Vito Fedeli

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Disambiguazione – Se stai cercando il musicista Vito Fedeli (1866–1933), vedi Vito Fedeli (compositore).

Vito Fedeli (Recanati, 1798Civita Castellana, 18 ottobre 1832) è stato un patriota italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carbonaro nel 1821, fu in seguito segretario del principe di Musignano Carlo Bonaparte, figlio di Luciano. Nel 1830 fece parte, assieme al conte Domenico Troili di Macerata e al conte Filippo Camerata Passionei, marito di Elisa Napoleona Baciocchi, di una congiura tesa a instaurare un governo italiano con a capo un discendente di Napoleone Bonaparte[1][2]. Alla testa della cospirazione vi era Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, il futuro Napoleone III, il quale sognava l'abolizione della sovranità pontificia e la proclamazione di un generico regno d'Italia da assegnare al re di Roma, l'Aiglon[3]. I moti avrebbero dovuto scoppiare in Piazza San Pietro il 10 dicembre 1830, approfittando delle difficoltà dello stato pontificio durante la sede vacante per la morte di Pio VIII (1º dicembre 1830)[4]. La congiura venne tuttavia scoperta e Vito Fedeli arrestato e condannato a morte; la pena fu commutata a 20 anni di prigione. Rinchiuso nel forte di Civita Castellana, vi morì l'anno seguente per tubercolosi. Gli dette il cambio, nel forte di Civita Castellana, il fratello Vincenzo, condannato a dieci anni di relegazione nel 1839 e morto anch'egli nella stessa prigione nell'autunno del 1845[1].

Recanati gli ha dedicato una piccola piazza. Dal 1910 lo ricorda una lapide nella centrale piazza Leopardi[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b D. Spadoni, «Settant'anni di patriottismo marchigiano». Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Marche, Ascoli Piceno: G. Cesari Editore, 1911, p. 27 (pdf)
  2. ^ Lettre inédite de Giacomo Leopardi à Charlotte Bonaparte, retrouvée à Paris..., Google books
  3. ^ Giovanni Di Benedetto e Claudio Rendina, Storia di Roma moderna e contemporanea, Roma: Newton & Compton editori, 2004, pp. 243-4, ISBN 88-541-0201-6
  4. ^ Bernardino Ghetti, Vito Fedeli e la Cospirazione detta di San Pietro. Recanati: Tipografia di Rinaldo Simboli, 1902
  5. ^ Testo della lapide, collocata dall'associazione nazionale del libero pensiero "Giordano Bruno":

    «COSPIRATORE E APOSTOLO / RAMPOGNA ALLE TIRANNIDI DEL PASSATO / MONITO ALLE VILTÁ DEL PRESENTE / VITO FEDELI / VITTIMA DEL PAPATO LIBERTICIDA / DALLE CARCERI DI CIVITA CASTELLANA / OVE MORÌ GIOVANE NEL MDCCCXXXII / INVOCA IL TRIONFO DEI LIBERI / PRECURSORE DELLA PATRIA E DELL'IDEA / FU DEGNO DI G.LEOPARDI / E A LUI PIANGENTE L'ITALIA SCHIAVA / FACEVA ECO COLLA ROMANA RISPOSTA / POETA NON MORIRAI TU SOLO / LA "G. BRUNO" DI RECANATI / AL CONCITTADINO / IL XXV SETTEMBRE MCMX»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Atto Vannucci, «I carbonari di Roma e Vito Fedeli». In: I martiri della libertà italiana dal 1791 al 1848 : memorie raccolte da Atto Vannucci, Italia : a spese dell'editore (Firenze: Felice Le Monnier), 1860, pp. 213–215 (Google libri)

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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