Stemma di Palmi

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Voce principale: Palmi.

«Nondum in auge»

Stemma di Palmi

Lo stemma della Città di Palmi raffigura una palma in campo azzurro. Lo stesso risulta sormontato da una corona marchionale ed è contornato da sei bandiere e da una scure. Queste ultime rappresentano le bandiere e la scure catturate ai corsari barbareschi che, in più occasioni, avevano assaltato e tentato di saccheggiare la città nei secoli passati. Alla base dello stemma sono disposti due cannoni, che ricordano quando la città venne ricostruita e fortificata, dopo la distruzione avvenuta nel 1549, con la creazione della cittadella che venne munita di mura. Sotto il cannone sinistro è posto un fascio di verghe che ha il compito di rappresentare l'unità del popolo palmese a difesa della propria città. Sotto il cannone destro, invece, è rappresentata la testa di un moro, con turbante, rivolta verso il basso. La testa del moro rappresenta un capo corsaro che venne ucciso, nel XVI secolo, sdraiato su di una pietra[2] a seguito di un assalto della popolazione locale, presso la Fontana dell'acqua degli ulivi, per difendersi da una scorreria di pirati turchi che era sbarcata alla Marina di Palmi. Secondo la tradizione locale, rivelatasi poi errata, gli abitanti di Palmi credettero di avere troncato la testa del feroce corsaro Dragut[3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il primo stemma cittadino apparve nel XVII secolo sulla monumentale fontana della Palma, con il motto: «Nondum in auge»[1]. Dal XVII secolo fino al XX secolo lo stemma civico subì delle modifiche con l'aggiunta di ulteriori elementi caratterizzanti. Lo stemma attuale fu adottato e riconosciuto con decreto del capo del governo Benito Mussolini del 9 marzo 1935[4] e trascritto nel libro araldico degli enti morali[5].

Decreto di riconoscimento[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma ed il gonfalone cittadino sono descritti nello statuto comunale vigente[6] all'art. 4 commi 2 e 3[7]. L'uso di entrambi è invece subordinato dal "Regolamento di disciplina dell'uso del Gonfalone e dello Stemma del Comune di Palmi"[8].

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Lo statuto comunale di Palmi[9] descrive lo stemma come segue:

«Lo stemma raffigura una palma in campo azzurro, è sormontato da una corona marchionale ed è contornato da bandiere catturate ai pirati barbareschi. Alla base sono disposti due cannoni che ricordano la Cittadella fortificata e munita di mura e, sotto di esse, a sinistra, è posto un fascio di verghe che simboleggia l'unità del popolo a difesa della città, mentre la testa di moro, disegnata a destra, rammenta l'uccisione di un capo corsaro avvenuta durante una delle incursioni subite dalla cittadina.»

Gonfalone[modifica | modifica wikitesto]

Lo statuto comunale di Palmi[10] descrive il gonfalone come segue:

«Il gonfalone è costituito da un drappo di colore rosso cremisi riccamente adornato di ricami d'oro e caricato dallo stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in oro "Città di Palmi". Le parti di metallo ed i nastri sono dorati. L'asta verticale è ricoperta da velluto rosso cremisi con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolore sono frangiati d’oro.»

Altre versioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b De Salvo, pp. 212.
  2. ^ Fino al XIX secolo era ancora visibile la pietra su cui venne ucciso, che fu chiamata la "pietra del drago" (abbreviazione di Dragut)
  3. ^ De Salvo, pp. 161-163.
  4. ^ Palmi, decreto 1935-03-09 DCG, riconoscimento di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato.
  5. ^ Art. 4 comma 1 dello Statuto Comunale
  6. ^ Approvato con delibera del Consiglio Comunale n° 42 del 30 giugno 2008 e modificato con delibera del C.C. n. 81 del 29 dicembre 2008 e con delibera del Commissario prefettizio n. 119 del 29 dicembre 2011
  7. ^ Statuto Comunale
  8. ^ Approvato con Delibera del Consiglio Comunale n. 70 del 28 dicembre 2004
  9. ^ Art. 4 comma 2
  10. ^ Art. 4 comma 3

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio De Salvo, Ricerche e studi storici intorno a Palmi, Seminara e Gioia Tauro, Napoli, Lopresti, 1889.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]