Utente:Divudi85/prove

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Salaborsa Ragazzi

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Lo stesso argomento in dettaglio: Biblioteche_di_Bologna § Salaborsa_Ragazzi.

Salaborsa Ragazzi occupa parte dello spazio del Torrione di Canton de' Fiori e degli appartamenti estivi del Cardinale Legato[4] e in altri spazi attigui e collegati posizionati tra il piano terra e il piano interrato del palazzo.

Organizza eventi rivolti alla promozione della lettura e della conoscenza approfondita della letteratura per l’infanzia ma anche corsi di formazione per insegnati ed educatori[2]

All'interno della Biblioteca Salaborsa Ragazzi si trova anche uno spazio educativo e creativo dedicato agli adolescenti, che si chiama OfficinAdolescenti [1].

Tra il secondo dopoguerra e gli anni Novanta del Novecento venne aperta al pubblico anche una "Sala burattini", che ospitava spettacoli di burattini per bambini ogni domenica [2].



Presso la Salaborsa Ragazzi ha sede IBBY Italia, l'organizzazione internazionale no-profit che ha l'obiettivo di "facilitare l’incontro tra libri, bambini e bambine e ragazzi e ragazze".

Salaborsa Ragazzi possiede circa 90.000 volumi[1] per lettori dagli 0 ai 16 anni, suddivisi in tre sezioni: bambini, ragazzi e divulgazione[2]. È presente anche uno scaffale dedicato a genitori, insegnanti e bibliotecari su letteratura per ragazzi, psicologia, puericultura e pedagogia.[3]

Libri in lingua

Salaborsa Ragazzi conserva inoltre una ricca collezione storica che comprende il patrimonio della Biblioteca centrale bambini e ragazzi di Villa Mazzacorati e dalla Biblioteca dei ragazzi ai Giardini Margherita, tali raccolte sono collocate a deposito, disponibili per lo studio e la ricerca ma non per il prestito.

[1 - https://anagrafe.iccu.sbn.it/isil/IT-BO0579] [2 - Patregnani 2002] [3 - LA CARTA DELLE COLLEZIONI DELL'ISTITUZIONE BIBLIOTECHE DEL COMUNE DI BOLOGNA, 2015 https://www.bibliotechebologna.it/documents/carta-delle-collezioni] [4 - Cronologia su Sala Borsa https://www.bibliotecasalaborsa.it/documents/cronologia-su-sala-borsa-3286e0

L'Archiginnasio di Bologna è uno dei palazzi più significativi della città di Bologna, costruito dall'architetto Antonio Morandi detto "il Terribilia" nel XVI secolo, si trova nel cuore del centro storico. Il palazzo ha ospitato l'antica Università fino al 1803 e dal 1838 è sede della Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio[3].

La costruzione dell'Archiginnasio fa parte di una più ampia opera di risistemazione dell'area di Piazza Maggiore voluta da papa Pio IV nel XVI secolo, dello stesso periodo è l'apertura di piazza Galvani, la realizzazione della fontana del Nettuno e della piazza da cui prende il nome.

Il cardinale legato Carlo Borromeo e il suo vice Pier Donato Cesi assegnarono il progetto del palazzo dell'Archiginnasio ad Antonio Morandi (detto "il Terribilia"), il quale completò l'opera in soli 17 mesi tra la primavera del 1562 e l'autunno del 1563. Principale obiettivo del progetto era la realizzazione di un luogo unitario dove svolgere gli insegnamenti universitari, prima di allora dispersi tra sedi e luoghi diversi e così contrastare la perdita di prestigio che stava subendo lo Studium. Ulteriore motivazione della rapida costruzione del palazzo risiede nella volontà del Pontefice di impedire il progetto di ingrandimento della Basilica di San Petronio che, portato a compimento, avrebbe tolto il primato a San Pietro di chiesa cristiana più grande al mondo[3][4].

L'Archiginnasio rimase sede dello Studium bolognese dall'anno della propria inaugurazione (1563) fino al 1803. dal 180? al 1838 scuole elementari, dal 1838 biblioteca

Il palazzo è articolato su due piani con porticata anteriore e cortile centrale a doppio ordine di logge. Al centro del cortile, di fronte all'ingresso, si trova la "Cappella di Santa Maria dei Bulgari", che deve il suo nome a una chiesa che sorgeva in "curia Bulgari", cioè presso le case del celebre giurista Bulgaro (XII secolo).

Tra le emergenze storiche principali si annovera il teatro anatomico (che fu costruito su progetto di Antonio Levanti nel 1637). Questo era una sala dedicata allo studio dell'anatomia a forma di anfiteatro, costruita in legno d'abete, soffitto a cassettoni, e decorata con statue, restaurata nel secondo dopoguerra dopo che i bombardamenti alleati del 1944 l'avevano pesantemente danneggiata. È caratterizzato da una cattedra, dove sedeva il professore, sovrastata da un baldacchino retto da due statue di uomini nudi e privati della pelle, detti "gli spellati", opera settecentesca di Ercole Lelli. Le numerose statue che decorano le pareti rappresentano medici dell'antichità e della contemporaneità, in busto se ritenuti figure minori, a figura intera se considerati eminenti luminari. Le due statue principali, alla destra dell'entrata, raffigurano Ippocrate e Galeno, rispettivamente il più importante medico greco e il più importante medico romano. Una statua interessante, sulla parete opposta alla cattedra, raffigura un medico che regge in mano un naso: si tratta del bolognese Gaspare Tagliacozzi, considerato il precursore della rinoplastica.

Al piano superiore del palazzo sono collocate anche le antiche sale di studio dei Legisti (diritto civile e diritto canonico) e degli Artisti (filosofia, medicina, matematica, scienze fisiche e naturali). Le rispettive aule magne sono la Sala dello Stabat Mater e la Sala di Lettura dell'odierna Biblioteca Comunale. La Sala dello Stabat Mater venne così chiamata a ricordo della prima esecuzione nazionale dell'omonima opera di Gioachino Rossini tenutavi il 18 marzo 1842 con la direzione di Gaetano Donizetti. Sia i legisti che gli artisti disponevano di dieci aule, ma quelle dei legisti erano tutte disposte lungo il corridoio principale.

A testimonianza della lunga storia universitaria del palazzo è rimasto il più vasto complesso araldico murale al mondo, composto attualmente da circa 6000 (in origine erano oltre 7000) stemmi studenteschi e iscrizioni in onore dei professori. Il complesso fortunatamente si salvò dalla distruzione ingiunta dal governo repubblicano nel 1797 e dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

L'edificio cessò la sua funzione universitaria nel 1803. A partire dal 1838 è sede della Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, la più grande dell'Emilia-Romagna, che conserva importanti testi nelle discipline storiche, filosofiche, politiche, letterarie, artistiche, biografiche e bibliografiche ed una sviluppata sezione dedicata alla cultura bolognese. Tra l'altro, la biblioteca conserva circa 35.000 manoscritti ed incunaboli.

  1. ^ OfficinAdolescenti, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato il 18 giugno 2024.
  2. ^ Cronologia su Salaborsa, su bibliotechebologna.it. URL consultato il 18 giugno 2024.
  3. ^ a b Storia del palazzo, su archiginnasio.it (archiviato il 29 settembre 2022).
  4. ^ Colitta, p. 13
  • Carlo Colitta, Il Palazzo dell'Archiginnasio e l'antico Studio bolognese, Bologna, Officina Grafica Bolognese, 1975, SBN IT\ICCU\UBO\0105816.

La Biblioteca comunale dell'Archiginnasio è una biblioteca di Bologna, che ha sede presso il palazzo dell'Archiginnasio. È la più grande biblioteca dell'Emilia-Romagna con circa 850 000 volumi e opuscoli a stampa e circa 7 500 periodici.

La biblioteca venne fondata nel 1801 presso il convento di San Domenico per raccogliere il patrimonio librario degli ordini religiosi soppressi da Napoleone e nel 1838 venne trasferita nel palazzo dell'Archiginnasio che aveva ospitato fino al 1803 l'università di Bologna e dopo le Scuole Pie[1].

Le 10 aule scolastiche al primo piano dell'antica sede universitaria costituiscono oggi i principali depositi librari della Biblioteca mentre le due aule magne poste agli estremi dell'edificio sono oggi la Sala di lettura e la Sala dello Stabat Mater, così chiamata in memoria della prima esecuzione dello Stabat Mater di Gioachino Rossini nel 1842.

L'incremento delle raccolte fu dovuto non solo ad acquisti, ma anche a donazioni da parte di illustri personalità e di studiosi bolognesi d'elezione, come il cardinal Giuseppe Mezzofanti, Matteo Venturoli, Antonio Muñoz, Giovanni Gozzadini, Marco Minghetti, Teodorico Landoni, Severino Ferrari, Giovanni Pascoli, Carlo Alberto Pizzardi, Alberto Dallolio, Pietro Giacomo Rusconi, Aldobrandino Malvezzi de' Medici, Giovanni Venturini, Leone Bolaffio, Giovanni Boeris, Oreste Trebbi, il già ricordato Albano Sorbelli, Gaetano Bussolari[2], Alessandro Cervellati, Cincinnato Baruzzi, Antonio Gandolfi, Antonio Baldacci, Enrico Frati, Antonio Cappelli, Maria Sara Goretti, Federico Ravagli, Pietro Bubani, Jacob Moleschott, Luigi Serra, Laura Bassi, Aurelio Saffi, Riccardo Bacchelli, Pelagio Palagi, Alessio Arena.

Tra gli ultimi rilevanti lasciti figura anche quello di Luciano Anceschi, giunto nel 1991, e costituito dai quasi 27.000 volumi della libreria personale del critico e docente, dai circa 3.000 stampati e da un ricchissimo epistolario di 17.668 lettere.[3].

La biblioteca produce il periodico L'Archiginnasio. Bollettino della Biblioteca comunale di Bologna, con indice cronologico e per autore dal 1967[4].

Suo successore - dopo la reggenza ad interim di Gaspare Ungarelli - fu Albano Sorbelli, che la diresse dal 1904 al 1943.

La biblioteca dispone di circa 850.000 volumi ed opuscoli, circa 2.500 incunaboli, circa 15.000 cinquecentine e circa 120.000 libri antichi (fino al 1830). La sezione periodici comprende 7.500 testate, di cui oltre 1.300 in corso.

Tra gli incunaboli figurano alcuni esemplari unici, come la Mascalcia di Agostino Columbre (Napoli, F. Del Tuppo, 1490), le Favole d'Esopo (Bologna, Ercole Nani, 1494), l'Infancia del Salvador di Bernardo de Caravaca (s.l., ma Burgos, Giovanni da Burgos, c. 1495)[2].

In questo patrimonio rientrano anche i manoscritti, divisi in quattro fondi:

  • "Manoscritti A" (3.000 unità di vario genere non riguardanti Bologna);
  • "Manoscritti B" (5.000 unità riguardanti specificamente la storia, la cultura e la vita bolognese);
  • "Manoscritti Gozzadini" (445 unità facenti parte del lascito del già citato conte e senatore Giovanni Gozzadini);
  • "Fondi speciali" (circa 5.500 unità archivistiche tra documenti, carteggi e collezioni particolari sempre riguardanti la città)[4].
  1. ^ Le Scuole Pie sono trasferite nell'Archiginnasio, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato il 4 ottobre 2022 (archiviato il 4 ottobre 2022).
  2. ^ a b Ettore Apollonj e Marcello Maioli, Annuario delle biblioteche italiane, vol. 1, Roma, F.lli Palombi, 1969, p. 117.
  3. ^ m. o., Anceschi dona l'epistolario, in La Stampa, Torino, 9 novembre 1991, p. 16.
  4. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Tamiozzo
  • Pierangelo Bellettini (a cura di), Biblioteca comunale dell'Archiginnasio. Bologna, Fiesole, Nardini, 2001, ISBN 88-404-1028-7.
  • Raffaella Tamiozzo, Biblioteca dell'Archiginnasio (PDF), in Biblioteche Oggi, n. 4, Milano, Ed. Bibliografica, 2003, pp. 72-73.