Amniotomia

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Amniotomia
Procedura chirurgica
TipoOstetrica-ginecologica
Classificazione e risorse esterne
ICD-973.0
MeSHD000074885
eMedicine1997932

L'amniotomia è un intervento chirurgico di rottura delle membrane fetali di supporto indotta artificialmente da un ginecologo o un ostetrico utilizzato per indurre e accelerare il travaglio e il parto[1][2][3]. È nota anche con l'acronimo AROM, dall'inglese artificial rupture of membranes.

Sul suo uso abitudinario tuttavia i pareri sono discordi; sebbene sia stata utilizzata a lungo come intervento di routine, alcuni studi recenti suggeriscono che l'uso vada limitato a particolari situazioni cliniche[2][3][4]. L'amiotomia risulta ottimale quando la dilatazione del collo dell'utero supera i 5 cm e la testa è ben posizionata; favorisce inoltre l'efficacia dell'ossitocina sulle contrazioni uterine. Può essere indicata, invece, in caso di sofferenza fetale e di parto distocico[2].

L'accelerazione del parto dovuta ad amniotomia è rilevante nelle multipare, meno nelle nullipare. Dall'altra parte l'uso dell'amniotomia aumenta leggermente il rischio di infezioni intrauterine e può essere associata a bradicardia del cuore fetale per prolasso del funicolo ombelicale[2]. Ha invece un ruolo modesto nel ridurre l'incidenza di parti cesarei da sola[5] o con somministrazione di ossitocina[6]; il rischio è invece equiparabile a quello dovuto a somministrazione di prostaglandina E2[5].

Clinica[modifica | modifica wikitesto]

Anatomia e fisiologia[modifica | modifica wikitesto]

La cavità amniotica è uno spazio chiuso all'interno dell'utero in cui il feto si sviluppa e viene protetto durante il periodo antepartum. Questa cavità è costituita da una membrana a doppio strato, composta da uno strato interno noto come l'amnios e uno strato esterno noto come il corion. Questo spazio potenziale si forma all'inizio della gravidanza e si riempie di liquido sieroso durante le prime settimane di gravidanza. Con lo sviluppo ulteriore del feto, in particolare del sistema urinario fetale, la quantità di liquido in questo spazio potenziale aumenta poiché il feto in sviluppo elimina l'urina. La maggior parte del liquido amniotico è costituita dall'urina fetale. Di solito, questa barriera rimane integra per tutta la durata della gestazione, e le membrane amniotiche si rompono spontaneamente, rilasciando il liquido amniotico o subito prima del travaglio spontaneo o talvolta dopo l'inizio del travaglio spontaneo.[7][8][9]

Indicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Le due principali ragioni per la rottura artificiale delle membrane sono indurre o potenziare il processo di travaglio o assistere nell'inserimento di dispositivi di monitoraggio fetale interni per fornire una valutazione diretta dello stato del feto. Il monitoraggio del battito cardiaco fetale e dell'attività uterina può essere facilmente ottenuto tramite sistemi di monitoraggio esterni. Tuttavia, in determinate circostanze, è richiesta una valutazione più diretta del battito cardiaco fetale o dell'attività uterina durante il travaglio. La membrana amniotica costituisce un ostacolo fisico a questa forma di monitoraggio, e per posizionare un elettrodo per il cuoio capelluto fetale o un catetere per la pressione intrauterina, le membrane devono necessariamente essere rotte prima dell'inserimento.[10][11]

Complicanze[modifica | modifica wikitesto]

Anche le complicanze sono relativamente poche. La rottura delle membrane elimina la principale barriera tra il feto e l'ambiente polimicrobico della vagina. Se eseguita troppo presto nel processo di travaglio, vi è un aumentato rischio di corioamnionite intrapartum. La complicanza più comune della rottura artificiale delle membrane è la prolasso del cordone ombelicale. Questo si verifica inevitabilmente dopo la rottura se questa viene eseguita quando la testa non è ancora inserita nel bacino materno. Nel caso di una testa fetale non ancora impegnata, la rottura delle membrane può permettere al cordone ombelicale di precedere la testa fetale quando avviene il rilascio del liquido amniotico. Ciò consentirà alla testa fetale di comprimere la sezione del cordone ombelicale che la precede, causando generalmente una bradicardia fetale e rendendo necessaria un'urgente cesareo. Questa complicanza dovrebbe essere facilmente evitabile, rappresentando una causa iatrogena di parto d'urgenza.[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Definizione di amniotomia, su medical-dictionary.thefreedictionary.com. URL consultato il 4 luglio 2013.
  2. ^ a b c d Gibbs, pp. 442-4, 2008.
  3. ^ a b Smyth RM, Alldred SK, Markham C, Amniotomy for shortening spontaneous labour, in Cochrane Database Syst Rev, vol. 1, 2013, pp. CD006167, DOI:10.1002/14651858.CD006167.pub3, PMID 23440804.
  4. ^ (DA) Storgaard L, Uldbjerg N, [The use of amniotomy to shorten spontaneous labour. A survey of a Cohrane review], in Ugeskr. Laeg., vol. 171, n. 47, novembre 2009, pp. 3438–40, PMID 19925730.
  5. ^ a b Jozwiak M, Bloemenkamp KW, Kelly AJ, Mol BW, Irion O, Boulvain M, Mechanical methods for induction of labour, in Cochrane Database Syst Rev, vol. 3, 2012, pp. CD001233, DOI:10.1002/14651858.CD001233.pub2, PMID 22419277.
  6. ^ Wei S, Wo BL, Qi HP, et al., Early amniotomy and early oxytocin for prevention of, or therapy for, delay in first stage spontaneous labour compared with routine care, in Cochrane Database Syst Rev, vol. 9, 2012, pp. CD006794, DOI:10.1002/14651858.CD006794.pub3, PMID 22972098.
  7. ^ ACOG Committee Opinion No. 766: Approaches to Limit Intervention During Labor and Birth, in Obstetrics and Gynecology, vol. 133, n. 2, 2019-02, pp. e164–e173, DOI:10.1097/AOG.0000000000003074. URL consultato il 6 settembre 2023.
  8. ^ Megan Worthley, Gary Kelsberg e Sarah Safranek, Does amniotomy shorten spontaneous labor or improve outcomes?, in The Journal of Family Practice, vol. 67, n. 12, 2018-12, pp. 787–788. URL consultato il 6 settembre 2023.
  9. ^ Laura Seikku, Vedran Stefanovic e Petri Rahkonen, Amniotic fluid and umbilical cord serum erythropoietin in term and prolonged pregnancies, in European Journal of Obstetrics, Gynecology, and Reproductive Biology, vol. 233, 2019-02, pp. 1–5, DOI:10.1016/j.ejogrb.2018.11.022. URL consultato il 6 settembre 2023.
  10. ^ Daniel N. Pasko, Kathryn M. Miller e Victoria C. Jauk, Pregnancy Outcomes after Early Amniotomy among Class III Obese Gravidas Undergoing Induction of Labor, in American Journal of Perinatology, vol. 36, n. 5, 2019-04, pp. 449–454, DOI:10.1055/s-0038-1675331. URL consultato il 6 settembre 2023.
  11. ^ Christina A. Penfield e Deborah A. Wing, Labor Induction Techniques: Which Is the Best?, in Obstetrics and Gynecology Clinics of North America, vol. 44, n. 4, 2017-12, pp. 567–582, DOI:10.1016/j.ogc.2017.08.011. URL consultato il 6 settembre 2023.
  12. ^ Kachol Ruamsap e Prisana Panichkul, The Effect of Early Versus Late Amniotomy on The Course of Labor, in Journal of the Medical Association of Thailand = Chotmaihet Thangphaet, vol. 100, n. 2, 2017-02, pp. 125–132. URL consultato il 6 settembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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