Visione di sant'Eustachio (Annibale Carracci)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Visione di sant'Eustachio
AutoreAnnibale Carracci
Data1585-1586
Tecnicaolio su tela
Dimensioni86×113 cm
UbicazioneMuseo nazionale di Capodimonte, Napoli

La Visione di sant'Eustachio è un dipinto di Annibale Carracci.

Storia del dipinto[modifica | modifica wikitesto]

Il dipinto è generalmente datato intorno al 1585-86 sulla base dell'assonanza stilistica che la Visione di Sant'Eusatchio di Capodimonte mostra con altre opere di Annibale più sicuramente riferibili a quegli anni[1].

Si ipotizza che il quadro sia stato portato a Roma dallo stesso Annibale per farne dono al cardinale Odoardo Farnese, che nel 1595 aveva assunto il titolo della basilica di Sant'Eustachio, a Roma. Proprio in quell'anno Annibale Carracci si trasferiva definitivamente a Roma al servizio dello stesso Odoardo Farnese[1].

L’opera è rimasta sempre nelle raccolte farnesiane, seguendone le sorti: da Roma il dipinto fu trasferito prima a Parma e poi a Napoli, confluendo infine nella Galleria di Capodimonte.

Descrizione e stile[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una delle prime prove da paesaggista del Carracci e in essa si scorge l'influenza della pittura di paesaggio veneziana esercitata su un Annibale ancora molto giovane. Secondo un'impostazione critica, infatti, in ambito paesaggistico, Annibale avrebbe recepito i modelli lagunari già prima della sua più complessiva svolta in favore degli esempi veneziani, avviata nel 1587-88 dopo un soggiorno nella Serenissima, che per poco meno di un decennio ne caratterizzò l'opera[1].

Dipinti come il San Girolamo penitente di Tiziano (Louvre) o alcuni sfondi naturalistici di Jacopo Bassano sono esemplificativi dei modi veneziani cui Annibale sembra aver attinto per la sua Visione di sant'Eustachio[1].

Sul piano più strettamente compositivo è generalmente accettata dalla critica l'idea che il più giovane dei Carracci abbia utilizzato come modello due stampe di Cornelis Cort (incisore fiammingo tra i migliori del suo tempo) – una dedicata a San Girolamo penitente e l’altra, come il dipinto napoletano, alla Visione di sant'Eustachio – entrambe tratte da invenzioni di Girolamo Muziano, artista lombardo a sua volta influenzato dai modelli veneziani[2].

Alcuni dettagli inoltre, come le figure dei cani, rinviano alla celeberrima incisione di Albrecht Dürer, parimenti dedicata alla visione sovranaturale di Cristo crocifisso tra le corna di un cervo, fatta dal martire Eustachio[2].

Altre immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Donald Posner, Annibale Carracci: A Study in the reform of Italian Painting around 1590, Londra, 1971, Vol. I, p. 114.
  2. ^ a b Gianfranco Malafarina, L'opera completa di Annibale Carracci, Milano, 1976, n. 26, pp. 93-94.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Scheda del dipinto sul sito del sistema museale campano [collegamento interrotto], su cir.campania.beniculturali.it.
  Portale Arte: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di arte