Utente:Fabio Convertini/Sandbox

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Juan de la Cierva y Codorníu (Murcia, 21 settembre 1895Croydon, 9 dicembre 1936) è stato un ingegnere ed imprenditore spagnolo, fondatore nel 1925 della Cierva Autogiro Company e considerato uno dei pionieri dell'aviazione.

Il suo nome è legato all'invenzione dell'autogiro, un velivolo di nuova concezione che univa le caratteristiche di un normale aeroplano a quelle del futuro elicottero, e che perfezionò dal 1919, anno in cui volò per la prima volta un prototipo del nuovo velivolo, fino al 1936, anno in cui trovò la morte in un incidente di volo, all'Aeroporto di Croydon.

Nel 1925, dopo una dimostrazione organizzata per l'Air Ministry britannico interessato ai suoi studi, fonda con la collaborazione dell'imprenditore scozzese James G. Wier l'azienda che prenderà il suo nome, la Cierva Autogiro Company e che fornirà velivoli sia per uso civile che militare, questi ultimi utilizzati dalla Royal Air Force come osservatori e ricognitori.

Juan de la Cierva naque il 21 settembre 1895 a Murcia, in Spagna. Nato presso una famiglia benestante, a nove anni si trasferì a Madrid per seguire il padre,Juan of the Cierva Peñafiel,ministro del re Alfonso XII e inserito in ambienti conservatori.Già adolescente De la Cierva fece esperienza con gli alianti. I suoi primi esperimenti con gli aerei risalgono al 1912. De la Cierva studiò a Madrid per 6 anni, ottenendo la laurea in Ingegneria Civile. Cierva, completato il periodo di studi, si inserì in una gara d'appalto per progettare un aereo per l'Esercito Spagnolo. La sua proposta era un biplano da bombardamento che fece il suo volo di prova nel maggio 1919. Sfortunatamente, il pilota fece stallare l'aereomobile e per questo si schiantò al suolo. Il giovane De la Cierva progettò un altro aereo, un trimotore nel 1918 . L'aereo eseguì tre voli di prova e poi si schiantò andando distrutto nel 1919. Questi eventi lo spinsero a ricercare nuove forme ingegneristiche per gli aeroplani tali che fosse impossibile finire in stallo aerodinamico. Egli considerò l'elicottero come possibile soluzione, tuttavia riteneva che gli elicotteri fossero troppo complicati meccanicamente, teorizzando l'utilizzo di un motore posto convenzionalmente in avanti combinato ad ali rotanti poste su un mozzo. Questo tipo di approccio originale sta quindi alla base degli autogiri. L'ingegnere iniziò nel 1920 esperimenti che permisero la creazione dei primi autogiri. Nel 1923 fece il primo volo con un autogiro nella storia, attirando anche attenzione in paesi esteri. Terminata la fase di sperimentazione, passò quindi alla progettazione di autogiri destinati ad uno sviluppo commerciale. Grazie all'aiuto dell'esercito Spagnolo, interessato all'invenzione, De la Cierva potè utilizzare una galleria del vento e personale specializzato per progettare il Cierva C.6, un autogiro funzionante che fu presentato alla nona fiera internazionale aeronautica di Parigi nel 1924, ottenendo un'ottima accoglienza da parte del pubblico. Da quel momento l'ingegnere Spagnolo fu attivo nella promozione degli autogiri tramite conferenze e pubblicazioni, incontri con esperti stranieri e esibizioni. in seguito costruì un modello migliorato del C.6, il C.6bis. Nel 1925 si spostò a Londra dove portò con se un C.6bis, che fu mostrato al Ministero dell'Aria britannico, il quale commissionò diversi autogiri sperimentali. In breve tempo le migliorie furono protette da brevetto e fu da lui creata la "Cierva Autogiro Company" per la commercializzazione di questi brevetti. Nel 1928 iniziò un tour europeo che portò grandi seguiti commerciali, mentre nello stesso anno fu venduto il primo autogiro in america. Nel 1929 fu fondata la "Pitcairn-Cierva Autogiro Company of America" con un capitale di un milione di dollari. In questa fase lo sviluppo degli autogiri si concentrò più sulle migliorie commerciali rispetto allo sviluppo ingegneristico. Tuttavia nello stesso periodo Cierva si concentrò per aumentare le capacità di carico degli autogiri, rivolgendosi anche al matematico Adam Puig.

  • (EN) Peter W. Brooks: Cierva Autogiros. Smithsonian Institution Press, Washington 1988

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