Utente:Biblioteqario/Sandbox

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Biblioteca civica di Alessandria
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàAlessandria
Indirizzopiazza Vittorio Veneto 1
Caratteristiche
Tipopubblica, generalista
[[1] Sito web]

La Biblioteca civica di Alessandria "Francesca Calvo" è la più grande biblioteca della città piemontese.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima biblioteca pubblica della città di Alessandria fu aperta il 1° gennaio 1806 presso il Convento dei padri Barnabiti di Sant'Alessandro, in via Trotti, edificio collocato dietro la Chiesa di Sant'Alessandro. Disponeva di un patrimonio di 8.000 volumi provenienti dalla confisca delle librerie degli istituti ecclesiastici operata dal governo francese. Quest'ultimo trasferì la gestione alla Municipalità, che dovette retribuire i quattro addetti assegnati all'ente: un bibliotecario, un vice bibliotecario, un distributore e un inserviente. Nel 1812 la biblioteca arrivò a disporre di circa 12.000 volumi, grazie a nuovi stanziamenti comunali e all'acquisizione della libreria legale dell'Avvocazia dei poveri[1].

Al tramonto dell'impero napoleonico la biblioteca fu chiusa. Venne riaperta solo nel maggio 1817 ma per un lasso di tempo assai breve. Nel luglio dello stesso anno, infatti, re Vittorio Emanuele I cedette all'Economato Ecclesiastico l'edificio ove la biblioteca aveva sede. Intervenne allora il il sindaco di Alessandria Carlo Gavigliani. Recatosi a Torino, ottenne dal re, a titolo di risarcimento, una nuova sede per la biblioteca: una porzione dell'ex monastero della Margherita nell'attuale via Pontida. I lavori di ristrutturazione della nuova sede durarono dal 1818 al 1820, quando finalmente la biblioteca fu riaperta[2].

Re Carlo Alberto visitò la biblioteca in ben due occasioni, il 2 settembre 1836 e il 24 maggio 1845, recando in dono opere agiografiche legate alla storia e alle tradizioni della propria casata. Analogo intento mosse re Umberto I, nel 1892, a donare un'opera dedicata alle campagne del principe Eugenio di Savoia.

Nel 1858 il collegio Convitto Nazionale, che già occupava la maggior parte dell'ex monastero della Margherita, dovette espandersi anche negli spazi assegnati alla biblioteca. Questa, dunque, fu costretta a reperire una nuova sede. Fu individuata nel macello pubblico, costruzione edificata sull'antico viridarium del convento della Margherita, tra via Tripoli e via Parma. Si tratta della sede che la biblioteca occupa ancora oggi. Dal 1856 al 1858 i locali dell'ex-macello vennero ristrutturati per adeguarli alla nuova funzione. In particolare l'ala nord fu sopraelevata di un piano. Al termine dei lavori nell'edificio vennero collocati anche il Museo e la Pinacoteca Civica. Fu lo storico Carlo A-Valle a coordinare il trasferimento. Al cronico problema dell'esiguità dei finanziamenti si aggiunsero difficoltà nella catalogazione e della disposizione dei testi. Mancando un razionale ed efficiente criterio di sistemazione dei testi, la fruibilità del patrimonio della biblioteca e il conseguente apprezzamento da parte dei cittadini non poterono non risentirne[3].

Tra il 1871 e il 1905 il patrimonio librario subì un notevole incremento e fu sottoposto a riordino grazie alla costituzione di un catalogo per autore a schede mobili, di un catalogo sistematico per argomenti e di un inventario generale. Spazi inadeguati e personale poco competente i problemi cronici cui anche la gestione del tempo non riuscì a porre rimedio. Dal 1905 al 1926 la biblioteca entrò nella "Federazione delle biblioteche popolari" e si dotò di una piccola "Biblioteca Infantile", inoltre venne creato un catalogo delle opere antiche e di pregio comprendente manoscritti e incunaboli[4].

Dal 1926 al 1960 si sviluppò la lunga direzione di Arturo Mensi. Peculiarità della sua gestione: l'apertura della biblioteca anche in orario serale e durante i giorni festivi in via sperimentale, l'allestimento di una sala dedicata alla storia alessandrina, l'incremento del patrimonio sino a raggiungere gli 80.000 volumi. Tale cifra venne superata in seguito da Antonio Panizza, direttore dal 1963 al 1984, raggiungendo i 102.000 volumi. Fu lo stesso Panizza ad accelerare la trasformazione dell'istituto in biblioteca di pubblica lettura.

Dal 1984 in poi la biblioteca affrontò un periodo di relativa decadenza[5], segnato da incessanti reclami degli utenti riguardo la struttura del fabbricato, la qualità dei servizi e le proposte culturali.

Il 9 febbraio 2007, dopo sei anni di chiusura necessari per effettuare una profonda ristrutturazione, venne inaugurata la "nuova" Biblioteca civica di Alessandria. Umberto Eco accompagnò questo evento con la sua presenza e una lectio magistralis.

Struttura e servizi[modifica | modifica wikitesto]

Gli spazi della Biblioteca Civica di Alessandria a disposizione degli utenti sono attualmente ripartiti come segue[6]:

  • Sale "blu": dedicate agli adulti, al reference, all'informazione e alla ricerca bibliografica, dispongono di spazi per la prima consultazione e la lettura a scaffale aperto.
  • Sale "verdi": ospitano computer multimediali, dvd, cd-rom e un laboratorio informatico.
  • Sale "rosse": tre sale dedicate a bambini, ragazzi e giovani adulti.
  • Sale storiche: la sala dei fondi antichi e quella dedicata agli studi locali.

Fondi librari di pregio[modifica | modifica wikitesto]

Fondo Manoscritti[modifica | modifica wikitesto]

La Biblioteca civica di Alessandria ereditò dalle librerie monastiche un numero considerevole di manoscritti. Al fondo iniziale si aggiunsero quelli donati da privati o dagli stessi autori e, seppur più rari, quelli acquistati di recente. Oggi il fondo consta di oltre 250 manoscritti.

Mentre quelli provenienti dalle biblioteche monastiche trattano prevalentemente materia ecclesiastica in genere, dall'agiografia all'ascetica, dal diritto e storia ecclesiastica alla teologia, gli altri sono quasi tutti d'argomento storico, di interesse locale o generale. Vi sono poi testi di argomento vario: lezioni accademiche di medicina, giurisprudenza e retorica raccolte dagli studenti, miscellanee e persino appunti di economia domestica. Coprendono un arco di tempo che abbraccia sette secoli, a partire dal più antico (il ”Concordia discordantia canonum”, più noto come Decretum Gratiani, attribuito al XIII secolo. La maggior parte datano fra il XVIII ed il XIX secolo.

Fondo Incunaboli[modifica | modifica wikitesto]

Il Fondo Incunaboli della biblioteca Civica di Alessandria è costituito da 72 volumi.

La quasi totale assenza di note di possesso o di timbri che colleghino i volumi a una congregazione religiosa e l'attività di vendita, acquisto e scambio da parte di Alessandro Duchi, primo responsabile della biblioteca, e dei suoi successori, fa ritenere che l'accrescimento della collezione degli incunaboli della Biblioteca di Alessandria si debba sia all'acquisizione del patrimonio librario degli ordini religiosi avvenuto all'epoca della costituzione dell'ente, sia alla lungimiranza dei suoi bibliotecari. La formazione del fondo si deve quindi attribuire a cause eterogenee[7].

Archivio storico Borsalino[modifica | modifica wikitesto]

L'archivio storico della ditta Borsalino (nel tempo ha visto alternarsi le seguenti ragioni sociali: "Antica Casa Borsalino" dal 1857, "Società Borsalino Giuseppe e Fratello" dal 1905, "Società Anonima G.B. Borsalino fu Lazzaro e C." dal 1906), arcinota fabbrica di cappelli alessandrina, è composto da 1528 faldoni e sviluppa una metratura di 330 metri lineari. L'ordinamento e l'inventariazione di tale patrimonio documentale hanno avuto inizio nel 2003. Dal 2007 l'inventario può essere consultato su cd-rom dagli studiosi e da quanti fossero interessati all'argomento[8].

Archivio Venanzio Guerci[modifica | modifica wikitesto]

A Venanzio Guerci (1872-1959), ingegnere alessandrino, si deve un originale e consistente contributo all'architettura civile alessandrina della prima metà del Novecento, con particolare riferimento agli anni fra le due guerre mondiali. Tra i suoi progetti più noti: L'Asilo notturno di via San Pio V (1927-1930), i villaggi semirurali di via Maggioli (1938-1939), la Casa del mutilato di Alessandria in corso Borsalino (1940) e i disegni per la sistemazione definitiva di Galleria Guerci.

Presso la villa di famiglia Venanzio Guerci accumulò un archivio e una biblioteca di rilevanti dimensioni e notevole interesse. Alla sua morte tali documenti vennero acquisiti dalla Biblioteca Civica. L'attuale consistenza è di 124 faldoni, 218 rotoli di progetti e 186 cartelle contenenti i disegni originali[9].

Libri ebraici nei fondi storici[modifica | modifica wikitesto]

Il catalogo dei libri ebraici della Biblioteca Civica è stato catalogato dal 1996 al 2002 individuando tali testi all'interno dei vari fondi storici. Al termine di tale lavoro sono "emersi" ben 168 libri in ebraico o di argomento ebraico, stampati in 7 lingue diverse. Dalla fondazione della biblioteca la presenza di tale patrimonio, la sua entità e la sua rilevanza non erano mai emersi alla consapevolezza dei bibliotecari, degli studiosi e dei semplici cittadini. Il fondo ebraico contiene rari manoscritti medievali, cinquecentine latine, dizionari e bibbie poliglotti, grammatiche e libelli giudeofobi, romanzi italiani e stranieri un tempo popolari, "ebraici" solo per alcuni aspetti[10].

Biblioteca dell'Avvocazia dei Poveri[modifica | modifica wikitesto]

L'Avvocazia dei poveri è un'istituzione sorta in Alessandria per volontà del nobile giureconsulto Cesare Antonio Firuffini (Alessandria, 1604-1670) nel 1669 per garantire assistenza legale gratuita ai non abbienti della città. Il fondo fu affidato nel 1936 dall'ultimo avvocato dei poveri, Felice Pittaluga, all'allora direttore della biblioteca Arturo Mensi. Oltre alla libreria legale del Firuffini, il fondo comprende cinquecentine, volumi del XVII secolo e altri di periodi successivi. Questa libreria legale rappresenta il corpo di dottrina giuridica antica più consistente sul territorio alessandrino e consta di circa quattrocento volumi[11].

I tesori della biblioteca[modifica | modifica wikitesto]

La Biblioteca Civica di Alessandria possiede alcuni libri assai rari e preziosi. In seguito è disponibile un succinto elenco dei volumi più rilevanti.

  • Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio, illustrazioni di Attilio Mussino, Firenze, Benporad e figlio, 1911. Attilio Mussino (Torino 1878; Cuneo 1954) con le illustrazioni di questa rara edizione de "Le avventure di Pinocchio", vinse la medaglia d'oro all'Esposizione Internazionale di Torino del 1908.
  • Codex statutorum magnifice communitatis, atque dioecaesis Alexandrinae ad reipublicae vtilitatem nouiter excusi, Alessandria, Francesco Moscheni e fratelli, 1547. Esempio fra i più raffinati di statuto comunale, rappresenta una preziosa testimonianza di stampa moderna, a caratteri mobili, realizzata ad Alessandria.
  • Ovidio, Le Metamorfosi di Ovidio, traduzione di Giovanni Andrea dell'Anguillara, Napoli, Antonio Zezon, 1840. Rara edizione illustrata che contiene tavole incise raffiguranti scene mitologiche, due ritratti (Giovanni Andrea dell'Anguillara e Ovidio) e un frontespizio illustrato.

Progetti speciali[modifica | modifica wikitesto]

Nati per leggere[modifica | modifica wikitesto]

La Città di Alessandria, in particolare attraverso la sua Biblioteca Civica, aderisce al progetto nazionale Nati per leggere, promosso dal'Associazione Culturale Pediatri (ACP), dall'Associazione Italiana Biblioteche (AIB) e dal Centro per la Salute del Bambino Onlus (CSB). Tale progetto promuove, soprattutto organizzando letture ad alta voce per bambini in età prescolare, la cultura del libro e la familiarità con l'oggetto-libro anche prima che il bambino sia in grado di usarlo correttamente.

Città che legge[modifica | modifica wikitesto]

Alessandria ha ottenuto la qualifica di “Città che legge”, partecipando al bando promosso a fine 2016 dal Centro per il libro e la lettura (Cepell), Istituto Autonomo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, d’intesa con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI). Si tratta di un riconoscimento assegnato ai Comuni che favoriscono la promozione della lettura e la divulgazione dei libri attraverso biblioteche e librerie e realizzano progetti in grado di coinvolgere la cittadinanza e le scuole.

Il Libro Parlato[modifica | modifica wikitesto]

Dal 3 febbraio 2011, in seguito alla firma della convenzione tra Città di Alessandria e Lions Club Marengo, è attivo presso la Biblioteca Civica “Francesca Calvo” il service gratuito nazionale Libro Parlato Lions che comprende un catalogo di oltre 7500 libri registrati su supporti digitali e magnetici. Il service è rivolto ai non vedenti, agli ipovedenti e a chi è affetto da dislessia.

Galleria[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Biblioteca civica di Alessandria: profilo storico, in "Dossier Biblioteca civica - ottobre 2004", 2004, Associazione cultura e sviluppo, Alessandria
  2. ^ La Biblioteca civica di Alessandria: profilo storico, in "Dossier Biblioteca civica - ottobre 2004", 2004, Associazione cultura e sviluppo, Alessandria
  3. ^ La Biblioteca civica di Alessandria: profilo storico, in "Dossier Biblioteca civica - ottobre 2004", 2004, Associazione cultura e sviluppo, Alessandria
  4. ^ La Biblioteca civica di Alessandria: profilo storico, in "Dossier Biblioteca civica - ottobre 2004", 2004, Associazione cultura e sviluppo, Alessandria
  5. ^ Dimitri Brunetti (a cura di), Gli spazi della biblioteca e dell'archivio: piccoli e grandi progetti di buona conservazione. Atti della giornata di studio, Alessandria, 20 novembre 2007, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2009, p.30
  6. ^ Dimitri Brunetti (a cura di), Gli spazi della biblioteca e dell'archivio: piccoli e grandi progetti di buona conservazione. Atti della giornata di studio, Alessandria, 20 novembre 2007, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2009
  7. ^ Federica Viazzi, Il Fondo Incunaboli della Biblioteca Civica di Alessandria, Tesi di laurea - Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Lettere e Filosofia - Corso di Laurea Specialistica in Scienze Archivistiche, Documentarie e biblioteconomiche, 2011, Pavia
  8. ^ L'Archivio Storico della Borsalino - Inventario, 2007, Edizioni dell'Orso, Alessandria
  9. ^ Dimitri Brunetti e Daniela Cabella, L'archivio di Venanzio Guerci ingegnere alessandrino: inventario, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2004
  10. ^ Fabrizio Quaglia e Mauro Perani, I libri ebraici nei fondi storici della Biblioteca Civica di Alessandria, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2004
  11. ^ Cooperativa ARCA (a cura di), La Biblioteca dell'Avvocazia dei Poveri di Alessandria: catalogo, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2008

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dimitri Brunetti (a cura di), Gli spazi della biblioteca e dell'archivio: piccoli e grandi progetti di buona conservazione. Atti della giornata di studio, Alessandria, 20 novembre 2007, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2009.
  • Arturo Mensi, La biblioteca civica di Alessandria, in "Alexandria - Rivista mensile della provincia", n° 4-5, 1936
  • Luigi Madaro, La Biblioteca Civica, la Pinacoteca e il Museo di Alessandria - Cenni storico-illustrativi, Estratto dalla "Guida generale della provincia di Alessandria", 1925, Industria Grafica O. Ferrari e C., Alessandria

  • Luigi Madaro, Inventario dei manoscritti della biblioteca civica di Alessandria, 1926, Balocco, Alessandria

  • L'Archivio Storico della Borsalino - Inventario, 2007, Edizioni dell'Orso, Alessandria

  • Federica Viazzi, Il Fondo Incunaboli della Biblioteca Civica di Alessandria, Tesi di laurea - Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Lettere e Filosofia - Corso di Laurea Specialistica in Scienze Archivistiche, Documentarie e biblioteconomiche, 2011, Pavia

  • Dimitri Brunetti, Daniela Cabella, L'archivio di Venanzio Guerci ingegnere alessandrino - Inventario, 2004, Edizioni dell'Orso, Alessandria

  • La Biblioteca civica di Alessandria: profilo storico, in "Dossier Biblioteca civica - ottobre 2004", 2004, Associazione cultura e sviluppo, Alessandria

  • Fabrizio Quaglia, I libri ebraici nei fondi storici della Biblioteca Civica di Alessandria, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2004.
  • Cooperativa ARCA (a cura di), La Biblioteca dell'Avvocazia dei Poveri di Alessandria: catalogo, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2008.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]