Sindrome della neve visiva: differenze tra le versioni

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"Visual snow" è la condizione per cui alcune persone vedono puntini bianchi e neri in una parte o nell'intera area del loro campo visivo.[1][2] Di solito il problema è sempre presente e può durare per anni.[3]

Tra le cure mediche che possono essere utilizzate vi sono lamotrigina, acetazolamide, o verapamil.[2] Non sempre, però, questi farmaci danno benefici.[1]

Segni e sintomi

Alcuni neuroftalmologi credono che la "visual snow" non sia una condizione medica, bensì un sintomo mal compreso. Le persone segnalano di vedere la "neve", come il "rumore video" visibile nelle vecchie TV dopo la fine di una trasmissione. Uno studio del 2010 di Raghaven et al. ipotizza che ciò che i pazienti vedono come "neve", sia in realtà il loro "rumore visuale" intrinseco. Molti segnalano una maggiore intensità dell'effetto in condizioni di scarsa luminosità.


Oltre alla visual snow, molti degli affetti dal disturbo hanno anche altri tipi di disturbi visuali come starbursts, immagini residue, miodesopsia, e molti altri.[4]

Cause

Le cause non sono chiare. Si crede che il meccanismo che genera il disturbo sia dovuto all'eccessiva eccitabilità dei neuroni all'interno della corteccia cerebrale,[2] precisamente la lingula destra e la parte anteriore del lobo sinistra del cervello.[5]

La visual snow persistente può essere associata ad una complicazione dell'emicranea chiamata "aurea persistente"[6]comunemente conosciuta come emicranea aurea persistente (PMA).

Il ruolo degli allucinogeni nella visual snow non è chiaro. Il disturbo della percezione allucinogena persistente (HPPD), una condizione causata dalle droghe allucinogene, è a volte connesso alla visual snow,[7].

Diagnosi

Criteri diagnostici proposti per la sindrome della "visual snow":[8][9]

  • Piccoli puntini, dinamici e continui, nell'intero campo visivo.
  • Sintomi visivi aggiuntivi di cui due dei seguenti quattro tipi:
  • I sintomi non sono coerenti con la tipica emicranea.
  • I sintomi non sono attribuiti ad un altro disturbo (ophthalmologico, abuso di droghe).


Trattamenti

Non vi è un trattamento stabilito per la visual snow. E' difficile risolvere il disturbo della visual snow con dei trattamenti, ma è possibile ridurne i sintomi e miglorare la qualità della vita di chi ne è affetto.

ra le cure mediche che possono essere utilizzate vi sono lamotrigina, acetazolamide, o verapamil.[2] Non sempre, però, questi farmaci danno benefici.[1][1]

Referenze

  1. ^ a b c d (EN) David Dodick e Stephen D. Silberstein, Migraine, Oxford University Press, 2016, p. 53, ISBN 9780199793617.
  2. ^ a b c d A Bou Ghannam e VS Pelak, Visual snow: a potential cortical hyperexcitability syndrome, in Current Treatment Options in Neurology, vol. 19, n. 3, March 2017, pp. 9, DOI:10.1007/s11940-017-0448-3, PMID 28349350.
  3. ^ CJ Schankin e PJ Goadsby, Visual snow--persistent positive visual phenomenon distinct from migraine aura, in Current Pain and Headache Reports, vol. 19, n. 6, June 2015, pp. 23, DOI:10.1007/s11916-015-0497-9, PMID 26021756.
  4. ^ Podoll K, Dahlem M, Greene S. Persistent migraine aura symptoms aka visual snow. (archived Feb 8, 2012)
  5. ^ Schankin, CJ, Maniyar, FH, Sprenger, T, Chou, DE, Eller, M, Goadsby, PJ, 2014, The Relation Between Migraine, Typical Migraine Aura and "Visual Snow", Headache, DOI10.1111/head.12378
  6. ^ International Headache Society. The International Classification of Headache Disorders, 2nd edition" Cephalalgia 2004; 24 (suppl. 1): 1-160.
  7. ^ Abraham HD, Visual phenomenology of the LSD flashback, in Arch Gen Psychiatry, vol. 40, n. 8, 1983, pp. 884–889, DOI:10.1001/archpsyc.1983.01790070074009.
  8. ^ (EN) Christoph J. Schankin, Farooq H. Maniyar e Kathleen B. Digre, 'Visual snow' – a disorder distinct from persistent migraine aura, in Brain, vol. 137, n. 5, 18 marzo 2014, pp. 1419–1428, DOI:10.1093/brain/awu050, PMID 24645145.
  9. ^ (EN) Headache Classification Committee of the International Headache Society (IHS) The International Classification of Headache Disorders, 3rd edition, in Cephalalgia, vol. 38, n. 1, 25 gennaio 2018, pp. 1–211, DOI:10.1177/0333102417738202, PMID 29368949.
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