Viktor von Weizsäcker

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Viktor von Weizsäcker (Stoccarda, 21 aprile 1886Heidelberg, 9 gennaio 1957) è stato un fisiologo e antropologo tedesco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Stoccarda da Paula von Meibom e Karl Hugo von Weizsäcker, che fu primo ministro del Württemberg dal 1906 al 1918. Tra i suoi nipoti ebbe Carl Friedrich, importante fisico nucleare della scuola di Heisenberg, e Richard, Presidente della Repubblica Federale tedesca e poi della Germania riunificata. Viktor studiò a Tubinga, Friburgo, Berlino e Heidelberg, dove si laureò in medicina nel 1910 e dove divenne primario di neurologia della Clinica medica di Heidelberg nel 1920. Tra i suoi maestri ebbe i fisiologi Johannes von Kries e Rudolf von Krehl. Al 1926 risale l'importante incontro a Vienna con Sigmund Freud, la cui opera influenzerà notevolmente la sua riflessione medica. Altrettanto importante fu il suo rapporto con Max Scheler: sia Freud che Scheler sono citati da Weizsäcker come i principali ispiratori della sua Medizinischen Anthropologie.[1] Dal 1926 al 1929 fu co-editore, con il filosofo ebreo Martin Buber e il teologo cattolico Joseph Wittig della importante rivista interconfessionele "Die Kreatur", che ebbe tra i suoi ispiratori anche Franz Rosenzweig. Nel 1941 divenne docente di neurologia all'Università di Breslavia, e nel 1945 tornò a Heidelberg come professore di medicina. Durante il conflitto perse al fronte due dei suoi quattro figli. A Heidelberg, nonostante le resistenze di Karl Jaspers, riuscì a promuovere la fondazione del primo Istituto universitario di Medicina Psicosomatica, guidata dal suo allievo Alexander Mitscherlich. Ammalatosi del morbo di Parkinson nel 1951, morì il 9 gennaio 1957.

Teoria[modifica | modifica wikitesto]

È noto in particolare per i suoi studi pionieristici sulla medicina psicosomatica, di cui fu uno dei precursori, e per le sue teorie riguardanti l'antropologia medica di cui fu di fatto il fondatore. Partendo dalla psicoanalisi fu un convinto sostenitore della necessità di vedere la malattia come risultato di una interazione costante e strutturale tra corpo e psiche, nella convinzione che ogni disturbo fisico fosse collegato in qualche modo alla dimensione psichica e che ogni disturbo psichico fosse collegato a quella fisica. La medicina psicosomatica avrebbe dovuto, contro il positivismo, riconoscere questa influenza reciproca e tentare di coglierne il nesso e le leggi di tale reciproco condizionamento. All'antropologia medica assegnò il compito di "introdurre il soggetto nella medicina" facendo leva sul concetto di "Gestaltkreis" e sull'equivalenza tra anima e corpo, giungendo a una ridefinizione del concetto di "malattia". A partire dalla psicologia della Gestalt ha elaborato il concetto di Gestaltkreis, relativo alla costante rimodulazione degli eventi biologici attraverso l'esperienza.

Per Gestaltkreis egli intende quel principio in base al quale tra soggetto e oggetto esiste un rapporto di reciproco condizionamento, circolare, per cui non è mai possibile tracciare un nesso di causalità unidirezionale tra A e B; di fatti ogni essere vivente è sin dall'inizio in un rapporto di co-appartenenza con ciò che lo circonda nel senso che il movimento del soggetto avviene in risposta all'oggetto percepito, ma la percezione dell'oggetto è sempre comunque condizionata dal modo in cui il soggetto si muove nel mondo. Il movimento del soggetto rende possibile la percezione dell'oggetto, ma contemporaneamente è l'oggetto esterno a determinare in qualche modo il movimento del soggetto. Il soggetto è dunque tanto determinato dal mondo circostante quanto lo determina in un nesso circolare originario e infinito. In medicina questo implica una profonda riconsiderazione del nesso tra paziente e malattia, tra medico e paziente, poiché il paziente tanto subisce quanto crea la propria malattia e il medico nel suo atto di cura tanto condiziona il malato quanto ne è condizionato. Per questo l'Antropologia medica di Viktor von Weizsäcker è strettamente legata agli odierni tentativi compiuti dalle Medical Humanities circa il bisogno di una riconsiderazione del classico rapporto paternalistico esistente tra medico e paziente.

Le sue opere più note sono Der Gestaltkreis. Theorie der Einheit von Wahrnehmen und Bewegen (1940) e Pathosophie, opera incompiuta del 1956.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cfr. M. Arndt, Max Scheler und der seelenkundliche Diskurs der 20er Jahre, 39-40.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Karl Heinz Roth: Psychosomatische Medizin und »Euthanasie«: Der Fall Viktor von Weizsäcker. In: 1999. Zeitschrift für Sozialgeschichte des 20. und 21. Jahrhunderts, I/1986, S. 65–99. Vgl. hierzu auch Jürgen Peter: Die Reaktion Viktor von Weizsäckers auf den Nürnberger Ärzteprozess. Archiviato il 29 luglio 2020 in Internet Archive. 1996.
  • (DE) Stephan Dressler: Viktor von Weizsäcker. Medizinische Anthropologie und Philosophie. Ueberreuter Wissenschaft, Wien/Berlin 1989. (Wiener Studien zur Medizin, Geschichte und Philosophie 1)
  • (DE) Thomas Hauschild: Zum Titelfoto: Viktor von Weizsäcker (1886-1957). In: Curare, Zeitschrift für Ethnomedizin und Transkulturelle Psychiatrie. Titelfoto und dazu Text auf Umschlagseite 2, Vol. 9, 1986, Heft 3+4.
  • (DE) Sven Olaf Hoffmann: Viktor von Weizsäcker: Arzt und Denker gegen den Strom. In: Deutsches Ärzteblatt. PP 5, Ausgabe April 2006, S. 161.
  • (DE) Udo Benzenhöfer: Der Arztphilosoph Viktor von Weizsäcker. Leben und Werk im Überblick. Göttingen 2007, ISBN 978-3-525-49172-0.
  • (DE) Stefan Emondts: Menschwerden in Beziehung: Eine religionsphilosophische Untersuchung der medizinischen Anthropologie Viktor von Weizsäckers. Geleitwort von Carl Friedrich von Weizsäcker. Stuttgart 1993, ISBN 3-7728-1571-5.
  • Thomas Henkelmann, Viktor von Weizsäcker (1886-1957), Springer, Berlin-Heidelberg-New York 1986, pp. 192.
  • (ITA) Paolo Augusto Masullo, Patosofia. L'antropologia relazionale di Viktor von Weizsäcker, Guerini Milano 1992, pp. 140.
  • (ITA) Oreste Tolone: Alle origini dell'antropologia medica. Il pensiero di Viktor von Weizsäcker, Carocci, Roma 2016, pp. 175, ISBN 978-88-430-8079-3
  • (ITA) Oreste Tolone: Weizsäcker: una medicina antropologicamente orientata, in Critica della ragion medica, Ets, Pisa 2011, pp. 121-131.
  • (ITA) Oreste Tolone, La malattia immortale. Nuovo pensiero e nuova medicina tra Rosenzweig e Weizsäcker, in "Teoria" XXVIII/1 (2008), pp. 235-242.
  • (ITA) Viktor von Weizsäcker, Questioni fondamentali di antropologia medica, ETS, Pisa 2017, pp. 152, ISBN 978-88-467-4737-2 scheda

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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