Unfrido d'Istria
Unfrido d'Istria | |
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Margravio d'Istria | |
In carica | 799 – ? |
Predecessore | titolo creato (Ducato del Friuli) |
Successore | Giovanni d'Istria |
Margravio del Friuli | |
In carica | 799 circa – 804 circa |
Predecessore | Enrico del Friuli |
Successore | Aione del Friuli |
Dinastia | Hunfridingi |
Coniuge | Hitta (Hidda) |
Figli | Adalberto Odalrico Unfrido II |
Unfrido d'Istria, in latino Unfredus (... – ...; fl. IX secolo), fu margravio d'Istria e, secondo alcune fonti, duca della marca del Friuli dal 799 all'804 circa, quando il duca Giovanni governava l'Istria. Fu il capostipite della dinastia degli Hunfridingi.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Ulfrido è documentato come marchio d'Istria nel 799, lo stesso anno in cui morì Enrico del Friuli. Probabilmente era un alemanno, anche se la storica Elisabeth Meyer-Marthaler specializzata nella storia della Raetia del primo medioevo, lo considera di origine franca[1]. Fu conte di Rezia nell'806 e nell'808. Presiedette ad un tribunale pubblico a Rankweil, fatto che testimonia il perdurare della sua carica comitale di Rhaeta (Reciarum comis). Interrogò i testimoni, ordinò di uscire dai confini di una proprietà contesa, ordinò ai giudici (scabini) di fare una scoperta e emise un verdetto per iscritto. Un documento lo descrive come un vir lilustris[2].
Famiglia e figli
[modifica | modifica wikitesto]Sulla base della sua presenza in un elenco di personaggi nei libri memoriales di Reichenau e San Gallo, si presume che abbia sposato Hitta (Hidda), appartenente agli Udalrichingi, probabilmente nipote di Geroldo di Vinzgouw e quindi una cugina o nipote del predecessore di Unfrido, Enrico del Friuli. Sempre sulla base degli stessi libri commemorativi, fu probabilmente il padre di:
- Adalberto, suo successore in Rezia;
- Odalrico, che divenne conte di Barcellona in un'altra parte dell'Impero carolingio;
- Unfrido II, che divenne dux super Redicam (duca su Rhaetia) e padre dei successivi duchi di Svevia degli Hunfridingi, a partire da Bucardo I di Svevia.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
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