Torre di Acquapuzza

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Torre di Acquapuzza
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàSermoneta
IndirizzoVia Romana Vecchia
Coordinate41°31′06.884″N 12°59′41.418″E / 41.518579°N 12.994838°E41.518579; 12.994838
Informazioni generali
TipoTorre
Termine costruzioneXII secolo
Materialepietra
Informazioni militari
UtilizzatoreStato Pontificio
Funzione strategicaavvistamento
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La torre di Acquapuzza è un'antica torre a tronco di cono attualmente esistente sopra la via Romana Vecchia a sud di Sermoneta, nella contrada di Borgo Tufette, in provincia di Latina; è ciò che resta dell'antichissima città di Acquapuzza che lì sorgeva[senza fonte], il cui nome deriva dal caratteristico odore delle acque solfuree, scaturite dalle numerose sorgenti presenti in loco.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La Torre è situata nella costa bassa della montagna,[1] ai piedi del quale scaturiscono le numerose sorgenti di acqua anche sulferea (tufe) che dà il nome al posto.

La torre proteggeva il transito sulla via Appia Pedemontana che correva ai piedi dei monti Lepini, permettendo di aggirare il tratto dell'Appia da Cisterna a Terracina, inabissatasi nella palude Pontina.

La zona era straordinariamente ricca e fiorente per i commerci con il sud Italia e l'Oriente e il mar Tirreno; anche la presenza di varie comunità ebraiche (Sermoneta, Priverno, Terracina) testimonia l'eccezionale valore economico di quest'area lepina.[senza fonte] A questo, si aggiungeva la valenza strategico-militare della struttura, da cui si poteva controllare il sottostante Passo di Acquapuzza, capace di chiudere ogni transito lungo il percorso.[2].

L'imperatore Carlo V, di ritorno dalla Tunisia con le sue truppe, si preoccupò non poco che i Caetani di Sermoneta gli chiudessero il Passo della Torre di Acquapuzza.[3]

Si transitava attraverso il Passo di Acquapuzza (in seguito Passo di Sermoneta), punto di enorme valore strategico per la protezione di Roma dalle invasioni dal Sud. Con l'appropriazione del Passo, Sermoneta, o meglio i Caetani, ne assunsero il grande potere militare e politico. Si pensi che il Passo riuscì a fermare gli eserciti di Federico II nel XIII sec. in marcia contro il Papa.[4]

Il fortilizio fu un'importante Dogana dello Stato Pontificio, pur passando di proprietà con possessori diversi attraverso violente dispute. I Papi, Sezze e Sermoneta ed altri, se la contesero fino al XVIII secolo, quando cessò la sua importante utilità strategica. Sotto di essa la via Pedemontana (stretta tra monte e palude ed unico itinerario verso sud, dal momento che il tratto pontino della consolare Appia risultava ormai impaludato e addirittura dimenticato) veniva sbarrata nei due sensi da una catena, rimossa solo dopo il pagamento di una gabella di pedaggio secondo un preciso tariffario imposto. Gli ecclesiastici e i residenti del luogo ne erano esclusi.

Il Passo di Acquapuzza non controllava solo i traffici stradali ma anche quelli d'acqua, procedendo anche allo sdoganamento dei natanti e del pescato con notevole ricavo per le casse esattoriali. Ciò costituì nei secoli uno dei motivi di lotta furiosa per accaparrarsi il sito.

A seguito della scoperta dell'America, le rotte commerciali medeiterranee persero molta della loro importanza, causando un inesorabile declino economico e sociale dei paese che grazie ad esse si erano sviluppate economicamente. Tuttavia la Torre mantenne la propria valenza, poiché la tratta era utilizzata anche per i grandi percorsi di peregrinazione, come la via Francigena e la via Micaelica.[5]

Recenti studi e osservazioni da parte di storici pontini, collocano questa Torre e il Passo di Acquapuzza rappresentati nel paesaggio leonardesco della Gioconda secondo l'ipotesi pontina per lo sfondo della Gioconda di Leonardo da Vinci.[6]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La torre, facente parte di una fortezza in seguito distrutta, venne eretta nel XII secolo, sopra un dirupo del Monte Acquapuzza, scelto perché permetteva la visione aerea a perdita d'occhio della pianura Pontina, allora palude. In questo modo i castellani potevano controllare da lontano i moviemnti di eserciti nemici come quelli dei predoni dal mare, come i temuti pirati Saraceni.[7]

Nel medesimo luogo antecedentemente sorgeva l'antico Castrum di Acquaputrida di latina memoria, che fu colonia romana, alleata con essa fino alla vittoria della guerra sui Volsci durata duecento anni. In seguito venne poi chiamato Castrum Bassianus, Castello di Bassiano, probabilmente perché appartenne all'Imperatore romano Bassiano Antonino, alias Caracalla;[8] questo castello era parte integrante nel territorio della sua vasta Villa Antoniniana (Antignana) situata in un altopiano alle spalle del castrum. Il grande storico sermonetano Pantanelli ci dice che l'imperatore soleva usare questo castello per diporto.[senza fonte]

Nel XII secolo troviamo il Castrum di Bassiano e dintorni ancora abitati ma con la feroce occupazione normanna del Castello, pare ad opera delle truppe di Roberto il Guiscardo d'Altavilla, che gli abitanti furono costretti a esodare verso un nuovo rifugio su cui formare un nuovo centro abitativo. La scelta cadde su uno tra quelli impervi e perciò più sicuri, usati come pascoli alti all'interno dei Monti Lepini, che i profughi ribattezzarono con il nome del loro luogo di origine Bassiano, aspettando di tornare al sito originario. Seguì nel tempo l'edificazione della nuova Fortezza di Acquaputrida (in seguito Acquapuzza) eretta sopra il vecchio Castrum. Per motivi militari vi furono diversi esodi, fino a che il sito venne definitivamente abbandonato e gli abitanti di Acquapuzza si sparsero verso Bassiano, Sermoneta e Sezze. Il nuovo centro di Bassiano si confondeva spesso con Acquaputrida e viceversa, ancora per non poco tempo fino alla definitiva distinzione tra le due località.[senza fonte]

La Torre di Acquapuzza costituiva il mastio della nuova fortezza. La nuova Bassiano invece, non aveva mura ed era invisibile dal piano.

Nel 1.158 il Castrum, nel piano di sicurezza per il controllo delle strade verso Roma, venne espugnato dalle truppe pontificie inviate da Papa Adriano IV che lo inserì tra i "Castra specialia Sanctae Matris Ecclesiae", i castelli speciali della Chiesa romana.[senza fonte]


Nel 1230 i Cavalieri Templari s'insediarono nell'Agro pontino e il castello di Acquapuzza passò sotto la loro giurisdizione. Ciò li poneva al controllo della più grande via commerciale, strategica e dei pellegrinaggi dell'epoca verso il Sud Italia e l'Oriente con la Terrasanta, la Via Francigena del Sud.[senza fonte]

Nel XIV secolo il castello fu demolito e fu lasciata solo la torre del maschio quella che da allora si chiamò Torre di Acquapuzza, Torrepuzza abbreviato nelle antiche mappe del Lazio, sita ancora nel territorio di Bassiano.[senza fonte]

Nel 1514 la Torre di Acquapuzza compare nel disegno della famosa Mappa di Windsor di Leonardo Da Vinci, redatta in occasione del suo studio per la bonificazione della Palude Pontina.[senza fonte]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La fortezza era situata in una conca ricavata nel fianco basso della montagna, una specie di "podio" di roccia che valse l'ulteriore nome al sito di "Castrum Podii" o "Castel del Podio".
  2. ^ Fondazione Camillo Caetani Roma - SERMONETA E I CAETANI – Dinamiche politiche, sociali e culturali di un territorio tra Medioevo ed Età Moderna – Edit.: L'ERMA di BRETSCHNEIDER
  3. ^ Enciclopedia Treccani-Dizionario Biografico degli Italiani, voce CAETANI Antonio, Vol.16
  4. ^ L. Fiora, Sermoneta e i Caetani: dinamiche.
  5. ^ Renzo Infante - I cammini dell'Angelo nella daunia tardoantica e medievale.
  6. ^ Studi dello storico Eros Ciotti nel suo libro Le Paludi Pontine del '500 e la Gioconda di Leonardo da Vinci e successivi studi su Francesco Melzi, allievo di Leonardo e presente con lui nelle Paludi Pontine.
  7. ^ Acquapuzza era un baluardo di difesa contro la piaga della pirateria diffusissima sulle coste e l'entroterra pontino, poiché i corsari avevano basi nelle spelonche marittime del Monte Circeo e nelle rade delle vicine isole di Ponza e Ventotene.
  8. ^ Fino alla sua prima espugnazione nel Medioevo, questo castrum prese il nome di Bassiano, come detto, da Caracalla, ma il nome Bassianus potrebbe anche derivare dal latino "fundus bassi" inteso come "nel fondo della fossa bassa" poiché questo Castrum era collocato dentro un'enorme cavità a forma di cratere, scavata appena sopra la base del Monte Acquapuzza, oppure perché era il castello situato molto più in basso, rispetto al piano, di tutti gli altri sui Monti Lepini. - P. Pantanelli, Notizie istoriche delle Terre di Sermoneta.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]