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Liliana Saporetti (Gorizia, 19038 maggio 1955) è stata una partigiana e antifascista italiana.

Liliana nasce il 27 luglio 1924 a Gorizia dove è di stanza il padre ufficiale Vincenzo Saporetti, futuro Generale di Cavalleria. Dopo la separazione dei genitori cresce con la madre Livia e i nonni materni, Giuseppina Viola e Ubaldo Serena, industriale, sindaco di Castelfranco Veneto. (aggiungere dal - al)

Frequenta il liceo presso l’Istituto Sacro Cuore delle Suore Orsoline di Padova e a Messina (Messina in Sicilia? se sì, come mai finisce là?), completando poi gli studi alla Facoltà di Lingue dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Nel 1944 la casa in cui Liliana vive a Castelfranco, Villa Caprera, viene occupata dallo stato maggiore tedesco. Grazie alla sua conoscenza della lingua tedesca, la ragazza intercetta le conversazioni dei militari e la notte raggiunge in bicicletta il comando partigiano a cui riferisce i piani delle operazioni militari di cui è venuta a conoscenza, riuscendo a prevenire arresti e uccisioni.

Il 5 agosto 1944 avverte il parroco di Campigo di Castelfranco, don Carlo Davanzo, che tedeschi e fascisti stanno per raggiungere la sua canonica, dove sono nascosti sette militari inglesi. Questi riescono a fuggire, mentre il parroco viene arrestato. Ai primi di settembre 1944 informa i comandanti partigiani Gino Sartor e Primo Visentin “Masaccio” del piano di rastrellamento del Grappa, e il 15 ottobre consegna al Comando partigiano fogli di interesse militare che era riuscita a copiare dal comando tedesco di Godego, come documenta nel suo diario-giornale di brigata Enzo Rizzo.

Ai primi di novembre sventa l’arresto del comandante Gino Sartor e di altri partigiani avvertendoli in tempo dell’arrivo in massa dei fascisti a Resana, sede del Comando.

Grazie alle informazioni raccolte da Liliana dai discorsi del Maggiore Meyer del Comando ferroviario tedesco distaccato a Villa Caprera, i partigiani organizzano un servizio rapido di deragliamento dei treni sulla linea di Castelfranco, punto obbligato di passaggio di tutto il traffico dal fronte dell'Appennino verso l'Austria, la Jugoslavia e il Brennero.

Per sua iniziativa presso il Comando SS di Treviso venne liberato l’avvocato Domenico Sartor, arrestato nel febbraio del 1945.

Il 28 e il 29 aprile 1945 partecipa a Villa Bolasco, in qualità di interprete, alle trattative della resa dei tedeschi, a fianco di Gino Sartor, comandante della Brigata Cesare Battisti, e della staffetta Tina Anselmi.

Il 4 maggio appare in prima fila, a fianco di Tina Anselmi, tra i comandanti partigiani e il comandante delle forze alleate, nel grande raduno della Liberazione in Piazza Giorgione a Castelfranco.

Alla Liberazione risulta inserita nel ruolo di partigiana, con la funzione di informatrice, fin dal giugno 1944, nella Brigata Cesare Battisti, Gruppo Romeo Pasqualetto.

Dopo la Liberazione è incaricata di coadiuvare, con la funzione di interprete, il maggiore dell’esercito inglese Walter Jones nell'assegnazione di contributi da parte della Corona alle famiglie che hanno aiutato i soldati inglesi prigionieri. Liliana e Walter si sposano a Gorizia sede del distaccamento del marito, per poi stabilirsi in Cile dove i Jones possiedono ingenti proprietà.

Muore l’8 maggio 1955.

  • Bellina, Luisa e Maria Teresa Sega (a cura di), Tra la città di Dio e la città dell'uomo: donne cattoliche nella Resistenza veneta, Venezia, Iveser, 2004, ISBN 88-88880-07-0.
  • Caberlin, Rita, La primavera delle ragazze : storie di Resistenza al femminile a Catelfranco Veneto, Novara, Andersen, 2017.
  • Corletto, Gianfranco, Masaccio e la Resistenza tra il Brenta e il Piave / Gianfranco Corletto, Vicenza, Neri Pozza, 1965.
  • Giacobino, Teresa, Sta bona, Tecla!, Susegana, Giacobino, 1968.
  • Gramola, Benito, Sandro e i patrioti della Castellana : una resistenza veneta di pianura, Castelfranco Veneto, ANPI, 2008.
  • Ramazzina, Giuliano (a cura di), La resistenza castellana negli scritti di Enzo Rizzo, [Treviso], Istituto per la storia della resistenza e della societa contemporanea nella Marca Trevigiana, 1995.

Testimonianza della figlia Vivien Saporetti Jones, console onoraria del Cile, raccolta da L.Bellina a Torino il 26.6.2015

Categoria:Donne nella Resistenza italiana