Associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan: differenze tra le versioni
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L''''associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan''' (in [[Lingua inglese|inglese]] ''Revolutionary Association of the Women of Afghanistan''; {{persiano|جمعیت انقلابی زنان افغانستان|Jamiyat-e Enqelābi-ye Zanān-e Afghānestān}}; in [[Lingua pashtu|pashtu]]: د افغانستان د ښڅو انقلابی جمعیت) è un'organizzazione socio-politica indipendente femminile che si trova a [[Quetta]], stato del [[Pakistan]]. I suoi obiettivi sono la tutela dei [[diritti delle donne]], e della democrazia. Si tratta della più antica organizzazione di tale genere.<ref>{{cita libro|Nafeez |M. Ahmed|Guerra alla libertà. Il ruolo dell'amministrazione Bush nell'attacco dell'11 settembre, pag 224|2002|Fazi Editore| |ISBN=978-88-8112-364-3}}</ref> |
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== Cenni storici == |
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L'associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan (in inglese Revolutionary Association of the Women of Afghanistan; in persiano جمعیت انقلابی زنان افغانستان, Jamiyat-e Enqelābi-ye Zanān-e Afghānestān; in pashtu: د افغانستان د ښڅو انقلابی جمعیت) è un'organizzazione socio-politica indipendente femminile che si trova a Quetta, stato del Pakistan. I suoi obiettivi sono la tutela dei diritti delle donne, e della democrazia. Si tratta della più antica organizzazione di tale genere.[1]
Cenni storici
Fondata nell'anno 1977 da Meena Keshwar Kamal, con l'intento di aiutare le donne dell'Afghanistan,[2] in seguito al colpo di stato organizzato dall'unione sovietica nell'aprile del 1978 in Afghanistan e alla successiva occupazione, organizzazrono dal 1992 una forma attiva di resistenza che obbligarono successivamente il trasferimento dell'organizzazione nello stato del Pakistan.[3] La fondatrice venne poi uccisa dal KGB[4]
Organizzò delle scuole per bambini e corsi di alfabetizzazione. Contano migliaia di iscritti e rapporti con altri paesi soprattutto Sudan e Iran. Pubblica dal 1981 una rivista bilingue (persiano/pashtu) intitolata Payam-e-Zan (in italiano Messaggio delle donne).[5]
Note
- ^ Nafeez M. Ahmed, Guerra alla libertà. Il ruolo dell'amministrazione Bush nell'attacco dell'11 settembre, pag 224, Fazi Editore, 2002, ISBN 978-88-8112-364-3.
- ^ Daniela Gioseffi, Women on war: an international anthology of women's writings from antiquity to the present, seconda edizione, pag 283, Feminist Press, 2003, ISBN 978-1-55861-409-3.
- ^ A. Vanzan, Le dita nella terra, le dita nell'inchiostro. Voci di donne in Afghanistan, India, Iran, Pakistan, pag 31, Giunti Editore, 2002, ISBN 978-88-09-02536-3.
- ^ (EN) Articolo dal Guardian
- ^ (EN) Storia dal sito ufficiale
Collegamenti esterni
- (EN) Sito ufficiale, su rawa.org.
- Sito italiano ufficiale, su pz.rawa.org.