Utente:Fvaninet/Sandbox

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Attilio Vaninetti

Attilio Vaninetti (Delebio, 7 marzo 1871Delebio, 25 giugno 1942) è stato un imprenditore italiano, cittadino insigne e benefattore.

Protagonista del suo tempo, si dimostro’ imprenditore arguto, molto attivo nella bassa Valtellina, in provincia di Sondrio. Inizio' dapprima conducendo un’ impresa per la cottura a fornace delle calci, poi si occupo' di una segheria per il taglio e la lavorazione del legname, divenendo uno dei maggiori fornitori della Ditta F.lli Feltrinelli Legnami dell'omonima famiglia Feltrinelli. Nel 1913 costrui’ e mise in funzione la prima centralina a turbine da 30 HP in localita’ Torrazza, sfruttando l’acqua del torrente Portolasco, condusse poi per anni l'impresa di generazione e distribuzione dell’energia elettrica sul territorio comunale e dintorni[1][2]. Nel 1923, in un periodo di forte disoccupazione post-bellica, inizio’ la costruzione di una nuova centrale idroelettrica in localita’ Tavani, con una potenza di 200 HP. La centrale sfruttava le acque del torrente Madriasco grazie anche alla realizzazione in quota di una galleria di raccolta delle acque verso le turbine site a valle. La potenza della nuova centrale di Tavani permise la creazione di una rete elettrica di distribuzione di concezione moderna, estesa anche ai vicini abitati di Piantedo, Andalo, Rogolo e Piagno. Negli anni ‘60 tale centrale rientro’ nel piano di nazionalizzazione delle produzione e distribuzione dell’energia elettrica, sancita dalla nascita dell’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (ENEL). La cessione fu formalizzata tramite il Decreto del Presidente della Repubblica n. 320 del 18 gennaio 1965 a firma di Giuseppe Saragat [3]. Realizzò un collegamento tra la sua segheria e la linea ferroviaria Colico-Sondrio,che si era affermata come la prima al mondo ad essere dotata di alimentazione elettrica trifase ad alta tensione, grazie al lavoro dell'ingegnere ungherese Kálmán Kandó. Negli anni '30 finanziò e realizzò un ponte in legno e funi, progettato dall’ing. Castelli che permise un piu’ sicuro ed agevole collegamento fra Delebio e Dubino rispetto al vecchio ed insicuro traghetto a fune di memoria napoleonica[4].

Incarichi istituzionali[modifica | modifica wikitesto]

A livello istituzionale ricopri’ numerosi e rilevanti incarichi. Fu sindaco di Delebio dal 1906 al 1908, Presidente del Corpo Musicale e comandante del corpo “Pompieri e Zappatori”[4]. Rappresento’ la comunita’ delebiese di fronte a numerosi enti pubblici. Sotto la sua presidenza, ed affidata alla direzione del maestro Pasquali, la banda di Delebio, fondata nel 1859, vinse il primo premio al concorso regionale di Como del 1920.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria


Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Attilio Vaninetti nacque a Delebio il 7 Marzo 1871 da Natale Vaninetti e Maria Corti. Fu il quinto di 10 figli, con suo fratello Giuseppe primogenito maschio. Sposo’ Clementina Bertolazzi da cui ebbe quattro figli: Maria, Gemma, Natale e Adele. Come da tradizione per l’epoca, chiamo’ il primogenito maschio come suo padre. Dagli ultimi due figli ebbe numerosi nipoti [5]. Fu presto attivo nella vita economica ed istituzionale del paese. Sul finire del 1800 e gli inizi del 1900, causa la difficile situazione economica, molti delebiesi si videro costretti ad emigrare in cerca di fortuna oltre oceano, in particolare America del Nord, Argentina ed Australia. Per altri invece ci fu la possibilita’ di rimanere grazie ai lodevoli tentativi di alcuni imprenditori locali che avviarono e gestirono delle attivita’ in grado di assorbire una discreta quantita’ di mano d’opera. Tra questi imprenditori, una figura di risalto fu quella di Attilio Vaninetti.

Protagonista del suo tempo, si dimostro’ imprenditore attivo ed arguto, dapprima conducendo un’ impresa per la cottura a fornace della calce in localita' Bocca d’Adda, frazione di Dubino, un paese confinante. In seguito eredito’ dal padre una piccola segheria per il taglio e la lavorazione del legname a Delebio, in localita’ Badia. Tale segheria era la piu’ antica, ma non l’unica, del paese di Delebio. Fu originariamente fondata dai monaci dell' Ordine Cistercense della Grangia, gli stessi che realizzarono un piccolo corso d’acqua artificiale, alimentato dalle acque del torrente Lesina, da cui poter trarre forza motrice per varie attivita’ del tempo. Ed in effetti la segheria, al pari dei numerosi opifici e mulini gia’ situati lungo il suo percorso, traeva la forza motrice delle lame proprio dall’acqua della roggia denominata “Aiguàl”. L’illuminazione era fornita dall’energia elettrica ottenuta da una piccola dinamo, realizzata nel 1894 in corrispondenza dello stesso corso d’acqua presso via Verdi [1].

Da uomo intraprendente quale era, intui’ subito le prospettive dello sfruttamento delle risorse idriche locali, andando negli anni seguenti a realizzare delle centrali idroelettriche via via piu’ potenti ed una rete di distribuzione dell’energia da esse generata. In quel periodo, inizio’ la vendita dell’energia elettrica prodotta. Nonostante l’energia generata fosse modesta, era comunque sufficiente per servire la segheria stessa in Badia ed alcuni artigiani della zona. Questo viene confermato dal documento titolato “Elenco degli opifici ed imprese del comune di Delebio”, in cui nel 1910 appare infatti un’ impresa di produzione e trasmissione di energia elettrica a nome di Attilio Vaninetti[6][7].

Nel 1899 si era sposato con Clementina Bertolazzi, il cui fratello Guido Bertolazzi aveva realizzato la prima centralina per la pubblica illuminazione elettrica nel 1894, sostituendo la precedente illuminazione a petrolio. E’ curioso notare il forte legame a doppio intreccio fra la famiglia Vaninetti e la famiglia Bertolazzi. Infatti Attilio Vaninetti sposo’ la sorella di Guido Bertolazzi, Clementina appunto, mentre quest’ultimo sposo’ una delle sorelle di Attilio, Rosina Vaninetti. Unendo quindi le forze con la famiglia della moglie, Attilio condusse per anni un’ impresa di generazione, distribuzione e vendita dell’energia elettrica sul territorio comunale e nelle vicinanze. Nel 1911 completo’ una versione evoluta e potenziata della sua prima dinamo. Subito dopo, con la neonata societa’ tra lui ed il Bertolazzi, si aggiudico’ l’appalto per l’illuminazione pubblica di Delebio, allora costituita da un centinaio di punti luce. Sull’onda dei primi successi, nel 1913 costrui’ e mise in funzione la prima centralina a turbine da 30 HP in localita’ Torrazza, sfruttando l’acqua del torrente Portolasco ed altre sorgenti vicine. L’acqua veniva raccolta in un bacino (chiamato “Vascùn”) e da li’ convogliata in condotta forzata fino alle turbine Pelton della centralina. Si trattava di un vero e proprio salto di qualita’ nella tecnologia adottata, con un notevole incremento dell’energia prodotta, con cui si poterono elettrificare strade, case ed opifici di Delebio.

Consapevole dell’importanza dell’energia elettrica per aumentare la produttivita’ e del valore di un efficiente sistema di trasporti per facilitare gli scambi commerciali, decise in quegli anni di investire nuovamente nell’attivita’ della lavorazione del legname. Potenzio’ quindi le infrastrutture per il trasporto del legname dai monti circostanti al fondo valle e realizzo’ una nuova segheria a seghe elettriche nei pressi della stazione ferroviaria, aprendosi cosi’ ad evidenti opportunita’ commerciali sia per l’approvigionamento della materia prima sia per il trasporto e la spedizione dei lavorati. A partire dal 1902, infatti, la linea ferroviaria Colico-Sondrio, di cui Delebio era una delle stazioni intermedie, si era affermata come la prima al mondo ad essere dotata di alimentazione elettrica trifase ad alta tensione, grazie al lavoro dell'ingegnere ungherese Kálmán Kandó. Attilio Vaninetti voleva trarre massimo beneficio da questa opera strategica. Arrivo’ pertanto a realizzare un binario tronco fra la stazione di Delebio e la sua nuova segheria a sega elettrica, acquisendo anche 3 vagoni merci per il trasporto del legname verso Milano, essendo divenuto uno dei maggiori fornitori della Ditta F.lli Feltrinelli Legnami dell'omonima famiglia Feltrinelli.

Nel 1923, in un periodo di forte disoccupazione post-bellica, inizio’ la costruzione di una nuova centrale idroelettrica in localita’ Tavani, con una potenza di 200 HP. La centrale sfruttava le acque del torrente Madriasco. Impossibilitato dalla situazione orografica a beneficiare di un bacino a cielo aperto, realizzo’ in quota una galleria di raccolta da cui poi convogliare le acque verso le turbine site a valle. La potenza della nuova centrale di Tavani permise la creazione di una rete elettrica di distribuzione di concezione moderna, estesa anche ai vicini abitati di Piantedo, Andalo, Rogolo e Piagno. Negli anni ‘60 tale centrale rientro’ nel piano di nazionalizzazione delle produzione e distribuzione dell’energia elettrica, sancita dalla nascita dell’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (ENEL). La cessione fu formalizzata tramite il Decreto del Presidente della Repubblica n. 320 del 18 gennaio 1965 a firma di Giuseppe Saragat [8].

Attilio Vaninetti sulla sua passerella quasi ultimata

Si occupo’ anche di facilitare gli spostamenti locali realizzando una sospirata quanto ardita passerella in legno e funi sul fiume Adda, fra il paese di Delebio e quello di Dubino[4]. Voluta e pagata dall’ormai Cavaliere Attilio Vaninetti, progettata dall’ing. Castelli e completata negli anni ‘30, permise un piu’ sicuro ed agevole collegamento fra Delebio e Dubino rispetto al vecchio ed insicuro traghetto a fune di memoria napoleonica, chiamato “cumbàll”. Attilio affido’ la costruzione della passerella all’impresa di Emilio Colombo che, nel 1929, ne sposo’ la figlia Adele Vaninetti.

Sempre piu’ convinto del potenziale e dei benefici della risorsa energia elettrica, nel decennio successivo fece progettare ed ottenne la concessione ministeriale per la derivazione e lo sfruttamento delle acque del torrente Lesina, con il bacino in quota di “Ciàz Menghìn” e la relativa centrale del “Basalùn”. La concessione ottenuta dal Ministero dei Lavori Pubblici fu successivamente ceduta alla ditta del fu Antonio Carcano a fronte dell’impegno ad utilizzare tutta l’energia prodotta per il costruendo stabilimento di fusione e laminazione dell’alluminio, divenuto negli anni seguenti la piu’ importante realta’ industriale di Delebio con quasi 300 addetti[4]. La suddetta centrale idroelettrica e’ tuttora in servizio e produce costantemente 6 MW di potenza.


Le attivita’ della sua azienda elettrica, nonche’ quelle di taglio, raccolta e lavorazione del legname per la segheria, offrirono valide opportunita’ di lavoro a numerose famiglie delebiesi. Per le sue attivita’ di impresario di successo, le cariche pubbliche ricoperte e la magnanimita’ dimostrata a favore della comunita’ locale, rappresento’ un riferimento costante ed un modello per il territorio della bassa Valtellina. I suoi indubbi meriti gli valsero il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona d'Italia, assegnatogli per decreto il 10 Giugno 1926 dal Re Vittorio Emanuele III[4].

Il 25 Giugno 1942, dopo un delicato intervento chirurgico allo stomaco ed una lunga degenza domiciliare, Attilio Vaninetti (chiamato confidenzialmente “ ’l sciur Tigliu”) si spense nella sua dimora a Delebio, circondato dagli affetti familiari e ben rappresentato dalle sue realizzazioni. Un giornale del tempo riporto’ la notizia della sua scomparsa, suggerendo che essa fosse avvenuta giusto “all’alba di una grande e industriale Delebio”[1].

Inaugurazione piazzetta Attilio Vaninetti

Il fare intraprendente del personaggio faceva il pari con il suo aspetto vivace e la sua conversazione frizzante. Fu generoso sostenitore delle iniziative civiche e culturali locali, nonche’ magnanimo donatore di beni da mettere a servizio della comunita’. Tra questi rientrano il lavatoio in localita’ Badia ed il terreno su cui oggi insiste la piazzetta a Delebio a lui intitolata. Queste proprieta’ erano state destinate, nelle intenzioni di Attilio stesso, a favore della comunita’ e successivamente cedute formalmente dai sui eredi. In riconoscimento del suo contributo allo sviluppo del territorio locale e per la magnanimita’ dimostrata, l’amministrazione comunale ha voluto intitolargli una piccola piazza nei pressi della stazione ferroviaria e prospiciente la sua dimora.

Il 22 Marzo 2015, alla presenza del Sindaco in carica, dei discendenti diretti e di numerosi concittadini, in questa piazzetta e’ stata posta una targa a ricordo con la dicitura “Cav. Attilio Vaninetti: imprenditore ed illustre concittadino”[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d “Il Ponte – giornale parrocchiale della Comunita’ di Delebio”, Gennaio-Febbraio 1991
  2. ^ Archivio storico del Comune di Delebio
  3. ^ Gazzetta Ufficiale, D.P.R. 18 Gennaio 1965, n. 320 https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1965-04-21&atto.codiceRedazionale=065U0320&elenco30giorni=false
  4. ^ a b c d e Archivio storico del Comune di Delebio
  5. ^ Archivio privato della famiglia Vaninetti
  6. ^ “Il Ponte – giornale parrocchiale della Comunita’ di Delebio”, Novembre-Dicembre 2014, pag 40 e 41, https://www.andepian.it/il-ponte/numeri-consultabili/
  7. ^ Archivio storico del Comune di Delebio
  8. ^ Gazzetta Ufficiale, D.P.R. 18 Gennaio 1965, n. 320 https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1965-04-21&atto.codiceRedazionale=065U0320&elenco30giorni=false

Categoria:Imprenditori

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]