Via Chiatamone
Via Chiatamone è una strada di Napoli, situata nel Borgo Santa Lucia, tra il mare e la parete rocciosa del monte Echia.
Storia
Il suo nome deriva dal greco Platamon, il cui significato è "rupe scavata da grotte"; il luogo fu abitato fin dall'epoca preistorica. Il luogo divenne sede di riti mitriaci in età classica, di cenobiti nel Medioevo e di orge nel XVI secolo. Queste ultime destarono enorme scandalo, spingendo il viceré Pedro de Toledo alla loro ostruzione.
Nel 1565 la riva fu circondata da mura, trasformandosi in luogo di svago signorile e poi, nei secoli successivi, in zona privilegiata per il passeggio. La singolare promiscuità fra popolani, aristocratici, militari, viaggiatori stranieri le conservò il carattere "scandaloso", che continuò ad impressionare i forestieri di ogni tempo.
Alla fine del XIX secolo, con i lavori di Risanamento, lo sperone di Monte Echia fu ridimensionato, mentre una colmata a mare fece avanzare la linea costiera. Via Chiatamone, un tempo larga e panoramica, prospiciente vaste spiagge ed aperta alla vista del Golfo sino a Capo Posillipo, risulta oggi arretrata rispetto al mare, mentre il lungomare moderno è costituito dalle nuove vie Nazario Sauro, Partenope e Caracciolo.
A lato della via si apre la seicentesca Chiesa della Concezione al Chiatamone, detta anche, popolarmente, Le Crocelle.
È sede di due quotidiani della città: il Roma e Il Mattino.
La via nella musica
- È citata nella canzone Primma, siconda e terza di Gigi Pisano e E.A.Mario, popolarmente nota come 'O tram d''a Turretta (1932).
- La via è nominata anche nella canzone Io, mammeta e tu (1955) di Domenico Modugno e Riccardo Pazzaglia.
- Il numero 43 di via Chiatamone è citato nel brano di Enzo Jannacci Tira a campà (1976).
La via nella letteratura
- La via è citata da Giacomo Leopardi nella poesia I nuovi credenti[1] pubblicata nel 1906.
Note
Bibliografia
- Gino Doria, Le strade di Napoli - Saggio di toponomastica storica, Cremona Ricciardi, novembre 1982.