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Monica Casadei

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Monica Casadei (Ferrara) è una danzatrice e coreografa italiana. Direttrice artistica della Compagnia Artemis Danza.

Di origine ferrarese e laureata in Filosofia, con 110 e lode, con una tesi su Platone e la danza, Monica Casadei, dopo una carriera agonistica in ginnastica ritmica, si dedica allo studio della danza classica e moderna, prima in Italia, poi al The Place di Londra, infine a Parigi dove si trasferisce sul finire degli anni ‘80. Qui, decisivi nel suo percorso formativo e professionale i coreografi Pierre Doussaint e Isabelle Doubouloz e le contaminazioni derivate dalla pratica delle arti marziali. Frequenta a Parigi l’Académie des Arts Martiaux et Arts Contemporaines diretta dal maestro André Cognard Hanshi So shihan, consegue il grado di 2° dan di Aikido e il diploma di insegnamento di Aikishintaiso all’Académie Autonome d'Aikido Kobayashi Hirokazu. Arte marziale che pratica tutt’ora e sui cui fonda tutta la sua poetica e stile coreografico.

Compagnia Artemis Danza

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Nel 1994 fonda in Francia la Compagnia Artemis Danza, con la quale si trasferisce in Italia nel 1997 e dal 1998 al 2007 è in residenza al Teatro Due-Teatro Stabile di Parma. Da maggio 2014 Artemis Danza è in residenza artistica presso il Teatro Comunale di Bologna.

Ad oggi la Compagnia ha realizzato oltre quaranta creazioni originali firmate da Monica Casadei, a cui si affiancano le coreografie per numerosi spettacoli teatrali e d’opera lirica, la promozione di opere di giovani autori e numerose iniziative formative, nella duplice accezione di perfezionamento professionale per danzatori e attori e avvicinamento ai codici della danza per il più vasto pubblico.

Artemis Incontra Culture Altre

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Progetto pluriennale di residenze artistiche all’estero

Il desiderio di scoprire l’anima di un popolo attraverso i suoi luoghi, i suoi profumi, i suoi sapori, i suoi volti, la sua cultura e la sua tradizione coreutica ha dato vita al progetto “Artemis Incontra Culture Altre”, che prevedeva ogni anno un periodo di residenza artistica e tournée all’estero da cui nascono spettacoli, laboratori, pubblicazioni, video, reportage e mostre fotografiche. Il progetto è stato sostenuto e promosso dalla Regione Emilia Romagna-Assessorato alla Cultura e Cultura d’Europa, dal Ministero per i Beni e le attività Culturali, dal Ministero degli Affari Esteri e dagli Istituti Italiani di Cultura e Ambasciate di vari Paesi.

"Brasil Pass" nasce da una testimonianza diretta, ancorché soggettiva, derivata da un soggiorno della compagnia in Brasile, ospite del Centro Coreografico della Città di Rio de Janeiro. Ciascun danzatore ha vissuto un percorso e tutti insieme il Viaggio, durante il quale è anche avvenuto il fertile incontro artistico con la fotografa Fabian, che ha introdotto il gruppo nel tessuto profondo del Brasile: le tracce visive da lei realizzate sono diventate una mostra fotografica collaterale allo spettacolo.

Il “mondo Brasile” ha molti ambienti per altrettante dimensioni dell’essere, in un ‘misturado’ che è ricchezza sensoriale, emotiva e culturale. Brasil Pass è ciò che da questo Viaggio è emerso con maggiore urgenza: due scenari, tra i molti scenari possibili dello sconfinato Brasile.

Scenario Uno: il corpo e lo spazio infinito. Il Brasile intimo e vergine degli spazi originari ed immensi, della foresta e dell’oceano, una fertilità esplosiva, una natura travolgente di fronte alla quale ci si trova come smarriti.

Scenario altro: volti in una dimensione urbana. Chiusura dello spazio e incontro col popolo sverginato della moltitudine metropolitana, travolgente ed esplosivo al pari della natura. È lo spazio dell’umano e del mettersi in relazione: riti sacri e profani in una mise en scène del misturado culturale brasiliano, che non è mescolanza indistinta, ma mantiene la profondità di diverse radici. Situazioni di vita, comunione tra i danzatori e rottura del diaframma col pubblico.

Debutto: Festival RED-Reggio Emilia Danza, Teatro Cavallerizza, (Reggio Emilia, 17 Maggio ‘05)

Coproduzione: Compagnia Artemis Danza, RED-Reggio Emilia Danza, RPf-Reggio Parma Festival, Centro Coreografico della Città di Rio de Janeiro

Durante il mese di residenza artistica nel cuore della capitale cubana, i sei danzatori e la coreografa sono venuti a contatto con le più vivaci realtà di danza contemporanea dell'isola, come la Sezione Danza Moderna y Folklórica dell'ENA-Escuela Nacional de Arte de la Habana, nella cui sede hanno quotidianamente lavorato, o le compagnie Danza Teatro Retazos di Isabel Bustos e Danza Contemporanea de Cuba di Miguel Iglesias Ferrer, con cui si sono concretizzati interessanti scambi artistici.

È nata così la nuova creazione "Cuba 2006. La rivoluzione energetica", con un titolo che alludendo alla definizione data da Fidel Castro alla recente trasformazione elettrica dell'isola, designa sin dall'inizio il tenore di impegno fisico ed emotivo della pièce. Agli occhi di Monica Casadei e dei suoi danzatori, la resistenza ad oltranza di un popolo abituato da sempre a concentrare la propria energia su come sopravvivere, e unito da spontanea solidarietà nel perseguimento di un tanto primordiale fine, diventa infatti la chiave coreografica e drammaturgica della nuova creazione.Estremamente compatto e privo di cesure, Cuba 2006 si presenta come una maratona danzata dalla fisicità tenace e dall'inesauribile energia, dove lo spirito del gruppo sa anche lasciare spazio ad una serie di intensi assoli tagliati appositamente sulle differenti personalità sceniche dei danzatori, tra i quali figura, in un metaforico cammeo, la stessa Casadei.

Debutto: Prime Visioni Festival, Teatro Comunale di Ferrara (Ferrara) 10 e 11 novembre '06

Produzione: Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

Coproduzione: Teatro Comunale di Ferrara

"MEXICA.Collapse." scaturisce dal fascino delle antiche civiltà mesoamericane, oggetto di esplorazione e ricerca per la tappa messicana della Compagnia prima nello Yucatàn, terra dei Maya, e poi a Città del Messico, al centro del territorio dell'antica società Mexica.

Una personale visione di un mondo archetipico, perduto, dissolto. Un cruento patto con gli dei che tiene in equilibrio il cosmo e forse prelude al suo tracollo.

Un collasso che ci riguarda, ci interpella, un allarme per la civiltà di oggi che si nutre di disastri ecologici, guerre, invasioni, miopie al potere. Uno specchio del nostro sfinimento. Le tracce di antichi riti - la guerra ‘fiorita', le divinazioni, i sacrifici - alimentati dalla "triplice ossessione di potere, pioggia e destino" suggeriscono atmosfere suggestive, coreografie ora ieratiche e rituali, ora crude e sanguigne, sonorità misteriose ed esaltanti.

Anteprima:Teatro Magnani (Fidenza, 3 Febbraio '08

Debutto:Teatro Palladium (Roma, 8 Febbraio '08)

Produzione: Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

Coproduzione: F.ne Romaeuropa-arte e cultura - Romaeuropa Promozione Danza

Un viaggio che ha portato Artemis a interrogarsi "sul mistero dell'incontro con l'umanità dell'India, l'apertura, la disposizione al contatto incontrata in ogni volto, in ogni sguardo”.

"Codice India" è partito dal desiderio di accostarsi da vicino al Bharata Natyam, un'arte sacra che in millenni è riuscita a non contaminarsi, a non diventare folklore. Spiega Casadei: "Mi piaceva l'idea di provare a entrare con i nostri corpi di occidentali nella mitologia cristallizzata di quest'arte. Abbiamo fatto un laboratorio che è stato il punto di partenza per un percorso che ci ha poi disorientato per l'impatto con l'umanità, lo struggimento, la gioia dell'India. Abbiamo scoperto un paese sorprendente, che disarma per la capacità di integrare gli opposti". Codice India non è uno spettacolo che vuole rappresentare, è il tentativo di prolungare negli interpreti quel sentimento di generosità e condivisione, di semplicità nella complessità che l'India ha lasciato nei danzatori e nella coreografa.

Debutto: Festival Oriente Occidente, Auditorium Melotti (Rovereto - TN, 4 settembre ‘08)

Produzione: Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

Coproduzione: Oriente Occidente

Turkish Bazaar, nasce da un viaggio che ha toccato anche Smirne e Istanbul e che ha portato la coreografa Monica Casadei a contatto con la complessità e la ricchezza del mondo turco, della sua cultura e del suo panorama artistico.

Il bazar, come un grimaldello per penetrare nella molteplicità delle emozioni e delle sensazioni avute dal contatto con il popolo e la cultura turchi. La Turchia terra bivalente, Porta d’Oriente, corridoio a due direzioni, e quindi anche Porta d’Occidente. La complessità di quel mondo è resa simbolicamente attraverso la complessità del femminile, suggestioni scenografiche immaginifiche: un hamam, un harem, il ventre caldo e sensuale di una femminilità arcaica, tutta nascosta negli interni, misteriosa e segreta, che sulla scena si traduce in un ovale bianco dalle atmosfere nebbiose e velate, dai suoni intimi e dalle musiche dolci e struggenti di Luca Vianini. Così il ribollire degli stati d’animo, la crudezza delle pulsioni, l’asprezza dei contrasti e dei conflitti per il potere di un microcosmo sociale strutturato e rigido finiscono per spezzare l’isolamento, rompere la gabbia dorata, mutare i destini e la storia. Un atto violento e catartico che trasforma il luogo fisico: l’interno irrompe sull’esterno e il nocciolo sensuale dell’hamam/harem si dissolve per mutare in una nuova dimensione, uno spazio postmoderno e iperrealistico, trascorso da suoni forti e dissonanti. Solo uno squarcio, un momento finale, che prelude forse a un possibile secondo capitolo sulla Turchia, metaforicamente tutto al maschile: un sentire più diretto e univoco, meno misterioso e stratificato, che si concretizza nella suggestione scenografica del gesto atletico, dell’agone sportivo, o della discoteca piena di suoni e colori: lo spirito di competizione, la corsa all’Occidente e alla modernità, nel nome di un orgoglio nazionale sorprendente e di una forte identità storica che sovrasta le contraddizioni e gli opposti.

Debutto: Danza Primavera, Teatro Comunale Luciano Pavarotti - Modena, 21-22 marzo ’09

Produzione: Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

Coproduzione: Fondazione Teatro Comunale di Modena

"Sole dell’anima sola. Giappone" dedicato a Kazuo Ohno...

Da sempre alla ricerca dell’espressività individuale del corpo umano in rapporto col mondo circostante, Monica Casadei propone, per il 2010, dopo la residenza artistica in Giappone realizzata nell’ambito del progetto Artemis incontra culture altre, uno spettacolo incentrato sull’esplorazione di una ritualità gestuale e di pensiero insito nella cultura nipponica conosciuta dalla coreografa negli anni di pratica e di studio dell’aikido. Altro non è che il necessario punto d’arrivo del suo percorso di ricerca coreografica. La sua, infatti, non è una lettura gestuale edulcorata dalla conformistica e globalizzata visione che il mondo occidentale ha delle culture orientali anzi, si nutre della più antica energheia, quella vis, quell’impulso felino e scattante che il danzatore traduce in gesto vivo e rigoroso.

Il singolo ballerino è portato a sperimentare da solo la propria individualità, lasciando spazio alla più totalizzante libertà di movimento come espressione del proprio sé in atto. Solo successivamente, i suoi passi incroceranno quelli degli altri danzatori divenendo gruppo, materia plastica che si muove in accordo col suono potente e forgiante dei tamburi in sottofondo, quel sottofondo neutro dove tutto può comporsi e tutto può irrompere tagliando, spezzando ma vivendo.

Postura. Gesto. Atto e scatto. Vita!

Debutto: Festival Internazionale Civitanova Danza Teatro Annibal Caro - Civitanova Marche - MC, 22 luglio ’10

Produzione: Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

  • "SOLO GIAPPONE - Silenzi"

Il progetto di scambio e scoperta culturale in vari paesi del mondo ‘Artemis incontra Culture Altre’ ha portato nell’autunno 2009 a una nuova residenza artistica della Compagnia nel meraviglioso Paese del Sol Levante. Tra le tante iniziative scaturite da questo viaggio ha preso corpo anche un progetto di assoli di Monica Casadei dal titolo Solo Giappone. Silenzi. La coreografa ha guidato i suoi danzatori attraverso un percorso individuale per la creazione di brevi assoli, tesi a restituire una visione personale e interiore maturata durante questa esperienza umana ed artistica.

Un haiku (poesia giapponese di soli tre versi che trae la sua forza dalle suggestioni della natura e delle sue stagioni) è stato ogni volta lo spunto creativo che ha innescato un intenso lavoro di ricerca sulla capacità comunicativa del gesto e del corpo dell’artista per far emergere, con quel rigore e precisione assoluti che da millenni nutrono il pensiero e le arti orientali, quanto di più profondo alberga in ciascuno dei sette interpreti.

Un ulteriore momento di spettacolo che, proprio grazie alla sua natura intima e molteplice allo stesso tempo, potrà vivere anche in spazi alternativi, come ad esempio musei, chiese, siti archeologici o piazze, che verranno così animati da questi intensi attimi danzanti.

Un’Indonesia vissuta dalla Compagnia attraverso i codici gestuali del Wayang Orang, l’antico teatro danza giavanese. I personaggi dell’Opera Ramayana hanno popolato il viaggio artistico dei danzatori, plasmandone le posture, il carattere, la musicalità secondo il più tradizionale stile di danza Royal Palace, proveniente dalla città di Solo, fulcro della cultura e dell'arte giavanese.

Di questo dramma e di questo rigore stilistico si nutre la nuova opera di Monica Casadei "CorpOmbra", creazione per sei corpi, sei sagome e... ombre.

Qui le sagome del Ramayana indonesiano si intrecciano con corpi-ombra; ombre di corpi dialogano con i corpi dei danzatori che incarnano i personaggi della tradizione per poi immergersi nella realtà svelata del gesto contemporaneo, arricchito dall’eco di un paese pieno di fascino, di immagini seducenti e di un sorriso irresistibile e disarmante.

“Un’Indonesia nello stesso tempo soave e potente, colma di delicatezza ed energia, come l'acqua che scorre nel fiume, immagine che ci è stata riproposta più volte nell’arco del nostro soggiorno di studio. Umanamente e artisticamente le collaborazioni instaurate a Jakarta hanno dato vita ad una contaminazione ricchissima di codici e di movimenti tra la tradizione indonesiana e il nostro linguaggio contemporaneo, ovvero tra due diversi rigori che si sono uniti in questa magica esperienza: quello scritto nella storia e messo al servizio dei grandi poemi indiani e quello attraversato da emozioni che partono dal nostro presente per diventare universali”. (Monica Casadei)

Debutto: Ravenna Festival 2011, Artificerie Almagià (Ravenna, 9 e 10 giugno 2011)

Produzione: Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

Coproduzione: Ravenna Festival

Corpo d'Opera

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Parallelamente sviluppa un percorso di ricerca creativa (Corpo d’Opera) legato alla grande tradizione lirica italiana con un focus speciale sulle figure femminili, eroine incontrastate del melodramma.

  • TRAVIATA

Debutto: Danza Contemporanea Festival, Teatro Comunale (Ferrara, 4 e 5 novembre ’11)

Produzione: Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

Coproduzione: Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Festival Verdi

Opera celebre di Monica Casadei in coproduzione con il Teatro Comunale di Ferrara e il Festival Verdi di Parma. Uno spettacolo che risulta come una versione attualizzata di una dramma antico; una Violetta che non intona la sua disperazione solo tramite la voce da soprano a cui siamo abituati, ma utilizza il corpo, le mani  e anche solo i muscoli di un dorso spogliato e denudato dalle speranze di un futuro diverso.

  • RIGOLETTO

Debutto 2012 al Theatre de Suresnes Jean Vilar in occasione della ventesima edizione del festival Suresnes Cités Danse.

Un fluire di quadri, sbrigliato da qualsiasi volontà di aderenza didascalica eppure legato a doppio filo al dramma del protagonista. La figura di Rigoletto prende forma e si sviluppa, in un crescendo di emozioni che lo obbligano a prendere atto della realtà, della sventura che forze oscure scatenano su di lui portandolo al limite della follia e di ogni sentimento umano.

  • DOPPIA NOTTE. Aida e Tristan

Debutto: Teatro Comunale di Bologna (25, 26, 27, 28, 30 giugno e 2 luglio ’13)

Aida e Tristano, Verdi e Wagner: un unico atto per una doppia notte. Due drammi, quelli dei protagonisti, opposti e contrapposti eppure congiunti da un destino tanto intimo e profondo, quanto universale: amore e morte. In La Doppia Notte gli eroi e le eroine di Tristano e Aida, privati del verbo, si fanno corpi potenti e vigorosi quanto evanescenti, metafore di tutte le storie d’amore e di morte, strumenti di un viaggio nei misteri più profondi dell’animo umano. La drammaturgia e la coreografia si uniscono nell’esaltazione di questi due grandi notturni: metafisico e leggendario in Tristano, intimo e psicologico in Aida. La Doppia Notte è aria, a volte un soffio leggero altre un vento impetuoso, è continuo movimento, è energia pura, espressione di emozioni. E’ amore, fonte di ogni vita, viscerale e profondo.

  • TOSCA X

Debutto: 15 aprile 2015 Teatro Regio di Parma

Coproduzione: Lugo Opera Festival, Festival La Versiliana

In collaborazione con: Teatro Comunale di Bologna, AMAT & Teatro dell’Aquila/Comune di Fermo

Con il contributo di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna-Assessorato alla Cultura, Provincia di Parma

Da un universo nero come gli abissi emergono lampi di luce e di energia: fulminei e accecanti, raccontano la potenza macabra dell’animo umano nelle sue sfumature più oscure.

Il sadismo, la crudeltà, la ferocia dell’essere umano, indagati senza intenti morali ma con interesse clinico per l’energica potenza che generano, si pongono come sentimenti centrali di questa rilettura dell’opera pucciniana, costruita sulla tensione del rapporto tra il carnefice e la sua vittima. In un’accesa espressività degli interpreti, è il pathos più estremo a dominare la scena.

  • CARMEN K

Debutto: Teatro Comunale di Bologna (8-9-10-12-13 Aprile 2016)

Produzione: Artemis Danza/Monica Casadei su commissione del Teatro Comunale di Bologna.

In collaborazione con: Fondazione Toscana Spettacolo/Teatro Signorelli di Cortona, Shape/roBOt Festival

Con il contributo di: Ministero de Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Emilia Romagna-Assessorato alla Cultura

“Selvaggia, passionale, istintiva e sensuale, libera di amare e di esistere. Libertà uguale morte annunciata. Istinto primordiale di esistere, essere profondamente veri contro dominio, possesso, prigione. Il risultato è già scontato: difficile e dolorosa la vita di un essere libero e coraggioso, ma non c’è scelta. O vince la legge interiore, quella dell’anima o è preferibile la morte” (Monica Casadei).

  • DONIZETTI Into a Rave

Debutto: 22 giugno 2017– Teatro Sociale, Bergamo

Produzione: Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

Coproduzione: Fondazione Teatro Comunale di Bologna

Spettacolo in tre deliri: Anna Bolena | Pazzi per progetto | Lucia di Lammermoor

Qual è la linea di confine che separa angoscia esistenziale, follia e puro delirio? Anna Bolena, Lucia di Lammermoor e i Pazzi per progetto attraversano tensioni e frenesie, silenzi subacquei ed esplosioni vulcaniche, in una dialettica di specchi, doppi e coppie. Un’onda energetica che esplode ed implode.

  • IL BARBIERE DI SIVIGLIA _balletto d’azione

Debutto: Teatro Rossini Pesaro (3 Marzo 2018)

Produzione: Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

In collaborazione con: AMAT e Comune di Pesaro, Rossini Opera Festival e Teatro Comunale di Bologna

Coproduzione: Italian Festival in Thailand, Festival Orizzonti, Armonie d’Arte Festival in collaborazione con Rossini Opera Festival e Teatro Comunale di Bologna

In occasione dei 150 anni dalla morte di Rossini, uno, dieci, cento Figaro in azione. Determinati, potenti, coraggiosi, in un gioco camaleontico ricco di imprevisti e repentini mutamenti. Un balletto d’azione in chiave post moderna con l’ironia dissacrante e l’energia instancabile di una squadra speciale disposta a tutto, o quasi.

  • BUTTERFLY - Colori Proibiti

Debutto: 29 marzo 2019 Teatro Verdi di Pisa

Produzione: Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

Si ringraziano: Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Fondazione Teatro Verdi di Pisa, Comune di Cortona, Teatro Signorelli, Festival La Sfera Danza, Fondazione Nazionale per la Danza.

La profondità dell’attesa, pura e colma di illusioni, di fronte all’infrangersi delle speranze crea inesorabilmente una voragine tra la realtà e ciò che avrebbe dovuto essere. La spaccatura è talmente profonda e violenta da portare Butterfly a compiere il gesto estremo, l’Harakiri: muto ma dichiarato, talmente dirompente ed esplosivo da poter essere paragonato a una deflagrazione silenziosa. Alla tragedia di Hiroshima.