Utente:Aesiae/Sandbox
Corno della Paura Fortificazioni militari del Regio Esercito | |
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Resti delle strutture antiaeree presenti sulla cima del Corno della Paura | |
Localizzazione | |
Stato | Regno d'Italia |
Stato attuale | Italia |
Regione | Trentino Alto Adige |
Città | Avio |
Informazioni generali | |
Tipo | Postazione d'artiglieria antiaerea |
Altezza | 1.518 m.s.l.m. |
Inizio costruzione | 1915 |
Materiale | Pietra |
Condizione attuale | Ruderi |
Proprietario attuale | Comune di Avio |
Visitabile | Sì, con cautela |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | Regno d'Italia |
Funzione strategica | Linea difensiva del fronte italiano |
Armamento | Cannoni |
Azioni di guerra | Prima guerra mondiale |
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Il Corno della Paura è un punto panoramico (1.518 m.s.l.m.) appartenente al complesso del Monte Baldo e situato a metà strada tra le province di Avio e Brentonico, affacciato sulla città di Avio e sulla Vallagarina[1].
Durante gli anni della Prima guerra mondiale, il sito costituì uno strategico avamposto di artiglieria antiaerea del Regno d'Italia facente parte della linea difensiva approntata contro l'esercito austro-ungarico[1].
Il sito, di cui rimangono i resti delle fortificazioni, è oggi meta di escursionismo ed è inserito nel progetto di valorizzazione Rete Trentino Grande Guerra, in quanto parte fondamentale del paesaggio militare. Inoltre, data la ricchezza e la rarità di alcune specie faunistiche e floristiche, è classificato Zona speciale di conservazione (ZSC) e Zona di protezione speciale (ZPS), facente parte del Parco Naturale Locale Monte Baldo[2].
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La denominazione "Corno della Paura" compare a partire dalla Prima guerra mondiale. Nelle mappe storiche e nelle mappe catastali austriache (1855-1860), il sito non viene citato e ricade nell'area del più conosciuto Monte Vignola e della Selva di Pravechio, odierna zona Malga Pravech[3].
Insieme ai territori del Trentino, la zona del Corno della Paura faceva parte dell'Impero austro-ungarico; in questa prima fase, tuttavia, il sito non fu edificato, in quanto si preferì dotare di fortificazioni punti più strategici, come le circostanti alture del Monte Vignola e dell'Altissimo di Nago[1]. Nel 1915 l'esercito austriaco abbandonò le costruzioni e arretrò la propria linea difensiva, dando l'occasione all'esercito italiano di conquistare il settore.
Allo scoppio del conflitto nel maggio 1915, le truppe italiane iniziarono a occupare l'area del Baldo settentrionale, in particolare l'Altissimo di Nago, conquistato dagli alpini del generale Antonio Cantore[4]. Anche la vetta del Corno venne occupata nello stesso periodo[1] e si diede inizio alle operazioni di fortificazione, insediandovi una postazione di artiglieria contraerea. L'altura venne collegata alla linea difensiva che si estendeva dall'Altissimo di Nago alla Valle del Loppio[5], che comprendeva anche gli ex forti austro-ungarici incompleti, ora integrati; si tracciarono, inoltre, nuove strade militari di collegamento e si ricavarono gallerie scavate nella roccia, come quelle della vicina Bocca d'Ardole. L'area montuosa del Monte Baldo, con i suoi punti a strapiombo, infatti, ben si prestava alla costruzione di opere militari difensive, tanto che l'intero massiccio finì per diventare un fronte statico tra italiani e austriaci.
Per tutto il corso della guerra, l'altura - che ormai doveva aver già assunto l'appellativo di "Corno della Paura" - operò come punto di controllo sulla sottostante Valle dell'Adige, a sud, e sull'altopiano di Brentonico, a nord. Come testimonia un cippo installato nelle immediate vicinanze, la difesa del territorio della Vallagarina e le azioni sul Corno furono affidate alla 1ª Armata del Regio Esercito Italiano.
Non si conosce l'anno di smantellamento degli edifici, di cui oggi rimangono solo i resti, ma è probabile che il sito rimase inattivo dopo la fine della Grande Guerra e l'entrata del Trentino nel Regno d'Italia.
Operazioni belliche riguardarono ancora il territorio del Baldo settentrionale e della Valle dell'Adige negli anni finali della Seconda guerra mondiale (1944-1945), assumendo, in questa nuova circostanza, un carattere di guerriglia, combattuta tra la vicina Repubblica di Salò sul lago di Garda e i partigiani impegnati nella Resistenza[6].
Come ricorda Francesco Premi:
"[...] se la Grande guerra rappresenta il fulcro della sedimentazione del paesaggio militare sul Monte Baldo, non ne costituisce tuttavia il sugello, che va ulteriormente ricercato nei drammatici eventi della Seconda guerra mondiale."[7]
Alcune fortificazioni della Prima guerra mondiale vennero sicuramente reimpiegate dai tedeschi, come nel caso dell'Altissimo di Nago[8], ma non si hanno fonti su un nuovo riutilizzo della postazione sul Corno della Paura.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Dal punto di vista geomorfologico, il Corno della Paura si configura come una cima rocciosa con pareti a strapiombo sulla Valle dell'Adige, mentre sul versante settentrionale è caratterizzato da un pendio erboso, dedicato al pascolo. Il toponimo "Corno della Paura" sembrerebbe quindi derivare proprio dalla sua conformazione naturale. Il sito è facilmente raggiungibile dalla vicina località di Polsa, in provincia di Brentonico, ed è segnalato da cartelli CAI e indicazioni di percorso tracciate lungo il sentiero, che ripercorre le vecchie strade militari.
Una volta raggiunta la cima, è oggi possibile vedere alcune rovine delle strutture militari un tempo presenti: nella parte bassa del Corno si possono notare resti di edifici di forma rettangolare, distribuiti su due piani e collegati da scale; una ripida scalinata che gira ad angolo retto porta alla parte sommitale dell'altura, dove sono presenti due maestose basi di cannone circolari e, sulla sinistra, una galleria scavata nella roccia e aperta sulla vallata, che doveva fungere da punto di osservazione. Un pannello informativo presente accanto alle basi informa sul modello di cannoni impiegato e sul momento della loro collocazione:
"In questa postazione, nell'estate 1917, vennero sistemati 2 cannoni da 87 B su affusto Marchionni; sostituiti nell'estate 1918, con 2 cannoni da 75 A su affusto Marchionni, più efficienti."[9]
Al giorno d'oggi, per ragioni di sicurezza, l'area è protetta da una serie di parapetti in ferro che percorre il bordo del monte e dai quali si può godere della vista sulle città di Avio e Sabbionara. Il posto è stato anche attrezzato con tavoli e sedie, formando una piccola area di sosta per i visitatori.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c d I luoghi della Grande Guerra in Vallagarina (PDF), Rovereto. URL consultato il 01/05/2023.
- ^ https://www.parcomontebaldo.tn.it/it/bocca-dardole-corno-della-paura, su parcomontebaldo.tn.it. URL consultato il 12 maggio 2023.
- ^ OPENkat - Mappe storiche d'impianto (Urmappe), su www.catastotn.it. URL consultato il 1º maggio 2023.
- ^ Eugenio Turri, Il Monte Baldo, Cierre Edizioni, 1999, p. 184.
- ^ Francesco Premi, Military Geoscience: A Multifaceted Approach to the Study od Warfare, a cura di A. Bondesan e J. Ehlen, Springer Nature Switzerland AG, 2022, p. 63, DOI:http://doi.org/10.1007/978-3-030-79260-2_4 .
- ^ Francesco Premi, Fortezza Monte Baldo. Un paesaggio militare tra natura e guerra, in Relazione dall'incontro "Giovani ricercatori veronesi", 18 aprile 2017, 2017, pp. 161.
- ^ Francesco Premi, Fortezza Monte Baldo. Un paesaggio militare tra natura e guerra, in Relazione dall'incontro "Giovani ricercatori veronesi", 18 aprile 2017, 2017, p. 262.
- ^ Francesco Premi, Fortezza Monte Baldo. Un paesaggio militare tra natura e guerra, in Relazione dall'incontro "Giovani ricercatori veronesi", 18 aprile 2017, 2017, p. 270.
- ^ Tiziano Bertè e Antonio Zandonati, Il fronte immobile. Fotografie militari italiane dal Monte Baldo al Cimon d'Arsiero, Edizioni Osiride, 2010.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Tiziano Bertè, Antonio Zandonati, Il fronte immobile. Fotografie militari italiane dal Monte Baldo al Cimon d'Arsiero, Edizioni Osiride, 2010.
- Eugenio Turri, Il Monte Baldo, Cierre Edizioni, 1999.
- Anna Pisetti et al., Paesaggi di guerra: il Trentino alla fine della Prima guerra mondiale, Museo Storico Italiano della Guerra, 2010.
- Francesco Premi, "Fortress Monte Baldo: A Military Landscape Between Nature and War", in A. Bondesan, J.Ehlen (a cura di), Mlitary Geoscience: A Multifaceted Approach, Springer Nature Switzerland AG, 2022.
- Francesco Premi, Fortezza Monte Baldo. Un paesaggio militare tra natura e guerra, relazione dall'incontro "Giovani ricercatori veronesi" 18 aprile 2017.