Utente:IlariaGabe/Sandbox

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Ilario Garlini[modifica | modifica wikitesto]

Ilario Garlini (Bergamo, 25 maggio 1913 - Bergamo 8 dicembre 2004) è stato partigiano, artigliere alpino e imprenditore italiano.

Le trattative con i tedeschi e la nomina di Commendatore[modifica | modifica wikitesto]

Ilario Garlini militò fra i partigiani occupandosi del rifornimento delle armi per le formazioni e portò a termine incarichi di particolare rilievo nei giorni dell'insurrezione. Il 27 aprile del 1945, si riunirono a Celadina una colonna tedesca di SS con 31 camion e le colonne fasciste Farinacci e Monterosa, con l'intento di attraversare Bergamo per dirigersi verso Como e riparare in Svizzera. Il rischio di un possibile scontro con i partigiani del luogo, che avrebbe portato gravi conseguenze anche alla città di Bergamo, era altissimo. Per questi motivi il Comitato di Liberazione Nazionale, di cui Garlini faceva parte, si riunì in Prefettura con il Prefetto Ezio Zambianchi e il vescovo mons. Adriano Bernareggi, e decise di avviare delle trattative con i tedeschi.

Garlini accettò l'incarico armato unicamente di un vecchio fucile da fanteria cercano modello 91, consegnatogli personalmente dal segretario del vescovo Don Federico Berta, in cima al quale venne legato un tovagliolo bianco come bandiera bianca. Partì con un motocarro trovato in prefettura e si recò nella zona di Celadina. Fermato il motocarro ai piedi del viale del Cimitero, si incamminò verso le colonne nemiche schierate sulla strada di Seriate. Lì trattò la resa. I tedeschi e i fascisti della colonna Monterosa si arresero, consegnarono le armi e si dispersero. La colonna Farinacci, di contro, si rifiutò. Quest'ultima, ancora armata, fu accompagnata da altri partigiani verso Ponte San Pietro.

In seguito a questo gesto di estremo coraggio Ilario Garlini venne nominato Commendatore.

La nascita degli impianti di Lizzola[modifica | modifica wikitesto]

Un giorno Ilario Garlini, accompagnato dai figli Lino e Emilio in sella ai loro sci, e Franca Foresti, scendendo dal Pizzo dei Tre Confini, arrivarono in località Selle con vista Lizzola e capirono che la geografia del territorio era idonea alla realizzazione di impianti di risalita, sia per la posizione incantevole che per il clima atto a conservare a lungo la neve d'inverno.

Per questi motivi, nel 1959 Ilario Garlini, spinto anche dal suo forte amore per la montagna, acquistò il terreno dinanzi all'hotel Gioan e impiantò lo ski-lift acquistato nel 1945, dove oggi si trova la scuola di sci del paese.

Sempre nel 1959, in società con Renzo Foresti, realizzò sulla sinistra del cimitero anche lo ski-lift "Ancora". L'impianto, acquistato a Merano, gli costò 34 milioni a cui si aggiunsero altri 10 milioni per le due stazioni. Il primo biglietto, dal prezzo di lire 300, fu venduto il 1 gennaio 1960.

Nel 1969 nacque la bidonvia. Il piazzale antistante fu intitolato al fratello di Ilario, Emilio Garlini, deceduto il 7 novembre del 1943 sul Pizzo Scais.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Attestato di civica benemerenza con al seguente motivazione: con atto coraggioso ha salvato la città di Bergamo il 27 aprile 1945.[1]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Felice Bellini , Walter Pinessi Lizzola, la gente si racconta. Edizioni Villadiseriane.