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Ruderi fortificazione del Monte Cinto[1]

Monumenti e luoghi d'interesse

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  • Castello di Monte Cinto: eretto tra il X e il XIII secolo fu una delle fortezze costruite come struttura difensiva nell'area dei Colli Euganei grazie alla diffusione sul territorio delle potenze signorili locali.[2] Situato sulla cima dell'omonimo monte era di forma ovale protetto da delle mura e da un contrafforte nella parte meridionale.[3] Oggi le rovine si trovano in posizione isolata ma in passato la rocca era collegata ad un secondo castello posto in posizione più bassa ed entrambi svolgevano la funzione di controllo alle vie di accesso che dalla pianura portavano all'area occidentale dei Colli Euganei. Per raggiungere il sito è necessario seguire il Sentiero nº11 del Parco Regionale Colli Euganei che partendo dal Museo Geopaleontologico di Cava Bomba permette di risalire il versante sud del monte e osservare, prima di arrivare alla cima del colle, diverse cave in disuso e la particolare struttura del Buso dei Briganti.[4]
  • Buso della Casara:
    a Valnogaredo è situata quest'antica sorgente, una sorta di acquedotto sotterraneo di epoca romana costituito da un sistema di grotte e cunicoli scavati nella roccia. Il flusso delle sorgenti di Faedo e di Valle S. Giorgio veniva così convogliato e diretto fino ad Atheste, l'odierna Este. Tale sistema di approvvigionamento idrico è tuttora in funzione, come da millenni, grazie a recenti interventi di restauro.
  • Chiesa di Cinto Euganeo:
    il campanile fu eretto sulla base dei resti di una torre del Castello del Monte Cinto, mentre la chiesa risale al 1590.
  • Chiesa dei Santi Nazario e Celso, in località Cornoleda:
    edificio settecentesco in stile neorinascimentale.
La chiesa di Valnogaredo
  • Chiesa di Faedo:
    fu costruita nel 1497 sui ruderi della precedente: nel corso dei secoli fu riedificata per ben 5 volte, in seguito ad eventi calamitosi come l'incendio del 1556 e il sisma del 1775. L'ultima ricostruzione ebbe luogo tra il 1815 e il 1818, dopo che venne distrutta da una frana nel 1812.
  • Chiesa di Fontanafredda:
    l'edificio è del 1718 e custodisce al suo interno pregevoli tele e un altare del Sansovino[non chiaro].
  • Chiesa di Valnogaredo:
    costruita nel 1758, in stile barocco veneziano, al suo interno conserva famose tele ed affreschi di Jacopo Guarana[5].
Veduta di Faedo
  • Chiesetta di Santa Lucia:
    eretta nel 1464, è stata restaurata di recente[6].
  • Fornace della ex-Cava Bomba:
    Museo di Cava Bomba

    caduta in disuso nel 1974, la fornace oggi costituisce una preziosa testimonianza di archeologia industriale. Oggi è sede di un museo geo-paleontologico che permette di ripercorrere le tappe della formazione e della struttura dei Colli Euganei, con reperti rinvenuti in loco o provenienti dalla collezione Da rio del Museo padovano. Oltre alla mostra permanente geo-paleontologica, la struttura ospita anche una ricca documentazione relativa agli aspetti economici e culturali di attività quali il lavoro dei cavatori, degli scalpellini e dei fornaciai che operavano nell'ambito dei Colli per la produzione e la lavorazione dei materiali da costruzione ricavati dalle cave. Cava Bomba è anche punto di partenza dell'itinerario del Museo diffuso, che risale le pendici del Monte Cinto, attraverso siti di interesse storico e naturalistico, fino ai ruderi dell'antico castello, posto in cima.
  • Grotta dei Briganti
Magazzino di Cinto Euganeo
  • Magazzino di Cinto Euganeo:
    costruito dalla Provincia di Padova presso il Museo di Cava Bomba, come centro logistico per le manutenzioni dei musei e della viabilità del Parco Regionale dei Colli Euganei, è stato premiato da architetti di fama mondiale al Premio Internazionale di Architettura Cappochin 2007, in quanto rappresenta una rilettura in chiave contemporanea dell'architettura rurale, orientato a mitigare il contrasto degli edifici industriali esistenti con l'articolazione volumetrica del complesso di Cava Bomba. L'opera, definita un esempio di architettura rispettosa della storia e in armonia con l'ambiente, è stata progettata dall'architetto Nicola Gennaro, autore di interventi di rilievo nell'area del Parco Regionale dei Colli Euganei come il restauro del complesso di Villa Beatrice e il nuovo Liceo Ferrari di Este[7].
  • Monastero degli Olivetani:
    i suoi ruderi sono ancora visibili sulla cima del Monte Venda.
  • Oratorio di San Gaetano:
    ubicato ai piedi del Monte Fasolo, fu costruito nel 1669.
  • Terme della Val Calaona
  • Villa Alessi Sperandio Fontana:
    costruita come castello a scopo difensivo nel XIV secolo e in seguito riconvertita a residenza signorile, oggi è adibita a struttura alberghiera.
  • Villa Camposampiero:
    situata a Fontanafredda, la villa seicentesca è adibita a Casa Canonica da oltre due secoli.
  • Villa nonna Adriana
  • Villa Contarini Rota Piva:
    costruita sulle rovine di una villa preesistente di Valnogaredo nel 1704, è nota per gli affreschi di Jacopo Guarana, appartenente alla scuola di Giambattista Tiepolo.
  • Villa Rodella Pasinetti Pasqualigo:
    di origine trecentesca, è passata di proprietà più volte: in principio furono i Pasqualigo, poi i Pasinetti e infine fu comprata da Giuseppe Rodella (1826-1900) che apportò alcune modifiche sulla facciata principale. Fu proprietà dell'ex ministro ed ex presidente della regione Veneto Giancarlo Galan; dal 2016 è di proprietà dello Stato Italiano.
  • Villa Pesaro Maldura Gallo:
    edificio risalente al XVI secolo.

Ambulatorio Sostini del V secolo che ospitava un importante lazzaretto di lebbrosi

  1. ^ Ruderi Fortificazione del Monte Cinto, su parcocollieuganei.com.
  2. ^ Claudio Bellinati, Sante Bortolami e Giovanni Cagnoni, Storia e leggenda di un manufatto difensivo dei Colli Euganei, Il Poligrafo, 1999.
  3. ^ Diego Calaon, "Incastellamento" nei Colli Euganei: progetto di ricerca e risultati preliminari (PDF), su iris.unive.it.
  4. ^ N.11 - Sentiero del Monte Cinto, su parcocollieuganei.com.
  5. ^ La chiesa parrocchiale di Valnogaredo, su parrocchiemap.it.
  6. ^ Comune di Cinto Euganeo[collegamento interrotto]
  7. ^ Il Mattino di Padova, 23 febbraio 2007