Utente:Stella/sandbox/Ricostituzione della Chiesa siracusana
«Syracusanam Ecclesiam novissime restaurans (comes), Rogerium Traginensis ecclesiae decanum, consilio episcoporum illius provinciae, pontificem Syracusanae elegit Ecclesiae»
Per ricostituzione della Chiesa siracusana si intende l'importante momento nel quale venne eletto il suo primo vescovo, nel 1093, con atto nominativo del Gran conte di Sicilia Ruggiero I[3], dopo quasi duecento anni di dominazione saracena, e quindi d'impossibilità per la Chiesa di avere il suo ministro di culto.
Tale atto venne poi confermato e ufficializzato da una Bolla pontificia di papa Urbano II, emessa il 1º dicembre 1093 dalla città di Anagni, diretta al nuovo vescovo di Siracusa, Ruggero, e nella quale si stabilivano i confini ecclesiastici della ricostituita Chiesa.
Contesto storico
[modifica | modifica wikitesto]Con la conquista si incontrò la religione cristiana siracusana con quella islamica, la quale era venuta ormai in potere di quasi tutta la Sicilia; essendo stata la città eretusea una delle ultime a cadere. l'arcivescovo Sofronio, così come testimoniato dal monaco Teodosio[4], una volta giunto prigioniero a Palermo, insieme ai sopravvissuti dell'eccidio arabo di Siracusa, fu motivo di curiosità tra le personalità musulmane, poiché egli ricopriva la più alta carica ecclesiastica della Sicilia, quindi ebbe un colloquio con il Wālī (emiro supremo, governatore dell'isola), dopodiché l'arcivescovo venne messo in prigione. Non vi furono più vescovi per tutta la durata del regno islamico siciliano. Non è inoltre semplice venire a conoscenza dell'assetto sociale e religioso della città araba, poiché rare sono le fonti di questo arco di tempo[5].
Il ritorno alla cristianità lo si ebbe con l'arrivo dei normanni, i quali, guidati dal conte Ruggero e da suo fratello il duca Roberto il Guiscardo, sottrassero, a partire dall'anno 1061, la Sicilia dal dominio arabo. Tale azione si dice fosse fortemente appoggiata dai papi del periodo, i quali vedevano nei normanni la possibilità di far tornare le terre siciliane dalla parte della chiesa cattolica. Papa Gregorio VII concesse ai militari normanni l'assoluzione per i loro peccati, purchè essi compissero la penitenza prescritta[6]. Papa Urbano II, il fautore della prima crociata, si rivolse ai normanni guardandoli come fossero dei liberatori della fede cristiana; soggiocata da quella islamica[6].
I normanni vennero a Siracusa nel 1086, ponendola sotto assedio e riuscendo a impadronirsene nel mese di
Ricostituzione della Diocesi
[modifica | modifica wikitesto]La nomina di Ruggero
[modifica | modifica wikitesto]Universis fere
[modifica | modifica wikitesto]Universis fere Bolla pontificia | |
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Pontefice | Urbano II |
Data | 1 dicembre 1093 |
Anno di pontificato | VI |
Argomenti trattati | Discorso sul periodo islamico e la ritrovata fede cristiana in Sicilia; Conferma del vescovo di Siracusa; Stabilimento dei confini ecclesiastici siracusani |
Cronaca degli anni successivi alla ricostituzione
[modifica | modifica wikitesto]Ex iniuncto nobis
[modifica | modifica wikitesto]Ex iniuncto nobis Bolla pontificia | |
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Pontefice | Alessandro III |
Data | 28 aprile 1169 |
Anno di pontificato | X |
Argomenti trattati | La Chiesa di Siracusa è direttamente soggetta alla sola Chiesa Romana; ai vescovi di Siracusa dopo Riccardo, sarà concesso in perpetuo l'uso del pallio |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Epistolae et privilegia - (PL 151 0370B) XCIII. Syracusana Ecclesia, a Rogerio comite eiectis Agarenis, confirmatur... - Università di Zurigo, su mlat.uzh.ch. URL consultato il 16 ottobre 2014.
- ^ Fazello, 1833, p. 54
- ^ Fazello, 1833, p. 53-54
- ^ Il monaco Teodosio, testimone della presa araba, scrisse una lettera che egli indirizzò a Leone, arcidiacono di Siracusa; originariamente scritta in greco (della cui carta oggi rimane conservato solo un pezzo dell'inizio), venne tradotta in latino nel Vitae Sanctorum Siculorum di Ottavio Gaetani, mentre del testo greco si occuparono C. B. Hase in Storie di Leone Diacono e Carlo Oreste Zuretti in Centenario di Michele Amari. Fonte: Teodosio Enciclopedia Italiana (1937), su treccani.it. URL consultato il 20 ottobre 2014.
- ^ Per maggiori informazioni sugli eventi arabi di Siracusa si vedano Amari, 1854, p. 400-410 cap. IX e Camera, 1841, p. 5, 6, 7, cap. I - Intorno alla dominazione degli arabi in Sicilia
- ^ a b Academia.edu, Vito Sibilio, Normanni e papato - La Capitanata e l'Italia meridionale nel secolo XI da Bisanzio ai Normanni, 2011, su academia.edu. URL consultato il 21 ottobre 2014.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Giampallari, Dritto ecclesiastico Sicolo, vol. 1, Lorenzo Dato, Palermo, 1828, ISBN non esistente.
- Ignazio Avolio, Cenni sopra l'antico metropolitano di Siracusa, vol. 11, Da' torchi di Giuseppe Pulejo, Siracusa, 1832, ISBN non esistente.
- Tommaso Fazello, Storia di Sicilia, Deche due, vol. 8, Presso la stamperia dei socii Pedone e Muratori, 1833, ISBN non esistente.
- Matteo Camera, Annali delle Due Sicilie dall'origine e fondazione della monarchia fino a tutto il regno dell'augusto sovrano Carlo III. Borbone, Stamperia e cartiere del Fibreno, 1841, ISBN non esistente.
- Michele Amari, Storia dei musulmani scritta da Michele Amari, vol. 1, F. Le Monnier, 1854, ISBN non esistente.
- Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni specialmente intorno ai principali santi, beati, martiri..., Tipografia Emiliana, 1854, ISBN non esistente.
- (LA) Bullarum, diplomatum et privilegiorum sanctorum romanorum pontificum taurinensis, Augustae Taurinorum, Seb. Franco et Henrico Dalmazzo editoribus, 1857. URL consultato il 16 ottobre 2014.
- Girolamo Di Marzo Ferro, Stato presente della Chiesa di Sicilia, Officio Tipografico Lo Bianco, 1860, ISBN non esistente.