Stock 23

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Stock 23
Ammasso aperto
Stock 23
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneGiraffa
Ascensione retta03h 16m 11s[1]
Declinazione+60° 06′ 54″[1]
Distanza1240[2] - 2600[3] a.l.
(380[2] - 800[3] pc)
Magnitudine apparente (V)6:
Dimensione apparente (V)15'
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso aperto
Età stimata32 milioni di anni[2]
Altre designazioni
OCl 375[1]
Mappa di localizzazione
Stock 23
Categoria di ammassi aperti

Coordinate: Carta celeste 03h 16m 11s, +60° 06′ 54″

Stock 23 è un oggetto appariscente classificato talvolta come ammasso aperto e talvolta come un semplice asterismo, visibile nella costellazione della Giraffa.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Mappa per individuare Stock 23.

Può essere individuato con relativa facilità, grazie alla presenza delle due stelle HD 21291 e HD 21389, entrambe di magnitudine 4, che costituiscono una delle zampe della Giraffa; in particolare, l'ammasso si trova 1,5° a est della prima, sul confine con Cassiopea. Le sue componenti principali sono di magnitudine 7 e 8 e sono chiaramente risolvibili anche con un binocolo 10x50 sotto buone condizioni osservative; un telescopio da 80-100mm di apertura può permettere le migliori osservazioni, date le dimensioni dell'oggetto e la distanza che intercorre fra le sue componenti. Con strumenti di diametro maggiore e lunghe focali si perde facilmente la visione d'insieme e le sue componenti appaiono troppo disperse.

La declinazione fortemente settentrionale di quest'ammasso favorisce notevolmente gli osservatori dell'emisfero nord, da cui si presenta circumpolare fino alle latitudini medio-basse; dall'emisfero australe d'altra parte resta piuttosto basso e non è osservabile dalle aree lontane dalla zona tropicale.[4] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra ottobre e marzo.

Storia delle osservazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante la sua luminosità, sembra che nessun astronomo si sia interessato ad esso fino alla metà del XX secolo, quando venne riconosciuto come ammasso aperto da un gruppo di astronomi e attribuito alla lista di 24 ammassi aperti dell'astronomo Jurgen Stock.[5] Verso la fine degli anni settanta venne citato nella rivista Sky & Telescope da John Pazmino e da allora viene talvolta riconosciuto col soprannome di "Ammasso di Pazmino" (Pazmino's Cluster); nonostante ciò, è tuttora un oggetto poco noto sia presso gli appassionati che nella comunità scientifica.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Stock 23 è un ammasso aperto piuttosto sparso e poco popolato, la cui natura di oggetto reale è messa in dubbio; la sua distanza è stata stimata in alcuni studi attorno ai 380 parsec (1240 anni luce),[2] un valore piuttosto simile al ben più esteso ammasso Stock 2, visibile poco a nord dell'Ammasso Doppio di Perseo; esso ricadrebbe quindi nel Braccio di Orione, in primo piano rispetto all'associazione OB Camelopardalis OB1, cui appartengono diverse stelle blu visibili nei dintorni. Da notare tuttavia che in uno studio incentrato proprio su quest'associazione si considera fra le stelle membri di Camelopardalis OB1 HD 20134, una stella Be con classe spettrale B2,5V che risulta essere fra le componenti più luminose di Stock 23;[3] la distanza presa in considerazione è quella di 800 parsec (circa 2600 anni luce), stimata per quest'ammasso in un lavoro sulle regioni H II del Catalogo BFS.[6]

Gli studi fotometrici condotti sulle stelle di quest'oggetto farebbero tuttavia ritenere che si possa trattare più che altro di un asterismo, le cui componenti non sarebbero quindi fisicamente legate fra loro ma si troverebbero a diverse distanze.[3] Da notare che alla distanza di 800 parsec si estende la regione H II Sh2-202, associata a Camelopardalis OB1 e ionizzata dalle sue componenti, oltre a una nebulosa a riflessione di colore blu, la cui stella illuminatrice non è stata determinata.[3]

Alcune delle stelle delineanti l'ammasso sono doppie; la più cospicua è nota come Struve 362[7] ed è formata da due stelle biancastre di magnitudine 8,27 e 8,31, separate da 7". Una seconda doppia fisica è costituita da una stella azzurra di magnitudine 8,05 con una compagna di 11,82, separata da 17"; questa coppia è stata riconosciuta come fisicamente legata soltanto nel 2012 ed è catalogata come BGO 1.[8][9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c SIMBAD Astronomical Database, in Results for Stock 23. URL consultato il 25 luglio 2013.
  2. ^ a b c d WEBDA page for open cluster Stock 23, su univie.ac.at. URL consultato il 25 luglio 2013.
  3. ^ a b c d e Straižys, V.; Laugalys, V., Young Stars in the Camelopardalis Dust and Molecular Clouds. I. The Cam OB1 Association, in Baltic Astronomy, vol. 16, 2007, pp. 167-182. URL consultato il 25 luglio 2013.
  4. ^ Una declinazione di 60°N equivale ad una distanza angolare dal polo nord celeste di 30°; il che equivale a dire che a nord del 30°N l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a sud del 30°S l'oggetto non sorge mai.
  5. ^ Alter, Jiri, Catalogue of star clusters and associations, in Prague, Pub. House of the Czechoslavak Academy of Sciences, 1958. URL consultato il 25 luglio 2013.
  6. ^ Fich, M.; Blitz, L., Optical H II regions in the outer galaxy, in Astrophysical Journal, Part 1, vol. 279, aprile 1984, pp. 125-135, DOI:10.1086/161872. URL consultato il 25 luglio 2013.
  7. ^ Star Observer - Stock 23, su starobserver.eu. URL consultato il 25 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2013).
  8. ^ 00-05 hour section (TXT), in Washington Double Star Catalog (WDS) http://www.astro.gsu.edu/wds/. URL consultato il 21 gennaio 2024.
  9. ^ BGO 1 - storia della scoperta, su giuseppebongiorni.altervista.org. URL consultato il 21 gennaio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Stock 23 - Starobserver, su starobserver.eu. URL consultato il 25 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2013).
  Portale Oggetti del profondo cielo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di oggetti non stellari