Utente:Zanagoria/Spedizioni militari ottomane in Marocco

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Spedizioni militari ottomane in Marocco
Data1554, 1576
LuogoMarocco
CausaOstilità tra Wattasidi e Sadiani
Esito
  • L'esercito ottomano conquista Fez e sottopone il sovrano marocchino a vassallaggio.[1]
  • Il Marocco diventa uno stato vassallo dell'impero ottomano.[1][2]
Schieramenti
Comandanti
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Nel corso del XVI secolo l'Impero ottomano guidò una serie di spedizioni militari in Marocco.

Conquista di Fez (1554)[modifica | modifica wikitesto]

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio del XVI secolo il Marocco non era un paese unito sotto un'unica dinastia. Le dinastie dei Wattasidi e dei Sadiani divennero rivali. Nella ricerca di alleati, la dinastia dei Wattasidi cercò l'aiuto militare dell'impero ottomano.

Primo vassallaggio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1545 Ali Abu Hassun, il sovrano dei Wattasidi che controllava il nord del Marocco riconobbe la piena autorità del sultano ottomano. In una lettera che inviò a Costantinopoli si dichiarò un vassallo imperiale e ottenne di conseguenza lo status di vassallo.[2][3][4][5] Il vassallaggio non aiutò però Ali Abu Hassun nel 1549, quando i Wattasidi, privi del supporto ottomano, perdettero Fez, conquistata dai rivali Sadiani comandati da Muhammad al-Shaykh.[6]

Secondo vassallaggio[modifica | modifica wikitesto]

L'alleanza tra i Wattasidi e l'impero ottomano rimase in vigore e proprio mediante l'aiuto ottomano Ali Abu Hassun riuscì nel 1554 a riconquistare Fez. Secondo Louis de Chénier le forze di Salah Rais, ammiraglio ottomano e re di Algeria, consistevano di 4000 soldati e dovettero fronteggiare le forze di forze di Muhammad al-Shaykh formate da più di 20000 uomini.[7] Secondo Ernest Mercier Salah Reis poteva contare su 11000 uomini mentre al-Shaykh su 40000.[8] Comunque, entrambi gli storici mettono in netta minoranza numerica le forze ottomane guidate dall'ammiraglio. Salah Reis riuscì a sconfiggere i Sadiani e a riconquistare Fez, rimettendo sul trono Ali Abu Hassun in veste di vassallo ottomano.[9]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Le truppe ottomane formate sia da turchi che da berberi della Cabilia, rimasero a Fez per quattro mesi, danneggiando la città e angustando la popolazione. Questa situazione permase fino a quando Ali Abu Hassun pagò le truppe affinché lasciassero la città. Salah Reis ritirò le truppe e informò Muhammad al-Shaykh che non avrebbe concesso ulteriore aiuto militare ad Ali Abu Hassun.[10] Il sovrano dovette quindi assumere dei mercenari che tuttavia non fecero la differenza quando l'esercito Wattaside fu sconfitto da Muhammad al-Shaykh nella battaglia di Tadla, combattuta nel settembre 1554.[11] Durante questa battaglia Ali Abu Hassun perse la vita e Fez fu nuovamente conquistata dai Sadiani.

Conquista di Fez (1576)[modifica | modifica wikitesto]

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Dopo che Muhammad al-Shaykh fu assassinato dagli ottomani, il figlio Abd al-Malik fuggì insieme al fratello dal Marocco che fu da questo momento governato da Abu Abd Allah Muhammad II al-Mutawakkil. Durante il suo esilio, Abd al-Malik divenne un membro fidato dall'amministrazione ottomana. Il sultano Murad III accettò la proposta avanzata da Abd al-Malik di rendere il Marocco un vassallo ottomano in cambio del supporto necessario per riconquistare Fez e ottenere il trono sadita. [12] Murad III ordinò quindi al governatore di Algeri, Ramazan Pasha, di invadere il Marocco e investire Abd al-Malik come vassallo ottomano.[13][14]

Terzo vassallaggio[modifica | modifica wikitesto]

Ramazan Pasha arrivò a Fez con Abd al-Malik e l'esercito ottomano. La città fu facilmente conquistata e il sovrano sadita Abu Abd Allah Muhammad II al-Mutawakkil fuggì a Marrakech, seppur anche questa città fu presto conquistata.[15] Abd al-Malik diventò perciò sovrano del Marocco e vassallo degli ottomani.[16][17][18][19][20][21] Durante la preghiera del venerdì, veniva ricordato Murad III e suo nome venne impresso sulle monete.[22] Abd al-Malik acquisto mediante l'oro la partenza delle truppe ottomane dal Marocco, che ritornarono ad Algeri, proponendo un sistema di vassallaggio più flessibile rispetto a quanto auspicava Murad.[23][24] Abd al-Malik si riconobbe comunque come vassallo della Sublime porta[25] e il suo regno è da intendersi come un periodo di vassallaggio del Marocco nei confronti dell'Impero ottomano.[26][27]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la vittoria, Abd al-Malik ricevette una lettera da Murad III dove si congratulava seppur esprimeva il suo disappunto poiché il sovrano deposto era rimasto in vita.[28]

Abd al-Malik fu il primo sovrano sadita a interrompere la tradizione dinastica di non sottomettersi a nessuna potenza straniera. Le lettere a lui riferite lo annunciano come lo "schiavo del grande turco".[29][30] Abd al-Malik riformò anche l'esercito marocchino secondo l'ideale ottomano seguendo quanto i consiglieri turchi gli dicevano di implementare.

Nel 1578 Abd al-Malik combatté a Ksar El Kebir una battaglia contro i portoghesi in cui perse la vita seppur l'esercito marocchino risultò essere vincintore. Ahmad al-Mansur successe al fratello e riconobbe formalmente la sovranità del sultano ottomano all'inizio del suo regno. Tuttavia Ahmad smise di coniare monete con il nome di Murad, proibì di recitare il nome di Murad durante la preghiera del venerdì e dichiarò, infine, la piena indipendenza del Marocco nel 1582.[31][32]

Il beilerbei di Algeri convinse, come risposta a queste azioni, Murad III ad autorizzare un attacco in Marocco. Ahmad cercò quindi di scongiurare l'attacco inviando una delegazione con preziosi regali a Costantinopoli, con la speranza che il sultano annullasse l'attacco pianificato.[33] In cambio di un pagamento di 100000 monete d'oro e del rispetto mostrato nei confronti di Murad, il sultano mise da parte l'intenzione di invadere il Marocco.[34]

I due sovrani mantennero delle ottime relazioni. Ogni anno Ahmad inviava dei doni a Costantinopoli ritenuti da Murad come tributi dovuti, riconoscendo la supremazia ottomana; i saditi ritenevano questo il modo migliore per ringraziare gli ottomani per aver difeso i territori islamici.[35]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Oliver, pp. 406-408.
  2. ^ a b (EN) Akitsu Mayuzumi, The Appearance of Vassal States and “Suzerainty, in the Ottoman Empire:The Case of Wallachia and Moldavia, p. 24. URL consultato il 18 settembre 2021.
  3. ^ Jamil M. Abun-Nasr (20 August 1987).
  4. ^ Ahmad Al-Mansur: Islamic Visionary - p.11 Richard Lee Smith Pearson Longman,
  5. ^ The Last Great Muslim Empires. p.103.
  6. ^ Jamil M. Abun-Nasr (20 August 1987).
  7. ^ The Present State of the Empire of Morocco.
  8. ^ Mercier, Ernest (1891).
  9. ^ Oliver, p. 406.
  10. ^ The Present State of the Empire of Morocco.
  11. ^ Oliver, pp. 406-407.
  12. ^ Akyeampong, Emmanuel Kwaku; Jr, Professor Henry Louis Gates (2012-02-02).
  13. ^ Oliver, p. 408.
  14. ^ Hess, Andrew (1978).
  15. ^ ‎هيسبريس تمودا‫ Volume 29, Issue 1 Editions techniques nord-africaines, 1991
  16. ^ (EN) Vincent Barletta, Death in Babylon: Alexander the Great and Iberian Empire in the Muslim Orient: Pages 82 and 104, University of Chicago Press, 15 maggio 2010, pp. 82, ISBN 978-0-226-03739-4.
  17. ^ Langues et littératures, Volume 1Faculté des lettres et des sciences humaines
  18. ^ La Kalaa des Béni Abbès au XVIe siècle. p.276.
  19. ^ Islam et Occident méditerranéen: de la conquête aux Ottomans p.289 - Comité des travaux historiques et scientifiques
  20. ^ Hess, Andrew (1978).
  21. ^ A Struggle for the Sahara:Idrīs ibn ‘Alī’s Embassy toAḥmad al-Manṣūr in the Context ofBorno-Morocco-Ottoman Relations, 1577-1583  Rémi Dewière Université de Paris Panthéon Sorbonne
  22. ^ Page 67, Ottoman Empire and Islamic Tradition, By Norman Itzkowitz
  23. ^ Oliver, p. 409.
  24. ^ Akyeampong, Emmanuel Kwaku; Jr, Professor Henry Louis Gates (2012-02-02).
  25. ^ La bataille de l'Oued el-Makhâzen: dite bataille des Trois Rois (4 aout 1578) Pierre Berthier Editions du Centre national de la recherche scientifique, 1985
  26. ^ (EN) Vincent Barletta, Death in Babylon: Alexander the Great and Iberian Empire in the Muslim Orient: Pages 82 and 104, University of Chicago Press, 15 maggio 2010, pp. 82, ISBN 978-0-226-03739-4.
  27. ^ Langues et littératures, Volume 1Faculté des lettres et des sciences humaines
  28. ^ Page 266: Roads to Ruin: The War for Morocco in the Sixteenth Century By Comer Plummer III
  29. ^ Page 111: Death in Babylon: Alexander the Great and Iberian Empire in the Muslim Orient By Vincent Barletta
  30. ^ Page 240: Roads to Ruin: The War for Morocco in the Sixteenth Century By Comer Plummer III
  31. ^ Rivet, Daniel (2012).
  32. ^ A Struggle for the Sahara:Idrīs ibn ‘Alī’s Embassy toAḥmad al-Manṣūr in the Context ofBorno-Morocco-Ottoman Relations, 1577-1583  Rémi Dewière Université de Paris Panthéon Sorbonne
  33. ^ Page 64: Reviving the Islamic Caliphate in Early Morocco
  34. ^ Ahmad al-Mansur: Islamic Visionary By Richard L. Smith
  35. ^ Page 65: Reviving the Islamic Caliphate in Early Morocco

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

[[Categoria:Guerre che coinvolgono l'Impero ottomano]] [[Categoria:Impero ottomano]]