Wellesaurus peabodyi

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Wellesaurus
Immagine di Wellesaurus peabodyi mancante
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseAmphibia
OrdineTemnospondyli
SottordineStereospondyli
SuperfamigliaCapitosauroidea
GenereWellesaurus
SpecieW. peabodyi

Il wellesauro (Wellesaurus peabodyi) è un anfibio estinto, appartenente ai temnospondili. Visse nel Triassico inferiore (Olenekiano, circa 248 – 247 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Nordamerica (Arizona).

Come tutti gli animali simili (capitosauri), Wellesaurus possedeva un grande cranio piatto, di forma più o meno triangolare se visto dall'alto. Il cranio poteva superare i 40 centimetri di lunghezza e l'animale intero doveva superare i 2 metri. Le orbite erano relativamente piccole e si aprivano a circa due terzi del cranio. Wellesaurus mostra un miscuglio di caratteristiche basali e derivate.

Tra le prime sono da ricordare le vacuità palatali reniformi, come nei più antichi tra gli stereospondili; una fila di denti transvomerini dritta e la presenza di una fila di denti parasinfisale; l'area postglenoide della mandibola particolarmente allungata.

Tra le caratteristiche derivate, sono invece da ricordare le corna tabulari dirette lateralmente, che andavano quasi a chiudere l'incisura otica; una crista falciformis dell'osso squamoso fortemente sviluppata, che andava a incrociare il tabulare; postorbitale fortemente uncinato; esoccipitale a contatto con lo pterigoide ventralmente; coane strette; assenza di forame stapediale; jugale quasi escluso dal margine laterale dell'orbita.

Classificazione

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Questo animale venne descritto per la prima volta nel 1965 da Welles e Cosgriff, sulla base di fossili ritrovati nella formazione Moenkopi in Arizona. Gli studiosi attribuirono i fossili a una nuova specie del genere Parotosaurus (P. peabodyi), poiché all'epoca qualunque capitosauro dall'incisura otica aperta era solitamente riferito a quel genere. Pochi anni dopo questa specie venne attribuita a un genere nordamericano, Stanocephalosaurus (Ochev, 1969), ma fu solo nel 1971 che Lehman istituì il genere Wellesaurus, considerato più derivato di Parotosaurus nel grado di chiusura dell'incisura otica.

Attualmente Wellesaurus è considerato un capitosauro piuttosto derivato, forse vicino all'origine dei Mastodonsauridae (Maganuco et al., 2009). Al genere Wellesaurus è stata attribuita anche un'altra specie (W. africanus), di poco più recente e proveniente dall'Africa (Damiani, 2001), ma attualmente questa specie è considerata distinta in un genere a sé, Xenotosuchus.

  • Welles SP, Cosgriff JW. 1965. A revision of the labyrinthodont family Capitosauridae and a description of Parotosaurus peabodyi n. sp. from the Moenkopi Formation of Northern Arizona. University of California Publications in Geological Sciences 54: 1–148.
  • Ochev VG. 1969. On some problems of taxonomy and phylogeny (on the occasion of the work of S.Welles and J. Cosgriff, “Revision of the labyrinthodont family Capitosauridae”). Problems of the Geology of the Southern Urals and the Region along the Volga 5: 61–78 (in Russian).
  • Lehman J-P. 1971. Nouveaux Vertebres fossiles du Trias de la serie de Zarzaıtine. Annales de Paleontologie (Vertebres) 57: 71–113.
  • Damiani, R. J. 2001. A systematic revision and phylogenetic analysis of Triassic mastodonsauroids (Temnospondyli: Stereospondyli). Zoological Journal of the Linnean Society 133(4):379-482
  • Maganuco, S.; Steyer, J.S.; Pasini, G.; Boulay, M.; Lorrain, S.; Bénéteau, A.; and Auditore, M. (2009). "An exquisite specimen of Edingerella madagascariensis (Temnospondyli) from the Lower Triassic of NW Madagascar; cranial anatomy, phylogeny, and restorations". Memorie della Società Italiana di Scienze Naturali del Museo Civico di Storia Naturale di Milano 36 (2): 1–72.

Collegamenti esterni

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