Villino Magrassi

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Villino Magrassi
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàGrosseto
IndirizzoStrada Vinzaglio, 22
Coordinate42°45′39.7″N 11°06′50″E / 42.761028°N 11.113889°E42.761028; 11.113889
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1927-1928
Stilearchitettura eclettica e Art Nouveau
UsoEsercizi commerciali e studi professionali
Piani3
Realizzazione
ArchitettoFrancesco Pistelli
CommittenteGiovanni Magrassi

Il villino Magrassi è un edificio situato nel centro storico di Grosseto, in Toscana.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il villino venne realizzato per volere dell'avvocato repubblicano Giovanni Magrassi (che sarà poi deputato costituente), il quale si era trasferito a Grosseto nel 1921 e aveva acquistato un fabbricato in angolo tra strada Vinzaglio e strada Varese per costruirvi la propria residenza con studio professionale.[1][2]

La progettazione venne affidata all'architetto Francesco Pistelli, autore in quegli anni di vari edifici privati per la borghesia grossetana.[2][3] I lavori di costruzione iniziarono nel 1927 e vennero terminati nell'anno successivo.[4]

Dopo la morte di Giovanni Magrassi nel 1969,[5] il villino rimase di proprietà della famiglia finché non venne ceduto ad altri privati. Al piano terra sono stati ricavati fondi per esercizi commerciali e ai due piani superiori si trovano alcuni uffici e studi professionali.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La villa è caratterizzata da uno stile eclettico che declina in forme neoclassiche gli elementi liberty e si trova nel pieno centro storico della città, con i due prospetti principali che affacciano su strada Vinzaglio e strada Varese.[2][3][6] Sul lato meridionale gli si trova addossato il villino Brogi, di dimensioni ridotte, fatto costruire intorno al 1930 da Pietro Brogi in seguito alla ristrutturazione di un preesistente magazzino, che sembra uniformarsi nello stile allo stesso villino Magrassi.[7][8]

Entrambe le facciate del villino sono delimitate lateralmente da lesene, decorate con motivi liberty floreali e teste femminili.[2][9] Al piano terra si aprono sei portali con architrave decorato (tre per lato); il portone principale su via Vinzaglio presenta un fregio decorato con sei fiori ornamentali.[9] I due ordini di sei finestre ai due piani superiori sono separate dal pianterreno da una cornice marcapiano con motivi a festoni di foglie e fiori; le due facciate sono inoltre coronate da un fregio a ovoli.[2][9]

L'interno è caratterizzato da una scala a chiocciola con ringhiera in legno e balaustrini in ferro che mette in collegamento i tre piani dell'edificio.[9] Gli ambienti, in particolare quelli che ospitarono lo studio legale, sono riccamente affrescati e decorati con elementi riconducibili all'ambito massonico-repubblicano.[2]

La villa presenta affinità stilistiche con un altro edificio progettato dallo stesso Pistelli, ovvero il coevo villino Guastini in viale Pisani (poi viale Matteotti), che è andato distrutto durante la guerra.[4][8][9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gravissimo lutto per l'intera città e la provincia. È morto Magrassi: un vero maremmano, Il Telegrafo, 25 luglio 1969. URL consultato il 9 luglio 2023.
  2. ^ a b c d e f g Celuzza, Papa 2013, p. 138.
  3. ^ a b Crispolti, Mazzanti, Quattrocchi 2005, p. 161.
  4. ^ a b Felicia Rotundo, Architettura a Grosseto tra Ottocento e Novecento, in Franchina 1995, p. 118.
  5. ^ Oggi i funerali dell'avv. Magrassi, Il Telegrafo, 26 luglio 1969. URL consultato il 9 luglio 2023.
  6. ^ Innocenti 1993, p. 321.
  7. ^ Villino Brogi, su Catalogo generale dei Beni culturali. URL consultato il 9 luglio 2023.
  8. ^ a b Il liberty a Grosseto, su Atlante storico topografico del comune di Grosseto. URL consultato il 9 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  9. ^ a b c d e Villino Magrassi, su Catalogo generale dei Beni culturali. URL consultato il 9 luglio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mariagrazia Celuzza e Mauro Papa, Grosseto visibile. Guida alla città e alla sua arte pubblica, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2013.
  • Enrico Crispolti, Anna Mazzanti e Luca Quattrocchi (a cura di), Arte in Maremma nella prima metà del Novecento, Milano, Silvana Editoriale, 2005.
  • Letizia Franchina (a cura di), Tra Ottocento e Novecento. Grosseto e la Maremma alla ricerca di una nuova immagine, Monteriggioni, Grafiche Bruno, 1995.
  • Mario Innocenti e Elena Innocenti, Grosseto: briciole di storia. Cartoline e documenti d'epoca 1899-1944, Grosseto, Editrice Innocenti, 1993.
  • Marcella Parisi, Grosseto dentro e fuori porta. L'emozione e il pensiero, Siena, C&P Adver Effigi, 2001.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]