Suore della Beata Vergine

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Le suore della Beata Vergine sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: le suore di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla C.B.V.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La congregazione trae origine dal collegio delle vergini di Cremona, aperto il 6 maggio 1610 da madre Lucia Perotti (1568-1641) con l'aiuto del gesuita Giovanni Melina[2] e con l'approvazione del cardinale Paolo Emilio Sfondrati, vescovo del posto. La Perotti si ispirò al collegio delle tre regine, fondato nel 1569 ad Hall da tre figlie dell'imperatore Ferdinando I d'Asburgo, e al collegio delle nobili vergini di Gesù di Castiglione delle Stiviere, fondato dalle tre figlie del marchese Rodolfo Gonzaga.[3]

La Perotti emise i voti assieme alle sue prime cinque compagne l'8 dicembre 1612. Il collegio rischiò di venire soppresso varie volte: nel 1773, anno dello scioglimento della Compagnia di Gesù, per gli stretti legami esistenti tra le vergini e i gesuiti; nel 1784 a opera di Giuseppe II e nel 1810 per decreto di Napoleone Bonaparte, ma riuscì a sopravvivere perché le leggi canoniche non riconoscevano il valore dei voti professati dalle vergini del collegio.[3]

Nel 1923 venne fondata la prima filiale del collegio a Bellagio, poi un'altra a Trieste (1929): la Santa Sede approvò le vergini come congregazione religiosa di diritto pontificio il 27 febbraio 1933.[4]

Dopo l'approvazione pontificia le suore della Beata Vergine estesero la loro opera anche all'estero, fondando missioni in Ceylon (1951) e Kenya (1964).[4]

Attività e diffusione[modifica | modifica wikitesto]

Le suore della Beata Vergine si dedicano essenzialmente all'istruzione e all'educazione cristiana della gioventù.

Oltre che in Italia, sono presenti in Kenya e Sri Lanka;[5] la sede generalizia è in via Felice Cavallotti a Cremona.[1]

Alla fine del 2008 la congregazione contava 257 religiose in 29 case.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ann. Pont. 2010, p. 1687.
  2. ^ P. Calliari, DIP, vol. I (1974), col. 1149.
  3. ^ a b P. Calliari, DIP, vol. I (1974), col. 1150.
  4. ^ a b P. Calliari, DIP, vol. I (1974), col. 1151.
  5. ^ Istituto della Beata Vergine: la storia, su beatavergine.e-cremona.it. URL consultato il 20 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Annuario pontificio per l'anno 2010, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010. ISBN 978-88-209-8355-0.
  • Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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