Ceneo: differenze tra le versioni

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Secondo quanto racconta [[Ovidio]] (libro XII delle [[Metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]]), [[Mopso (mitologia)|Mopso]] scorse la sua anima volare via da sotto la catasta d'alberi in forma d'uccello dalle ali fulve, visto solo in quell'occasione: ma una volta giunta nell'Ade, essa riprese forme umane e femminili (Virgilio, ''Eneide'', VI); del resto al momento del [[funerale]] ci si accorse che anche il corpo di Ceneo era nuovamente quello di una donna.

== Bibliografia ==
*John Theoph. Kakridis, ''Caeneus'', The Classical Review, Vol. 61, No. 3 (Dec., 1947), pp. 77-80.
*Ernest Gardner, ''Caeneus and the Centaurs: A Vase at Harrow'', The Journal of Hellenic Studies, Vol. 17 (1897), pp. 294-305.
*H. I. Rose, ''De Caenei atpΩΣiaΣ'', Mnemosyne, New Series, Vol. 56, Pars 3 (1928), pp. 311-312.


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==

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Cenide e Poseidone, incisione di Virgil Solis per il libro VIII delle Metamorfosi di Ovidio, 1563

Cenis o Cenide (greco Καινις Kainis) è una figura della mitologia greca, era una giovane donna, figlia secondo alcuni di Elato il Magnesio, oppure secondo altri di Corono, un Lapita. Secondo un'altra versione del mito suo padre era Atrace. Appare comunque strettamente connessa con alcune importanti vicende mitiche che riguardano i Lapiti. Nel culto lunare antecedente all'avvento della religione olimpica Cenide impersonava probabilmente il novilunio (il suo nome significa infatti "nuova")

La sua assoluta singolarità nel panorama della mitologia greca sta nel suo mutamento di sesso, che a un certo punto della sua vita la fece diventare un uomo; si tratta probabilmente del più antico caso di cambiamento di sesso ricordato nella cultura occidentale. È indubbiamente significativo come archetipo, sebbene comunque in questa vicenda sia il prodigio soprannaturale a determinare gli eventi.

Il mito

Infatti Cenis fu amata dal dio Poseidone, che le volle offrire un dono: qualsiasi cosa lei desiderasse. Cenis domandò di essere trasformata in uomo, e di essere invulnerabile; il dio eseguì la richiesta.

Ceneo, raffigurato qui solo, protetto solo da uno scudo, davanti ad un centauro, lekythos attico con decorazione a colori, circa 500-490 a.C., musée du Louvre (CA 2494)

Cenis mutò il nome in Ceneo (greco Καινεύς Kaineús, latino Caenus), divenendo un fortissimo guerriero e guidando con successo gli eserciti lapiti in battaglia. Ceneo generò anche un figlio, chiamato anche lui Corono, che fu ucciso molti anni dopo da Eracle durante uno scontro. Ceneo si fece presto prendere la mano, e pieno di orgoglio per il suo successo arrivò a piantare una lancia nel mezzo della piazza del mercato della città in cui risiedeva, e costrinse tutti a venerarlo come se fosse una divinità. Zeus si indispettì per questo comportamento e decise di punirlo. Quando Ceneo partecipò al matrimonio di Piritoo e Ippodamia, durante il quale si scatenò la celebre lotta tra Lapiti e Centauri (vedi Teseo e Piritoo), Zeus indusse i Centauri ad accanirsi contro di lui e ucciderlo. Ceneo ebbe la meglio su molti di loro, perché grazie alla sua invulnerabilità gli attacchi dei Centauri andavano a vuoto; alla fine però venne sotterrato a colpi di tronchi d'albero e finito con terra e pietre, morendo soffocato.

Secondo quanto racconta Ovidio (libro XII delle Metamorfosi), Mopso scorse la sua anima volare via da sotto la catasta d'alberi in forma d'uccello dalle ali fulve, visto solo in quell'occasione: ma una volta giunta nell'Ade, essa riprese forme umane e femminili (Virgilio, Eneide, VI); del resto al momento del funerale ci si accorse che anche il corpo di Ceneo era nuovamente quello di una donna.

Bibliografia

  • John Theoph. Kakridis, Caeneus, The Classical Review, Vol. 61, No. 3 (Dec., 1947), pp. 77-80.
  • Ernest Gardner, Caeneus and the Centaurs: A Vase at Harrow, The Journal of Hellenic Studies, Vol. 17 (1897), pp. 294-305.
  • H. I. Rose, De Caenei atpΩΣiaΣ, Mnemosyne, New Series, Vol. 56, Pars 3 (1928), pp. 311-312.

Voci correlate

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