Utente:JhonSavor/Sandbox9

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Ecuba
UniversoDragonero
Autori
DisegniGiuseppe Matteoni
EditoreSergio Bonelli Editore
1ª app. inDragonero
Caratteristiche immaginarie
Specieumana
SessoFemmina
Luogo di nascitaignoto
Professione
  • Ex Madre Guardiana dell'Ordine delle Madri Guardiane
  • Ex Leader degli Algenti
  • Luogotenente dei Senzanima
AffiliazioneCompagnia dei Senzanima

Ecuba è un personaggio dei fumetti creato da Luca Enoch, Stefano Vietti e Giuseppe Matteoni, pubblicato da Sergio Bonelli Editore. È uno dei personaggi principali del romanzo a fumetti Dragonero (2007), e compare anche nell'omonima serie a fumetti iniziata nel 2013.

Ecuba è una monaca guerriera dell'Ordine Monastico delle Madri Guardiane, il cui scopo principale è quello di essere le guardie del corpo dei Luresindi, ovvero dei Custodi della Luce, quando questi devono compiere missioni o viaggi che possano e ne richiedono i servizi. Ecuba si è addestrata presso la sede dell'Ordine, a Fhaucasaepta nel Nord-est dell'Impero[1].

Il nome "Ecuba" le è stato donato dal Luresindo Alben quando l'ha scelta come sua Madre Guardiana per la missione nella Terra dei Draghi[1].

Storia editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Ecuba come personaggio fumettistico ha una storia molto più lunga e articolata rispetto agli altri personaggi. Infatti all'inizio era un personaggio fantasy ideato da Luca Enoch, che rimase inutilizzato per più di un decennio. Con il progetto del romanzo grafico di "Dragonero" venne ripescata facendola diventare una monaca guerriera addestrata per la protezione dei maghi[2].

Il suo stesso aspetto, concepito da Enoch, ovvero quello di una donna bionda algida e massiccia, stava per subire un cambiamento grafico ad opera del disegnatore della storia, Giuseppe Matteoni, che l'aveva visualizzata all'inizio come una amazzone esotica. Ma poiché l'ambientazione della storia non combaciava (infatti le popolazioni dalla pelle scura abitano le lontane e sconosciute "terre del Sud") è stata preferita la prima concezione[2].

Ecuba inoltre indossa una ampia gonna nera e la sua arma preferita è l'alabarda: essi richiamano l'Hakama e il dell'Aikido, di cui sia Matteoni che Enoch sono stati praticanti[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Passato[modifica | modifica wikitesto]

Non si sa molto sul passato di questa monaca se non che sia stata allevata e addestrata fin da piccola per essere una Madre Guardiana dalle sue consorelle al monastero di Fhaucasaepta, diventando la migliore della sua generazione[1] e fonte di ispirazione per le più giovani novizie[3].

La Terra dei Draghi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Dragonero (romanzo a fumetti).

Bisognoso dell'assistenza di una Madre Guardiana per la pericolosa missione che lo attende, porre rimedio al disfacimento del sigillo che tiene diviso il mondo degli Abominii dal loro, Alben il Luresindo si dirige a Fhaucasaepta dove la Madre superiore dell'Ordine, che in gioventù era stata la sua prima Guardiana, gli mostra una monaca estremamente capace, descrivendola come la migliore della sua generazione, dotata di una tecnica stupefacente e in grado di utilizzare con grande controllo il "Canto che uccide", una temibile tecnica in grado di uccidere a distanza con il solo grido. Alben la sceglie come sua Madre Guardiana e una volta celebrato il rito del possesso, le pone il nome di Ecuba.

Da quel momento in poi Ecuba si occupa con grande zelo della protezione di Alben, non intrattenendo praticamente alcun contatto con i compagni del suo protetto (Ian Aranill, Gmor Burpen e Myrva Aranille), dallo scontro sull'Isola Orfana presso il mare interno Awrasuhre, passando per la catena montuosa occidentale del Sùprelure fino al termine del loro viaggio presso quelle che un tempo erano le Tombe dei Draghi, molto oltre il "Grande Vallo", confine artificiale che divide l'impero dalle lande selvagge settentrionali. Solo in quest'ultima parte della loro missione Ecuba inizia ad amalgamarsi più con il resto del gruppo combattendo fianco a fianco con loro, prima contro i demoni evocati dall'oscura mente che si celava dietro la distruzione del sigillo, Saul Jeranas, e poi contro gli Algenti, ovvero gli inquietanti esseri che popolano la Terra dei Draghi dalla caduta degli Abominii.

Avendo queste creature tagliato loro la fuga e costrettoli a riparare presso una feritoia naturale molto stretta e chiusa, Ecuba da tutta se stessa, utilizzando tutte le tecniche e le arti apprese presso il monastero, per tenere lontani gli Algenti che in massa li incalzano in continuazione. Infine giungono i soccorsi: il Nuvolante che li aveva scortati all'inizio del loro viaggio riesce a trovarli grazie ad un razzo segnalatore di Myrva e lancia loro delle cime per trarli a bordo in salvo. Ecuba ponendo la sua missione al primo posto si erge come ultima difesa affinché Alben venga messo in salvo. Solo quando ciò avviene, Ecuba si aggrappa ad una cima e si fa trascinare verso lo scafo del Nuvolante: è allora che accade la tragedia. Una lancia degli Algenti la colpisce ad un fianco facendole mollare la presa e precipitare. I suoi compagni non possono fare niente e il Nuvolante si allontana prima che possa essere danneggiato dalle creature.

Successivamente Alben celebra il sacrificio della monaca presso il monastero di Fhaucasaepta. Lo stesso Ian, che durante lo scontro contro gli Algenti era privo di sensi per la battaglia precedente contro Saul Jeranas e il drago da lui evocato, mostra il proprio cordoglio per la sua morte, dicendo ad Alben che la ricorderà sempre.

Regina degli Algenti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Dragonero (serie a fumetti).

Ecuba non morì il giorno del compimento dell'incantesimo per risigillare il "Grande Divieto" nella Terra dei Draghi. Trafitta cadde, ma gli Algenti non le diedero la morte bensì le attutirono la caduta e la portarono dai loro sciamani che con metodi dolorosi ma efficaci la curarono. Una volta rimessasi, la donna comprese cosa volesse da lei quella gente silenziosa: volevano che diventasse la loro guida. Rivestita delle sue armi e accolta come parte di quella comunità, Ecuba si sentì tradita dai suoi compagni che aveva protetto fino alla fine, che aveva salvato e che in cambio, dal suo punto di vista, l'avevano abbandonata senza preoccuparsi di scoprire se fosse viva o morta. Poiché quello che contava era la vita del mago, lei era sacrificabile. Da quel momento visse tra gli Algenti, facendosi accettare come capo dai vari clan dimostrando la propria superiorità come guerriera e introducendo innovazioni belliche, dalle armi al modo di combattere, senza che nessuno di coloro che vivono al di là del Grande Vallo lo sapesse[4][3].

Un giorno una spedizione guidata da un Luresindo chiamato Arentèl, accompagnato dalla sua Madre Guardiana e da una scorta armata, compie una visita di controllo alla foresta del sigillo per assicurarsi che tutto fosse in ordine. Ecuba si accorge della presenza del mago scatenandogli contro l'Orda. Arentèl e i suoi riescono a sfuggirle evocando una fitta nebbia e nascondendosi presso le "Fosse dei Fargh", dei profondi calanchi che prendono il nome da degli enormi animali che vi si gettano quando sentono la morte appropinquarsi. Ecuba cerca di rintracciarli facendo muovere in circolo l'Orda e affidandosi ad un "Tracciatore", un oggetto in grado di rintracciare il segnale emesso dal "Percussore" della Madre Guardiana del mago, ovvero un meccanismo di localizzazione in dotazione alle monache guerriere, attivato per avvisare eventuali soccorsi della loro posizione[5].

I soccorsi sperati alla fine giungono e danno la possibilità al gruppo inseguito da Ecuba di fuggire a dorso di un Fargh. La ex-monaca si lancia al loro inseguimento decisa a non farli scappare, nonostante i suoi Algenti vengano fermati da un attacco di Vermi della sabbia, creatura terribili che abitano il sottosuolo di quelle lande; raggiunto il Fargh scaglia una freccia che con micidiale precisione colpisce il mago, nonostante la sua Madre Guardiana gli avesse fatto da scudo. Ecuba si inerpica poi sulla schiena del Fargh e si ritrova davanti, oltre alle sue vittime, Ian Aranill e Gmor Burpen, i suoi vecchi compagni. I due infatti erano stati incaricati di andare in missione per recuperare Arentèl e tutto il piano di fuga era stato approntato proprio dallo stesso Varliedarto[3].

Ecuba affronta così uno sgomento Ian che la credeva davvero morta. Nello scontro gli racconta velenosa la sua tragica sorte mentre lui cerca di farle capire che l'avevano cercata per settimane e che la sua morte li aveva colpiti tutti, in particolar modo Alben e la Madre Superiora del suo Ordine. Ecuba però non gli crede e non appena si accorge che il Fargh è riuscito a giungere nei pressi del Vallo, decide di abbandonare il duello e ritornare nel territorio degli Algenti. Scesa dalla schiena dell'animale e rimpadronitasi della sua cavalcatura, Ecuba grida ad Ian un ultimo avvertimento prima di dileguarsi nell'ombra della notte, ovvero che nessun mago avrebbe più messo piede in quelle terre[3].

Tempo dopo Ecuba orchestra un piano per invadere le terre oltre il Vallo sfruttando enormi iceberg provenienti dal remoto Nord dell'Erondàr. Alcune orde vengono mandate presso la banchisa ghiacciata e ibernate all'interno del ghiaccio per poi venire staccate e lasciate trasportare dalla corrente artica che le spinge verso il "Golfo d'avorio" ove sorge la città imperiale di Eburdàrt, ricco porto commerciale.

Giunte sul posto gli Algenti si liberano dal ghiaccio, compiono massacri contro la popolazione locale della costa e cingono d'assedio la città, mostrando le nuove armi di cui Ecuba li ha dotati con sgomentano degli assediati che vengono messi alle strette. La battaglia volge però a favore degli imperiali a causa dell'intervento delle truppe dell'Enclave della Montagna, convinte a partecipare da Ian Aranill a sua volta coinvolto per far luce su quegli strani movimenti di iceberg che non erano passati inosservati alle Guardie Rosse del Vallo, insieme agli insoliti movimenti degli Algenti verso Nord[6].

Mondo oscuro[modifica | modifica wikitesto]

Successivamente la vittoria delle Spade di giustizia, Ecuba viene catturata da Ian e Gmor e condotta presso il maniero di Ige Ghenna per essere sottoposta ad un processo di purificazione che l'avrebbe liberata dall'influenza dei miasmi provenienti dal mondo infero degli Abominii. Seppur molto sofferto e non privo di strascichi che costringono Ecuba a dover tornare periodicamente da Ige per contenerli, la monaca torna sè stessa e, quando l'Erondàr viene invaso dalle orde degli Abominii, si unisce all'armata dei Senzanima guidata da Ian per contrastarne la dilagazione[7][8][9].

Carattere[modifica | modifica wikitesto]

Ecuba è forte, coraggiosa e stoica. Come valore in battaglia o nel compiere la propria missione principale, difendere Alben, è pari se non superiore ai suoi compagni di viaggio. È dotata di un certo carisma che la rendono una figura di spicco tra le sue consorelle più giovani[3].

Fredda e silenziosa, non è una grande comunicatrice e i suoi rapporti con gli altri sono minimi se non quasi nulli. Nell'ultima parte della loro avventura nella Terra dei Draghi, Ecuba si apre un poco collaborando di più con il resto del gruppo[1]. Si può comprendere quanto essa sia effettivamente emotiva, e che avesse maturato un certo attaccamento al resto della compagnia, quando Ian la rincontra nel ruolo di Regina degli Algenti. Ecuba si è considerata abbandonata, tradita da lui e dagli altri, come se la sua perdita non fosse stata importante[3], cosa falsa dato che la sua "morte" li ha segnati in vario modo, Alben in particolare[1][3]. Infatti, benché lei lo rifiuti, Ian[1][3] e Sera[10] la ricordano come una loro amica.

Dopo il salvataggio da parte degli Algenti, Ecuba è diventata più pungente, velenosa e mossa da un profondo odio e rabbia, influenzato molto probabilmente dagli stessi Algenti di cui si è messa alla guida[3].

Abilità[modifica | modifica wikitesto]

Ecuba possiede una elevata abilità nel combattimento e nell'uso di molteplici armi bianche, di svariata tipologia, armi chimiche e magiche di cui ha appreso l'utilizzo nei suoi anni di addestramento al monastero di Fhaucasaepta[1]. Ecuba dimostra anche abilità nella costruzione di nuove armi, miglioramenti bellici e macchine d'assedio[4].

Addestrata fin dall'infanzia, Ecuba è un arsenale vivente: oltre all'alabarda che usa come sua arma preferita, la si è vista adoperare granate, il "Fuoco magico", shuriken, due spade corte, e una coppia di catene rostrate. A tutto ciò si aggiunge la temibile e mortale tecnica del "Canto che uccide"[1].

Il suo addestramento le ha fatto acquisire grande forza, resistenza, velocità e precisione: dopo essere diventata la Regina degli Algenti durante l'inseguimento di Ian e dei suoi compagni di fuga, è stata in grado di colpire con estrema precisione il suo bersaglio scagliando una freccia da più di duecento passi di distanza e con un arco di osso[3][11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Dragonero, romanzo grafico (Giugno 2007), Sergio Bonelli Editore
  2. ^ a b c Dalla scheda del personaggio posta alla fine del romanzo grafico Dragonero (giugno 2007), Sergio Bonelli Editore
  3. ^ a b c d e f g h i j Dragonero 11, La Regina degli Algenti, Sergio Bonelli Editore
  4. ^ a b Il racconto di Ecuba, storia breve presente in Dragonero 53, La furia degli Algenti, Sergio Bonelli Editore
  5. ^ Dragonero 10,Le Fosse dei Fargh, Sergio Bonelli Editore
  6. ^ Dragonero 52-53, Sergio Bonelli Editore
  7. ^ Dragonero Mondo Oscuro 1, A guardia della notte, Sergio Bonelli Editore
  8. ^ Dragonero Mondo Oscuro 2, Un grido dal profondo, Sergio Bonelli Editore
  9. ^ Dragonero Mondo Oscuro 3, Gli Algenti demoni, Sergio Bonelli Editore
  10. ^ Dragonero 5, Il raduno degli Scout, Sergio Bonelli Editore
  11. ^ Dragonero 15,Intrighi a corte, Sergio Bonelli Editore

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