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Annie Ernaux alla consegna del Premio Strega Europeo 2016 per "Gli anni".

Annie Ernaux (Lillebonne, 1º settembre 1940) è una scrittrice francese, autrice del romanzo Gli anni (Les années, 2008), vincitore dei premi Marguerite Duras, François Mauriac e del Prix de la langue française.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Annie Ernaux è nata il 1° settembre 1940 a Lillebonne, in Normandia, da una famiglia di modeste condizioni sociali. Due anni prima della sua nascita i genitori conosceranno il lutto della prima figlia, morta di difterite all'età di 6 anni.[1] Annie trascorre l'infanzia e la giovinezza a Yvetot, dove i genitori, prima operai e poi piccoli commercianti, gestiscono un bar-drogheria.[2] Dopo gli studi superiori all'Université de Rouen, ottiene l'abilitazione all'insegnamento e inizia la sua carriera di insegnante di lettere moderne in un liceo. L'umile provenienza della sua famiglia e il passaggio sociale all'universo "borghese" consentito ad Annie grazie all'istruzione ricevuta, rappresenteranno un'esperienza che inciderà profondamente sulla sua scrittura e sul suo impegno sociale e politico.[3] Nel 1964 si sposa, ma il matrimonio, da cui nasceranno due figli, sarà destinato a durare pochi anni.[4]

Negli anni Settanta milita nel movimento femminista e scrive articoli a sfondo politico su Le Monde.[5] Nel 1974 pubblica il suo primo romanzo, Gli Armadi vuoti. Il suo quarto romanzo, Il posto, vince il Premio Renaudot nel 1984.

Attraverso le sue opere racconta alcuni degli avvenimenti che hanno segnato la sua vita, come un aborto in L'événement, una storia d'amore con un amante russo in Passione semplice, la morte di sua madre in Una vita di donna, il suo tumore in L'usage de la photo.[2]

Nel 2000 si ritira dall'insegnamento e si dedica alla scrittura de Gli Anni ( Les Années) che verrà pubblicato nel 2008 e riceverà diversi premi.[6] Nel 2011 esce alle stampe L'altra figlia, una lettera indirizzata alla sorella mai conosciuta, morta prima della sua nascita, e L'Atelier noir, che riunisce vari taccuini composti da note e riflessioni sulla scrittura. Nello stesso anno, Gallimard pubblicata l'antologia Écrire la vie, in cui è raccolta la maggior parte dei suoi scritti autobiografici e un quaderno di cento pagine, composto da foto e brani inediti tratti dal suo diario.

Nell'aprile 2016 pubblica un nuovo racconto autobiografico, Mémoire de fille, in cui, quasi sessant'anni dopo, parla dell'estate 1958, in cui compì 18 anni e sperimentò il suo primo rapporto sessuale. Questa esperienza, avvenuta lontano da casa, mentre faceva l'animatrice in una colonia di vacanza, rimarrà per lei, come scrive nel libro, "il grande ricordo della vergogna, il più dettagliato, il più intrattabile di ogni altro."[7]

Nel 2017 riceve il premio Marguerite Yourcenar alla carriera.[8] Nel 2018 il premio Hemingway per la letteratura.[9]

Temi e stile[modifica | modifica wikitesto]

Le sue prime tre opere, Gli armadi vuoti (1974), Ce qu'ils disent ou rien (1977) e La Femme gelée (1981) (le ultime due non ancora tradotte in italiano) costituiscono una trilogia di romanzi autobiografici, narrati sotto forma di un monologo interiore retrospettivo. I temi esplorati sono l'aborto ne Gli armadi vuoti, la solitudine e la disillusione provocata dalle esperienze amorose in Ce qu'ils disent ou rien, e la monotonia del matrimonio vissuto nello stereotipo della perfetta casalinga degli anni sessanta ne La Femme gelée. La narrazione di queste tre opere non è lineare, bensì costantemente interrotta da voci che provengono dal passato e che rappresentano i pensieri e i sentimenti della narratrice durante le varie fasi del suo processo di maturazione.

Tuttavia, l'opera di Ernaux non può essere classificata né come autobiografia né come romanzo; la stessa autrice negli anni Ottanta, dopo la pubblicazione di La Femme gelée, chiede personalmente alla casa editrice Gallimard di rimuovere dalla copertina dei suoi libri qualsiasi riferimento a un particolare genere letterario.[10] Da Il posto (1983) in poi, la sua scrittura integra una varietà di generi differenti: la prosa narrativa, la diaristica, l'etnografia, la sociologia, e, ovviamente l'(auto)biografia. L'allontanamento dalle categorie tradizionali della letteratura è l'elemento che maggiormente connota in senso innovativo la sua opera.

Nel suo quarto libro, Il posto (1983), Ernaux narra la vita del padre, dalla giovinezza alla morte, ripercorrendo le tappe della sua vita lavorativa, da contadino e operaio, a gestore, con la moglie, di un piccolo bar-drogheria nell'entroterra francese. Alla storia dei genitori, descritti nella fissità delle loro abitudini e dei ruoli sociali, la scrittrice affianca il racconto di come gli studi e la successiva professione di insegnante in un liceo, le abbiano consentito di affermarsi socialmente, a scapito però di un progressivo allontanamento dalla sua famiglia - estranea al suo nuovo tenore di vita e ai suoi orizzonti culturali - e dalla sua classe sociale d'origine. L'assimilazione dei valori della classe borghese e il conseguente disprezzo delle sue origini operaie, la porteranno a maturare un senso di colpa per il tradimento compiuto con l'acquisizione del nuovo status sociale. [11][12] Questo senso di colpa sta, secondo l'autrice, alla base della sua scrittura, [13][14] interpretabile come una sorta di "risarcimento" nei confronti delle persone oggetto del suo tradimento.[15]

Ne Una vita di donna (1988) il tema principale è costituito dalla perdita della madre[2]; lo stile della narrazione diventa più oggettivo e controllato e, allo stesso tempo, più convenzionale, ad indicare l'avvenuto trapasso dalla ragazza ribelle del ceto operaio, alla donna matura appartenente alla classe borghese. Con Passione semplice, pubblicato nel 1991 e criticato da diverse lettrici per lo stile privo di emozioni, la scrittrice affermerà di avere "rotto dei tabù attraverso una forma di scrittura molto concisa, asciutta e per nulla emotiva. Non mi piace lo sfogo, né la scrittura inutile."[12]

Secondo Ernaux la scrittura è un atto politico attraverso cui si il lettore può essere sensibilizzato, ad esempio, sulla questione del "privilegio di nascita", e sull'esperienza di genere in una società patriarcale. Sono temi esplorati in "Gli armadi vuoti", dove manifestando la sua vergogna e il disprezzo per la famiglia e l'ambiente operaio di origine, mette in luce attraverso questa forma di "nevrosi di classe"[16] le conseguenze psicologiche della promozione e della regressione sociale (il passaggio dalla classe dei "dominati" a quella dei "dominanti"). Il tema sessuale, legato all'appartenenza al genere femminile, rappresenta uno degli altri nodi affrontati nelle sue opere[17]. L'obiettivo dei suoi testi diventa quello di trattare i temi trascurati dalla letteratura convenzionale, raccontando le storie autentiche delle minoranze, quelle che lei chiama petits gens.[2]

Influenza della sociologia[modifica | modifica wikitesto]

La commistione fra letteratura e sociologia costituisce l'originalità di Ernaux.[18]La sua narrazione fonde esperienza storica ed esperienza individuale. Il vissuto personale viene descritto come prodotto sociale, e l' "io individualizzato" lascia il posto a una dimensione "transpersonale", collettiva; il pronome "elle" si alterna a "on" o "nous"[19], l'autobiografia alla storia.[20] Più volte la scrittrice ha affermato di essere un'etnologa di se stessa («ethnologue de soi-même»[21]), e di voler rifuggire dalla scrittura di una mera autobiografia, da lei intesa come ricostruzione retrospettiva illusoria di sé. Gli episodi della sua vita vengono narrati senza abbellimenti o interpretazioni, tralasciando le emozioni e frapponendo una distanza oggettiva; l'attenzione viene concentrata su ricordi materiali come le foto[22], su cui costruisce ad esempio l'opera Gli anni. Annie Ernaux rivendica una scrittura neutrale "senza giudizio, senza metafore, senza paragoni romantici", ed evoca uno stile "lento, che non esalta né svaluta i fatti raccontati," ma cerca di "rimanere in linea con i fatti storici documentati".[23]

L'interesse per la sociologia e l'influenza di questa disciplina nelle opere della scrittrice francese sono stati messi in relazione alla lettura da lei svolta tra il 1965 e il 1974 dei libri di Pierre Bourdieu. In Ernaux si nota chiaramente l'eco di alcuni dei temi teorizzati dal sociologo francese, quali quello di habitus, di genetica sociale, di riproduzione dei rapporti di classe, l'importanza dell'apprendimento nella vita dell'individuo, ecc. In particolare, concetti presenti ne La Distinzione, sono riscontrabili in Il posto e Una vita di donna.[18]

Il motivo ricorrente de Il posto è quello del tradimento che prova l'io narrante per aver abbandonato la classe dominata (operaia) per unirsi alla classe dominante. I racconti delle vite dei genitori dell'autrice, dai quali sente di allontanarsi sempre di più, sono concentrati soprattutto sulle condizioni di povertà materiale e culturale vissute da loro e dai loro stessi progenitori, e rientrano nel tipico stereotipo degli umili paesani di fine XIX secolo. Il nonno, analfabeta, conosce solo il giogo dello sfruttamento e dell'alcolismo. La moglie, in grado di leggere e scrivere, pur rappresentando un personaggio più positivo, che incarna i valori popolari dell'epoca, non può fuggire dalla sua condizione sociale e dalla responsabilità di dover badare alla famiglia e alla crescita dei figli.[24]

La ricostruzione dettagliata della vita dei nonni ha in questo libro lo scopo di mostrare l'inevitabilità della riproduzione, nei figli, delle condizioni di vita e dei valori culturali trasmessi dai genitori. Il determinismo con cui Ernaux ne tratteggia l'esistenza, rende ancor più drammatiche le loro vicende. Il modo di mangiare del padre e la mania della madre di fare economia su tutto, diventano esempi del prolungamento logico della vita dei genitori in quella dei figli, una sorta di impronta genetica che condiziona tutta la loro vita.[25]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Les armoires vides, Gallimard, 1974
Gli armadi vuoti, Rizzoli, traduzione di Romana Petri, 1996 ISBN 978-88-176-7038-8
  • Ce qu'ils disent ou rien, Gallimard, 1977
  • La Femme gelée, Gallimard, 1981
  • La place, Gallimard, 1983
Il posto, L'orma editore, traduzione di Lorenzo Flabbi, 2014 ISBN 978-88-980-3815-2
  • Une femme, Gallimard, 1988
Una vita di donna, Guanda, traduzione di Leonella Prato Caruso,1988 ISBN 978-88-774-6344-9
  • Passion simple, Gallimard, 1991
Passione semplice, Rizzoli, traduzione di Idolina Landolfi, 1992 ISBN 978-88-176-7301-3
  • Journal du dehors, Gallimard, 1993
Diario dalla periferia, Rizzoli, traduzione di Romana Petri, 1994 ISBN 978-88-176-7007-4
  • «Je ne suis pas sortie de ma nuit», Gallimard, 1997
Non sono più uscita dalla mia notte, Rizzoli, traduzione di Orietta Orel, 1998 ISBN 978-88-176-7085-2
  • La Honte, Gallimard, 1997
L'onta, Rizzoli, traduzione di Orietta Orel, 1999 ISBN 978-88-176-8022-6
  • L'événement, Gallimard, 2000.
  • La vie extérieure, Gallimard, 2000.
  • Se perdre, Gallimard, 2001.
  • L'occupation, Gallimard, 2002.
  • L'usage de la photo, con Marc Marie, Gallimard, 2005.
  • Les années, Gallimard, 2008
Gli anni, L'orma editore, traduzione di Lorenzo Flabbi, 2015 ISBN 978-88-980-3816-9
  • L ‘autre fille, NiL éditions, 2011
L'altra figlia, L'orma editore, traduzione di Lorenzo Flabbi, 2016 ISBN 978-88-980-3897-8
  • L'atelier noir, éditions des Busclats, 2011.
  • Retour à Yvetot, éditions du Mauconduit, 2013.
  • Memoire de fille, Gallimard, 2016
Memoria di ragazza, L'orma editore, traduzione di Lorenzo Flabbi, 2017 ISBN 978-88-997-9306-7

Premi[modifica | modifica wikitesto]

  • Premio Renaudot 1984 per Il posto
  • Premio Marguerite Duras 2008 per Gli Anni
  • Premio François Mauriac 2008 per Gli Anni [11]
  • Prix de la langue française 2008 alla carriera
  • Laurea honoris causa dall'università di Cergy-Pontoise 2014
  • Premio Strega Europeo 2016 per Gli Anni [26]
  • Premio Marguerite Yourcenar 2017 alla carriera [8]
  • Premio Hemingway per la letteratura 2018.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Biographie de Annie ERNAUX, su Bacfrancais.com. URL consultato il 30 aprile 2018.
  2. ^ a b c d (FR) Annie Ernaux, Raphaëlle Rérolle, Écrire, écrire, pourquoi ? Annie Ernaux: Entretien avec Raphaëlle Rérolle, collana Paroles en réseau, Éditions de la Bibliothèque publique d’information, 17 gennaio 2014, p. 1-11, ISBN 9782842461430.
  3. ^ (FR) Michèle Bacholle-Bošković, Annie Ernaux. De la perte au corps glorieux, Rennes, Presses universitaires de Rennes, 2011.
  4. ^ (FR) Annie Ernaux: Biographie, su elle.fr. URL consultato il 26 aprile 2018.
  5. ^ (FR) Katelyn Sylvester, L’autobiographie « collective » d’Annie Ernaux : une étude féministe de l’instance narrative dans Les années, Université d‘Ottawa, 2011, p. 7, OCLC 1019496577.
  6. ^ (FR) Ferniot Christine, Delaroche Philippe, Annie Ernaux, in l'express, 1° febbraio 2008.
  7. ^ (FR) Annie Ernaux, Mémoire de fille, Paris, Gallimard, 2017, pp. 18-19.
  8. ^ a b Annie Ernaux e traduzione di Lorenzo Flabbi, Due o tre cose che so di Yourcenar, in La Repubblica, 29 dicembre 2017.
  9. ^ a b Il premio Hemingway per la letteratura alla scrittrice Annie Ernaux, in Il Mattino, 7 maggio 2018.
  10. ^ (EN) Gill Rye, Michael Worton (a cura di), Women’s writing in contemporary France: New writers, new literatures in the 1990s, Manchester University Press, 2010.
  11. ^ a b (EN) Siobhán McIlvanney, Annie Ernaux: The Return to Origins, collana Modern French Writers, vol. 6, Liverpool University Press, 1° giugno 2000, ISBN 9780853235378.
  12. ^ a b (FR) Marie Labrecque, "Je" est une autre, in Entre les lignes, 2009, p. 11. URL consultato il 15 aprile 2018.
  13. ^ (FR) Annie Ernaux, Les armoires vides, Paris, Gallimard, 1974, p. 104.
  14. ^ Il romanzo "Il posto" si apre con la citazione di Jean Genet: "Ecrire, c'est le dernier recours quand on a trahi".
  15. ^ Valeria Lo Forte, La donna e la scrittrice, su ScritturaAcoltello. URL consultato il 9 maggio 2018.
  16. ^ (FR) Vincent de Gauléjac, Annie Ernaux, La névrose de classe : trajectoire sociale et conflits d'identité : suivi d'une lettre d'Annie Ernaux, Parigi, Éditions Payot & Rivage, 2016, pp. 40; 325-327, OCLC 962366333.
  17. ^ (FR) Michèle Bacholle-Boškovic´, Annie Ernaux «premier homme», «premier écrivain», pp. 63-92.
  18. ^ a b (FR) Inga Litvinavičienė, Les aspects sociologiques dans l’oeuvre d’Annie Ernaux, in Literatūra, vol. 49, n. 5, 2007, pp. 164-171.
  19. ^ (FR) Ferniot Christine et Delaroche Philippe, Annie Ernaux, in L'Express, 1° febbraio 2008.
  20. ^ (FR) Michèle Bacholle-Boškovic', Annie Ernaux «premier homme», «premier écrivain», in Pierre-Louis Fort et Violaine Houdart-Merot (a cura di), Annie Ernaux: Un engagement d'écriture, Paris, Presses Sorbonne Nouvelle, pp. 63-72.
  21. ^ (FR) Claire Devarrieux, Honte solitude, in Liberation, 16 gennaio 1997. URL consultato il 15 maggio 2018.
  22. ^ Alessandra Sarchi, Fotografia e rappresentazione di sé ne Les années di Annie Ernaux, su Arabeschi, vol. 8, luglio-dicembre 2016. URL consultato l'8 maggio 2017.
  23. ^ (FR) Guy Allix, Martine Margueritte, Autour de La Place avec Annie Ernaux, Caen, CRDP, MEN Académie de Caen, 1997, OCLC 936334264.
  24. ^ (FR) Marie-Hélène Bernadet, Analyse de l’écriture d’Annie Ernaux dans La Place et La Honte: Entre littérature et sociologie, Stoccolma, Stockholms universitet, 2012.
  25. ^ (FR) Isabelle Charpentier, “Quelque part entre la littérature, la sociologie et l’histoire…”: L’œuvre auto-sociobiogaphique d’Annie Ernaux ou les incertitudes d’une posture improbable, in Discours en contexte, n. 1, Jérôme Meizoz, Jean-Michel Adam, Panayota Badinou, 2006.
  26. ^ Annie Ernaux, in Premio Strega Europeo. URL consultato il 7 maggio 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Guy Allix, Martine Margueritte, Autour de La Place avec Annie Ernaux, Caen, CRDP, MEN Académie de Caen, 1997, OCLC 936334264.
  • (FR) Michèle Bacholle-Bošković, Annie Ernaux: De la Perte Au Corps Glorieux, Rennes, Presses Universitaires de Rennes, 2011, OCLC 982228738.
  • (FR) Marie-Hélène Bernadet, Analyse de l’écriture d’Annie Ernaux dans La Place et La Honte: Entre littérature et sociologie (PDF), su su.diva-portal.org, Stokholms Universitet, 2012. URL consultato il 14 maggio 2018.
  • (FR) Isabelle Charpentier, “Quelque part entre la littérature, la sociologie et l’histoire…”.L’œuvre auto-sociobiogaphique d’Annie Ernaux ou les incertitudes d’une posture improbable, in Contextes, vol. 1, n. 2006.
  • (FR) Vincent de Gauléjac, Annie Ernaux, La névrose de classe: trajectoire sociale et conflits d'identité: suivi d'une lettre d'Annie Ernaux, Paris, Éditions Payot & Rivage, 2016, OCLC 962366333.
  • (FR) Annie Ernaux, Les armoires vides, Paris, Gallimard, 1974, OCLC 980752.
  • (FR) Annie Ernaux, Mémoire de fille, Paris, Gallimard, 2017, OCLC 1027789463.
  • (FR) Annie Ernaux, Raphaëlle Rérolle, Écrire, écrire, pourquoi? Annie Ernaux: Entretien avec Raphaëlle Rérolle, Éditions de la Bibliothèque publique d'information, 2014, OCLC 1004186903.
  • (FR) Ferniot Christine et Delaroche Philippe, Annie Ernaux, su L'Express, 1° febbraio 2008. URL consultato il 14 maggio 2018.
  • (EN) Inga Litvinavièienë, Les aspects sociologiques dans l’oeuvre d’Annie Ernaux, su Literatūra (Vilnius), 49, n ° 5, 2007, pp. 164-171. URL consultato il 14 maggio 2018.
  • Valeria Lo Forte, "La donna e la scrittrice", su ScritturAcoltello.
  • (FR) Pierre-Louis Fort, Violaine Houdart-Merot, Annie Ernaux: un engagement d'écriture, Paris, Presses Sorbonne Nouvelle, 2014, OCLC 957996325.
  • (FR) Marie Labrecque, Annie Ernaux: « Je » est une autre, Les éditions Entre les lignes Érudit, 2009, OCLC 748612294.
  • (EN) Siobhán McIlvanney, Annie Ernaux: the Return to Origins, Liverpool, Liverpool University Press, 2000, OCLC 469531924.
  • (EN) Gill Rye, Michael Worton, Women's writing in contemporary France: New writers, new literatures in the 1990s, Manchester, Manchester University Press, 2010, OCLC 874355509.
  • Alessandra Sarchi, Fotografia e rappresentazione di sé ne Les années di Annie Ernaux, su Arabeschi.
  • (FR) Katelyn Sylvester, L’autobiographie « collective » d’Annie Ernaux : une étude féministe de l’instance narrative dans Les années, Ottawa, Université d'Ottawa, 2011, OCLC 1019496577.

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