Utente:Tizio X/Sandbox2

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Carpenedo è una frazione di Venezia ormai fusa con la contigua città (Italia) di Mestre, con la quale costituisce una delle municipalità in cui è suddiviso il territorio comunale.

Sviluppatosi probabilmente alla fine dell'età romana, l'abitato prese il nome dal fitto bosco di carpini che probabilmente costeggiava la via Altinate, come piccolo centro gravitante attorno alla ricca Altino, sede vescovile. Sopravvissuto alle devastazioni delle invasioni che portarono alla nascita di Venezia, attorno al Mille compare assieme a Favaro e Campalto, tra i borghi soggetti alla diocesi di Treviso, così come il castello di Mestre. Nel XIII secolo il territorio è coinvolto nelle gesta di Ezzelino da Romano. Il 28 settembre 1337 il castello di Mestre e tutti i borghi ad essi sottoposti, tra cui Carpenedo, passarono sotto la signoria della Repubblica di Venezia, che vi insedia un podestà. In tale periodo Carpenedo, costituito in comune, si presenta diviso in sette colmelli: Carpenedo, Campocastello o Malpaga, Cavergnago, Bissuola, Barban con Ronchi e S.Nicolò. Le terre, di proprietà della mensa vescovile di Treviso, vengono concesse in beneficio alla comunità idal vescovo: una iscrizione ancora datata 11 dicembre 1603, riporta l’atto di rinnovo della investitura per opera del vescovo di Treviso Luigi Molin. Travolta dalla guerra scatenata contro Venezia dalla Lega di Cambrai, divenne in seguito uno dei vari luoghi di villeggiatura della nobiltà della Serenissima, sino alla caduta della Repubblica nel 1797, quando il comune di Carpenedo estese la sua giurisdizione su Campalto, Favaro e Dese. Durante poi la dominazione austriaca del Lombardo-Veneto, il borgo divenne frazione di Mestre, sino all'annessione all'Italia. Nel 1807 viene annesso al Dipartimento dell’Adriatico, sotto la provincia di Venezia. Per tutto il 1800 figurano comuni a sé stanti, Carpenedo, Favaro, Zelarino, Campalto, fino alla definitiva annessione al comune di Venezia avvenuta nel 1926. Nel 1927 la parrocchia passa dalla diocesi di Treviso al patriarcato di Venezia.