discorso.[25]

Gli scavi regolari iniziarono nel 1984; nel 1987 fu allestito un ponteggio ancorato alle pareti per non calpestare il suolo e fu aperto un pozzo di collegamento e per l'areazione dell'ambiente. Nel corso delle prime ricerche erano stati frammentato alcuni blocchi di arenaria alla ricerca di fossili. I frammenti, che erano stati lasciati nella Sala dei Ciclopi, furono analizzati nel 1990 e 91, portando alla scoperta di 161 reperti fossili, tra cui alcuni denti appartenenti alla mandibola AT-1.[3]

Assieme agli altri siti della Sierra de Atapuerca, la Sima de los Huesos è stata inclusa nell'anno 2000 nella lista del Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.[4]

Descrizione della cavità

I giacimenti della Sierra de Atapuerca; la Sima de los Huesos si trova all'estremo sud della Cueva Mayor[3].
Struttura della Sima de los Huesos; il pozzo C2 si collega con la terrazza della Sala dei Ciclopi (riproduzione da scansione in 3D.[2][1]

La voragine nella Cueva Mayor

Per accedere alla Sima, occorre seguire un percorso di mezzo chilometro a partire dall'entrata del complesso carsico principale, la Cueva Mayor della Sierra de Atapuerca. L'entrata alla Sima è situata nella "Sala de los Ciclopes", cioè la Sala dei Ciclopi, la quale comunica anche con la Cueva del Silo per mezzo di un condotto scoperto nel 1965 dal gruppo speleologico Edelweiss di Burgos. Questa via fu in seguito otturata per motivi di sicurezza e anche per ridurre le possibilità di accesso alla Sima.

Lo studio delle pareti della Sala dei Ciclopi ha mostrato che la sua metà sud era un tempo riempita di sedimenti, che sono stati in seguito rimossi durante una fase erosiva del carsismo dell'area. Parte dei sedimenti è ancora attaccata alle pareti e al soffitto.[26] I sedimenti sono entrati da una o più aperture che oggi sono scomparse. Sulla parte bassa della parete sud della Sala, si apre un piccolo passaggio che conduce a una sala più piccola, poi bloccata da una frana. Le misurazioni gravimetriche e magnetometriche suggeriscono la presenza di un'altra entrata. Sulle pareti sono presenti i segni di unghiate di orso; l'altezza a cui sono poste le unghiate indica che la topografia del luogo non è molto cambiata da allora. Non c'è invece traccia di utensili di pietra o di fossili.

Sull'angolo sud della Sala dei Ciclopi, un ripido pendio di 5 metri porta a una terrazza dove si trova l'entrata del pozzo che conduce alla Sima de los Huesos. L'accesso alla voragine avviene attraverso un precipizio di 13 metri di profondità che termina sopra un pendio di una dozzina di metri. Questa rampa scende verso ovest e sbocca alla fine in una camera bassa di 27 m2, delimitata in alto da un condotto verticale che si restringe e che dopo pochi metri è ostruito dall'arenaria.[3]

Stratigrafia

Struttura delle unità litostratigrafiche (UL) identificate durante gli scavi nella Sima de los Huesos. I resti umani sono stati trovati nella UL6.[2][27][1]

La litostratigrafia della cavità è stata stabilita attraverso lo studio dei differenti livelli di concrezioni stalagmitiche, numerate per unità litostratigrafica (UL) dal basso in alto. Partendo da un suolo di marne bianche, gli strati più interessanti sono soprattutto la UL6, dove si sono trovati resti sia umani che di orso di Deninger e di altri carnivori, e la UL7 nella quale c'è un accumulo ancora maggiore di resti di orso.[2][1][27]

La ripartizione orizzontale delle ossa fa capire che sia gli orsi intrappolati che il deflusso delle acque, hanno frammentato e disperso i fossili trasportandoli dall'alto verso il basso della voragine, provocando anche rimescolamenti tra le ossa dei carnivori e i resti umani più antichi. Questa ipotesi è suffragata dal fatto che i segni delle unghiate sono ancora visibili alla base del pozzo, come risulta anche da altre voragini dove gli orsi che erano sopravvissuti alla caduta graffiavano le pareti nel tentativo di uscire.[3][8][27]

Datazione

  • Prelievi effettuati nel 1997 e nel 2003 sulle concrezioni stalagmitiche che ricoprivano i resti umani, sono stati datati con il metodo di datazione uranio-torio in base al loro equilibrio isotopico a meno di 350.000 anni.[28][29]
  • Altri prelievi effettuati nel 2007 nelle concrezioni che ricoprono i resti umani, sono state datati con la spettrometria di massa a ionizzazione termica (TIMS) e con il metodo di datazione uranio-torio; l'età in questo caso è risultata di meno di 530.000 anni, il che non collima con la datazione precedente.[30]
  • Nel 2014 il gruppo di addetti agli scavi ha effettuato una serie di datazioni con la risonanza paramagnetica elettronica, con TT-OSL e con pIR-IR sullo strato di sedimenti che ricopre i resti umani. I risultati di questi metodi differenti convergono verso il valore di 430.000 anni, con un'incertezza ridotta.[2][31] Quest'ultima stima è quella in vigore.[21][9].

Da notare che l'analisi del DNA mitocondriale di un osso di orso di Deninger ha permesso di stimare un'età di 409.000 anni in base al tasso di mutazione ipotizzato per la specie su questo periodo di tempo; il valore indicato ha però un'incertezza di oltre 200.000 anni.[32]

Note

  1. ^ a b c d e (EN) Nohemi Sala, Ana Pantoja-Pérez, Juan Luis Arsuaga, Adrián Pablos e Ignacio Martínez, The Sima de los Huesos Crania : Analysis of the cranial breakage patterns, in Journal of Archaeological Science, vol. 72, 3 giugno 2016, pp. 25-43, DOI:10.1016/j.jas.2016.06.001.
  2. ^ a b c d e f g (EN) Juan Luis Arsuaga, Martínez, L. J. Arnold, A. Aranburu, A. Gracia-Téllez, W. D. Sharp, R. M. Quam, C. Falguères, A. Pantoja-Pérez, J. Bischoff, E. Poza-Rey, J. M. Parés, J. M. Carretero, M. Demuro, C. Lorenzo, N. Sala, M. Martinón-Torres, N. García, A. Alcázar de Velasco, G. Cuenca-Bescós, A. Gómez-Olivencia, D. Moreno, A. Pablos, C.-C. Shen, L. Rodríguez, A. I. Ortega, R. García, A. Bonmatí, José María Bermúdez de Castro e Eudald Carbonell, Neandertal roots: Cranial and chronological evidence from Sima de los Huesos, su Science, vol. 344, n. 6190, 20 giugno 2014, p. 1358-1363, DOI:10.1126/science.1253958.
  3. ^ a b c d e f g (EN) Juan Luis Arsuaga, I. Martínez, A. Gracia, J. M. Carretero, C. Lorenzo e N. García, Sima de los Huesos (Sierra de Atapuerca, Spain). The site., in Journal of Human Evolution, 2-3, vol. 33, agosto 1997, pp. 109-127, DOI:10.1006/jhev.1997.0132.
  4. ^ a b UNESCO: Archaeological Site of Atapuerca
  5. ^ (EN) José María Bermúdez de Castro, Maria Martinón-Torres, Marina Lozano, Susana Sarmiento e Ana Muela, Paleodemography of the Atapuerca: Sima De Los Huesos Hominin sample: a revision and new approaches to the paleodemography of the European Middle Pleistocene population, in Journal of Anthropological Research, 1, vol. 60, marzo 2004, pp. 5-26, DOI:10.1086/jar.60.1.3631006.
  6. ^ (EN) Juan Luis Arsuaga, Ignacio Martínez, Ana Gracia, José-Miguel Carretero e Eudald Carbonell, Three new human skulls from the Sima de los Huesos Middle Pleistocene site in Sierra de Atapuerca, Spain, in Letters to Nature, vol. 362, Nature, 8 aprile 1993, pp. 534-537, DOI:10.1038/362534a0.
  7. ^ Eudald Carbonell e Marina Mosquera, The emergence of a symbolic behaviour: the sepulchral pit of Sima de los Huesos, Sierra de Atapuerca, Burgos, Spain, in Comptes Rendus Palévol, 1, vol. 5, gennaio 2006, pp. 155-160, DOI:10.1016/j.crpv.2005.11.010.
  8. ^ a b (EN) Eudald Carbonell, Marina Mosquera, Andreu Ollé, José Pedro Rodríguez, Robert Sala, Josep Maria Vergès, Juan Luis Arsuaga e José María Bermúdez de Castro, Did the earliest mortuary practices take place more than 350.000 years ago at Atapuerca, in L'Anthropologie, 1, vol. 107, Elsevier, 14 maggio 2003, pp. 1-14, DOI:10.1016/S0003-5521(03)00002-5.
  9. ^ a b c (EN) Nohemi Sala, Juan Luis Arsuaga, Ana Pantoja-Pérez, Adrián Pablos, Ignacio Martínez, Rolf M. Quam, Asier Gómez-Olivencia, José María Bermúdez de Castro e Eudald Carbonell, PLOS One, 27 maggio 2015, DOI:10.1371/journal.pone.0126589, http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0126589.
  10. ^ (EN) José María Bermúdez de Castro, Bromage TG e Fernández-Jalvo Y., Buccal striations on fossil human anterior teeth: evidence of handedness in the middle and early Upper Pleistocene, in Journal of Human Evolution, 4, vol. 17, giugno 1988, DOI:10.1016/0047-2484(88)90029-2.
  11. ^ a b (EN) Marina Lozano, Marina Mosquera, José María Bermúdez de Castro, Juan Luis Arsuaga e Eudald Carbonell, Right handedness of Homo heidelbergensis from Sima de los Huesos (Atapuerca, Spain) 500,000 years ago, in Evolution and Human Behavior, 5, vol. 30, settembre 2009, pp. 369-376, DOI:10.1016/j.evolhumbehav.2009.03.001.
  12. ^ a b (EN) Frayer DW, Lozano M, José María Bermúdez de Castro, Eudald Carbonell, Juan Luis Arsuaga, Radovčić J, Fiore I e Bondioli L., More than 500,000 years of right-handedness in Europe, in Laterality. Asymetries of Body, Brain and Cognition, 1, vol. 17, 14 aprile 2012, pp. 51-69, DOI:10.1080/1357650X.2010.529451.
  13. ^ (EN) I. Martínez, Juan Luis Arsuaga, R. Quamb, J.M. Carretero, A. Gracia e L. Rodríguez, Human hyoid bones from the middle Pleistocene site of the Sima de los Huesos (Sierra de Atapuerca, Spain), in Journal of Human Evolution, 1, vol. 54, 2008, pp. 118-124, DOI:10.1016/j.jhevol.2007.07.006.
  14. ^ (EN) Eva María Poza-Reya, Marina Lozanoc e Juan Luis Arsuaga, Brain asymmetries and handedness in the specimens from the Sima de los Huesos site (Atapuerca, Spain), in Quaternary International, 5 novembre 2015, DOI:10.1016/j.quaint.2015.10.004.
  15. ^ (EN) Alejandro Bonmatí, Asier Gómez-Olivencia, Juan Luis Arsuaga, José Miguel Carretero, Ana Gracia, Ignacio Martínez, Carlos Lorenzo, José María Bermúdez de Castro e Eudald Carbonell, Middle Pleistocene lower back and pelvis from an aged human individual from the Sima de los Huesos site, Spain, in Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, 43, vol. 107, 31 agosto 2010, pp. 18386-18391, DOI:10.1073/pnas.1012131107.
  16. ^ (EN) Adrian Pablos, Ana Pantoja-Perez, Ignacio Martínez e Carlos Lorenzo, Metric and morphological analysis of the foot in the Middle Pleistocene sample of Sima de los Huesos (Sierra de Atapuerca, Burgos, Spain), in Quaternary International, 16 settembre 2015, DOI:10.1016/j.quaint.2015.08.044.
  17. ^ (EN) Adrián Pablos, Ignacio Martínez, Carlos Lorenzo, Nohemi Sala, Ana Gracia-Téllez e Juan Luis Arsuaga, Human calcanei from the Middle Pleistocene site of Sima de los Huesos (Sierra de Atapuerca, Burgos, Spain), in Journal of Human Evolution, vol. 76, novembre 2014, pp. 63-76, DOI:10.1016/j.jhevol.2014.05.005.
  18. ^ (EN) José-Miguel Carretero, Laura Rodríguez e Rebeca García-González, Stature estimation from complete long bones in the Middle Pleistocene humans from the Sima de los Huesos, Sierra de Atapuerca (Spain), in Journal of Human Evolution, 2, vol. 62, febbraio 2012, pp. 242-255, DOI:10.1016/j.jhevol.2011.11.004.
  19. ^ (EN) Adrián Pablos, Ignacio Martínez, Carlos Lorenzo, Ana Gracia, Nohemi Sala e Juan Luis Arsuaga, Human talus bones from the Middle Pleistocene site of Sima de los Huesos (Sierra de Atapuerca, Burgos, Spain), in Journal of Human Evolution, 1, vol. 65, luglio 2013, pp. 79-92, DOI:10.1016/j.jhevol.2013.04.004.
  20. ^ a b (EN) Matthias Meyer, Qiaomei Fu, Ayinuer Aximu-Petri, Isabelle Glocke, Birgit Nickel, Juan Luis Arsuaga, Ignacio Martínez, Ana Gracia, José María Bermúdez de Castro, Eudald Carbonell e Svante Pääbo, A mitochondrial genome sequence of a hominin from Sima de los Huesos, in Nature, vol. 505, 4 dicembre 2013, pp. 403–406, DOI:10.1038/nature12788.
  21. ^ a b c (EN) Matthias Meyer, Juan Luis Arsuaga, Cesare de Filippo, Sarah Nagel, Ayinuer Aximu-Petri, Birgit Nickel, Ignacio Martínez Ana Gracia, José María Bermúdez de Castro, Eudald Carbonell, Bence Viola, Janet Kels, Kay Prüfer e Svante Pääbo, Nuclear DNA sequences from the Middle Pleistocene Sima de los Huesos hominins, in Nature, 7595, vol. 531, 24 marzo 2016, pp. 504-507, DOI:10.1038/nature17405.
  22. ^ (EN) Juan Luis Arsuaga, I. Martínez, A. Gracia e C. Lorenzo, The Sima de los Huesos crania (Sierra de Atapuerca, Spain). A comparative study., in Journal of Human Evolution, vol. 33, agosto 1997, pp. 219-281, DOI:10.1006/jhev.1997.0133.
  23. ^ (EN) Christopher Brian Stringer, The status of Homo heidelbergensis (Schoetensack 1908), in Evolutionary Anthropology, 3, vol. 21, maggio 2012, pp. 101-107, DOI:10.1002/evan.21311/abstract.
  24. ^ (ES) Ana Isabel Ortega Martínez e Miguel Ángel Martín Merino, 40 Aniversario (1976-2016) de la campaña de Trino Torres en la Sierra de Atapuerca y el descubrimiento de los fósiles humanos de la Sima de los Huesos (PDF), in Cubía, vol. 20, 2016.
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