Zabiullah Mujahid

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Zabiullah Mujahid
ذبیحُ اللّٰه مُجاہد

Viceministro della cultura e dell'informazione dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan
In carica
Inizio mandato7 settembre 2021
MonarcaHibatullah Akhundzada
Capo del governoMohammad Hassan Akhund

Portavoce dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan
In carica
Inizio mandato25 ottobre 2021

Dati generali
Partito politicoTalebani
Titolo di studioMaster's degree in studi religiosi[1]

Zabiullah Mujahid (Pashto: ذبیح الله مجاهد; Ẕabīḥullāh Mujāhid; [zabihʊˈlɑ mʊd͡ʒaˈhɪd]; Distretto di Gardez, 1978) è un politico afghano, portavoce ufficiale dei talebani durante l'offensiva del 2021 e viceministro della cultura e dell'informazione del nuovo Emirato Islamico dell’Afghanistan.

Mujahid ha spesso commentato principalmente le attività dei talebani nell'Afghanistan orientale, settentrionale e centrale. Mujahid è apparso pubblicamente di persona il 17 agosto 2021.[2] In precedenza, ha comunicato regolarmente con i giornalisti e ha parlato a nome dei talebani tramite telefonate, messaggi di testo, e-mail, social come Twitter e post su siti web islamisti.[2][3]

Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Mujahid si è descritto in una serie di interviste condotte tramite cellulare. A causa di minacce alla sicurezza, si spostava costantemente e non alloggiava in nessun posto. Ha affermato di avere un master in studi religiosi, tuttavia senza nominare il paese in cui ha studiato per motivi di sicurezza. Nel governo talebano precedente, ha ricoperto il la carica di ministro della Cultura e dell'Informazione. In seguito ha combattuto a fianco degli insorti prima di essere nominato portavoce dei talebani nel 2007.[4]

Portavoce di talebani[modifica | modifica wikitesto]

In qualità di portavoce dei talebani, Mujahid comunica con messaggi collettivi ai media afgani e internazionali. È stato responsabile della rivendicazione del coinvolgimento del gruppo talebano negli attacchi in tutto l'Afghanistan. Ha anche pubblicato video sul suo account Twitter che mostrano l'attività dei talebani durante i vari conflitti.

2017 - 2020[modifica | modifica wikitesto]

Il 21 aprile 2017, Mujahid ha rivendicato la responsabilità dei talebani per un attacco a una base dell'esercito che ha ucciso più di 140 soldati.[5] Il 21 gennaio 2019, Mujahid ha rivendicato la responsabilità dei talebani per un attacco al centro di addestramento della direzione nazionale della Sicurezza (NDS) che ha ucciso oltre 100 membri del personale di sicurezza.[6] Il 29 novembre 2020, Mujahid ha rivendicato la responsabilità di un attacco alla base dell'esercito in Afghanistan che ha ucciso 30 membri del personale di sicurezza.[7]

L'offensiva talebana nel 2021[modifica | modifica wikitesto]

Il 17 luglio 2021, Mujahid si è scusato per la morte del giornalista dell'agenzia Reuters danese, Danish Siddiqui, ucciso in uno scontro tra le forze afgane e i talebani. Mujahid ha affermato che i talebani non erano a conoscenza di come sia morto Siddiqui, chiedendo ai giornalisti di informare i talebani prima di entrare nella zona di guerra in modo che il gruppo potesse "prendersi cura di quel particolare individuo".[8] Successivamente fu confermato che il fotoreporter venne giustiziato dai talebani.[9][10]

Durante l'offensiva talebana, Mujahid è apparso per la prima volta in pubblico il 17 agosto 2021 alla prima conferenza stampa dei talebani insieme ad Abdul Qahar Balkhi a Kabul, in Afghanistan, dove ha risposto alle domande dei media locali e internazionali. Parla correntemente la lingua persiana, il Pashto e Dari.[11]

Dal 7 settembre 2021 è viceministro della cultura e dell'informazione nel nuovo autoproclamato governo dell'Afghanistan.[12][13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Non confermato o verificato.
  2. ^ a b È lui, Zabihullah Mujahid?, su Il Post, 18 agosto 2021. URL consultato il 14 settembre 2021.
  3. ^ Il portavoce dei talebani a Fanpage.it: “Con noi le donne torneranno a lavorare in sicurezza”, su Fanpage. URL consultato il 14 settembre 2021.
  4. ^ (EN) Rod Nordland, One Voice or Many for the Taliban, but Pegged to a Single Name, in The New York Times, 14 giugno 2011. URL consultato il 14 settembre 2021.
  5. ^ (EN) Taliban kill more than 140 Afghan soldiers at army base, su the Guardian, 22 aprile 2017. URL consultato il 14 settembre 2021.
  6. ^ (EN) Rupam Jain, Abdul Qadir Sediqi, Taliban attack on Afghan security base kills over 100, in Reuters, 21 gennaio 2019. URL consultato il 14 settembre 2021.
  7. ^ Perché il vero nemico dei Talebani in Afghanistan si chiama ISIS, su Fanpage. URL consultato il 14 settembre 2021.
  8. ^ (EN) 'We are sorry': Taliban denies role in photojournalist Danish Siddiqui’s death, says report, su Hindustan Times, 17 luglio 2021. URL consultato il 14 settembre 2021.
  9. ^ Afghanistan, non fu un incidente: il Pulitzer Siddiqui giustiziato dai talebani, su la Repubblica, 30 luglio 2021. URL consultato il 14 settembre 2021.
  10. ^ Marta Serafini, Siddiqui, il fotoreporter di Reuters è stato giustiziato dai talebani: «Poi hanno mutilato il cadavere», su Corriere della Sera, 31 luglio 2021. URL consultato il 14 settembre 2021.
  11. ^ (EN) Afghanistan: Mysterious Taliban spokesman finally shows his face, in BBC News, 17 agosto 2021. URL consultato il 14 settembre 2021.
  12. ^ Il portavoce dei Talebani: "Per anni mi sono nascosto sotto il naso delle forze Usa", su Il Fatto Quotidiano, 12 settembre 2021. URL consultato il 14 settembre 2021.
  13. ^ I talebani annunciano il governo: uno dei ministri è ricercato dall'Fbi, su Today. URL consultato il 14 settembre 2021.

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