Urslingen

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Urslingen
FondatoreSwigger von Urslingen
Ultimo sovranoReinold VI von Urslingen
Data di fondazione1137
Data di estinzione1442
Confluita inRappoltstein

Urslingen è stata una famiglia aristocratica di origine sveva, di cui si hanno notizie dal XII secolo, quando molti suoi esponenti acquisirono posizioni di potere in Italia, al seguito di Federico Barbarossa e della discendenza Hohenstaufen. Il suo nome deriva dal borgo svevo di Irslingen, oggi facente parte di Dietingen, da cui la famiglia proveniva.

Duchi di Spoleto[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ducato di Spoleto.
Armi delle famiglie Zimmern (a sinistra) ed Urslingen (a destra)

Corrado di Urslingen, nato forse intorno alla metà del XII secolo, era già in Italia nel 1172. Due anni dopo fu nominato legato dell'imperatore Federico Barbarossa nel Ducato di Spoleto, ma già nel 1177 lo si trova menzionato come duca di Spoleto (e, poco dopo, conte di Assisi).

Anni dopo, Costanza d'Altavilla, moglie di Enrico VI Hohenstaufen, affidò la tutela del neonato Federico II alla moglie del nuovo duca, una donna di cui non si conosce con precisione il nome né l'origine familiare e geografica. Affidato agli Urslingen, il giovane Federico trascorse alcuni anni della sua infanzia a Spoleto.

Membri principali[modifica | modifica wikitesto]

La nascita di Federico II di Svevia a Jesi, in una tenda, secondo una «fantasiosa tradizione»[1] dovuta a Ricordano Malispini[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hubert Houben, Federico II. Imperatore, uomo, mito, 2009, Il Mulino, Bologna, ISBN 9788815133380 (p. 16)
  2. ^ Ricordano Malispini, in Istoria fiorentina, LXXVI, colloca il parto in un padiglione nel mezzo di una piazza di Palermo. La tradizione del padiglione è anche in Giovanni Villani, Nova Cronica, VI, 16
  3. ^ a b c d e f Hubert Houben, Federico II. Imperatore, uomo, mito, 2009 (p. 109)
  4. ^ Federico II, figli, in Enciclopedia fridericiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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