Utente:Zanekost/Sandbox/Madonna Dudley

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Madonna Dudley
Giovanni Bellini, Madonna col Bambino
AutoreGiovanni Bellini e bottega oppure Rocco Marconi
Dataante 1510
Tecnicatempera e olio su tavola
Dimensioni65,8×48,2 cm
UbicazioneCollezione privata

La Madonna Dudley è un dipinto a tempera e olio su tavola (65,8x48,2 cm) di poco precedente al 1510, la cui attribuzione è ancora discussa tra Giovanni Bellini con aiuti di bottega e Rocco Marconi, uno degli ultimi aiutanti del maestro; appartiene ad una collezione privata.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Non avendo documentazione sul committente originario né sui successivi trasferimenti, la storia del dipinto si deve limitare alle deduzioni e, a partire dall'Ottocento, ai passaggi di proprietà, ai restauri noti, alle rare esibizioni al pubblico e alla conseguente evoluzione del giudizio della critica.

Sicuramente – e ne sono testimonianza le numerose copie più o meno coeve – il dipinto riscosse un certo interesse e successo. Ma fino alla sua acquisizione da parte di un collezionista inglese non abbiamo traccia dei percorsi nelle diverse collocazioni.

Esiste l'ipotesi che sia Bologna il luogo da cui questa opera partì per lasciare l'Italia. Un ipotesi costruita analizzando la riproduzione in calcografia ad opera dell'incisore faentino Luigi Martelli, attivo a nella città felsinea, dedicata al conte e avvocato bolognese Luigi Salina nonché sulle notizie relative ai viaggi del conte di Dudley che lo videro soggiornare nel capoluogo emiliano più volte. In effetti l'incisione non dimostra in modo sicuro che l'opera fosse in Bologna e di proprietà del conte Salina, dimostra comunque che derivi proprio da questo quadro e non dalle altre copie. In quelle infatti (ad eccezione di un'unica copia, quella più tarda) non sono presenti le fronde ridipinte sugli alberi a sinistra riprodotte invece precisamente nella stampa[1]. Il fogliame, poi rimosso dai restauri alla fine degli anni cinquanta del Novecento, appare ancora presente nella catalogazione del 1969 a cura del Pignatti[2].

Da Bologna il quadro passò nella collezione del conte inglese John William Ward conte di Dudley, a Park Lane. La residenza e tutte le altre proprietà furono ereditate dal cugino William Humble Ward nel 1833 e due anni dopo dal figlio di questi William. Non è sufficientemente sicuro che fosse proprio questa la Madonna belliniana prestata dal Dudley per l'esposizione alla British Institution nel 1828, invece risulta che sia stata osservata nel 1835 dal connoisseur tedesco Gustav Friedrich Waagen e successivamente scrupolosamente descritta nel suo libro sulle collezioni inglesi del 1838.

L'allora proprietario, William Ward, dopo un periodo giovanile dedicato a scialacquare la propria fortuna, riprese anch'egli a acquistare opere d'arte italiane, rendendo la collezione di rinomanza internazionale. Tra le opere rimarchevoli della collezione vanno citate la Crocifissione Gavari di Raffaello ora alla National Gallery, la Pietà di Crivelli – proveniente forse da Ascoli – ora al Metropolitan e un'altra Madonna Dudley, un bassorilievo stiacciato, discusso tra Donatello e Desiderio ora al Victoria & Albert[3][4].

Mostre e visite[modifica | modifica wikitesto]

A causa dei lunghi lavori di ristrutturazione della Dudley House il Ward trasferì la collezione alla Egyptian Hall e la rese visibile al pubblico dal 1851 al 1855. Fu in quell'occasione che il Cavalcaselle potè visitare la mostra ed osservare appunto questa Madonna, tuttavia ne rimase ben poco convinto. Sui suoi usuali schizzi appuntò: «Senza la segnatura io l’avrei preso come quadro della scuola dei Bellini […] Sta segnato sulla pittura / IOANNES BELLINVS nome sospetto, o copiato / del terzo Bellini? […]». Anche dopo una successiva visita privata alla collezione (1865) lo storico riconfermò il suo giudizio sulla firma aggiungendo «[…] fu fatto dal copista copiando un / bellini - quadro di un aspetto più / moderno - copia antica piacevole / quadro piacevole ma della scuola […]» e aggiunse il suggerimento che potesse essere di mano di Bissolo o Rondinelli[5].

Nel 1871 la collezione fu esposta per un'ultima volta alla Royal Academy of Arts nella Burlington House e nel 1892 fu dispersa in un asta di Christie's. La Madonna Dudley fu esposta nel 1894-1895 in una mostra dedicata all'arte veneziana alla New Gallery di Londra. Su questa esposizione Bernard Berenson, che aveva appena pubblicato il suo libro The Venetian Painters, scrisse un lungo saggio che prendeva in esame anche la Madonna Dudley. L'approccio di Berenson alla catalogazione di Bellini (ma anche di altri come il Botticelli) era decisamente demolitorio. E a ragione vista la tendenza allora corrente di accettarvi opere improbabili (ma sia Berenson sia Cavalcaselle, per forza di cose, non potevano che avere una visione ancora nebulosa delle opere dell'ultimo periodo di Bellini). Fu così che lo statunitense valutò accettabili solo tre opere attribuendole però al bergamasco Rocco Marconi:

«Evocativi del Bissolo nel sentimento e nel colore, ma complessivamente superiori come carattere, sono tre dipinti di questa mostra, tutti attribuiti a Bellini, e tutti, se non sbaglio, della stessa mano. La Madonna col Bambino […] [Madonna Dudley] appartenente a Sir Michael Shaw-Stewart, è una tavola affascinante, e dalla delicata sensibilità e di un raffinato tono biondo ambrato. La stessa tonalità ed il medesimo stile riappare in uno dei più piacevoli ritratti della scuola veneziana […] di proprietà del signore J.P. Carrington[6], un busto di un giovane vigile, imperturbabile e simpatico dai capelli castani e cespugliosi che indossa un berretto nero […], nella concezione non indegno di Bellini sebbene decisamente diverso. La Madonna di Lord Northbrook […][7] con il suo squisito paesaggio dove troviamo la stessa sensibilità e lei medesime luci ambrate. […] è più vicina a una Madonna, compositivamente uguale, nel museo di Strasburgo […] firmata rocvs de marchonib. È a Rocco Marconi, pittore finora poco noto, che mi arrischio di attribuire i tre dipinti descritti. Costui un tempo passava per essere un mero imitatore di Palma e Paris Bordon e nei suoi ultimi anni ha senza dubbio rimediato a questa cattiva reputazione. Nella Madonna di Strasburgo[8] lo vediamo tuttavia partire da Bellini ma con una tendenza sua propria verso un colorito molto caldo – una tendenza che troviamo ampiamente sviluppata nel suo capolavoro, il Compianto sul Cristo morto delle Gallerie dell’Accademia di Venezia[9]»


dopodiché (passando nel dimenticatoio p.34 del Wilthshire) fino al 1955 (Biringham) e 1957 (Manchester) il quadro non fu più visibile al pubblico. Esposto di nuovo nel 1957 fu di nuovo precluso fino alla sua esposizione al Fitzwilliam Museum di Cambridge dal 2008 al 2010. Una nuova asta di Christie's lo assegnò ancora ad un acquirente privato.

intuizione Cantalamessa 1910 dopo visione nuova copia Firenze


Ma sia Cavalcaselle sia Bernson, per forza di cose, non potevano che avere una visione ancora nebulosa delle opere dell'ultimo periodo di Bellini (25.26). precluso per decenni alla vista del pubblico

Attribuzioni, dinieghi, oblio e intuizioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel frattempo fu riscoperta da Cantalamessa la copia nella sagrestia, allora ritenuta un esemplare unico,

Le indagini radiografiche hanno rilevato la presenza di pentimenti non giustificabili in un'opera copiata (Mazzotta). Tuttavia le analisi dell'ultimo restauro nel 2015 rivelano l'opera come un pastiche, da una parte nel disegno sottostante sono presenti tracce di un trasferimento da cartone in linea con opere sicuramente belliniane come la Pala di San Zaccaria e la Madonna col Bambino di Brera e allo stesso tempo alcune definizioni a tratteggio con pennello e inchiostro un po' tropo meccaniche rispetto a quelle usate dal maestro e la definizione di alcuni dettagli pleonastici rispetto a quanto eseguito nella superficie pittorica[11].

ugualmente il panneggio e il chiaro scuro degli incarnati e del paesaggio e la scarsa fusione atmosferica fanno propendere per rilevanti interventi della bottega[12]

Descrizione e stile[modifica | modifica wikitesto]

Supposto che l'opera sia ascrivibile a Giovanni Bellini è indubbio che la tavola appartenga al periodo in cui il vecchio pittore al tramonto della sua vita – ma come narrava Dürer ancora il migliore – si accingeva ad intraprendere una ulteriore rotta. Come ha ben descritto Aglietti già nel 1815[13]:

«E fu appunto in quest’epoca, la quale segna della più gloriosa nota nei fasti della Veneta Pittura gli anni 1506 e 1507, che io credo doversi collocare quella meravigliosa risoluzione che trasse Giovanni dal più elevato poggio della sua gloria a farsi seguace ed imitatore dei discepoli, e ad emularne con nuovo ardore i successi»

D'altra parte Bellini, ultra settantenne, doveva lasciare largo spazio ai contributi di bottega, come ricordava il Venturi[14]:

«In questo periodo, essendo già vecchio, egli lasciò molto lavorare gli scolari nelle opere proprie. Ne sono prova la Madonna della Galleria di Brera e il trittico dell’Accademia di Düsseldorf, attribuiti recentemente al pseudo-Basaiti, e che invece possono ritenersi eseguiti sotto la direzione immediata del maestro, con la collaborazione principale di Rocco Marconi, a giudicare almeno dalla Madonna firmata da questo, conservata nella Galleria di Strassburg, la quale ha molti riscontri con la Madonna di Brera»

Presenza di Marconi affidamenti a bottega

d'altra pa

Disposizione inversa rispetto borghese (anche mano)

Pallucchini… Raffaello

mano destra di Maria identica alla piccola Madonna di bottega 1510 circa MET[15]

doppio parapetto a simulare sepolcro

Copie[modifica | modifica wikitesto]

Risultano attualmente note sei copie, alcune con varianti più o meno accentuate[16]:

tuttavia rispetto a questo dipinto di qualità più incerta[12]

  • Anonimo veneziano (?), Madonna col Bambino, XVI secolo (?), tavola, 65 x 50 cm, Roma, Santa Maria in Trastevere, Sala Capitolare (attribuita da Cantalamessa nel 1907 a Benedetto Diana)
  • Anonimo veneziano (?), Madonna col Bambino , XVI secolo (?), tavola, 68,3 x 47,6 cm, Pasadena, Norton Simon Museum (copia segnalata a Giulio Cantalamessa da Georg Gronau presso Elia Volpi, Firenze, nel 1937 fu attribuita a Bellini da Carlo Gamba)
  • Anonimo veneziano (?), Madonna col Bambino , XVI secolo (?), tavola, misure sconosciute, ubicazione ignota
  • Anonimo veneziano (?), Madonna col Bambino , XVI secolo (?), tavola, 56 x 43,5 cm, ubicazione ignota – la disposizione delle figure è identica ma la Madonna, con un abbigliamento parzialmente modificato vagamente simile alla Madonna della Galleria Borghese o quella di Brera, non avanza la sua spalla destra, il paesaggio risulta molto semplificato e come sfondo è aggiunto un tendaggio centrale come, fra le altre, nella Madonna degli Alberetti, nella Madonna di Alzano o nella Madonna Willys
  • Anonimo italiano (?), Madonna col Bambino , XVII-XVIII secolo (?), tavola, 54 x 42 cm, ubicazione ignota – il paesaggio è parzialmente modificato e gli alberi a sinistra sono frondosi
  • Anonimo italiano (?), Madonna col Bambino , XVII-XVIII secolo (?), olio su carta applicata su tela, 39 x 28 cm, ubicazione ignota

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mazzotta 2012. pp. 17-20, 98-100.
  2. ^ Bellini 1969, pp. 108-109 scheda 197.
  3. ^ Mazzotta 2012. pp. 17-20.
  4. ^ Per l'attribuzione del bassorilievo a Donatello, esposto ancora al museo come opera di Desiderio da Settignano, vedi anche Francesco Caglioti, Madonna col Bambino (Madonna Del Pugliese/Dudley, in Paola Barocchi (a cura di), Il giardino di San Marco - Maestri e compagni del giovane Michelangelo, Ente Casa Buonarroti / Silvana / Amilcare Pizzi, 1982, pp. 72-78.
  5. ^ Mazzotta 2012. pp. 23-24, 26, 89 n. 28, 30; i due fogli con gli schizzi appuntati dal Cavalcaselle sono in Biblioteca Marciana, Fondo Cavalcaselle: [circa 1851-1852] It. IV. 2037 (=12278); [1865] Taccuino VII, f. 9v, It. V. 2033 (=12274), Fascicolo XX, f. 54v.
  6. ^ Oggi attribuito a Vittore Carpaccio, Ritratto di nobiluomo veneziano, 1510 circa, olio su tavola, 35,6 x 27,3 cm, Pasadena, Norton Simon Museum, inv. F.1965.1.012.P scheda opera, su nortonsimon.org.
  7. ^ oggi attribuito a Giovanni Bellini e aiuti, Madonna col Bambino (Madonna Northbrook), 1495-1500. olio su tavola, 94,3x73 cm, Atlanta, High Museum of Art, inv. 58.33, scheda opera, su kressfoundation.org.
  8. ^ Rocco Marconi, Vierge à l'Enfant, 1516, olio su tavola, 90,5x72 cm, Strasburgo, Musée des Beaux-Arts, inv. MBA 174 scheda opera, su pop.culture.gouv.fr.
  9. ^ È da notare che Berenson nel 1932 cambiò parere su quest'ultimo dipinto, dando così inizio alla relegazione di Marconi a semplice aiuto, ipotesi oggi quasi unanimemente accettata (cfr. Giulio Manieri Elia, Compianto sul Cristo morto con Vergine e santi, in Rona Goffen e Giovanna Nepi Scirè (a cura di), Il colore ritrovato - Bellini a Venezia, Milano, Electa, 2000, pp. 140-142, oppure Mauro Lucco, Peter Humfrey e Carlo Federico Villa, Giovanni Bellini – Catalogo ragionato, a cura di Mauro Lucco, Ponzano Veneto, Zel, 2019, pp. 579-581 o ancora Peter Humfrey, Giovanni Bellini, Venezia, Marsilio, 2021, pp. 242,246-248 ); solo Tempestini ribadisce l'assegnazione sl Marconi (cfr. p.e. Anchise Tempestini, Giovanni Bellini, Milano, Electa, 2000, p. 15 e Anchise Tempestini, I collaboratori di Giovanni Bellini, in Saggi e Memorie di storia dell'arte, vol. 33, Fondazione Giorgio Cini Onlus, 2009, pp. 29, 31).
  10. ^ Citato in Mazzotta 2012, pp. 21-22.
  11. ^ Villa 2019, p. 567.
  12. ^ a b Villa 2019, p. 568.
  13. ^ Francesco Aglietti, Elogio storico di Jacopo e Giovanni Bellini, in Discorsi letti nella I. R. Accademia di Belle Arti di Venezia in occasione della distribuzione de’ premi degli anni 1812, 1813, 1814, 1815, Venezia, 1815, pp. 19–80. citato in Mazzotta 2012. pp. 41, 90 n. 63.
  14. ^ Lionello Venturi, Le origini della pittura veneziana: 1300-1500, Venezia, Istituto Veneto di Arti Grafiche, 1907, p. 389.
  15. ^ Cfr. Bottega di Giovanni Bellini, Madonna col Bambino, su Metropolitan Museum. URL consultato il 6 dicembre 2020.
  16. ^ Mazzotta 2012. pp. 98-100.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Renato Ghiotto e Terisio Pignatti, L'opera completa di Giovanni Bellini, Milano, Fabbri, 1969.
  • (EN) Antonio Mazzotta, Giovanni Bellini’s Dudley Madonna, Londra, Paul Holberton, 2012.
  • Mauro Lucco, Peter Humfrey e Carlo Federico Villa, Giovanni Bellini – Catalogo ragionato, a cura di Mauro Lucco, Ponzano Veneto, Zel, 2019, pp. 567-568.