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Comm. Antonio Cafaro (Montrone di Bari, 27 ottobre 1845 – Montrone di Bari, 7 gennaio 1919) è stato un giurista italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque in Montrone di Bari, oggi Adelfia, dal Notar Nicola e da Francesca Danisi. Compì gli studi elementari in Montrone ed apprese nozioni di latino dall'Arciprete Don Lorenzo Angiuli.
Dopo la morte del padre (1864) si trasferì a Napoli dove, sopravvissuto all'epidemia di colera del 1865, conseguì il diploma di maestro elementare.
Il 14 settembre 1867 si laureò in giurisprudenza, nel 1868 ottenne la nomina di Uditore giudiziario e venne assegnato alla Regia Procura del Tribunale di Napoli.
La sua carriera giudiziaria proseguì prima come aggiunto giudiziario al Tribunale Civile di Napoli poi come Reggente Sostituto Procuratore Erariale di seconda classe sempre a Napoli fino a tutto il 1887. L'11 dicembre 1887 fu trasferito a Palermo quale Reggente Vice Avvocato Erariale.
Fu trasferito a Roma il 19 dicembre 1892 con la nomina di Reggente Sostituto Avvocato Generale. Durante i quasi sei anni di permanenza a Roma dette conferma delle sue alte qualità, tanto che fu chiamato ad incarichi speciali.
Nel 1898 fu trasferito a Trani con la carica di Avvocato Erariale Distrettuale di seconda classe. Il 31 luglio 1914 tornò a Roma a disposizione della Avvocatura Generale e destinato a reggere, come Primo Avvocato Distrettuale, l'Avvocatura Distrettuale di Roma, con competenza sulle provincie romane, degli Abruzzi, dell'Umbria e delle Marche. Con la breve missione romana, che durò meno di due mesi, contribuì in modo determinante alla costituzione della Commissione permanente per la nomina ai posti di Avvocati Distrettuali.
Per motivi di salute si vide costretto a chiedere, con pochi mesi di anticipo, il collocamento a riposo. La gotta di cui soffriva lo aveva costretto ad assentarsi dall'ufficio per vari mesi nel 1908 e 1910. Lasciò l'ufficio il 30 giugno 1915 andando in pensione dal 1 luglio 1915.
Collocato a riposo, passò gli ultimi anni in Montrone con le due sorelle. Furono anni di sofferenza per la gotta sopportata con la sua abituale pazienza. Assiduo in chiesa, mattina e sera, visse modestamente, rispettato e venerato da tutti. Non lo insuperbivano i titoli onorifici e le onoreficenze: era stato insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia e dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, della Commenda degli stessi Ordini, di Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia.
Il "Corriere delle Puglie" il 9 gennaio 1919 descriveva i suoi solenni funerali, dopo aver delineato la sua figura: "fervente cristiano, accoppiava alla santità della vita una cultura giuridica insuperabile, ebbe il segreto incantevole di farsi amare da tutti, fu capo avvocato erariale delle sedi di Napoli, Palermo, Roma e Trani, carica che sostenne con rara onestà e correttezza impareggiabile".
Nella seduta del Consiglio Comunale del 27 aprile 1919 il Sindaco Cav. Avv. Luigi Angiuli fece solenne commemorazione proponendo che gli venisse intitolata una strada del paese: quella che costeggia la casa dove morì.
Fu sepolto in una tomba erettagli nel lato destro del cimitero: vi si ammirano in alto il suo volto ed ai lati i due simboli della Fede e della Giustizia, scolpiti dall'artista Sabatelli di Bari. L'iscrizione fu dettata da don Trifone Modugno, suo confessore:
"FU LUMINARE DEL DIRITTO
CHE COLTIVÒ COME MINISTERO SACRO
ARDENTE DI FEDE CRISTIANA
VIVENDO DA RELIGIOSO NEL SECOLO
LE SUE AGIATEZZE DISTRIBUÌ AI POVERI
DEL MONDO INCREDULO CONTEMPORANEO
SEMBRÒ UN ANACRONISMO
I CREDENTI LO EBBERO COME UN SANTO".
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Note
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Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Stangarone, Antonio Cafaro - avvocato erariale - a 60 anni dalla morte 1979
[[Categoria:avvocati italiani]] [[Categoria:giuristi italiani]]