Utente:Lucia Rizzo/Sandbox

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Tiziano Rizzo (San Donà di Piave, 28 novembre 1935 – Venezia, 18 febbraio 1997) è stato uno scrittore italiano, poeta, letterato, traduttore dal latino.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nella provincia di Venezia da una famiglia medio borghese come ultimo di sei figli (il padre Attilio geometra e la madre Tecla casalinga). Il padre, Attilio Rizzo, fu comandante della Resistenza veneta durante la II guerra mondiale. Incarcerato nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen, vi morì il 5 gennaio 1945, quando Tiziano aveva solo 9 anni.  


Tiziano dimostrò fin da giovane uno spiccato interesse per la lingua italiana e quella latina, nonché per la storia. Dal latino effettuò diverse traduzioni, tra le più famose le “Poesie di Catullo” (Newton Compton, 1983).

Nel 1966 si trasferì a Venezia, città che seppe amare e conoscere a fondo. Per diversi anni fu impiegato alle Poste di Venezia, dove redasse quattro “Manuali amministrativi delle poste”. Dopo quasi 20 anni andò in pensione e iniziò a dedicarsi infine esclusivamente alla sua passione principale: scrivere. Rizzo scrisse diversi libri, articoli per La Nuova Venezia, il Gazzettino di Venezia e per Radio Rai.

Negli anni ’70 fondò la casa editrice “Edizioni del Ruzante”, un progetto di breve durata che nel 1976 annoverò la pubblicazione di “Filò”, una raccolta di liriche in dialetto veneto del poeta Andrea Zanzotto con una lettera e cinque disegni di Federico Fellini.

Un progetto in via di sviluppo con il regista Federico Fellini (un film ambientato a Venezia) alla fine degli anni ’80 / inizio ‘90 fu stroncato dalla morte di quest’ultimo, nel 1993.

Tiziano stesso morì nel 1997 di carcinoma polmonare, con il rimpianto di non portare a termine tutti i progetti che stava elaborando.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

“Sopra un’ eternità sopra il mio cuore / l’amore spacca i giorni e poi li conta.”

(La bella idea per cui si muore, poesie scelte a cura di C. della Corte)

Tiziano Rizzo da giovane
con Alberto Moravia


Nei suoi romanzi e poesie emerge frequentemente l’amore per la sua città adottiva, Venezia.

Trapela inoltre l’influsso di scrittori italiani e cari amici, come Andrea Zanzotto, Carlo Della Corte, Goffredo Parise, Alberto Moravia.

Dalle opere di Tiziano Rizzo, poetiche e genuine, traspare una peculiare sensibilità verso il dettaglio, verso metafore di vita, in grado di delineare gli abissi dell’animo umano con la leggerezza del battito d’ali di una farfalla.  Con le parole di Andrea Zanzotto in “La bella idea per cui si muore”:

“(…) in primo luogo Tiziano Rizzo è una persona per cui la poesia ha l'onnipresenza del respiro, di uno scorrente ritmo quotidiano, tanto che se egli è sembrato tralasciarla, anche per lunghi periodi, era perché si trovava semplicemente "nella" poesia, rendendo in qualche modo poetica, significativa sottilmente, anche questa forma di "dimenticanza" o "sparizione".”

Tra le opere compiute di Tiziano Rizzo si ricordano:

L’estate si consuma – Ed. Rebellato (PD), 1958

I ponti di Venezia, Newton Compton, 1983

Poesie di Catullo - Traduzioni dal latino, Newton Compton, 1983  ISBN: 2560731890892

Per modo di dire, con una nota introduttiva di Andrea Zanzotto, eFc 1992

La biondina in gondoleta, Neri Pozza Ed., 1994 ISBN 10: 8873054714

Sì dolci doglie, Ed. Origine Lussemburgo, 1995

I capitelli del Palazzo Ducale di Venezia, Libreria Editrice Filippi, 1995

La bella idea per cui si muore, poesie scelte a cura di C. della Corte, con interventi di E. Bartolini e A. Zanzotto, Ed. Origine, 1999

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Sul padre Attilio Rizzo, con articoli di Tiziano Rizzo

Federico Fellini e il progetto mancato di un film su Venezia

Estratto da I capitelli del Palazzo Ducale di Venezia