Stazione di Villa d'Almè

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Villa d'Almè
stazione ferroviaria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàVilla d'Almè
Coordinate45°45′04.57″N 9°36′33.76″E / 45.751269°N 9.609379°E45.751269; 9.609379
LineeBergamo-Piazza Brembana
Storia
Stato attualeDismessa
Attivazione1906
Soppressione1966
Caratteristiche
TipoStazione in superficie, passante
GestoriSocietà Anonima della Ferrovia Elettrica di Valle Brembana
OperatoriSocietà Anonima della Ferrovia Elettrica di Valle Brembana

La stazione di Villa d'Almè sorgeva lungo la ferrovia della Valle Brembana, attiva fra il 1906 e il 1966, a servizio dell'omonimo comune.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Transito sul ponte ferroviario di Almè

La stazione fu aperta il 1 luglio 1906 contestualmente all'intera linea linea[1].

Così come il servizio lungo la linea, le infrastrutture di stazione erano gestite dalla Società Anonima della Ferrovia Elettrica di Valle Brembana (FVB), cui il 15 ottobre 1903 era stato subconcesso l'esercizio da parte della deputazione provinciale[2].

Dopo decenni di intenso utilizzo da parte dei viaggiatori e nonostante l'esistenza di una domanda di traffico merci, la stazione fu chiusa nel 1966 insieme all'intera linea[1].

Progetti[modifica | modifica wikitesto]

Nell’ambito della nuova Rete tranviaria di Bergamo è prevista la costruzione della Linea T2 che farebbe capolinea proprio presso la vecchia stazione di Villa d’Almè.

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

Oltre al binario di raddoppio erano presenti altresì uno scalo merci e un raccordo con il Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d'Almè[3].

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

La stazione costituiva fermata per tutti i servizi viaggiatori a carattere locale svolti dalla FVB sulla propria linea sociale classificati Omnibus e Accelerati.

Il traffico merci era costituito da treni raccoglitori che sostavano nelle diverse località della linea.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b G. Leopardi, C. Ferruggia e L. Martinelli, Le ferrovie delle valli bergamasche, op. cit., p. 24.
  2. ^ C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli, La ferrovia della valle Brembana, op. cit., p. 6.
  3. ^ C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli, La ferrovia della valle Brembana, op. cit., p. 7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Ferruggia, Giulio Leopardi e Luigi Martinelli, La ferrovia della valle Brembana, in Mondo Ferroviario, n. 64, ottobre 1991, pp. 6–13.
  • Carlo Ferruggia, Giulio Leopardi e Luigi Martinelli, Le ferrovie delle valli bergamasche, in Tutto treno & storia, n. 15, aprile 2006, pp. 22–33.
  • Marco Cacozza, Le ferrovie delle valli bergamasche, in Tutto treno & storia, n. 31, aprile 2014, pp. 10–15.
  • Felice Riceputi, La ferrovia di Valle Brembana, in "Il sogno brembano. Industrializzazione e progresso sociale nella Valle Brembana del primo Novecento", Centro Storico Culturale Valle Brembana, 2006, pp. 13–128.
  • Giulio Leopardi, Carlo Ferruggia, Luigi Martinelli, Treni e tramvie della Bergamasca, Clusone, Editrice Cesare Ferrari, 1988. ISBN non esistente

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]