Utente:Fernidst/Sandbox

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La propaganda nazifascista[modifica | modifica wikitesto]

Sia Benito Mussolini che Adolf Hitler videro il cinema come un ottimo strumento di propaganda, utile a diffondere le proprie ideologie, rispettivamente quella fascista e nazista.

La fondazione dell'Istituto Luce[modifica | modifica wikitesto]

Benito Mussolini considerava il cinema come "l' arma più potente" e per questo la utilizzò come uno dei tanti mezzi per diffondere e far prosperare il proprio partito; a conferma di questa tesi durante il corso dell' anno 1924 decise di fondare l'Istituto Luce (L'Unione Cinematografica Educativa). In seguito a questo avvenimento la produzione di documentari, al cui interno il duce si improvvisava attore interpretando una vasta gamma di ruoli (sostanzialmente tutte le figure presenti in Italia all'epoca), era diventata fondamentale per la propaganda fascista, in particolar modo grazie ai cinegiornali. Questi ultimi diventarono ben presto il settore cinematografico più utilizzato, essendo anche l'unico posto sotto il monopolio dello Stato.

Con questa tipologia di produzione cinematografica Mussolini imprime e diffonde le proprie imprese.

La fascistizzazione del cinema[modifica | modifica wikitesto]

L'Istituto Cines-Pittaluga[modifica | modifica wikitesto]

Il processo di fascistizzazione del cinema è un processo progressivo che comincia nel 1929 (ben 5 anni dopo la fondazione dell'Istituto Luce) con la concessione della realizzazione delle pellicole a pochi privilegiati, specialmente a Stefano Pittaluga il quale, entro l'anno successivo (1930), arriverà al vertice dell'Istituto Cines-Pittaluga; nel 1931, prima della sua precoce dipartita, riorganizzerà l'istituto grazie ad un processo di riforma della produzione ed un ampliamento della rete dei servizi.

La nascita di Cinecittà[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1936 Luigi Freddi fonderà, partendo da ciò che era stato l'Istituto Cines, gli stabilimenti di Cinecittà; in questo periodo verranno prodotti alcuni dei più famosi film del regime quali Vecchia guardia di Alessandro Blasetti, Cavalleria di Goffredo Alessandrini, Condottieri di Luis Trenker, Scipione l'africano di Carmine Gallone e molti altri. Queste pellicole di "ricostruzione storica" avevano l'obiettivo di far risplendere l'operato del duce, mettendo in paragone l'epoca rappresenta nel film e l'epoca del regime fascista. Queste opere tuttavia non possono essere considerate completamente propagandistiche, ma vengono catalogate come pellicole facenti parte del genere del cinema d'evasione.