Utente:Chrysochloa/Aragonacard

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Cenni biografici[modifica | modifica wikitesto]

La Croce di San Giacomo simbolo dell'ordine.

Per i servigi resi, Carlo V lo ammise, come cavaliere e commendatore perpetuo, nell'ordine di San Giacomo della Spada [1]. Si rese protagonista di un fatto eclatante: nel...rapì una sua cugina, Giulia della Leonessa, che era nipote per parte materna di Papa Paolo IV. Da questo matrimonio nacquero .....figli, il maggiore dei quali fu quel Galeazzo che, per aderire alla Riforma e sfuggire all'Inquisizione, abbandonò in segreto moglie e figli, esiliandosi a Ginevra, ove collaborò con Giovanni Calvino.

Il "Paradiso"[modifica | modifica wikitesto]

Il nome di questo esponente della famiglia Caracciolo è legato anche alla celebre dimora che aveva fatto erigere nel XVI secolo, la villa detta il "Paradiso", non più esistente, che si trovava ove sorge la Stazione ferroviaria di Napoli. A tal proposito Benedetto Croce, nelle Storie e leggende napoletane, narrando dei numerosi "palazzi degli Spiriti" della vecchia città partenopea, ossia di quei luoghi abbandonati e in decadimento nei quali erano frequentemente registrate delle apparizioni o, almeno, avvertiti dei rumori sinistri, descrisse la villa di Colantonio così: «Costruita con gusto umanistico, con portici, logge e sale dipinte da Andrea da Salerno, adorno il giardino di statue e antiche e moderne nei suoi viali, e di fontane e giuochi di acqua, sulla porta vi si leggeva un'epigrafe, con la data del 1543, nella quale il marchese di Vico dedicava Genio has aedes, Gratiis hortos, Nymphis fontes, nemus Faunis, et totius loci venustatem Sebeto et Syrenibus» [2]. Nei giardini del "Paradiso", che erano considerati una delle meraviglie di Napoli[3], e per questo fra le mete preferite dei visitatori stranieri, veniva a rilassarsi, oltre il viceré di Napoli Pietro di Toledo, tutta la nobiltà napoletana [4].

Pietra scolpita[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Abbate, nella sua Storia dell'arte, ricostruisce le fasi realizzative della «celebre cappella» della famiglia dei marchesi di Vico nella Chiesa di San Giovanni a Carbonara, in particolare segnalando che nel 1547 Nicola Antonio aveva commissionato a «Giovanni da Nola, ad Annibale Caccavello e a Giovan Domenico D'Auria una serie di sculture da collocarsi nella sua tomba, nella cappella gentilizia, insieme a una statua da raffigurante San Pietro» [5].

Ma non fu la cappella gentilizia l'unica "perla" artistica fatta realizzare da Colontanio. Infatti, il marchese di Vico fece edificare, nel 1556, il Convento dei Cappuccini di Vico del Gargano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cfr. C. Padiglione, La biblioteca del Museo nazionale della Certosa di S. Martino in Napoli ed i suoi manoscritti, Tip. Giannini, Napoli 1876, p. 543.
  2. ^ B. Croce, Leggende di luoghi ed edifizi di Napoli, in Storie e leggende napoletane, a cura di G. Galasso, Adelphi, Milano 1999, p. 325.
  3. ^ Cfr. A. Giannetti, Il giardino napoletano dal Quattrocento al Settecento, Electa, Napoli 1994, p. 70.
  4. ^ L. de La Ville Sur Yllon, Il palazzo degli spiriti, in «Napoli nobilissima», XIII (2004), pp. 97-100.
  5. ^ F. Abbate, Storia dell'arte nell'Italia meridionale, Donzelli, Roma 2002, p. 254.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Biblioline[modifica | modifica wikitesto]