Marco Basaiti: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
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La sua prima [[opera]] documentata fu ''Ritratto di giovane età'' del [[1496]], però solo con i lavori successivi apparve in tutta evidenza la tendenza del pittore e realizzare impasti cromatici e imponenti figure nello stile [[Antonello da Messina|antonelliano]] e [[Giovanni Bellini|belliniano]], il cui caposcuola a [[Venezia]] era [[Alvise Vivarini]]. Gli esempi più significativi, a tal riguardo furono le tavole con ''San Marco'' e il ''Cristo morto'', oltre alle figure di ''San Sebastiano'' e ''San Girolamo'' realizzate presso la chiesa dei Frari a Venezia. Dopo la morte del Vivarini, Basaiti completò la pala di ''Sant'Ambrogio'' nella ''cappella dei Milanesi'' della [[Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]] influenzato anche dai maestri toscani e lombardi.<ref name ="M" />
La sua prima [[opera]] documentata fu ''Ritratto di giovane età'' del [[1496]], però solo con i lavori successivi apparve in tutta evidenza la tendenza del pittore e realizzare impasti cromatici e imponenti figure nello stile [[Antonello da Messina|antonelliano]] e [[Giovanni Bellini|belliniano]], il cui caposcuola a [[Venezia]] era [[Alvise Vivarini]]. Gli esempi più significativi, a tal riguardo furono le tavole con ''San Marco'' e il ''Cristo morto'', oltre alle figure di ''San Sebastiano'' e ''San Girolamo'' realizzate presso la chiesa dei Frari a Venezia. Dopo la morte del Vivarini, Basaiti completò la pala di ''Sant'Ambrogio'' nella ''cappella dei Milanesi'' della [[Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]], influenzato anche dai maestri toscani e lombardi.<ref name ="M" />


Un certo legame con la tradizione del [[XV secolo|Quattrocento]] continuò a caratterizzare Basaiti, anche quando, risentendo dell'influenza di [[Giovanni Bellini]] e di [[Giorgione]], raffinò gli impasti dei colori e si avvicinò ad una visione e interpretazione della natura più reale ed emozionale.<ref name ="M" /> Risalirono a questo periodo artistico la ''Deposizione'' e la ''Vocazione dei figli di Zebedeo'' ([[1510]]), con lo splendido scenario di una fertile natura composito di luminose figure avvolte in giochi di luci e ombre.
Un certo legame con la tradizione del [[XV secolo|Quattrocento]] continuò a caratterizzare Basaiti, anche quando, risentendo dell'influenza di [[Giovanni Bellini]] e di [[Giorgione]], raffinò gli impasti dei colori e si avvicinò ad una visione e interpretazione della natura più reale ed emozionale.<ref name ="M" /> Risalirono a questo periodo artistico la ''Deposizione'' e la ''Vocazione dei figli di Zebedeo'' ([[1510]]), con lo splendido scenario di una fertile natura composito di luminose figure avvolte in giochi di luci e ombre.


Di notevole impatto per lo spettatore apparirono anche il ''Cristo risorto'', con l'effetto delle nubi avvolgenti il castello, la ''Madonna adorante col Bambino'' e l''''Orazione del Monte degli Ulivi'' ([[1515]]), nel quale il contrasto fra il paesaggio di una dolcezza poetica e la rigorosa figura degli Apostoli volge a favore della natura. Si distinse complessivamente più nella ritrattistica che nelle composizioni.<ref name =Trec />
Di notevole impatto per lo spettatore apparirono anche il ''Cristo risorto'', con l'effetto delle nubi avvolgenti il castello, la ''Madonna adorante col Bambino'' e l'''Orazione del Monte degli Ulivi'' ([[1515]]), nel quale il contrasto fra il paesaggio di una dolcezza poetica e la rigorosa figura degli Apostoli volge a favore della natura. Si distinse complessivamente più nella ritrattistica che nelle composizioni.<ref name =Trec />


Il suo nome è stato talvolta confuso con quello del collega [[Andrea Busati]], e questo equivoco ha creato qualche difficoltà nella ricostruzione biografica di entrambi i pittori.
Il suo nome è stato talvolta confuso con quello del collega [[Andrea Busati]], e questo equivoco ha creato qualche difficoltà nella ricostruzione biografica di entrambi i pittori.

Versione delle 13:54, 28 mag 2018

Vocazione dei figli di Zebedeo

Marco Basaiti (Venezia, 1470Venezia, 1530) è stato un pittore italiano, di origine greca[1][2] o albanese[3].

Biografia

La sua prima opera documentata fu Ritratto di giovane età del 1496, però solo con i lavori successivi apparve in tutta evidenza la tendenza del pittore e realizzare impasti cromatici e imponenti figure nello stile antonelliano e belliniano, il cui caposcuola a Venezia era Alvise Vivarini. Gli esempi più significativi, a tal riguardo furono le tavole con San Marco e il Cristo morto, oltre alle figure di San Sebastiano e San Girolamo realizzate presso la chiesa dei Frari a Venezia. Dopo la morte del Vivarini, Basaiti completò la pala di Sant'Ambrogio nella cappella dei Milanesi della Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, influenzato anche dai maestri toscani e lombardi.[1]

Un certo legame con la tradizione del Quattrocento continuò a caratterizzare Basaiti, anche quando, risentendo dell'influenza di Giovanni Bellini e di Giorgione, raffinò gli impasti dei colori e si avvicinò ad una visione e interpretazione della natura più reale ed emozionale.[1] Risalirono a questo periodo artistico la Deposizione e la Vocazione dei figli di Zebedeo (1510), con lo splendido scenario di una fertile natura composito di luminose figure avvolte in giochi di luci e ombre.

Di notevole impatto per lo spettatore apparirono anche il Cristo risorto, con l'effetto delle nubi avvolgenti il castello, la Madonna adorante col Bambino e l'Orazione del Monte degli Ulivi (1515), nel quale il contrasto fra il paesaggio di una dolcezza poetica e la rigorosa figura degli Apostoli volge a favore della natura. Si distinse complessivamente più nella ritrattistica che nelle composizioni.[2]

Il suo nome è stato talvolta confuso con quello del collega Andrea Busati, e questo equivoco ha creato qualche difficoltà nella ricostruzione biografica di entrambi i pittori.

Opere

  • Ritratto di giovane, Londra, National Gallery;
  • Madonna col Bambino, Londra, National Gallery;
  • Sant'Ambrogio in trono tra santi e angeli musicanti ed incoronazione della Vergine, Venezia, chiesa dei Frari, cappella dei Milanesi;
  • La chiamata dei figli di Zebedeo, Venezia, Gallerie dell'Accademia;
  • La preghiera di Cristo nell'orto, Venezia, Gallerie dell'Accademia;
  • Il Salvatore, Bergamo, Accademia Carrara;
  • San Giorgio che uccide il drago, Venezia, Gallerie dell'Accademia;
  • San Giacomo e S. Antonio, Venezia, Gallerie dell'Accademia;
  • Cristo morto tra due angioletti, Venezia, Gallerie dell'Accademia;
  • Madonna col bambino ed un devoto, Museo Correr di Venezia;
  • Madonna e quattro santi ed un angelo musicante, San Pietro Martire di Murano;
  • San Pietro in cattedra tra quattro santi, San Pietro di Castello a Venezia;
  • Madonna col bambino tra i santi Pietro e Liberale, Museo Civico di Padova;
  • Cristo risorto, Ambrosiana di Milano.[2]


Note

  1. ^ a b c le muse, Novara, De Agostini, 1964, pp. 95-96.
  2. ^ a b c Marco Basaiti, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 28 maggio 2018.
  3. ^ Fabio Maniago e Caterina Furlan, Storia delle belle arti friulane, Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, 1999, p. 18.

Bibliografia

  • Elena Bassi, BASAITI, Marco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 7, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970. URL consultato il 12 novembre 2015.
  • C. Ridolfi, Le meraviglie dell'arte, Berlino, 1914.
  • A. M. Zanetti, Della pittura veneziana, Venezia, 1771.
  • E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni Veneziane, Venezia, 1856.

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Collegamenti esterni

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