William G. Dever

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William Gwinn Dever (Louisville, 27 novembre 1933[1]) è un archeologo statunitense, specializzato nella storia di Israele e del Vicino Oriente durante tempi biblici.

È stato Professore di Archeologia e Antropologia del Vicino Oriente presso l'Università dell'Arizona a Tucson dal 1975 al 2002 ed è Professore Distinto di Archeologia del Vicino Oriente al Lycoming College in Pennsylvania.

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Dever ha conseguito il suo Bachelor of Arts al Milligan College nel 1955, un Master of Arts alla Butler University nel 1959 e un Bachelor of Divinity al Christian Theological Seminary nel 1959. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso l'Università di Harvard nel 1966.[2]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Scavi[modifica | modifica wikitesto]

Dever è stato direttore degli scavi dell'Harvard Semitic Museum-Hebrew Union College a Gezer dal 1966 al 1971, poi nel 1984 e nel 1990; è stato direttore dello scavo a Khirbet el-Qom e Jebel Qacaqir (Cisgiordania) dal 1967 al 1971; ricercatore principale presso gli scavi di Tell el-Hayyat (Giordania) dal 1981 al 1985 e assistente direttore nella spedizione dell'Università dell'Arizona a Idalion (Cipro) nel 1991.[3]

Argomentazioni[modifica | modifica wikitesto]

Ha usato la sua esperienza nell'archeologia sul campo del Vicino Oriente per argomentare (Did God Have a Wife? Archaeology and Folk Religion in Ancient Israel) sulla persistenza della venerazione della dea Asherah nella religione quotidiana della "gente comune" nei regni di Israele e Giuda. Usando ampie prove archeologiche da una serie di siti israeliti, in gran parte datati tra il XII e l'VIII secolo a.C.[4], Dever ha sostenuto che questa religione "popolare'', con i suoi altari locali e oggetti di culto, amuleti e offerte votive, era rappresentativa della maggioranza della popolazione, e che la religione yahwista "pura", esposta nella Bibbia ebraica fu per molto tempo appannaggio di un'élite, un ideale religioso "in gran parte poco pratico".[4]

Le opinioni di Dever sull'adorazione di Asherah si basano in misura significativa sulle iscrizioni a Khirbet el-Qom e Kuntillet Ajrud, così come su migliaia di statuette di Asherah che gli archeologi hanno trovato in varie località di Israele, inclusa una discarica vicino al Primo Tempio.[4]

Sulla storicità della Bibbia[modifica | modifica wikitesto]

In pensione, Dever è diventato un frequente autore di questioni relative alla storicità della Bibbia. È duramente critico nei confronti degli studiosi che negano qualsiasi valore storico ai racconti biblici, ma è ben lungi dall'essere un sostenitore del letteralismo biblico. Invece ha scritto:

«Non leggo la Bibbia come Sacra Scrittura ... In realtà non sono nemmeno un teista. La mia opinione fin dall'inizio - e specialmente nei miei libri recenti - è che le narrazioni bibliche sono effettivamente "storie", spesso fittizie e quasi sempre propagandistiche, ma che qua e là contengono alcune valide informazioni storiche. Questo non fa di me un "massimalista".[5]»

e

«L'archeologia, così com'è praticata oggi, deve essere in grado di confermare e non confermare le storie bibliche. Alcune cose descritte lì sono realmente accadute, ma altre no. Le narrazioni bibliche su Abramo, Mosè, Giosuè e Salomone riflettono probabilmente alcuni ricordi storici di persone e luoghi, ma i ritratti della Bibbia eccessivamente grandi sono irrealistici e contraddetti dalle prove archeologiche.[6]»

Tuttavia, Dever è anche molto chiaro sul fatto che l'archeologia Siro-palestinese dovrebbe essere vista in un disegno molto più ampio del semplice modo in cui si collega alla Bibbia:

«L'idea più ingenua sull'archeologia siro-palestinese è che la logica e lo scopo dell "archeologia biblica" (e, per estrapolazione, l'archeologia siro-palestinese) sia semplicemente quello di fare luce sulla Bibbia, o sulle terre della Bibbia.[7]»

A causa di queste posizioni, Dever può essere considerato un "centrista" nell'archeologia biblica: mentre è molto più scettico sulla storicità della Bibbia di studiosi come Kenneth Kitchen e James K. Hoffmeier (che accusa di fondamentalismo), è anche duramente critico nei confronti di studiosi come Israel Finkelstein, Ze'ev Herzog, Niels Peter Lemche, Philip R. Davies e Thomas L. Thompson (che accusa di postmodernismo e nichilismo).

Nei suoi libri What Did the Biblical Writers Know and When Did They Know It?, Who Were the Early Israelites and Where Did They Come From? e Has Archeology Buried the Bible? Dever nega la storicità di gran parte del Pentateuco (pur ammettendo che il suo contenuto potrebbe basarsi su di un substrato storico) e del Libro di Giosuè, ma afferma che materiale storico possa essere trovato dal Libro dei Giudici in poi. È un forte sostenitore della storicità del Regno Unito di Israele e dei re Saul, Davide e Salomone, sebbene egli ritenga che l'immagine che la Bibbia ci dà di essi sia estremamente esagerata; a suo parere, essi regnarono solo sui territori parte di Israele e dell'Autorità Nazionale Palestinese (eccezion fatta per la Striscia di Gaza, all'epoca controllata dai Filistei).[2][8]

Al Lycoming College[modifica | modifica wikitesto]

Dever è entrato a far parte della facoltà del Lycoming College nell'autunno del 2008. È stato nominato Professore Distinto di Archeologia del Vicino Oriente.[9]

Vita personale[modifica | modifica wikitesto]

Dever è figlio di un pastore evangelico ed è stato cresciuto come cristiano evangelico. In seguito si è convertito all'ebraismo riformato, sebbene si definisca come un nonteista irreligioso.[10] È sposato con Pamela Gaber, professoressa di Antico Testamento e Studi giudaici al Lycoming College. Si descrive come "un tradizionalista per temperamento e formazione".[11]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Seymour Gitin, J. Edward Wright e J. P. Dessel, Confronting the Past: Archaeological and Historical Essays on Ancient Israel in Honor of William G. Dever, Eisenbrauns, 2006, ISBN 978-1-57506-117-7. URL consultato il 2 maggio 2021.
  2. ^ a b (EN) William G. Dever, What Did the Biblical Writers Know and When Did They Know It?: What Archeology Can Tell Us About the Reality of Ancient Israel, Wm. B. Eerdmans Publishing, 10 maggio 2001, ISBN 978-0-8028-2126-3. URL consultato il 2 maggio 2021.
  3. ^ CURRICULUM VITAE, su web.archive.org, 27 giugno 2010. URL consultato il 2 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2010).
  4. ^ a b c (EN) William G. Dever, Did God Have a Wife?: Archaeology and Folk Religion in Ancient Israel, Wm. B. Eerdmans Publishing, 2005, ISBN 978-0-8028-2852-1. URL consultato il 2 maggio 2021.
  5. ^ William G. Deverː "Contra Davies"
  6. ^ "Archaeological Views: The Western Cultural Tradition Is at Risk"
  7. ^ The Anchor Bible Dictionary, voce "Archaeology, Syro-Palestinian and Biblical".
  8. ^ (EN) William G. Dever, Has Archaeology Buried the Bible?, Wm. B. Eerdmans Publishing, 18 agosto 2020, ISBN 978-1-4674-5949-5. URL consultato il 2 maggio 2021.
  9. ^ (EN) William Dever, su Lycoming College. URL consultato il 2 maggio 2021.
  10. ^ (EN) Losing Faith: Who Did and Who Didn’t, su The BAS Library, 24 agosto 2015. URL consultato il 2 maggio 2021.
  11. ^ (EN) The Biblical Archaeologist, Scholars Press, 1998. URL consultato il 2 maggio 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN75021006 · ISNI (EN0000 0001 1770 7887 · SBN SBLV294141 · BAV 495/212912 · LCCN (ENn79066000 · GND (DE132722453 · BNF (FRcb12535291t (data) · J9U (ENHE987007260478905171 · CONOR.SI (SL77779555 · WorldCat Identities (ENlccn-n79066000