Utente:Jtorquy/Sandbox3

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Poster pubblicitario per un concerto di Louis Armstrong a Beirut, in Libano (1959)

Ambasciatori del jazz[1] (in inglese Jazz ambassadors) è il nome dato ai musicisti jazz statunitensi inviati dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America della presidenza Eisenhower in una tournée in Europa orientale, nelle regioni centro-sud asiatiche e in Africa con lo scopo di diffondere la cultura e i valori statunitensi nel mondo.[2]

La cosiddetta «diplomazia del jazz», nel contesto delle discriminazioni razziali interne al Paese e di uno scenario internazionale sempre più aperto e polarizzato (i primi anni della Guerra fredda), era una forma di diplomazia culturale che aveva lo scopo di promuovere un'immagine degli Stati Uniti più accogliente e distante dalle accuse sovietiche di instabilità interna legata alle tensioni razziali.[3][4] Tra i primi ambasciatori nel 1956 figurano artisti del calibro di Louis Armstrong, Dizzy Gillespie, Dave Brubeck, Benny Goodman e Duke Ellington.[5]

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Le tournée[modifica | modifica wikitesto]

Un manifesto pubblicitario del Sudan che raffigura gli ambasciatori Louis Armstrong, Dizzy Gillespie, Mahalia Jackson e Count Basie (ca. 1960)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Satchmo, Dizzy e gli ambasciatori del Jazz, su rai.it, Rai, 15 settembre 2020. URL consultato il 9 novembre 2023.
  2. ^ (EN) Billy Perrigo, How the U.S. Used Jazz as a Cold War Secret Weapon, su time.com, Time, 22 dicembre 2017. URL consultato il 9 novembre 2023.
  3. ^ Paolo Petrocelli, Jazz e diplomazia, su treccani.it, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 3 maggio 2023. URL consultato il 9 novembre 2023.
  4. ^ Von Eschen, 2006, pp. 3-–4
  5. ^ Marcello Lorrai, Ambasciatori del jazz, su rsi.ch, RSI, 1° dicembre 2015. URL consultato il 9 novembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]