Utente:Martinligabue/backup/forte

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Battaglia del forte di Eben-Emael
parte dell'invasione tedesca del Belgio nella seconda guerra mondiale
Data10-11 maggio
LuogoForte di Eben-Emael, al confine olandese-belga, vicino la città olandese di Maastricht
EsitoVittoria tedesca: forte conquistato
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
82[1]1,200+ (stima)
Perdite
6 morti
[2][3]
60 morti[4]
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La battaglia del forte di Eben-Emael fu una battaglia tra forze belghe e tedesche, che ebbe luogo tra il 10 e l'11 maggio 1940 e fece parte dell'invasione tedesca del Belgio e del Fall Gelb, l'invasione tedesca dei Paesi Bassi e della Francia. Una forza d'assalto di Fallschirmjäger venne incaricata di assaltare e conquistare il forte di Eben-Emael, una fortezza belga i cui pezzi d'artiglieria dominavano diversi ponti importanti nel Canale Alberto che le forze tedesche avevano intenzione di usare per avanzare in Belgio. Mentre alcune delle truppe aviotrasportate tedesche assaltarono la fortezza e disabilitarono il presidio ed i pezzi di artiglieria al suo interno, nello stesso momento altre catturarono tre ponti che attraversavano il Canal Grande. Dopo aver disattivato la fortezza, venne poi ordinato alle truppe aviotrasportate di proteggere i ponti contro il contrattacco belga, fino a quando non si fossero collegati con le forze terrestri della 18a Armata tedesca.

La battaglia fu una vittoria decisiva per le forze tedesche, con le truppe aviotrasportate atterrate in cima alla fortezza attraverso l'uso di alianti e l'uso di esplosivi e lanciafiamme per disattivare le difese esterne della fortezza. I Fallschirmjäger entrarono poi nella fortezza, uccidendo un certo numero di difensori e contenendo il resto nelle sezioni inferiori della fortezza. Nello stesso momento, il resto della forza d'assalto tedesca era atterrata nei pressi dei tre ponti sul Canal Grande, distrusse un certo numero di casematte e posizioni difensive e sconfisse le forze del Belgio a guardia dei ponti, catturandoli e portandoli sotto il controllo tedesco. Le truppe aviotrasportate subirono pesanti perdite durante l'operazione, ma riuscirono a tenere i ponti fino all'arrivo delle forze terrestri tedesche, che poi aiutarono le truppe aviotrasportate ad assaltare la fortezza una seconda volta e a costringere alla resa i rimanenti membri del presidio. Le forze tedesche furono quindi in grado di utilizzare i due ponti sul Canale aggirando una serie di posizioni difensive belghe e avanzando in Belgio per favorire l'invasione del paese. Il ponte di Kanne venne distrutto.

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Il 10 maggio 1940, la Germania lanciò il Fall Gelb, l'invasione dei Paesi Bassi. Attaccando attraverso Paesi Bassi, Lussemburgo e Belgio, l'Oberkommando der Wehrmacht riteneva che le forze tedesche avrebbero potuto aggirare la linea Maginot e poi avanzare attraverso il Belgio meridionale e la Francia settentrionale, tagliando la British Expeditionary Force e un gran numero di forze francesi, costringendo il governo francese ad arrendersi.[5] Per accedere al nord della Francia, le forze tedesche avrebbero dovuto sconfiggere le forze armate dei Paesi Bassi e aggirare, o neutralizzare, una serie di posizioni difensive, soprattutto in Belgio e nei Paesi Bassi. Alcune di queste posizioni difensive erano difese e intese più come posizioni ritardanti che come vere linee difensive, volte a fermare solo leggermente un attacco nemico.[5] Tuttavia, un certo numero di loro avevano un progetto più stabile, erano in possesso di notevoli fortificazioni e presidiate da un numero significativo di truppe. La linea Grebbe-Peel nei Paesi Bassi, che si estendeva dalla riva meridionale del Zuiderzee al confine belga nei pressi di Weert, aveva un gran numero di fortificazioni in combinazione con ostacoli naturali, come le paludi e la Valle del Geld, che avrebbe potuto essere facilmente allagata per impedire un attacco.[6] La difesa belga consisteva in una posizione dilatoria che correva lungo il Canale Alberto, e quindi una linea difensiva principale che correva lungo il fiume Dyle, che proteggeva il porto di Anversa e la capitale belga, Bruxelles. Questa posizione ritardante era protetta da un certo numero di posizioni avanzate presidiate dalle truppe, tranne in un unico spazio in cui il canale correva vicino al confine olandese, che era conosciuto come l''Appendice di Maastricht' a causa della vicinanza della città di Maastricht. L'esercito belga non poteva costruire posizioni avanzate a causa della vicinanza del confine, e quindi venne assegnata una divisione di fanteria a guardia dei tre ponti che attraversavano il canale nella zona; venne assegnata una brigata ad ogni ponte.[7] I ponti erano difesi da fortini dotati di mitragliatrici. Il supporto di artiglieria era fornito dal forte di Eben-Emael, i cui pezzi d'artiglieria coprivano due dei ponti.[8] Dopo aver preso coscienza del piano di difesa del Belgio, che chiedeva alle forze belghe di tenere brevemente le posizioni dilatorie lungo il Canale Alberto e poi ritirarsi per collegarsi con le forze britanniche e francesi presso le principali posizioni difensive sul fiume Dyle, l'Alto Comando tedesco fece i propri piani per interromperlo, conquistare e proteggere queste tre ponti, così come un certo numero di altri ponti nel Belgio e nei Paesi Bassi, per consentire alle proprie forze di violare le posizioni difensive ed avanzare nei Paesi Bassi.[9]

Preludio[modifica | modifica wikitesto]

La preparazione belga[modifica | modifica wikitesto]

Mappa del Forte di Eben-Emael

La 7a Divisione di Fanteria belga venne assegnata a guardia dei tre ponti sul canale, integrando le truppe che presidiavano il forte di Eben Emael al momento della battaglia. Le difese per ogni ponte consistevano di quattro grandi casematte in cemento sul lato occidentale del canale, tre dotate di mitragliatrici e una quarta con un cannone anticarro; il bunker contenente il cannone anticarro era posizionato vicino alla strada che portava al ponte, con un bunker equipaggiato di mitragliatrice subito dietro il ponte e altri due che fiancheggiavano il ponte a breve distanza su entrambi i lati.[8] Esisteva una compagnia di posizione sulla riva occidentale del canale di ciascuno dei ponti, con un piccolo posto di osservazione sul lato orientale, che avrebbe potuto essere rapidamente richiamata, e tutti e tre i ponti potevano essere distrutti con cariche di demolizione fissate nelle loro strutture, innescate da un meccanismo di'innesco situato in bunker anticarro.[8] Il forte di Eben-Emael, che misurava 200–400 iarde (180–370 m), era stato costruito nel corso degli anni '30, e completato nel 1935, facendo saltare lo spazio richiesto dalla marna. Possedeva pareti e tetti composti da cemento armato spesso 5 piedi (1,5 m), così come quattro casematte retrattili e sessantaquattro punti di forza.[7][10]

Il forte era dotato di sei pezzi d'artiglieria da 120 mm con un raggio di dieci miglia, due dei quali avrebbero potuto traversare a 360 gradi; sedici pezzi d'artiglieria da 75 mm; dodici cannoni anticarro ad alta velocità da 60 mm; venticinque mitragliatrici montate gemelle e una serie di cannoni antiaerei. Un lato del forte era di fronte al canale, mentre gli altri tre terreni si affacciavano ed erano difesi da campi minati; profondi fossati; un muro alto 20 piedi (6,1 m); casematte in cemento dotate di mitragliatrici; quindici proiettori posati sulla cima del forte e cannoni anticarro da 60mm.[11] Un gran numero di gallerie correva sotto la fortezza, collegando le singoli torrette al centro di comando e al magazzino delle munizioni. Il forte possedeva anche il suo ospedale e un certo numero di alloggi per la guarnigione, così come una centrale elettrica che forniva l'energia elettrica per alimentare i cannoni, fornire illuminazione interna ed esterna, e per alimentare il sistema di retei e di purificazione dell'aria utilizzato per il presidio.[12] I piani belgi non chiedevano alla guarnigione del forte e alle forze di difesa allegate di combattere una battaglia sostenuta contro una forza d'attacco; si è ipotizzato che sarebbe stato dato un avvertimento sufficiente di un attacco, in modo che il distaccamento sul lato orientale del canale avrebbe potuto essere ritirato, i ponti distrutti e la guarnigione pronta a combattere un'azione dilatoria. La forza in difesa avrebbe dovuto quindi ritirarsi con le principali posizioni difensive lungo il fiume Dyle, dove si sarebbero collegati con le altre forze alleate.[8][9]

La preparazione tedesca[modifica | modifica wikitesto]

L'assalto aviotrasportato sul forte di Eben-Emael, e i tre ponti che aiutavano a proteggerlo, faceva parte di un più ampio impiego aviotrasportato tedesco che coinvolgeva la 7. Flieger-Division e la 22. Luftlande-Division.[9] La 7. Flieger-Division, composta da tre reggimenti di paracadutisti e un reggimento di fanteria, venne incaricata dell'acquisizione di un certo numero di ponti di fiumi e canali che portavano alle posizioni difensive olandesi incentrate a Rotterdam, così come di un campo d'aviazione a Waalhaven.[9] La 22. Luftlande-Division, che era composta da due reggimenti di fanteria e un battaglione rinforzato di paracadutisti, venne incaricata con l'acquisizione di un certo numero di aeroporti in prossimità delL'Aia a Valkenburg, Ockenburg e Ypenburg. Una volta che questi aeroporti sarebbero stati assicurati dal battaglione paracadutista, il resto della divisione sarebbe atterrato con l'obiettivo di occupare la capitale olandese e catturare l'intero governo olandese, la famiglia reale e i membri di alto rango delle forze armate olandesi.[9] La divisione avrebbe anche interdetto tutte le strade e le linee ferroviarie nella zona per impedire il movimento delle forze olandesi. L'intenzione dell'OKW tedesco era quella di utilizzare le due divisioni aerotrasportate per creare un corridoio, lungo il quale la 18a Armata avrebbe potuto avanzare nei Paesi Bassi, senza essere ostacolata dai ponti distrutti.[9] Il generale Kurt Student, che propose il dispiegamento delle due divisioni aerotrasportate, sostenne che la loro presenza avrebbe tenuto aperti gli approcci meridionali a Rotterdam, impedendo la circolazione delle riserve olandesi situate a nord-ovest dell'Olanda e tutte le forze francesi inviate per aiutare i difensori olandesi, e negando l'uso dei campi d'aviazione degli aerei alleati, nel qual caso aiutando una rapida avanzata da parte della 18a Armata.[13] Sarebbero stati utilizzati 400 aerei da trasporto Junkers Ju 52 per schierare gli elementi paracadutisti delle truppe aviotrasportate, così come trasportare gli elementi delle due divisioni aerotrasportate che non sarebbero sbarcati con il paracadute o l'aliante.[6]

La forza con il compito di aggredire il forte e catturare i tre ponti era formata da elementi della 7. Flieger-Division e della 22. Luftlande-Division, ed era nominata Sturmabteilung Koch (Distaccamento d'Assalto "Koch") dietro il leader della forza, l'Hauptmann Walter Koch.[14] La forza, che venne assemblata nel novembre del 1939, era composta principalmente di paracadutisti del 1. Fallschirmjäger-Regiment e genieri della 7. Flieger-Division, così come di un piccolo gruppo di piloti della Luftwaffe.[15] Anche se la forza era composta principalmente da paracadutisti, venne deciso che i primi sbarchi da parte della forza avrebbero dovuto essere dagli alianti. Adolf Hitler, che aveva preso un interesse personale per le modalità della forza d'assalto, aveva ordinato che gli alianti fossero utilizzati dopo che gli venne detto dal suo pilota personale, Hanna Reitsch, che gli alianti in volo erano quasi silenziosi; si credeva che, dal momento che le difese antiaeree belghe usavano allineamenti suono-locazione e non radar, sarebbe stato possibile il traino degli alianti vicino al confine olandese e poi il loro rilascio raggiungendo un attacco a sorpresa, dato che i difensori belgi non sarebbero stati in grado di rilevarli.[15] Vennero forniti cinquanta alianti di trasporto DFS 230 per essere utilizzati dalla forza d'assalto, e poi cominciò un periodo d'addestramento intensivo. Venne fatto uno studio dettagliato del forte, dei ponti e della zona circostante, e venne costruita una replica della zona per l'addestramento delle truppe aviotrasportate.[15] Le esercitazioni congiunte tra i paracadutisti e i piloti degli alianti vennero effettuate all'inizio della primavera del 1940, e venne aggiunta una serie di perfezionamenti apportati all'apparecchiatura e alle tattiche da usare, come il filo spinato, al muso degli alianti per ridurre la loro corsa di atterraggio, e alle truppe aviotrasportate addestrate con lanciafiamme ed esplosivi specializzati, gli ultimi dei quali erano talmente segreti che vennero utilizzati solo sulle fortificazioni in Germania e non sulle fortificazioni in Cecoslovacchia simili al forte di Eben-Emael.[16] Anche la segretezza venne mantenuta in un certo numero di altri modi. Quando le esercitazioni sarebbero state completate, gli alianti e gli equipaggiamenti sarebbero ripartiti e portati via in furgoni mobili, le sotto-unità della forza vennero spesso rinominate e spostate da un luogo ad un altro, i distintivi e le insegne delle unità vennero rimossi, e alle truppe aviotrasportate non era permesso di lasciare le loro baracche o di prendere congedo.[16]

Aliante di trasporto truppe tedesco DFS 230

L'Hauptmann Koch divise la sua forza in quattro gruppi d'assalto: il Gruppo di Granito, sotto l'Oberleutnant Rudolf Witzig, composto da ottantacinque uomini in undici alianti, il cui compito sarebbe stato quello di assaltare e catturare il forte di Eben-Emael; il Gruppo d'Acciaio, comandato dall'Oberleutnant Gustav Altmann, e formato da novantadue uomini e nove alianti, avrebbe catturato il ponte Veldwezelt; il Gruppo di Calcestruzzo, comandato dal Leutnant Gerhard Schacht e composto da novantasei uomini in undici alianti, avrebbe catturato il ponte Vroenhoven; e il Gruppo di Ferro, sotto il tenente Martin Schächter, composto da novanta uomini in dieci alianti, che avrebbe bloccato il ponte Kanne.[14] L'elemento cruciale della forza d'assalto, e in particolare del Gruppo di Granito, era l'ora. Si credeva che la combinazione di un approccio silenzioso degli alianti utilizzati dalla forza d'assalto, e la mancanza di una dichiarazione di guerra da parte del governo tedesco, avrebbe dato agli aggressori l'elemento sorpresa. Tuttavia, le stime tedesche erano che ciò sarebbe durato, tutt'al più, sessanta minuti, dopo di che i numeri superiori delle forze belghe che difendevano il forte e i ponti, nonché eventuali rinforzi inviati alla zona, avrebbero cominciato a premere contro il numero relativamente piccolo di truppe aviotrasportate leggermente armate.[12] Il piano tedesco, quindi, era quello di eliminare entro i sessanta minuti molte posizioni anti-aeree e singole cupole e casematte come era possibile, e mettere a tutti i costi fuori gioco i pezzi di artiglieria a lungo raggio che coprivano i tre ponti.[17] La distruzione di queste armi avrebbe dovuto essere completata nel giro di dieci minuti; entro questo tempo le truppe aviotrasportate avrebbero dovuto uscire dai loro alianti, coprire la distanza dai cannoni, fissare le cariche esplosive alle canne dei cannoni e farle esplodere, il tutto mentre erano sotto il fuoco nemico.[12]

Il piano messo a punto per l'assalto richiedeva tra i nove e gli undici alianti per atterrare sulla sponda occidentale del Canale Alberto da ciascuno dei tre ponti appena prima delle 5:30 del 10 maggio, il tempo previsto perché iniziasse il Fall Gelb.[18] I gruppi assegnati all'assalto dei tre ponti avrebbero travolto la difesa delle truppe belghe, rimosso tutte le cariche di demolizione e poi preparatisi a difendere i ponti contro un previsto contrattacco. Quaranta minuti più tardi, tre aerei da trasporto Ju-52 avrebbero volato sopra ogni posizione, lasciando cadere altri ventiquattro soldati aviotrasportati come rinforzi, mitragliatrici e notevoli quantità di munizioni.[18] Allo stesso tempo, la forza assegnata per assaltare il forte di Eben-Emael doveva atterrare in cima al forte con undici alianti, eliminare eventuali difensori che cercassero di respingerli, paralizzare quell'artiglieria che potevano con cariche esplosive, e quindi evitare che la guarnigione li respingesse.[18] Dopo aver raggiunto gli obiettivi iniziali di conquistare i ponti ed eliminare i pezzi di artiglieria a lungo raggio posseduti dal forte, le truppe aviotrasportate avrebbero quindi difeso le proprie posizioni fino all'arrivo delle forze terrestri tedesche.[18]

La battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Per motivi di sicurezza, lo Sturmabteilung Koch venne disperso in giro in diverse zone nella Renania fino a quando non ricevette ordini per iniziare l'operazione contro il forte di Eben-Emael e i tre ponti. Gli ordini preliminari vennero ricevuti il 9 maggio, ordinando ai distaccamenti separati di trasferirsi in una zona di concentrazione pre-organizzata, e poco dopo arrivò un secondo ordine, informando la forza d'assalto che il Fall Gelb sarebbe dovuto iniziare alle 05:25 del 10 maggio.[1] Alle 04:30, quarantadue alianti, che trasportavano i 493 soldati aviotrasportati costituenti la forza d'assalto, si alzarono fuori dai due aeroporti a Colonia, girando a sud l'armata di alianti e velivoli da trasporto verso i loro obiettivi. Gli aerei mantennero rigoroso silenzio radio, costringendo i piloti a fare affidamento su una catena di segnali di fuoco che puntavano verso il Belgio; il silenzio radio assicurò anche che i comandanti della forza d'assalto non potessero essere informati del fatto che le corde di traino su uno degli alianti si erano spezzate, costringendo l'aliante ad atterrare all'interno della Germania.[1] Un altro pilota di un secondo aliante liberò prematuramente la sua fune di traino, e non fu in grado di atterrare vicino al suo obiettivo.[19] Entrambi gli alianti portavano truppe assegnate al Gruppo di Granito e destinate all'assalto del forte di Eben-Emael, lasciando così il gruppo sotto organico; lo lasciò anche sotto il comando del secondo in comando dell'Oberleutnant Witzig, dato che Witzig era in uno degli alianti costretto ad atterrare.[1] I restanti alianti vennero liberati dalle loro corde di traino a venti miglia di distanza dai loro obiettivi, ad un'altitudine di 7 000 piedi (2 100 m), che venne ritenuta abbastanza elevata per gli alianti a terra dai tre ponti e in cima al forte, e anche per mantenere un angolo di tuffo ripido per garantire ulteriormente che atterrassero correttamente.[1] Dopo che i Ju-52 rilasciarono gli alianti e cominciarono a voltarsi, le postazioni di artiglieria antiaerea belghe li rilevarono e aprirono il fuoco. Ciò allertò le difese nella zona della presenza degli alianti.[19]

  1. ^ a b c d e Lucas, p. 22
  2. ^ Kuhn, pp. 31–32
  3. ^ Harclerode, p. 55
  4. ^ Questo dato si riferisce solo alle vittime e ai prigionieri al Forte di Eben-Emael. Le perdite del Belgio effettuate durante la lotta ai tre ponti sono sconosciute. Harclerode, p. 55.
  5. ^ a b Harclerode, p. 46
  6. ^ a b Tugwell, p. 47
  7. ^ a b Harclerode, p. 47
  8. ^ a b c d Tugwell, p. 51
  9. ^ a b c d e f Harclerode, p. 48
  10. ^ Kuhn, p. 29
  11. ^ Harclerode, pp. 47–48
  12. ^ a b c Lucas, p. 21
  13. ^ Tugwell, p. 48
  14. ^ a b Harclerode, p. 51
  15. ^ a b c Tugwell, p. 52
  16. ^ a b Lucas, p. 20
  17. ^ Vliegen, p. 42.
  18. ^ a b c d Tugwell, p. 50
  19. ^ a b Harclerode, p. 53