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Walther Ruttmann (Francoforte sul Meno, 28 dicembre 1887Berlino, 15 luglio 1941) è stato un regista tedesco. Considerato uno dei maggiori esponenti dell'avanguardia cinematografica tedesca, ha contribuito nella sua carriera pionieristica a dare autonomia artistica all'arte cinematografica realizzando film astratti partendo da immagini dipinte, documentari, radiodrammi e film commerciali.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Walter Ruttmann nasce il 28 dicembre 1887 a Francoforte. Dall'età di dodici anni studia e pratica musica classica suonando il violoncello, successivamente segue studi di architettura, di Belle Arti e di cinema come autodidatta. Dopo gli studi lavora come pittore ritrattista e grafico pubblicitario e nel 1919 a Berlino compie i primi studi di pittura astratta insieme al pittore svedese Viking Eggeling (Lund, 21 ottobre 1880 – Berlino, 19 maggio 1925).[senza fonte]

Negli anni precedenti matura una propria teoria sul rapporto tra cinema e pittura,  documentando il proprio pensiero in uno scritto intitolato Arte e Cinema pubblicato postumo. Nel 1920 fonda la Ruttmann-Film GmbH e brevetta un apparecchio per realizzare immagini cinematografiche, con il quale realizza tra il 1921 e il 1925 quattro film astratti, i Lichtspield Opus (Giochi di Luce) 1,2,3 e 4 . Dal 1922, parallelamente alla sua attività artistica intraprende un rapporto di collaborazione professionale con Julius Pinschewer con il quale realizza alcuni film pubblicitari animati. Superato il periodo dell'astrattismo, Ruttmann si dedicò a progetti che furono impropriamente classificati come "documentari"[1]. Nel 1927 gira Berlino, Sinfonia di una grande città, film sperimentale in cui viene raccontata un'intera giornata nella capitale tedesca mettendo in risalto la modernità e la frenesia della metropoli. Lavora poi in modo sperimentale sul montaggio di due radiodrammi, avanzando soluzioni tecniche e stilistiche innovative nel mondo del mixaggio sonoro. Nel 1933, gira a Terni Acciaio, unico film di finzione di Ruttmann e unico soggetto cinematogarfico firmato da Luigi Pirandello. Schierato politicamente a sinistra, inverte completamente la propria inclinazione dopo un viaggio a Mosca nel 1928, fino a mettersi al servizio del Reich con la produzione di svariati Kulturfilm, producendo dal 1934 al 1941, anno della sua morte, 14 film divulgativi, alcuni dei quali di inequivocabile propaganda nazista.

Teoria artistica[modifica | modifica wikitesto]

Dall'inizio del secondo decennio del '900 Ruttman assiste come spettatore curioso ad una serie di eventi storico-artistici di grosso spessore che contribuiranno a determinare la sua personalità artistica e registica. Tra questi vi è la pubblicazione dell’almanacco Der Blaue Reiter (1912) sotto la guida di Wasilji Kandinsky, la conferenza sul cinema del futuro di Paul Wegener (1916), l’avvento dell’espressionismo tedesco e gli esperimenti di montaggio sonoro di Dziga Vertov (1916).[senza fonte]

In questi anni (1913 - 1917) matura una sua visione del cinema, espressa in un testo programmatico sul rapporto tra cinema e arte, Kunst und Kino (Arte e Cinema), che verrà pubblicato postumo. In esso Ruttman sostiene che la cinematografia fa parte delle arti figurative e di conseguenza più affine alla pittura e della danza.[2] Il regista ritience che forme, superfici e colori siano i suoi mezzi espressivi e che grazie alla progressione nel tempo, trasmettono il valore spirituale dell’opera cinematografica.

Gia altri teorici, critici e artisti si erano spesi su questo tema, primo fra tutti Ricciotto Canudo con La nascita della sesta arte (1908-11), dove il cinema realizzato fino a quel momento è considerato una mediocre forma di teatro modernista tecnologicamente aggiornata ma ancora vincolata alla narrativa[3]. Seguendo questa corrente di pensiero Kunst und Kino sottolinea l’esigenza di identificare le caratteristiche peculiari della cinematografia, epurandola dalle influenze del teatro e della letteratura per creare i presupposti di un arte nuova[4]. La scelta artistica di Ruttmann è quella di creare pittura in movimento.

Lichtspiel Opus[modifica | modifica wikitesto]

L’esordio di Ruttmann avviene nel 1921 con Lichtspiel Opus I , un film astratto che presenta forme sinuose, cerchi, anelli e forme a punta dipinti a mano con colori cangianti [5] che si muovono ritmicamente nello spazio schermico. La pellicola è ancora “muta” ma prevede l’esecuzione dal vivo di una composizione scritta appositamente dal compositore Max Butting. La prima proiezione ufficiale  avviene il 27 aprile 1921.

Uno dei primi apprezzamenti arrivano dallo scrittore e critico Bernhard Diebold, che assiste sia all’anteprima a porte chiuse  senza musica che alla proiezione ufficiale, affiancato da un giovane Oskar Fischinger. Diebold riconosce in questa proiezione una nuova arte del movimento, una danza di ornamenti epurata dalle ambizioni mimetiche del cinema contemporaneo costretto a obbedire agli aspetti naturalistici di attori e paesaggi. Considera questa nuova arte musica visiva[6] , quel prodotto artistico che aveva intuito circa cinque anni prima e che aveva chiamato Gemalder film (film dipinto). Il desiderio di vedere nascere  una nuova figura artistica dedicata a produrre “sinfonie di luce e suono” si avvera e il Bildermusiker (musicista per immagini) idealizzato in precedenza si incarna in Ruttmann che viene battezzato “Kinarch”, Dominatore del movimento[7].

Questa forma non narrativa e non contaminata dalle atre arti prende il nome di  cinema assoluto, una forma di espressione artistica pura che usa gli strumenti propri del cinema: luce, movimento e ritmo. Sul biglietto di invito Ruttmann dichiara espressamente la volontà di raggiungere “un’arte cinematografica realmente autonoma” e fa delle parole “Milerei mit Zeit” (dipingere col tempo) il suo motto e inaugura l’apparizione del film dipinto nelle sale di proiezione. Hans Richter  aveva nello stesso periodo intrapreso un percorso di ricerca in questo stesso contesto artistico ma la prima proiezione per un pubblico in sala è un primato di Ruttmann.

Da un punto di vista estetico-visivo altre caratteristiche contraddistinguono Ruttmann rispetto alla composizione che Richter realizza lo stesso anno e poi anche in quella di Viking Eggeling del 1924 (Symphonie Diagonale). Tra questi possiamo individuare: il diverso rapporto tra i pieni e i vuoti dell’immagine; l’attenzione per i confini dello schermo e il rapporto tra il dentro e il fuori; il contrappunto dei movimenti tra le forme rappresentare.

La composizione di Butting per L. Opus 1 è un quintetto d’archi, due violini, viola violoncello e contrabbasso. Un opera cameristica articolata come il film in tre parti, scritta dall'autore e adattata a film concluso. La composizione filmica, proprio perché astratta e non basata quindi sul vissuto e le emozioni che ne derivano, ha lasciato a Max Butting ampia libertà e autonomia nella scrittura, nell’esplorare soluzioni armoniche e le melodie dialogando alla pari con la componente visiva. Immagini e musica hanno un rapporto simbiotico che parte da delle indicazioni di Ruttman che disegna sul foglio pentagrammato schizzi che riprendono le figure in movimento del film, utilizzati come riferimento da Butting per arrangiare la composizione.

Lichtspiel Opus II viene presentata al pubblico senza musica. Alcune a considerazioni critiche dell'epoca non l'anno considerata particolarmente influente ma sempre B. Diebolt considera questa fase come l’incorporazione definitiva della musica nel film, un opera più matura grazie a un effetto di profondità prospettica.

Il terzo film di Ruttmann Lichtspiel Opus III è del 1924, presentato il 3 maggio 1925 ad una matinée berlinese organizzata dal Novembergruppe intitolata Der absolute film. Vi partecipano anche Leger, Picabia-Clair, Hirschfeld-Mack con Dreiteilige Farbsonatine provvisto di musica , Hans Richter con Film ist Rythmus 21 con rumori concepiti da Stefan Wolpe prodotti su un pianoforte da due esecutori, ed Eggeling con Symphonie Diagnale. Viene considerato dalla critica come un film strettamente legato alle opere astratte di Kandinsky, del quale aveva già subito l’influenza durante il precedente periodo artistico pittorico.

L’Opus III era stato anch’esso concepito senza l’integrazione musicale, ma l’avvenimento più curioso, che affianca ricerca artistica e ricerca tecnico-scientifica avviene però 3 anni dopo, il 16 luglio 1927, dove alla Kammermusicfest di Baden Baden viene mostrata l’opera con due sistemi sonori differenti. L’opera di Hanns Eisler, allievo di Schomberg, viene eseguita inizialmente dal vivo sincronizzata per mezzo del Cronometro musicale di C. R. Blum, un congegno elettromeccanico che faceva scorrere ad una velocità predefinita un nastro di celluloide in cui era scritta la partitura musicale. A detta delle testimonianze la precisione della sincronia è stata sorprendente.

Successivamente viene proiettata una pellicola registrata con la tecnologia Triergon che permette di registrare audio e video sullo stesso supporto in cui l’audio è riprodotto da una serie altoparlanti Stratophon che in base alle dimensioni  riproducono una diversa banda di frequenze. Siamo di fronte al primo film sonoro proiettato in Germania.

Con Lichtspiel Opus IV, la quarta ed ultima opera della serie astratta, Ruttmann affina i procedimenti di composizione aumentando la resa plastica delle figure con un uso di luci e ombre complesso che definiscono superfici e volumi senza riferimenti e allusioni ad elementi riconoscibili. L’opera viene presentata a una  matinée organizzata dal gruppo Berliner Novembergruppe il 2 maggio 1925 assieme all’Opus 2 e 3, Images mobile di Leger (probabilmente un estratto di Ballet Mécanique) e Entr’acte di Rene Clair e Picabia.

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • Kunst und Kino (pubblicato postumo in Der deutsche Avantgarde Film der 20er Jahre, W. Schobert, 1989)
  • Malerei mit Zeit (pubblicato postumo in Film als Film. 1910 bis Heute, hrsg. B. Hein, W. Herzogenrath, 1977)

Opere e collaborazioni[modifica | modifica wikitesto]

Lichtspiel Opus I (1921)
Lichtspiel Opus II (1922)
  • Der Sieger (con Julius Pinscher) (1920)
  • Lichtspiel Opus I (1921)
  • Lichtspiel Opus II (1922)
  • Das Wunder (1922)
  • Il Budda vivente (di Paul Wegener) (1923)
  • Ruttmann Opus III (1924)
  • Ruttmann Opus IV (1925)
  • Le avventure del principe Achmed (di Lorre Reiniger) (1926)
  • Berlin - Die Sinfonie der Großstadt (1927)
  • Melodie der Welt (1929)
  • Wochenende (1930)
  • Feind im Blut (1930)
  • In der Nacht (1931)
  • Acciaio (1933)
  • Altgermanische Bauernkultur (1934)
  • Triumph des Willens (1935)[8]
  • Metall des Himmels (1935)
  • Kleiner Film einer Grossen Stadt… der Stadt Düsseldorf am Rhein (1935)
  • Stuttgart, die Grossstadt zwischen Wald und Reben (1935)
  • Schiff in Not (1936)
  • Mannesmann. Ein Film der Mannesmannröhren-Werke (1937)
  • Im Zeichen des Vertrauens. Ein Bayer-Film (1938)
  • Deutscher Panzer (1940)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bendazzi, Animazione. Una storia globale, p. 106
  2. ^ Quaresima, Walter Ruttmann: cinema, pittura, ars acustica, 56
  3. ^ Guido Bartorelli, Studi sull'immagine in movimento. Dalle avanguardie a Youtube, Cleup, 2021, p. 35, ISBN 978-88-5495-341-3.
  4. ^ Leonardo Quaresima, Walter Ruttmann. Cinema, pittura, ars acustica, p.85
  5. ^ Leonardo Quaresima, Walter Ruttmann. Cinema, pittura, ars acustica, p.320
  6. ^ Leonardo Quaresima, Walter Ruttmann. Cinema, pittura, ars acustica, p.318
  7. ^ Leonardo Quaresima, Walter Ruttmann. Cinema, pittura, ars acustica, p.95
  8. ^ Giannalberto Bendazzi lo accredita come cameraman. Gianni Rondolino sostiene che il materiale da lui girato non venne comunque utilizzato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Leonardo Quaresima (a cura di), Walter Ruttmann. Cinema, pittura, ars acustica, Calliano (TR), Manfrini, 1994, ISBN 88-7024-503-9.
  • Giannalberto Bendazzi, Animazione. Una storia globale, Milano, UTET, Dicembre 2017, ISBN 9788851152376.
  • Guido Bartorelli, Studi sull'immagine in movimento. Dalle avanguardie a Youtube, Cleup, Padova, 2021, ISBN 978-88-5495-341-3.
  • Gianni Rondolino, Ruttmann, Walter, su treccani.it (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2021).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Artworks, su artnet.com.