Utente:Lupo rosso/sulla pieta' Rondanini

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documenti e altro che mi vien utile[modifica | modifica wikitesto]

un riferimento Web al contentuti del lavoro in questione e' [1] [2] [[3]] [4] articoli degli stessi autori riferiti agli stessi argomenti furono pubblicati sulla rivista di aggiornamento La via del sale della ausl 3 dei Genova negli anni 2000/2001




Il caso della Pietà_Rondanini,alcune ipotesi[modifica | modifica wikitesto]

leftPietà Rondanini vista frontale

confrontiamo la vista frontale dell'opera di Michelangelo con la vista laterale,osservando l'opera si nota si ha un'impressione che sia quasi il Cristo a sorreggere la Madonna,ricorda in qualche modo delle sculture con soggetto Enea che trasporta il padre Anchise fuggendo da Ilio in fiamme.scultura fittile da Pompei I secolo dC e confrontiamola anche con la ben piu' conosciuta Pieta' in San Pietro

Pietà

A parte tutte le considerazioni sul problema del non finito di Michelangelo:

«Michelangelo, che fa del non-finito il vero e proprio tema delle sue opere più suggestive e moderne, una per tutte la "Pietà Rondanini", eseguita in più versioni, dove la forma perde contorni e confini, diventa “informe”e lascia spazio da protagonista alla materia, un altro dei grandi temi cari a Michelangelo, che con la materia aveva un rapporto fisico viscerale e sensuale.....»

estratto da articolo di Vilma Toselli La situazione che si vede raffigurata nella vista laterale e' quella in cui sembra quasi che il Cristostia per mettersi sulle spalle la Madonna e non esser da lei sorretto: la positura del braccio della Madonna pare in compressione_spinta per appoggiarsi e non in trazione per sostenere.Ed ancora il viso del Cristo suscita un'impressione ben diversa da quella della vista frontale:la visione laterale visto,forse sottolineata dall'effetto del "non finito" ,dimostra quasi un viso dinamicamente rabbioso piuttosto che stancamente rilassato,ovvero la rilasatezza che si vede ,cioe' frontale,cambia totalmente nella vista laterale in una forte dinamicita'.Nella scultura sembrano quindi rappresentati sia effetti plastici che sentimenti ,generatori di tali effetti,ben diversi in relazione al punto di vista sia fisico che mentale probabilmente.vandalismo e restauro nella dimensione intrapsichica

  • In buona sostanza e con gran approssimazione e' il Cristo che viene sorretto dalla Madonna od e' la Madonna che si accinge ad essere portata dal Cristo?

«..... attraverso il linguaggio religioso vi è il tema dominante della maternità e della morte e una immedesimazione coinvolgente con il rito del sacrificio..... il tentativo di eprimere un sé che sente ad autosostenersi - né viene sostenuto -, l'incapacità di una holding materna,(semplicando il termine:supporto appoggio contenimento).Simile stato mentale e' confermato dagli studi sul rapporto madre_figlio tramite osservazione nel contesto familiare di Ester Bick»

(citazione non testuale ma semplificata e spiegata)

da Graziella Magherini :Psicoanalisi e arte tra emozione e ricerca Michelangelo e il linguaggio degli affetti Altresi' si puo' ricavare dal lavoro succitato che determinate caratteristiche sia di vita che di stile nella scultura son correlate alla sua difficile infanzia: l'esser delegato l'allevamento ad una balia,sorella di un cavatore di marmo che poi diverra' localmente uno scultore riconossciuto),la reintroduzione nel'ambiente familiare con la perdita della madere naturaleed il successivo nuovo matrimonio del padre,le due immagini materne a lui care , il successivo difficile rapporto col padre,duro oppositore della scelta di Michelangelo di occuparsi di scultura,considerata a livello i lavoro da manovale dal padre,povero ma di "buona" discendenza,(attualmente ci son dubbi sulla vantata da Michelangelo disecendenza da Matilde di Canossa,) Il pensiero di Simona Argentieri nel suo lavoro Creatività, vandalismo e restauro nella dimensione intrapsichica puo' esser riassunto e semplificato per quanto riguarda la rilevante parte dedicata all' opera di Michelangelo nel confronto fra le diverse versioni della pieta':quella di San Pietro atro non e' che la rappresentazione sulla materia dell'io dello scultore coincidente con lo stesso ideale di io che l'artista si e' prefigurato,A quel tempo, per Michelangelo la rappresentazione della bellezza del corpo umano doveva ricondurre l’anima di chi crea e di chi guarda al divino}}(testualmente dal lavoro dell'Argentieri),cio' rappresenta un narcisimo non in conflitto con altri modi di sentire per cui non e' visualizzabile nel "trasformato" sul marmo dati che riportino ad un conflitto interno sulla tematica madre_figlio,sublimata nel rapporto Madonna-Cristo.

Torniamo a Graziella Magherini

«È stato scritto che Michelangelo ammirasse Vittoria Colonna per le sue qualità virili. Da una parte dunque la richiesta di una holding di tipo materno, dall'altro il richiamo a una dimensione maschile o quanto meno ambigua dell'oggetto d'amore.»

da Graziella Magherini :Psicoanalisi e arte tra emozione e ricerca Michelangelo e il linguaggio degli affetti,fattori estetici virili si possono vedere nelle sinuose femmine della Capelle Medicee e nelle Sibille della Cappella_Sistina ed ancor piu' nella sensuale ma muscolare Eva del Giudizio_Universale_(Michelangelo),come caratteri feminileggianti si possono osservare nella possente e forte ma "morbida" muscolatura dei nudi maschili sempre delle capelle Medicee,per converso.


alba_e_il_crepuscolo



Giudizio Universale, Eva

  • col termine holding viene il sostegno sia fisico che psichico dato a soggetto che non è ancora capace di applicare le sue funzioni psicofisiche in modo da affrontare i problemi della vita autonomamente

Donald_Woods_Winnicott fissa tre parametri mediante i quali si ptuo' definire o meno una "madre sufficientemente buona" , holding, handling e object presenting.Handling e' la caratteristica relativa all'accudimento "spicciolo",ovvero pulizia cura e gesti affettivi durante queste operazioni,object presenting consiste nella capacità materna di rendere disponibile l’oggetto di cui il bambino abbisogna quando e' magiormente utile per la sua formazione-crescita cioe' né troppo presto né troppo tardi. A questo punto colleghiamo la carenza di Holding avuta da Michelangelo,secondo la Magherini,la sua cosidetta Omosessualita' e l'evoluzione nella sua vita della Pieta'. E' necessaario far un salto di alcun i seccoli e farci alcune domande su due grandi che non erano omosessuali ma avevano usi ritentui strambi come il travestitismo:Antonio_Ligabue e Marcel Duchamp il secondo e' singolare che scriva sul suo arciusato nella critica orinatoio,anche a sproposito, il termine mutter e si costruisca un alterego ,travestendosi inoltre,di nome Rosa,alter ego ovvero Rose Selayil primo intervistato in televiosione vestito da donna dice chiaramente che la neccesita' di figura femminile che non ha lo porta a conciarsi cosi'(visione ben "ridicola" se non fosse "tragica"),in quanto interpretando la donna mancante tramite i vestiti tenta di lenirne la mancanza.


«Nel 1900 viene affidato ad una coppia di svizzeri tedeschi; non verrà legittimata la sua adozione, ma il bambino si legherà moltissimo alla matrigna, con un insolito rapporto di amore e odio»

da biografia di Antonio Ligabue

Per Marcel Duchamp la lettura in chiave psicologica del "Grande Vetro",ritenuta una fra le sue piu' riuscite opera ,rivela una confusione fra rapporti parentali ed amorosi nel senso erotico,nei con fronti della sorella,ben risaputi nel suo giro,e non applicati per quanto se ne sappia,la stessa analisi del greande vetro nel particolare della macinatrice di caffe' rivela,probabilmente stati confusivi ben precedenti all'esplicazione di amore erotico.

Di esempi nel mondo artistico ce ne sono innumeroveroli,riconducibili a simili tematiche di vissuto,e quindi torniamo al poetico asserto talvolta esprimere con l'arte,come talvolta il sasso che contiene al suo interno cristalli,a cui talvolta,forse,si puo' accedere in solitudine di Margherita Levo Rosenberg.

  • Ovvero ,per adesso,semplificando in molti vissuti difficili poi ricondotti nell'ambito artistico in modo vivibile,vi e' un correlato omosessuale,applicato eroticamente o no non importa,ma che dipende dal "non aver goduto di una madre sufficientemente buona" sempre per dirla alla Winnicot,per cui l'omosessualita' ,cosidetta in modo riduttivo,discende dalla neccessita' in primis di averne un feticcio autointerpretato come faceva il Ligabue a cui le donne piacevano non poco inb senso adulto del termine,comunque non vi son prove che nella pratica Michelangelo "perdesse tempo"in simili "diletti" visto il suo tipo di carattere,quantomeno vi perdesse tempo a parte altre considerazioni, quindi secondo l'analisi della Magherini si puo' desumere che la Pieta' in San Pietro,espressione narcisistica,viene fatta in un momento in cui senza alcuna introspezione di ordine psicologico il grande scultore sublima il suo difficile vissuto in modo per lui mirabile( e per molti dire),anche se non e' per nulla detto che l'opera piu "buona" di Michelangelo sia per l'appunto quella di cui stiamo parlando ma suscita "buone"emozioni al grande pubblico e non spinge ne' verso un'introspezione inqietante (,fornendo ,sia nell'immediato che nello studio piu' puntiglioso,un'emozione per l'appunto inquietante come la Rondanini ,ne' e' di difficile interpretazione plastica.

E poi c'e' l'incontro con Vittoria Colonnaritratto,donna magari di caratteristiche anche virileggianti come dice la Magherini ,ma per nulla di spiacevole aspetto e quindi miglior "feticcio"di uno perfetto idealizzato ma autoreferente e quindi porrtatore pure di uno stato di angosciasa solitudine,non e' piu' solo e puo' affrontare il pesante fardello.Michelangelo finalmente puo' veder meglio entro di se' il sostrato della "furia" che lo sospinge nella sua opera.

Vittoria Colonna, disegno di Michelangelo

Ed allora come descrive Simona Argentieri puo' cominciare a togliere gli "orpelli",quasi un attacco vandalico,"orpelli" ,(cosi' visti da lui in quel momento),della perfezione plastica,legati alla visione narcisistica,per affrontare quello che lui ha sentito realmente nel suo rapporto con l'oggetto d'amore Primario individuandosi,quindi,come parte non frontale,apparente,ovvero solo per chi vuol guardare nella sua intierezza,in un Cristo macilento ma potente che si vuol caricare sulle spalle il fardello di una Madonna non che non lo sostiene,cioe' un reparto della mente che e' adesso elaborabile e simbolicamente rappresentabile copme si evince sia dall'analisi della Argentieri che della Magherini relazionato al suo difficile vissuto ,nello specifico nel suo rapporto materno,in grandi linee,fenomeno noto nella psichiatria e causante poi danni notevoli,una vera o quantomeno sentita con dei dati di fatti inversione di ruoli nel problema,detto molto all'ingrosso,della Holding.

riferimenti per discorso Duchamp

[5] [6] [7] [8] Rose Sélavy, 1921;universita' Bergamo

Alcuni aspetti arteterapeutici della Scultura[modifica | modifica wikitesto]

2 figure n° 5 diMoore

Precisazioni sull'arteterapia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dal punto di vista storico con la dizione Arterapia in generale si indica un percorso di appoggio e/o cura di indirizzo psichico nato attorno agli anni cinquanta, che discende da esperienze di psicoterapia dinamica e da pratiche dedotte dalla applicazione della Psicoanalisi. Per la musicoterapia e la teatroterapia vi sono origini molto più antiche che risalgono a momenti di applicazione delle suddette arti o delle loro espressioni più coinvolgenti nella cosidetta "normalità". Un esempio fra i tanti è la struttura del teatro greco che con i suoi rituali e ritmi e coro costituiva un "appoggio arteterapeutico" di massa senza esser stato studiato a tavolino per questo scopo, cosi' come certi canti militari strutturati in determinato modo servivano a togliere, o meglio lenire, la paura dei combattenti allorquando si lanciavano contro l'avversario ed ancora i metodi utilizzati,tramite il travisamento dei partecipanti , presso la nazione delle 5 Tribu, di cui si parla diffusamente nella prefazione del libro Totem e Tabu' di Sigmund Freud.La tecnica citata di tipo "teatrale" e considerata come antipazione della metodica psicoanalitica,permetteva,anzi invitava che il combattente,anche il piu' corraggioso nel caso ti timori per lui esasperati e quasi "incomprensibili" potesse convocare il "consiglio" degli uomini della tribu' ,(ben distinto dal "consiglio delle donne" che aveva solo potere "consultivo" in realta' assai ben determinente per le scelte importanti della tribu' si evince dall'approfondimento del carattere "consultivo"),i partecipanti al "consiglio" degli uomini erano macherati cosi' come il richiedente e dovevano star ad ascoltare timori,fantasie e quant' altro il "guerriero" potese pensare fosero a lui causa di fastidio,quest' ultimo ne trovava gran giovamento, e chi avese parlato di quanto detto nel "consiglio" sarebbe stato punito con la pena massima,ovvero l'ostracismo,allontanamento forzato dalla tribu' e cessazione di alcuna comunicazione fra il condannato e la comunita'non veniva praticata la pena di morte considerata inutile e forse"meno grave" della pena adesso citata:tale discorso,approsimativamente sintetizzato, viene fatto con richezza di particolari nella prefazione di Totem e Tabu' dall'antropologo James George Frazer.Per quanto riguarda all'impostazione progettata in ambito terapeutico,nei manicomi arabi sembra siano state applicate sedute di musicoterapia,mentre a partire dal XIX secolo il dottor Philippe Pinel (17451826) e discepoli hanno introdotto tale tecnica negli Istituti di cura europei per malattie psichiche. Ma e' solo dal 1950 che l'Arterapia prende peso nella'appoggio/cura di stati psichici disturbati diventando terapia individuale per poi espandersi, laddove possibile, al gruppo e orientandosi con maggior vigore verso metodi di espressione non verbale.
  • E' utile ricordare che fino ad adeso l'Arterapia,in Italia,e' stata utilizzata come tecnica riabilitativa e/o di sostegno con il fine di ridurre handicap psicofisici di mniglioramento delle capacità elazionali e di insrimento di gruppo per personalita' affette da patologia che va al dila' della nevrosi:E' stata applicata da professionisti esperti nei piu' diversi campi che vanno dala musica alla letteratura ma non arrivando mai alla psicoterapia inn senso stretto,per mancanza di istituzuioni di vaglia che formassero un Arteterapeuta nel senso professionale con specifiche ed istituzionalizzate nozioni di psicoterapia correlate alla loro aplicazione col metodo dell'Arte.Attualmente cominciano a sorgere scuole di questo tipo.estratto da relazione di Roberto Pasanisi :viene quindi sottolineta la mancanza di una figura che sappia riunire iin modo coerenrte una solida formazione psichiatrica-psicoanalica con spiccate ed affermate,relativamente,si intende,qualita' artistiche.In Inghilterra tali interventi sono impostati da uno psicoanalista e/o psichiatra, dalle spiccate capacità aristiche, quindi con training professionale istituzionalizzato,ovvero con bagaglio teorico necessario alla sua cosiddetta "spersonalizzazione artistica" ,con doti artistiche accertate, e con la capacita' di elaborare in modo terapeutico quando puo' evincere dalla seduta di arterarapia di gruppo eo di singolo,riunendo in un'unica persona sia lo psicanalista che il "maestro" artista,inoltre la figura dell'Arterapeuta in Inghilterra e' formalizzata come specializzazione automa dopo gli studi in psichiatria e psicoanalisi cosa che non e' in Italia.
  • Il luogo preposto all'applicazione della metodica Arteterapeutica e' generalmente un laboratorio avente in dotazione materiali a basso costo e possibilmente di vario tipo e provenienza. In casi particolari però l'applicazione nella Scultura richiede un particolare settore del laboratorio con attrezzi e materiale ben specifici e talvolta costosi nonche' misure di protezione e sicurezza. Per le espressioni corporee come gli esercizi ginnici e danza, lo spazio a disposizone deve esser sicuro ed adeguato alla libertà di movimenti.

In ambito localistico genovese, dopo l'azione iniziata da Claudio Costa con lo psichiatra Antonio Slavic, ex-collaboratore di Franco Basagliariferimenti, e con il coinvolgimento del critico Miriam Cristaldi, di altri critici d'arte ed artisti e del responsabile dell'associazione I.M.F.I. Gianfranco Vendemmiati, il settore di appoggio terapeutico basato sulla scultura prese vigore. Lo stesso Costa, prima di morire, aveva dato indicazioni ben precise e tracciato il cammino da seguire per coloro che, dopo la sua scomparsa, portarono avanti e svilupparono il suo lavoro nello specifico del'aspetto scultoreo su materiale duro.

L'Artista[modifica | modifica wikitesto]

La premessa per interventi di tale genere è "l'annullamento" di parte della "personalità artistica" del "maestro", o per meglio dire di quei dati caratteriali spesso legati alla cosidetta capacità artistica che non solo possono essere di peso, ma deleteri ed invalidanti. Gli interventi, in tal caso potrebbero essere inutili o addirittura potrebbero peggiorare la situazione psichica dei discenti (malati), quindi deve esser ben chiaro al "maestro" sia il perché vuol interagire con gruppi di persone che spesso la gente "normale" tende ad evitare, sia il modo con cui intederà impostare tale interazione. A questo scopo sono indispensabili una serie di colloqui propedeutici prima dell'inizio del corso con uno o piu' professionisti,ovvero psichiatri e psicoanalisti,cio' a livello personale,se possibile.Ovvero il "maestro"deve mettere a disposizione la sua capacita' ed immaginazione nonche' tecnica ponendosi sempre in secondo piano rispetto allo scopo preposto che e' l'appoggio terapeutico,non escludendo il fatto che nel gruppo vi possano essere dei veri artisti "in nuce",il cui caso piu' ecclattante fu quello di Davide Mansueto Raggio biografia seguito personalmente da Claudio Costa,riferendoci all'ambito genovese.

La figura dello psichiatra-artista[modifica | modifica wikitesto]

Il coconduttore del gruppo assieme al "maestro" scultore ha da essere senza discusioni uno psichiatra,ovvero un esperto dei rapporti con i particolari discenti e che ne conosca la singolare storia,lo psichiatra si occpera' della scelta del gruppo asieme al "maestro" ndopo aver vagliato le capacita' del "maestro scultore"che a sua volta vaglia il rapporto empatiico che ha con lo psichiatra,noin vi possono esere disaccordi di fondo sulla gestione del gruppo, e la priorita' di intervento la ha lo psichiatra ovviamente.Molto spesso si occupa di questo settore unbo pschiatra con forti tendenze artistiche,se non artista lui stesso,non e' escluso un specialista assolutamente neutrale nei confreonti degli aspetti artistici ma e' piu' difficile il gia' complesso rapporto empatico fra psichiatra e "maestro" scultore se non vi e' una linea di interesse comune al dila' del lavoro sul gruppo,anche se gli stili predileti da psichiatra e "maestro"possono essere diversi la loro sensibvilita' ed esperienza deve guidarli nella scelta ritrenuta migliore per i discenti. È altresì indispensabile, durante il ciclo di incontri, tenere brevi riunioni con lo pschiatra-artista, che conduce il corso assieme al "maestro", subito prima e subito dopo ogni incontro. Subito prima, perché lo/la psichiatra renda edotto il maestro delle sue deduzioni sull'incontro precedente sia per la tattica da seguire nell'imminente incontro che puo' variare a seconda dell'umore anche momentaneo dei "discenti" e della dinamica del gruppo; e' anche utile se non indispensabile un corso comune fra maestro e psichiatra-artista magari supervisionato da un terzo psicologo,"direttore" del corso, ma non partecipante al corso in presenza dei discenti se non per rapide visite senza alcun intervento sul gruppo.Ovvero il tipico osservatore esterno,parafrasando il gergo usato nelle scienze fisico-matematiche. Il colloquio personale fra psichiatra-artista e maestro e' neccessario non solo per analizzare quanto fatto per progettare un successsivo incontro ma anche per il "maestro" che se fortemente empatico, (cosa utilissima per lo svolgimento del corso a condizione che non faccia trasparire in modo disturbante le emozioni), ha bisogno del supporto della Psichiatra-artista per elaborare il dolore "assorbito" dal gruppo dei malati e dall'ambiente. Più il corso va avanti, più questa fase diventa meno pesante per motivi di adeguamento da parte del "maestro" sia al gruppo che all'ambiente. Esperienze di questo genere sono state fatte e si fanno anche in Italia ed a livello localistico genovese presso IMFI,ma la difficolta' di trovare uno psichiatra-scultore su materiale duro,disciplina artistica ormai ben particolare, puo' dar la neccessita' di un "maestro" scultore esterno opportunamente preparato.

Gli Ausiliari infermieri[modifica | modifica wikitesto]

Nelle prime fasi e' consigilabile la presenza di ausiliari-infermieri per motivi di sicurezza e di intervento immediato vista la pericolosita' degli attrezzi utilizzati nello specifico della scultura. L'esperienza dimostra comunque che pur con tensioni non ci son stati mai episodi che richiedessero un intervento diretto degli ausiliari, la cui presenza può essere sempre meno indispensabile e anche sparire del tutto se il corso ottiene buoni risultati.

Il problema del vandalismo nel suo risvolto originale dell'aggressivita'[modifica | modifica wikitesto]

Il correlato fra "vandalo" ed artista Pietà_Rondanini

leftPietà Rondanini vista frontale

ha radice assai profonde,cio' si trae dal lavoro Simona Argentieri:

«Al di là degli aspetti contingenti, credo che la qualità simbolica dell’opera attaccata sia comunque significativa; anche se non credo sia possibile – sia per l’artista, sia per il vandalo – districare nella dimensione intrapsichica i livelli delle ‘memorie corporee precoci’, intrise di esperienze psico-sensoriali primitive, da quelli dei più raffinati e sofisticati livelli di astrazio-ne»

a da Simona Argentieri Creatività, vandalismo e restauro nella dimensione intrapsichica

«Creatività artistica e creatività del sé La scultura, – secondo il detto leonardesco che tanto piaceva a Sigmund Freud – è un’arte “per via di togliere”, nella quale è più evidente il contrappunto tra il creare ed il necessario parallelo distruggere la forma precedente della pietra: a colpi violenti di scalpello il marmo si infrange e si frantuma per lasciare emergere la nuova immagine. Ma ciò accade – seppure meno clamorosa- mente – anche per la tela incontaminata o la pagina bianca, che dovrà offrire il supporto per l’opera emergente. Ogni creazione (lo dice anche Giulio Carlo Argan, 1968) è un atto distruttivo»

[1],Simona Argentieri, da uniBo

E quindi l'impulso "vandalico" e' utilizzabile se guidato ed instradato verso la creativita',parafrasando un grande poeta:

«Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori»

La definizinione di atto distrutivo data da Giulio Carlo Argan per indicare sinteticamente il processo creativo e' da prender "con le molle" in quanto si puo' anche dire processo trasformativo e non distruttivo tout court,ed e'stato epsresso in talmodo per dare un forte impatto emotivo sinteticamente espresso,per cui occorre aproffondire il concettto di distruttivita' chiaramente correlato a quello di aggressivita'.

«..... caso che voglio considerare più dettagliatamente è però proprio quello di Michelangelo Buonarroti,non solo bersaglio di ripetuti attacchi vandalici nella posterità, ma lui stesso talora spietato e infelicissimo aggressore delle proprie creazioni. Come è noto, egli infierì sul blocco marmoreo della Pietà di S. Maria del Fiore e poi della Pietà Rondanini, spezzandone irreparabil-mente la composizione e poi abbandonando le opere incompiute.....»

Simona Argentieri,SPI,[2]da uniBo

Sir Herbert_Read,poliedrico scrittore,critico e poeta,parla della possibilita' di trasformare un impulso agressivo in maniera creativa e nello specifico localistico ed in ambito ristretto, alcune sue intuizioni nello studio di arte ed aggressivita',rielaborate e sviluppate sono state utilizzate come parte del sostrato di studio pschico per la preparazione di interventi validi per appoggio e studio terapeutico a Genova presso Museattivo_Claudio_Costa:un affinamentto del concetto espresso da Herbert_Read e' il comprendere che l'impulso agressivo distruttivo non si puo' trasformare in qualcosa di diverso ma si puo' utilizzare in modo diverso,un'ascia puo' servir per spaccar teste come facevano i Frisoni o si puo' usare per far legna da ardere per cuocere verdure raccolte nei campi.

  • Quando il malato spsichico con tendenze agressive spezza un blocco di materiale duro ,certo che c'e' il piacere distruttivo,cosi' come c'e' nel "maestro" scultore,ma vedendo che quel gesto se instradato puo' far "cose belle",nel senso anche soggettivo del termine,(ovvero sculture nello spefico in questione),il piacere distruttivo viene soppiantato,in parte ma mai azzerato, dal piacere della riuscita dell'opera e quindi vi e' di forzata conseguenza una forma di controllo dell'agressivita',o meglio di finalizzazione,non esente ,comunque,dal piacere dello spezzare il pezzetto di pietra Ovviamente,questa situazione mentale non e' per nulla diversa fra il "malato" ed il sano,di diverso v'e' la capacita' di controllo ed instradamento dell'aggressivita' che lo scultore "sano"ha ormai appreso e fa parte del suo bagaglio professionale,in caso contrario distruggerebbe le sue "creature".

Un caso tipico di correlazione vandalismo_aggressivita'_arte ,il cui studio e' stato affrontato da Simona Argentieri e' il rapporto di Michelangelo con le sue Pieta' culminate con la

Risvolti per la ricerca teorica di supporto e didattici[modifica | modifica wikitesto]

Per Justinianus lòascialo momentaneanemente come e' perche' ci devo lavorare ancora un po' sopratutto nello sneliimento ma ho bisogno di tutto il discorso sotto gli occhi


in Educare con l'arte (1943),(Herbert_Read) Herbert_Read nel suo libroEducare con l'arte (1943) mise ben in luce il ruolo e l'importanza dell'arte nei processi didattici e di apprendimento,cio' in generale e non per discenti con particolari problematiche,la sua analisi ebbe rilevante peso nello sviluppo inglese successivo. Vi sono una serie di dati e considerazioni emerse dagli incontri preparatori al lavoro col gruppo enegli incontri di routine fra psichiatra_artista,"maestro",direttore del gruppo e personali fra "maestro" e psicanalista preparatore personale,(se vi e' e' anche questa operazione preparatoria),che possono aver risvolti didattici e di successivo approfondimento.

  • Uno dei dati fondamentali di un "artista" vero o che tale si crede, è l'egocentrismo molto sviluppato,essendo infatti spesso l'arte legata alla sublimazione di stati di sofferenza connessi ad un nucleo infantile inesprimibile in modo "adulto". Tale nucleo tende a fuoriuscire per poter esser "contentuto" dal fruitore, e da questo si deduce la correlazione con l'egocentrismo e le megalomania ,tipica del bambino, traslata nel rapporto comportamentale con gli osservatori, nell' adulto artista. Tale discorso può essere correlato alla tesi di Wilfred Bion inerente ad un basilare messaggio comunicativo avente come scopo la comprensione di sé attraverso l'altro ( "Una teoria del pensiero").
  • Questo e' il primo dato caratteriale che puo' invalidare gli interventi. Il corso ha bisogno conseguentemente di due responsabili, un professionista nel ramo psichico che lavori col "maestro" e il "maestro" stesso ed anche il primo deve possedere anch'esso interessi e/o capacità artistiche.
  • Ci riferiremo in particolare alla scultura su materiale duro,per la quale ed difficile trovare un arteterapeuta istituzionalizzato che possa avere nel suo bagaglio entrambe le caratteristiche di psichiatra preparoto e scultore professional su materiale duro
  • Le osservazioni che seguono,nel loro contenuto di base,riferite all'applicazione della tecnica scultorea presso I.M.F.I. sono state considerate utile sostrato per poi applicare la tecnica scultore in un rapporto ,dialettico fra teoria e pratica,sui particolari discenti in questione,in quanto fatte dal "maestro" e rielaborate ed ampliate negli incontri dei conduttori del gruppo e lo psicoanalista che a livello personale,a titolo di volontariato,ebbe colloqui subito prima e durante lo svolgimento del corso col "maestro".
  • Occorre premettere che la via era stata tracciata da Claudio Costa, da Antonio Slavic,psichiatra gia' collaboratore di Franco Basaglia,con la stretta collaborazione del critico Miriam Cristaldi,allora compagna di Claudio Costa e di Gianfranco Vendemmiati,al tempo e tuttora presidente I.M.F.I.,aprendo le porte dell'allora ospedale pschiatrico ad un gran numero di artisti.Si diede inizio cosi' ad un ciclo di interazione fra artisti,societa' e degenti,che dopo gli incontri avuti prima che morisse fra Claudio Costa e il futuro"maestro"dei corsi di scultura ,fu focalizzata su un corso di scultura ,fra le altre iniziative,che non era mai stato effetuato su materiale duro,cio' dopo la morte di Claudio Costa,da cio' sie evince la presenza di un ambiette adatto all'intervento specifico,gia' preparato ed in grado di sostenere intervento che abbisogni di mezzi e tecnica piu complessi di quello con la pittura ad esempio e del modellato.
  • Nel lavoro normale della scultura puo' capitare di lavorare su materiali particolarmente ostici,come basalti e selci,definizione in senso lato e non esattamente scientifica, e la fatica fisica,puo' condurre in uno stato mentale che permette di puntualizzare alcune considerazioni (anche se in parte in quanto il soggetto e' unoscultore) per ciò che riguarda le arti figurative e la scultura in particolare.Per quanto riguarda la fatica psichica si tornera' in seguito nello specifico,dopo aver premesso che le due fisica e psichica non son per nulla scorrelate e se emtrambe portano ad un certo punto quasi alla "disperazione" d'altro conto sono il mezzo per raggiungere un buon grado di chiarezza e la "sfida" offerta dal materiale non è per niente

casuale infatti in quanto e' ovvio che la durezza del materiale sta a simbolizzare pezzi di mente ancora non "scolpiti" e che producono "pensieri" (o "non pensieri" per alargare il discorso dei "non luoghi" di Margherita Levo Rosenberg per meglio dire )di difficoltosissima elaborazione provocanti stati angosciosi.

«Lo spazio, il luogo in cui viviamo o fantastichiamo di vivere,le strade, gli alberi, i giardini coi quali conserviamo una relazione,assumono nei nostri pensieri una tonalità affettiva, legata alle esperienze ed ai ricordi che in qualche modo vi sono legati (sintetizando fuori nota:e vi sono i "non luoghi" quei quelli l'opposto di quanto citato e che talvolta neppure possono esere espressi a parole,tipici gli istituti manicomiali di un tempo»

Un giardino delle sculture per il Centro Basaglia di Genova: lo spazioreinventato di Margherita Levo Rosenberg

  • Dal punto di vista puramente "artistico" si puo' asserire che nella sculturala forma debba dominare sulla materia, (ovvero se il pezzo ha contenuto emozionale trasformato ,grosso modo esente da residui di caos psichico dello scultore non elaborato ),il materiale può essere qualunque in linea di massima, ma spesso il materiale è molto importante dal punto di vista emotivo per l'artista che per l'osservatore,di qui si trae buona parte della motivazione inerente la scelta e lo sviluppo applicativo della tecnica scultorea su materiali "duri" come supporto alla terapia,cioie' per via di levare.
  • Del procedimento psichico inerente la scultura ne ha già parlato Henry Moore
    gruppo familiare di Moore
    e ne

ha specificato precedentemente il significato Émile-Antoine_Bourdelle, allievo,ma non qualitativamente, diRodin.Émile-Antoine_Bourdelle ,egli ha messo per scritto alcune sensazioni di uno scultore.

Centuro morente

.

  • Elaborando,con l'utilizzo di conoscenze posteriori nel settore artistico e psichico,l'intuizione di Bourdelle rivolta al concetto di "cristallizzazione" del tempo, o senso del magico o del dio come sostiene Bourdelle si possono fare alcune considerazioni.
  • Un rapido e parziale confronto fra pittura e scultura ci permette di osservare che molto spesso in un quadro si può rappresentare un qualcosa di sfumato nella realtà (paesaggio, natura morta, ecc.) mentre nella stragrande maggioranza delle opere scultoree c'è uno stacco netto fra l'opera e lo spazio circostante o reale pur permanendo la sensazione dello spazio circostante.
  • Trascurando qualche eccezione (vedi interni o esterni di Arturo Martini)non è casuale che quasi sempre il soggetto scultoreo sia un corpo o corpi umani.

(Henry Moore specifica che la sua "guida" è il corpo di donna, sensazione molto speso condivisa dagli scultori.

possente figura femminile di Moore

«Per Herbert Read, in Henry Moore il corpo femminile diventa 'espressione del significato stesso della vita'»

[9] Henry Moore fa riferimento, nel particolare, ad una situazione di vissuto infantile che lo ha profondamente impressionato,ovvero quando la madre per premio gli permetteva di lavarle la schiena.Arturo Martini indichera' come linea guida per la sua scultura ,la fonte di ispirazione,nello specifico sublimata ,forse,per la potente e liquida nuotatrice,scultura in cui il Martini esprime gran parte della

sua plastica e (forse basta una rotazione in senso antiorario della "donna che nuota sott'acqua" per avere un'idea di quanto asserito dal Martini ) la visione delle cosce e natiche bianche della prostituta che alloggiata presso lafamiglia Martini quando andava ad svolgere funzioni fisiologiche nel ruscello davanti alla casa,

«“ A due anni, a casa mia una stanza era stata affittata ad una prostituta… una mattina, scesa sul canale, si alzò le sottane…Visione del grande deretano sui tronchi delle cosce, bianco, che esplode. Questo tempio. Tutte le mie donne sono quella rivelazione”»

Confessa Martini nei Colloqui

Si nota che Martini "scolpisce" la frase usando visione e non semplice vista e cio' e' indicativo,per niente trascurabile,del contenuto emotivo che la visione ha suscitato in Martini quando era bambino.

  • Il senso del "magico" ,come "magica" e' la visione del Martini,si ha in quanto la stessa tecnica scultorea porta ad un effetto di "stacco" dalla realta' circostante senza "sfumare",tale effetto si ha sopratutto quando ci si occupa di forme antropomorfe: questo e' una delle componenti basilari che portano all'impressione della"cristallizzare" Émile-Antoine_Bourdelle sia da parte dello scultore che del fruitore: da ciò il "dio" e l'ovvio richiamo all'"eternita'" ovvero ritorna nel discorso il rapporto con "l'oggetto d'amore primario "che puo' esser stato piu' o meno valido secondo Donald_Winnicott.
  • La scultura e' più primordiale di altre tecniche di espressione artistica quali la pittura e la stesura di libri: non ha bisogno della predominante mediazione del raziocinio per esprimere il concetto,alcuni psicanalisti pensano che la fonte primario dell'indole scultorea sia da far risalire a quando il bambino e' nel ventre materno,cosi' come la musica,in quanto il feto non puo' vedere ne' parlare ma puo' sentire rumori e toccare cio' in accordo della "secondarieta'" come fonte di sviluppo temporale ,nella mente, della pittura e dell'arte dello scrivere.Un paesaggio ha bisogno della prospettiva ,studiata per secoli fino ad arrivare ad un'ottima conoscenza della tecnica,e quindi ovviamente risultato di ben maggior mediazione fra il sentimento e espressione estetica e sopratutto raziocinio. Il gesto dello scolpire, ovvero piegare un materiale ribelle al proprio desiderio, è l'unica mediazione a cui viene sottoposto lo scultore,in quella fase ,fra gli istinti personali o di comune sentire,sentimenti di cui si esprime la loro simbolizzazione nel reale tramite l'utilizzo della fantasia e cio' e' parte del processo che sta alla base della creativita' e della comunicazione creativa immediata ed empatica.
  • Lo stesso materiale,duro,difficile da piegare ai propri desideri,che tenta di ribellarsi alla mano dello scultore e'un simbolo stesso dei sentimenti e desideri dell'"artista",dell'intimo di difficile elaborazione ed il titolo dell'opera spesso non coincide con quel pensiero o (insieme di pensieri che era stato stimolo approssimativo per l'inizio del lavoro),ovvero il materiale scolpito simboleggia la parte psichica intima dell'artista, e il titolo e'molto mediato per pudore e/vergogna di mettere allo scoperto in modo "lampante" i suoi sentimenti,il materiale e' duro e solido e conneso ,nella mente di scultore e fruitore, alla lunga durata nel tempo col duplice effetto di "concretizzare il Dio o gli Dei" e di affermare da parte dello scultore il dominio su se stesso dimostrandolo quindi alla persona (o persone) che gli è più cara,il Dio o gli Dei, ottenendo anche, ma in seconda istanza, l'effetto di "cristallizzazione" del tempo,ovvero la "sfida all'eternita'"che la pietra richiama per il fruitore immediatamente attratto in prima istanza dalla potenza della materia.Questo in ottimo accordo con quanto detto da Sigmund Freud

«Il bambino quando gioca trova piacere, soddisfazione, realizzazione.Racconta il gioco e lo condivide con gli amichetti cercando anche i genitori,(gli Dei).Ma durante il divenire adolescente questi giochi si fanno segreti, diventano fantasie non comunicabili, dei «castelli in aria»,cose non da grandi, (e gli Dei perdono sempre piu' tale caratteristica).Da adulto si vergogna a comunicare questi «sogni ad occhi aperti» e spesso crede sia il solo a farli; se poi trovasse il coraggio di parlarne, il più delle volte provocherebbe nell’ascoltatore un freddo scetticismo o addirittura «una certa ripugnanza»,(molto "ipocrita" da parte dell'ascoltatore)»

estratto-semplificazione dail poeta e la fantasia Sigmund Freud.

  • Un altro passaggio chiave per l'utilizzo di queste note nella pratica dell' applicazione di appoggio terapeutico e' aver ben chiaro il correlato fra la parte intima del "maestro",professionista o del discente e le le emozioni suscitate nel fruitore dell'opera.E' propedeutico un esempio di quanto asserito sul Dio e/o Dei,che servira' a comprendere il concetto del Dio(o esteso degli Dei),cio' servira' anche a chiarire lo stato d'animo della frustrazione:tale concetto se introiettato ed elaborato con bastante chiarezza permette di superare la frustrazione stessa e di procedere verso la strutturazione di nuove opere.Torniamo al concetto del Dio e prendiamo il"Grande nudo femminile" di Alberto Viani:ovvero una figura femminile a gambe assolutamente allargate , con ben chiara la sua connotazione di sesso, formanti un pigreco stilizzato o ponte che dir si voglia,nella scultura ,il busto, è compresso al punto tale quasi da perdere l'aspetto antropomorfo: il "dolmen". Il dolmen è una rappresentazione del concetto estremamente sintetizzato di un qualche Dio: e'grande, sovrasta, ma con la fondamentale possibilità di accogliere.Senza gravoso sforzo intellettuale si puo' facilmente ipotizzare che il "dio" altro non è che l'oggetto d'amore primario, dentro il quale siamo stati in situazione di beatitudine,ci sarebbe da chiederci spingendoci oltre con temerarieta' se non e' un ricordo inconscio della nascita della fuoriuscita traumatica dallo stato di beatitudine ,caratterrizzato dalla massima sicurezza protezione e pace,ovvero quando eravamo nel grembo materno.Gli Dei fondamentali di epoche arcaiche erano femmine (Gea, Cerere, che aveva come idolo una pietra posta nei campi.La pietra nera venerata dai Musulmani e' di facile interpretazione simbolica di una pietra calata dal cielo per rappresentare il rapporto col dio piu' arcaico che e' l'"oggetto di amore primario".Ne consegue che Il concetto di madre-oggetto d'amore

primario-dio, può essere esteso, per vissuto ed esperienze individuali,ed e elaborato nel concetto di "guida "o "modello" che dir si voglia (il rapporto madre figlio e'tematica costante in Henry Moore).Quindi l'artista ha bisogno di una idea guida, ovvero "idea protettiva" che gli permetta di esprimere in modo"estetico e comunicativo" sentimenti molto forti, connessi al suo vissuto, talvolta difficile e triste.Lo studio approfondito di Edward Munch chiarisce molte cose sul concetto ricostruttivo del proprio intimo quasi deteriorato,in accordo con le ipotesi della Hanna Segal[3].Ma tale idea non può essere che esser relazionata ad una persona (modello) reale,che viene idealizzata nella mente e nel lavoro dell'artista seguendo i più intimi desideri, impulsi affettivi, desideri,neccesita' di protezione ben oltre quella di cui un adulto abbisogna e/o talvolta ipocritamente dice bastante.La persona che assume il compito di "guida",nella testa dello "scultore" è reale ed il farne un "modello" perfetto,entra in contraddizione nel confronto con la realtà in cui le "persone guida" non possono essere totalmente rassicuranti quando pensieri ( o "non pensieri"),intrinseci dello "scultore" sono troppo angosciosi.Ma e'tipico dell'"artista",come del bambino, fare il passaggio alla idealizzazione, usando un metodo "evoluto" di comunicare "se stesso" con strumenti appresi dalle esperienze di adulto,tali strumenti han ,pero',da lasciare spazio alla comunicazione "forte"e "immediata" tipica del bambino, permettendo quindi al fruitore di recepire il messaggio istintivo e "leggerlo" tramite il proprio specifico vissuto e cultura e qui torniamo alla tecnica della scultura e della sua "immediatezza",ma sopratutto al rapporto col fruitore,per cui il lavoro non puo' essere semplicemente un fuoriuscita di "caos mentale" interno,talvolta vista come opera d'arte ed il motivo puo' essere la "creazione" ad "arte" dell'"artista" per motivi commerciali e/o di esibizione di potere personale da parte degli addetti ai lavori.Il "caos interno" non puo' esser condiviso dal fruitore e qui manca per l'"artista" uno degli elementi fondamentali per i quali si applica al lavoro.

  • Nel lavoro coi malati cronici la fuoriuscita di caos mentale puo' capitare e,fermo resstando che puo' essere oggetto di conoscenza per lo psichiatra,per il "maestro" scultore il compito e' di far superare questa fase,anche aiutando sul pezzo in costruzione,quanto serve e qui occorre la capacita' di autolimitare gli interventi,difficle per un "artista professionista" che si sente urtato psichicamente dalla furiuscita e la visualizzazioone del caos interno del "malato" per due motivi,uno sì senso estetico,ovvio,ed uno piu' intrinseco perche' non e'detto che il caos interno materializzato non abbia punti di "risonanza" con quello del "maestro scultore" ed in linea di massima con la stragrande maggioranza delle persone "sane" ed ecco un'altro motivo della necessita' che il "maestro scultore" sia preparato anche dal punto di vista psicologico.

La foga,rabbia si potrebbe dire, nello scolpire, nell'impostare opere,(tipica di Michelangelo,cosi' e'stato descritto il Maestro mentre lavorava), è una materializzazione dei sentimenti contrastanti, la stessa creazione artistica è una conferma della "bontà" delle proprie "guide", anche se imperfette. Finita la creazione e, preso atto della realtà(durante l'esecuzione dell'opera l'artista "non è" nel mondo reale se non per quanto riguarda l'uso degli strumenti tecnici e il seguire alcuni canoni estetici), viene fatta mente locale sia sui pennsieri nel periodo dellavoro sia sui risulktati del lavoro stesso.

  • Differenza molto grossolana fra il mentalmente sano ed il "malato" e' la capacita' del sano di furiuscire a piacere dal mondo "allucinato" in cui ha lavorato l'opera ,anche se con sforzo talvolta,senza restarci ingabbiato,(Michelangelo arrivava allo sfinimento fisico,e non e' l'unico).Il "malato" non e' in grado di far in modo semplice e ripetitivo,sopratutto, tale operazione.Tornato nel mondo reale l'"artista" valuta la sua opera in modo assai contradditorio, più la sua opera è valida (confermando quindi intrinsecamente la bontà delle sue "guide"), meno è bastante a rappresentare la sicurezza di base che gli hanno fornito: di qui la frustrazione,elaborata la delusione,con la speranza di divenir piu'bravi,e questo e' un passagio non semplice,sopratuttto in persone con difficoltosissimi vissuti quali possono essere i malati psichici,allo scultore non resta che riprendere il lavoro,che "visto"in un piano porta ad esser considerato come un cerchio che riporta al punto di partenza in quanto si rinizia il lavoro stesso pur su altro soggetto volendo,ma nello spazio,ovvero nella realta' e' una spirale ,con "sezione circolare",che sale verso la meta' della soddisfazione ottenuta dall'opera senza mai raggiungerla:il momento piu' arduo e' quello depresivo che segue la frustrazione, piu' duro quanto e' piu' duro il vissuto dell'"artista".Son tipiche le lunghe pause di grandi artisti od il "negare" la scultura stessa come espressione d'arte come fece Arturo Martini,deluso dall'esperienza di artista di regime fascista e sconfessato alla grande da Henry Moore,ad esempio, che tornando all'"intrinseco" ( rapporto madre figlio e/o rapporto di coppia) fa riscoprire la grande scultura.Vi sono pure casi di cessazione completa dell'ativitta' e/o convogliamento,nella miglior delle ipotesi verso altre espressioni artistiche,vedi Luigi Navone.
  • Tutti questi casi non sono comunque esenti da,piu' o meno rilevanti,implicazioni patologiche.Ovvero si puo' asserire che in parte la frustrazione con susseguente cessazione del lavoro puo' essere non tanto dovuta alla mancanza del beneplacito da parte dei fruitori ma bensi' da radici che talvolta affondano in un circuito mentale chiuso,"circolare" ma piatto,falsamente protettivo in quanto esclude il lavorio e la faticosita' del'evoluzione della mente,che nasce dala frustrazione introiettata ed elaborata tramite lo "scontro" con la realta'.Per quanto riguarda "interiore erotico" ,che si tenta di nascondere per "perbenismo" defraudando pesantemente la capacita' di analisi e studio,(Arturo Martini lo ha ben messo alla luce con corraggio),presente molti autori,e' da tener in ragguardevole conto se si applica la scultura con malati psichici.La presenza ragguardevole di un un "interiore erotico" che può essere parte basilare

e/o integrante delle loro opere. Esempio ne è Francis_Bacon_(pittore),erotico [10]ma pervaso di forte drammaticita' , ed in certo qual modo, ma distante (e molto) da Bacon, lo stesso Michelangelo.Tale interiore "erotico" se non contenuto,instradato verso un'elaborazione sublimata, può portare al "cerchio" piatto apparentemente protettivo,ovvero al rigirasi sullo stesso soggetto tematico,senza progressi,sia estetici che plastici che contenutistici,tale stato mentale che è esattamente il contrario della "spirale creativa" diretta verso mete sempre piu' sodddisfacenti i bisogni intrinseci di difficile rielaborazione,fermo restando che gli stati psichici descritti hanno radici antiche radici comuni nella mente. comuni.

  • Un'altra considerazione,seppur banale per gli specialisti,e' che i partecipanti quali discenti al corso non avevano danni mentali di ordine fisiologico che potessero giustificare il loro stato mentale disturbato confermando quindi le tesi di Franco Basaglia,pur nell'esiguita' del numero dei partecipanti.
  • Si rimarca altresi' la spiccata capacita' artistica ed applicativa di alcuni partecipanti,riconducibile sia all'mbiente gia' di per se preparato sia alle tesi di Kriss sulla capacita' di "ripetizione",nel senso proseguimento abituale dell'operazione artistica,ovvero si ha avuto l'impresione che la grossa vena artistica dimostrata sia stata momentanea in alcuni casi,cio' oviamente dovuto non solo a quanto deto nell'analisi di

Ernest Kris che vertono proprio sula differenza fra l'artista vero che ha una produzione continuativa ed il psichicamente disaturbato la cui produzione e' temporanea e si interrompe senza riprendere;ma da ben sottolieare anche anche il semplice motivo che lunghi anni di degenza in una strttura manicomiale avevano avevano provato la persona ,compresa la sedazione con psicofarmaci e depauperato la capacita' della speranza in qualcosa di meglio.

da utilizzare se serve

Bibliografia di base inerente l'arteterapia[modifica | modifica wikitesto]

  • 1- Arieti S. -Creatività La sintesi magica -ed. Il Pensiero Scientifico1979
  • 2- Bello S. -Spontaneus Painting Method-ed.Art Therapy on the Net 1999
  • 3- Bertoletti P. -Mito e Simbolo- ed.Dedalo1986
  • 4- Bettelheim B. -Il mondo incantato- ed.Feltrinelli 1977
  • 5- Dubuffeet J. André_Breton -La Societé- Musèe dell'ART Brut- Losanna 1947
  • 6-Freud S. -Saggi sull'arte la letteratura e il linguaggio- ed.Boringhieri 1969
  • 7- Privalova I. Kunsthistorikerin-Russisches Museum,St.Petersburg 1999
  • 8-Waller D.-Group Interactive Art Therapy- ed.Routledge 1993
  • 9-tesi Roberta Agostini anno 2000 Accademia_ligustica_di_Belle_Arti;ambito localistico ricerca e sperimentazioni sulla tematica a Genova

Bibliografia generale sugli argomenti trattati[modifica | modifica wikitesto]

sale, I,1, pp. 51-65.

  • Wilfred_Bion (1962) Una teoria del pensiero, in: Analisi degli

schizofrenici e metodo psicoanalitico, Armando, Roma 1970.

  • Wilfred_Bion (1966) Il cambiamento catastrofico, Loescher, Torino

1981.

  • Bollas C. (1987) L'ombra dell'oggetto, Borla, Roma 1989.
  • Bonasia E. (1997) Il sillogismo malato: la paura di morire e il

sacrificio della verità, letto all' International Centennial Conference on W.R. Bion, Torino 16-19 luglio 1997.

  • De Silvestris P. (1994) Transfert come vita e destino, in: Algini

M.L.; De Silvestris P.; Farina C.; Lugones S., Il transfert nella psicoanalisi dei bambini, Borla, Roma.

  • Di Chiara G. e coll. (1985) Preconcezione edipica e funzione

psicoanalitica della mente, in: Riv. Psicoan., XXXI, 3.

  • Ferrari S. (1994) Scrittura come riparazione, Laterza, Bari.
  • Sigmund Freud (1907) Il poeta e la fantasia, OSF, vol. 5.
  • Sigmund Freud (1919) Il perturbante, OSF, vol. 9.
  • Grinberg L. (1971) Colpa e depressione, Il Formichiere, Milano 1978.
  • Jaques E. (1965) Morte e crisi di mezza età, in: Lavoro, creatività e

giustizia sociale, Boringhieri, Torino 1978.

letto all'International Centennial Conference on W.R. Bion, Torino 16-19 luglio 1997.

  • Meltzer D. (1988) Amore e timore della bellezza, Borla, Roma 1989.
  • Segal H. (1951) Un approccio psicoanalitico all'estetica, in: Scritti

psicoanalitici, Astrolabio, Roma 1984.

  • Tagliacozzo R. (1982) La pensabilità: una meta della psicoanalisi, in:

Itinerari della psicoanalisi (a cura di G. Di Chiara), Loescher, Torino.

  • Donald_Winnicott (1971) Gioco e realtà, Armando, Roma 1974.
  • Graziella Magherini. La Sindrome di Stendhal. Firenze, Ponte Alle Grazie, 1989. (scheda)

approfondimenti[modifica | modifica wikitesto]

note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Simona Argentieri,(membro dell'International Psycho-Analytical Association ;analista didatta dell'Associazione Italiana di PsicoanalisiSPI)
  2. ^ Simona Argentieri, medico psicoanalista, didatta dell'Associazione Italiana di psicoanalisi.
  3. ^ cenni biografia La Segal nel libro del 1952 "Un approccio psicoanalitico all'estetica" parla del suo rapporto,atto prorio alla stesura del libro, con Marcel Proust che fra gli artisti presi in considerazione a suo parere e' quello che ha piu' chiara la dinamica del processo creativo,l'acutezza e la acuratezza di analisi anche se non del profondo,ovviamente,si puo' indubbiamente notare nei lavori di Marcel Proust.