Utente:Elenac98/Sandbox

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Il dol o doljanchii è una tradizione coreana che celebra il primo compleanno e ancora oggi è festeggiata dalle famiglie coreane. Il festeggiato indossa un particolare tipo di hanbok (dolbok) con un copricapo tradizionale: le bambine il gulle e i bambini l’hogeon.

Quadro generale[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la tradizione, la mattina del compleanno la famiglia si riunisce davanti al samsinsang, un tavolo allestito per le divinità della gravidanza e parto (Samsin halmeoni, cor: 삼신할머니), e rendono grazie servendo riso, zuppa di miyeok (miyeok-guk, cor: 미역국) e torte di riso (tteok, cor: 떡). La festa vera e propria inizia con l’arrivo di parenti e amici e culmina con il doljabi, in cui il festeggiato è incoraggiato a scegliere uno degli oggetti posizionati sul tavolo (tradizionalmente: arco e freccia, libro e pennelli, riso e denaro, forbici e righello) – in base all’oggetto scelto, viene predetto il futuro del festeggiato. Per la maggior parte delle famiglie coreane, questa celebrazione è uno degli eventi familiari più importanti poiché si ritiene che sia strettamente correlato alla salute e la felicità del loro giovane membro della famiglia.

Origine storica[modifica | modifica wikitesto]

Questa ricorrenza ha origine durante la dinastia Joseon, periodo in cui il tasso di mortalità infantile entro un anno dalla nascita era molto alto. Per questo motivo, superare il primo anno di vita era un importante traguardo degno di essere festeggiato in grande.

Cibi tradizionali[modifica | modifica wikitesto]

La cerimonia del doljanchi si apre con il banchetto, chiamato in coreano dolsang (cor: 돌상) e dedicato alla divinità Samsin (cor: 삼신), considerata il nume tutelare dei bambini. Il bambino è seduto al centro, vestito con l’hanbok, e il cibo imbandito davanti a lui o lei consiste in una varietà di gnocchi di riso, chiamati rispettivamente: baekseolgi, susupatteok, injeolmi, and songpyeon. Il riso, infatti, è considerato un alimento molto importante nella cucina coreana, anche in conseguenza al fatto che scarseggiava in passato. Il termine baekseolgi (cor:백설기) deriva dai caratteri cinesi baek (cin: 白) - questi ha doppio significato, sia di bianco che di cento, sol che significa neve (cin: 雪), e gi (cin: 只), gnocco di riso, la cui funzione era, quindi, sia ricordare il colore della neve, che, nondimeno, augurare al bambino una vita lunga cento anni. I Susupatteok (cor: 수수팥떡), invece, sono gnocchi di riso a base di fagioli rossi che, per via del loro colore rossastro, si pensava essere dotati di valore apotropaico (allontanare gli spiriti maligni). L’injeolmi (cor: 인절미) sono un altro tipo di gnocchi di riso ricco di glutine, cotto a vapore e lavorato fino ad ottenere una consistenza collosa. Infine, i songpyeon (cor: 송편) sono gnocchi, alcuni con aggiunta di ripieni e altri senza, che augurano al bambino una crescita fruttuosa, sia per il carattere che per la costituzione fisica. Oltre ai songpyeon vengono preparati anche i noodles, i quali, per via della forma allungata e sottile, simboleggerebbero longevità. Sul tavolo si può trovare anche della frutta che simboleggia prosperità.

Doljabi, il significato degli oggetti[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione del doljabi risale all'antica Cina, ma in Corea ha iniziato a diffondersi ampiamente durante il periodo Joseon, dapprima tra i membri della famiglia reale e, col tempo, anche tra le famiglie della gente comune. Il termine doljabi deriva dal coreano dol (cor: 돌), che significa il “primo compleanno del bambino”,  jab (cor: 잡), che significa “afferrare”, e -i (cor: 이), la particella del soggetto. Il doljabi, infatti, consiste nel rituale dell’afferrare un oggetto posto sul tavolo, da parte del bambino o della bambina vestiti in hanbok, l’abito tradizionale coreano. Si fa risalire questa usanza all’antica Cina, poi diffusasi in Corea durante il periodo Joseon. In base al genere del bambino venivano posti sul tavolo oggetti quali carta, pennello, libro, inchiostro, per il bambino; forbici, coltello, cucchiaio, indumenti, metro, filo e ago, per la bambina. In base a ciò che il bambino o la bambina afferra si può predire il futuro della loro vita. Ad esempio, se il bambino avesse afferrato la carta o il pennello si pensava che sarebbe diventato uno studioso; se la bambina avesse afferrato le forbici o l’ago sarebbe diventata una buona moglie e casalinga. Al giorno d’oggi è ancora un'usanza praticata, ma sono stati aggiunti altri oggetti più moderni, quali lo stetoscopio, la palla da pallacanestro o il microfono.

Abiti: il dolbok[modifica | modifica wikitesto]

Usanza vuole che, in occasione del doljanchi, il bambino o la bambina indossi abiti dai colori sgargianti, la cui combinazione varia a seconda che si tratti di un maschio o di una femmina. Questo indumento è un particolare tipo di hanbok noto come dolbok (cor: 돌복), utilizzato specificamente per la cerimonia del primo compleanno. Il dolbok del bambino consta di un hogeon (cor: 호건), particolare tipo di gwanmo (cor: 관모, copricapo indossato dai giovani coreani in età compresa tra uno e cinque anni) a forma di tigre, il cui intento è quello di allontanare le energie negative e augurare salute e longevità, e un ggachi durumagi (cor: 까치 두루마기, soprabito multicolore), lo strato più esterno dell’hanbok da indossare sopra la jeogori (cor: 저고리, giacca tradizionale coreana) e i paji (cor: 바지, pantaloni). Il dolbok della bambina si compone invece di un gulle (coreano: 굴레), un tipo di sseugae (cor: 쓰개, copricapo tradizionale, popolare in periodo Joseon tra le giovani coreane dell’alta società) decorato con diversi daenggi (cor: 댕기, nastri per capelli); una saekdong jeogori (cor: 색동저고리), giacca corta con maniche multicolore da legare in vita con un fiocco;  una gonna color cremisi. Infine, entrambi i dolbok presentano alcuni elementi comuni: una doltti (cor: 돌띠), una lunga fascia da avvolgere attorno alla vita più volte come augurio di longevità, solitamente la doltti presenta ricchi ricami, raffiguranti la luna, le nuvole e gli alberi di pino, anch’essi augurio di una vita lunga, così come fiori e farfalle, augurio di salute e felicità; e i tarae beoseon (cor: 타래버선), calzini trapuntati con ricami decorativi, stretti intorno alle caviglie con un nastro blu nel caso un maschio, con uno rosso nel caso di una femmina.

Regali: geumpanji (o anello d’oro)[modifica | modifica wikitesto]

Da che se ne ha memoria in Corea l’oro è il medium più apprezzato per augurare una vita lunga e prospera in occasione di riti di passaggio e ricorrenze varie, specialmente nel caso dei bambini. Per questa ragione è consuetudine, durante il doljanchi, fare dono al festeggiato di un anello d’oro (cor: 금반지, geumbanji), nello specifico compreso tra i 22 e i 24 carati. Questi anelli hanno funzione di talismani, con lo scopo di vegliare sulla crescita del bambino. Ogni famiglia coreana ne possiede in media dai 5 ai 20. Ebbene, questi anelli non volevano essere un regalo puramente vistoso, oltre che di natura simbolica, avevano anche un valore più pratico: era sottinteso che gli anelli potessero venir fusi o venduti, in caso di emergenza, e il ricavato investito a sostenere il futuro del bambino. Se in precedenza conservare gli anelli era l’opzione più gettonata, al giorno d’oggi vendere o ipotecare questi doni sta diventando una pratica sempre più frequente. In origine il peso degli anelli era misurato in don (3,75 grammi), tradizionale unità di misura coreana: ciascuno di essi misurava tra 1 o ½ don e a seconda del costo dell’oro il prezzo poteva variare dai 50 ai 60\70$. Quantomeno fino a tre anni fa. Con l’aumento del prezzo dell’oro, in tempi più recenti, doni simili possono arrivare a costare più di 100.000 won. Per questa ragione, se molti coreani antepongono ancora la natura simbolica degli anelli al loro valore materiale, sempre più invitati ai doljanchi optano per regali meno costosi o direttamente contanti, e sempre più famiglie che ricevono in dono gli anelli li rivendono il prima possibile.

Doljanchi oggi[modifica | modifica wikitesto]

Pur conservando i tratti fondamentali del doljanchi originario, questa pratica è mutata nel tempo inglobando elementi della Corea moderna e iper-tecnologica, si pensi alla cerimonia del doljabi, in cui gli oggetti tradizionali vengono sovente sostituiti da un microfono, uno stetoscopio, un mouse etc, o al servizio fotografico allestito dopo la cerimonia classica. Nonostante il doljanchi continui a essere una pratica ampiamente diffusa e riverita, la recente situazione economica spinge sempre più famiglie a ridimensionare la festa o a non celebrarla affatto. Se in passato il doljanchi voleva celebrare il traguardo di un anno di vita raggiunto dal bambino, al giorno d’oggi, con la drastica riduzione della mortalità infantile, sempre più giovani vedono in questa ricorrenza una futile ostentazione di benestare e opulenza. In aggiunta a ciò, il doljanchi moderno richiede una spropositata quantità di denaro, tempo e organizzazione, investiti in catering, fotografi e parrucchieri professionisti, spese che molte famiglie non possono o non vogliono sostenere. Queste ragioni e l’attuazione di una legge anti-graft (la quale regola la quantità di denaro donato, ricevuto o investito), hanno spinto sempre più coreani a organizzare doljanchi privati nell’intimità della propria cerchia familiare.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]